tragedia alle Formiche

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  • #76
    http://www.umbria24.it/sub-morti-ce-...ub/312281.html
    www.liberisub.it

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    • #77
      mi mancava il fatto che ce ne fosse stato n quarto ce aveva accusato un malore.ero rimasto che il sub che si era sentito male, era stato quello che tra i primi aveva prestato soccorso, dopo aver terminato il suo tuffo.vabbè.....stiamo a vedere gli aggioramenti

      però è strano....se il CO, era in tutte le bombole, in varia misura , come mai nessuno se ne è accorto prima?
      "Dio li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta" [cit.]

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      • #78
        Originariamente inviato da citocromo
        mi mancava il fatto che ce ne fosse stato n quarto ce aveva accusato un malore.ero rimasto che il sub che si era sentito male, era stato quello che tra i primi aveva prestato soccorso, dopo aver terminato il suo tuffo.vabbè.....stiamo a vedere gli aggioramenti
        Il quarto citato nell'articolo era in un altro gruppo (dall'articolo si intuisce che avesse solo noleggiato la bombola in quel diving). Probabilmente era sfuggito alle cronache
        The frogarthian way of diving

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        • #79
          si, immaginavo , anche se non deve essere successo simultaneamente . perchè questo quarto era all'argentarola, e anche lì non ci si arriva a nuoto......

          quindi ancora di più: come mai nessuno in quella giornata di immersioni, non ha avuto sentore di CO nelle bombole, visto che era presente in tutte, in varia misura, e sono state eseguite diverse uscite nell'arco della giornata?
          "Dio li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta" [cit.]

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          • #80
            Originariamente inviato da citocromo
            mi mancava il fatto che ce ne fosse stato n quarto ce aveva accusato un malore.ero rimasto che il sub che si era sentito male, era stato quello che tra i primi aveva prestato soccorso, dopo aver terminato il suo tuffo.vabbè.....stiamo a vedere gli aggioramenti

            però è strano....se il CO, era in tutte le bombole, in varia misura , come mai nessuno se ne è accorto prima?
            e in che modo ? dato che è un gas inodore, incolore e insapore? se non analizzi e poi dobbiamo vedere in che quantità, gli altri sub che si sono immersi probabilmente avevano una quantità di gas talmente marginale da non causare sintomi gravi o sintomi che potessero essere imputati ad altri fattori
            la perfezione è un lungo processo di sottrazione, e il mare concederà a ogni uomo nuove speranze come il sogno porta i sogni

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            • #81
              Originariamente inviato da citocromo
              quindi ancora di più: come mai nessuno in quella giornata di immersioni, non ha avuto sentore di CO nelle bombole, visto che era presente in tutte, in varia misura, e sono state eseguite diverse uscite nell'arco della giornata?
              Non conosco la dinamica delle uscite del diving in quel giorno, e non è ancora stato spiegato come sia finito il CO nelle bombole, ma posso pensare a diversi motivi che potrebbero giustificare quello che scrivi, almeno teoricamente. Ad esempio, se le bombole venissero caricate in barca tra un'uscita e l'altra e se il monossido fosse stato aspirato dall'esterno per un motivo contingente, ecco là che solo un gruppo di bombole avrebbe problemi.
              Sono chiaramente ipotesi che lasciano il tempo che trovano.
              The frogarthian way of diving

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              • #82
                ma da quello che ho letto, il CO era presente in tutte le bombole, in quantità variabile ai 50 ai 400 ppm, mi sembra.ciascuna di queste quantità , fa manifestare sintomi diversi , dai più lievi , come cefalea, ai più pesanti.
                Possibile, che nessuno ha manifestato nulla e se i , invece i disturbi ci sono stati nessuno ha pensato di collegarli?

                non è per fare le indagini del senno di poi, ma qui ci sono 4 persone, presumibilmente contaminate, e non credo che in quella giornata siano state le uniche, poiché il problema sembra diffuso,non circoscritto ad un esiguo numero di bottiglie.
                "Dio li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta" [cit.]

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                • #83
                  Originariamente inviato da citocromo
                  ma da quello che ho letto, il CO era presente in tutte le bombole, in quantità variabile ai 50 ai 400 ppm, mi sembra.ciascuna di queste quantità , fa manifestare sintomi diversi , dai più lievi , come cefalea, ai più pesanti.
                  Possibile, che nessuno ha manifestato nulla e se i , invece i disturbi ci sono stati nessuno ha pensato di collegarli?

                  non è per fare le indagini del senno di poi, ma qui ci sono 4 persone, presumibilmente contaminate, e non credo che in quella giornata siano state le uniche, poiché il problema sembra diffuso,non circoscritto ad un esiguo numero di bottiglie.
                  come ti dicevo, ma non ho la tabella sotto mano, l'aria definita respirabile può avere fino a 40 ppm quindi chi avesse respirato aria con 50 ppm se pur avendo accusato sintomi di cefalea può aver pensato a tantissime cause ,dal freddo dell'acqua , a problemi di sinusite,se tale sintomo avesse riguardato più sub tutti avrebbero pensato alle bombole e chi più o meno non si sarebbe rimmerso con quel diving. Sarebbe stata registrata da tutti i sub come una normale giornata d'immersione in cui l'aria delle bombole non era al top, nessuno avrebbe pensato al CO
                  la perfezione è un lungo processo di sottrazione, e il mare concederà a ogni uomo nuove speranze come il sogno porta i sogni

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                  • #84
                    Originariamente inviato da bradipo67
                    Originariamente inviato da citocromo
                    quindi ancora di più: come mai nessuno in quella giornata di immersioni, non ha avuto sentore di CO nelle bombole, visto che era presente in tutte, in varia misura, e sono state eseguite diverse uscite nell'arco della giornata?
                    Non conosco la dinamica delle uscite del diving in quel giorno, e non è ancora stato spiegato come sia finito il CO nelle bombole, ma posso pensare a diversi motivi che potrebbero giustificare quello che scrivi, almeno teoricamente. Ad esempio, se le bombole venissero caricate in barca tra un'uscita e l'altra e se il monossido fosse stato aspirato dall'esterno per un motivo contingente, ecco là che solo un gruppo di bombole avrebbe problemi.
                    Sono chiaramente ipotesi che lasciano il tempo che trovano.
                    A mio parere sarebbe importante sapere cosa ha generato il monossido di carbonio.

                    La fonte.

                    Nell'aria non è presente, è presente il diossido di carbonio (anidrite carbonica) CO2 ma non il monossido CO inoltre proprio perché privo di un atomo di ossigeno si combina facilmente quindi non è un gas che può essere aspirato per casualità ma necessita di una fonte che lo produca.

                    Mi chiedo cosa ha prodotto questo gas.

                    In genere si produce per esempio negli appartamenti (luoghi chiusi) dove vengono accese quelle pericolose stufette a gas catalittiche.
                    Il tamburo catalittico mantiene viva la combusione anche se il livello di O2 scende e a questo punto si ha una combustione sporca che genera monossido di carbonio.
                    Il monossido di carbonio si lega all'emoglobina del sangue in maniera inscindibile e ne blocca la capacità di trasportare ossigeno.
                    A questo punto il globulo rosso ha perso la sua funzione e quando x globuli sono danneggiati in questo modo il soggetto si avvia alla morte in un dolce sonno.
                    Solo la camera iperbarica in grado di alzare la Pp di ossigeno e quindi di aumentare il trasporto per diffusione (tenete presente che in casi gravi si arriva a 3 bar di Pp di O2 per mantenere vivo un soggetto con pochi globuli rossi funzionanti) può salvare un intossicato da monossido sempre ammesso che ci arrivi vivo e ci rimane fino a quando il corpo non ha prodotto nuovi globuli rossi.

                    Quindi la domanda è cosa ha prodotto il monossido ?

                    La risposta permetterebbe di capire l'entità del pericolo.

                    Io non penso che i motori elettrici producono monossido - al contrario i motori a combustione interna si .........

                    Se un un intero set di bombole è stato contaminato vuol dire che la fonte era vicina all'aspirazione del compressore e ha prodotto una considerevole quantità di monossido.


                    Cordialmente
                    Rana

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                    • #85
                      Originariamente inviato da RANA

                      Quindi la domanda è cosa ha prodotto il monossido ?

                      La risposta permetterebbe di capire l'entità del pericolo.

                      Io non penso che i motori elettrici producono monossido - al contrario i motori a combustione interna si .........

                      Se un un intero set di bombole è stato contaminato vuol dire che la fonte era vicina all'aspirazione del compressore e ha prodotto una considerevole quantità di monossido.


                      Cordialmente
                      Rana
                      Buona l'ultima Rana, buona!
                      Tutto quello che hai scritto prima si puo' leggere sui vari manuali dei quali tutti disponiamo

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                      • #86
                        Originariamente inviato da RANA
                        A mio parere sarebbe importante sapere cosa ha generato il monossido di carbonio.
                        Sì ma occorre pazienza, le indagini procedono e le perizie in merito ancora non sono state fatte.
                        www.liberisub.it

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                        • #87
                          Originariamente inviato da M.
                          Originariamente inviato da RANA
                          A mio parere sarebbe importante sapere cosa ha generato il monossido di carbonio.
                          Sì ma occorre pazienza, le indagini procedono e le perizie in merito ancora non sono state fatte.
                          Hai ragione, pazienza .....
                          speriamo che le perizie riescano a stabilire con ragionevole certezza cosa ha generato il monossido.

                          Comunque non vorrei essere nella posizione del titolare del diving che mi appare molto compromessa.
                          La vedo dura riuscire a difendersi dall'accusa di omicidio colposo anche solo per il fatto che le bombole effettivamente comunque contenevano monossido.

                          Stiamo a vedere, solo dopo le perizie, scoperto l'arcano, si potranno fare delle considerazioni sul reale pericolo legato al monossido.

                          Ciao
                          Rana

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                          • #88
                            siccome l'ossido di carbonio non è arrivato da Marte,l'unica fonte plausibile è lo scarico di un motore vicino all'aspirazione del compressore!!Il resto mi sembra pura e semplice disquisizione accademica.
                            foca leopardo
                            "I figli dei subacquei non piangono".Cit.Sergio Locci...Mio figlio

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                            • #89
                              Da Il Tirreno

                              GROSSETO. Dire «poteva essere una strage» in questo caso non è esagerato.
                              Perché non solo le tre dei sub deceduti, e nemmeno la quarta (quella del sub che aveva accusato un leggero malore), ma ben 14 bombole - delle 29 utilizzate per le immersioni di quel giorno - sono risultate contenere monossido di carbonio in quantità enormi.
                              I risultati degli esami effettuati ieri su altre bombole hanno rivelato quantitativi tra le 700 e le 2.200 parti per milione.
                              Ricordiamo che nelle bombole di Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gianluca Trevani, esaminate per prime nei laboratori Siad di Bergamo, ce n’erano tra 1.600 e 2.400.

                              E allora soltanto una combinazione ha voluto che quel 10 agosto fossero “solamente” tre i decessi nelle acque tra le Formiche e l’Argentarola.
                              Perché la metà delle bombole - ormai è chiaro - contenevano veleni.
                              Sul perché sia entrato monossido, non ci sono ancora certezze sperimentali nonostante le simulazioni di ricarica effettuate alla Bauer ad Arcugnano di Vicenza.
                              Quegli esami, condotti sui due compressori del diving, avevano fatto emergere una bassa produzione di monossido di carbonio: quello più recente (costruito nel 1997) aveva prodotto monossido per poco più di 10 parti per milione; la seconda apparecchiatura (costruita nel 1979) ne aveva invece prodotti poco più di 20.

                              ....continua al link ....



                              http://iltirreno.gelocal.it/grosseto...age-1.10088667

                              http://www.firenzepost.it/2014/10/10...antita-letale/


                              nello

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                              • #90
                                http://www.umbria24.it/sub-morti-la-...si/331555.html

                                Sub morti, la perizia: «Operazioni di ricarica assolutamente incompatibili con la sicurezza e filtri disastrosi»

                                I due indagati Montrone e Agnaletti verranno interrogati venerdì a Grosseto. Il perito: «Figure professionali prive di formazione specifica rispetto alla pericolosità delle operazioni»
                                Sub morti, la perizia: «Operazioni di ricarica assolutamente incompatibili con la sicurezza e filtri disastrosi»

                                di Francesca Marruco

                                «Situazione di generale approssimazione e precarietà delle attrezzature». «Stato dei filtri disastroso». «Sette bombole prive della verifica periodica prevista dalla legge». «Gestione delle operazioni di ricarica assolutamente incompatibili con la sicurezza e diligenza ordinaria». «Figure professionali dei due soggetti indagati non tali da poter individuare una formazione e una informazione specifica adeguata alla particolare pericolosità e delicatezza delle operazioni di ricarica delle bombole».

                                Conclusioni Le conclusioni della perizia del comandante del nucleo sommozzatori di Grosseto Giorgio Chimenti, mette nero su bianco tutte le più terribili paure di chi per passione sceglie di immergersi sott’acqua. E le accuse che da questa perizia si ergono contro Andrea Montrone e Maurizio Agnaletti, entrambi indagati dopo la strage delle Isole Formiche in cui morirono tre sub perugini, sono gravissime e non lasciano neanche spazio ad interpretazione alcuna: «Le analisi hanno stabilito che le bocchette d’aria dei compressori hanno aspirato aria inquinata dallo scarico dei motori a benzina dei compressori stessi. Il monossido trovato nelle bombole ha la stessa origine di quello dello scarico dei motori».

                                LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI SUL CASO

                                Disastro Ma questo perché? «Entrambi i compressori – si legge nelle conclusioni della perizia – sono risultati di vecchia costruzione, 1979 e 1997, ed in evidente stato di carente manutenzione e conservazione. In particolare, lo stato dei filtri presenti sull’aspirazione dell’aria per il riempimento è risultato disastroso stante la carenza o assenza di manutenzione e l’impiego di filtri non originali e non idonei all’uso specifico, come previsto nei manuali della ditta». Inoltre, gli esperti hanno rilevato «la mancata osservanza delle prescrizioni imposte dal costruttore sul posizionamento dei motocompressori per la ricarica delle bombole con aria respirabile, con particolare riferimento alle condizioni meteo ( vento) e al posizionamento della presa di aspirazione dell’aria per il riempimento delle bombole. La tipologia di ormeggio della Emery Island, su cui erano posizionati i due motocompressori non poteva seguire i cambiamenti di direzione del vento disattendendo così una delle principali prescrizioni di sicurezza per la vita imposte dal produttore».

                                Si poteva evitare? E comunque i periti non solo rilevano le criticità, ma elencano anche quali banali accorgimenti sarebbero stati sufficienti per ovviare al problema dell’ormeggio fisso. Secondo Chimenti infatti sarebbe bastato «prevedere una captazione dell’aria posizionata al di sopra della tuga della imbarcazione», oppure «spostare la barca in un altro punto del porto in cui fosse possibile la rotazione della stessa in funzione della rotazione del vento», o ancora sarebbe bastato «un attento monitoraggio della eventuale presenza di CO nelle bombole effettuato anche con analizzatori digitali di modesto importo economico».

                                Profili inadeguati Insomma, da quello che gli esperti scrivono in questa perizia, il fatto che un terribile incidente come questo non si sia verificato già in precedenza è stato solo un caso fortuito. Il titolare del diving indagato Andrea Montrone, «non è in possesso di nessun requisito professionale certificato che lo abiliti a tale mansione, ma solo di un brevetto di istruttore subacqueo che, in tutta evidenza, attesta competenze diverse da quelle necessarie per le operazioni di ricarica». Maurizio Agnaletti invece, «che materialmente eseguì la ricarica delle bombole la sera del 09/08/2014, collaborava con Montrone senza assunzione ed era privo di ogni qualifica professionale o esperienza lavorativa nel settore, si ritiene- specifica il perito – di evidenziare che molti elementi indicano una gestione delle operazioni di ricarica assolutamente incompatibile con la sicurezza e con l’ordinaria diligenza trattandosi di operazione altamente rischiosa per la vita umana».

                                Il monossido Delle 33 bombole sequestrate e analizzate ricaricate a ridosso del 10 agosto scorso, in 14 c’era un livello letale di monossido, in sette la quantità era altissima, quando quella prevista dalle norme europee è 5 ppm. Il dottore Fabio Giaimo, ucciso da 2400 ppm di monossido di carbonio, secondo l’analisi del computerino che aveva al polso, era sceso fino a 36 metri e al minuto 15 della risalita ha iniziato una fase parossistica con brusche variazioni di quota. Enrico Cioli, avvelenato da 2015 ppm, era arrivato a 34 metri, e stava risalendo regolarmente fino a quando al minuto 18 della risalita inizia una risalita velocissima e arriva da 23 metri alla superficie in meno di un minuto ( aveva perso conoscenza ed è risalito con la spinta idrostatica). Gianluca Trevani, ucciso da 1610 ppm, era con Cioli, e anche lui, intorno al minuto 18 di risalita accusa malori, che nei successivi due minuti lo uccideranno.

                                Immediato I due indagati sono stati convocati per venerdì prossimo in procura a Grosseto. Il pm titolare dell’indagine vuole interrogarli. E probabilmente, dopo aver ascoltato cosa hanno da dire, in procura si procederà verso la quasi scontata richiesta di giudizio immediato che potrebbe ancora tramutarsi in rito abbreviato, e sconto di pena per i due indagati, che hanno sempre spergiurato di aver fatto le operazioni in sicurezza.
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