Seconda parte, solo per masochisti
Ancora una volta dobbiamo puntare l'attenzione sulla CO2 e il ruolo che ha dentro di noi.
La CO2 la produciamo perché in tutte le nostre cellule viene preso il glucosio (il cibo) e l'O2 e tramite due piccoli organelli presenti in tutte le cellule (mitocondri) viene prodotta ATP (adenosinatrifosfato) che è l'energia chimica che usiamo per vivere e fare tutto, dal pensare al muoverci.
Questo processo (ciclo di Krebs) porta a degli scarti: calore, acqua, CO2.
Lo scarto anche se lo consideriamo un "rifiuto" ha un enorme importanza, dato che a trasportare l'O2 in tutto il nostro corpo provvedono i globuli rossi al cui interno troviamo l'emoglobina.
L'emoglobina non è pacifica e buona come siamo portati a credere ma al contrario non vuole cedere O2, per costringerla a cedere O2 bisogna che la cellula crei un "contesto" tale intorno a se per cui l'emoglobina una volta che fi finisce dentro è costretta a sganciare l'O2.
Questo "contesto" è chiamato effetto "Bor" e si compone dello scarto: il cambiamento di Ph da parte della CO2 rilasciata ed il calore prodotto costringe l'emoglobina a rilasciare O2.
Questo spiega il fatto che l'emoglobina non rilascia l'ossigeno in maniera casuale ma solo dove serve veramente e nelle corrette quantità.
Se una cellula è sotto sforzo rilascerà più CO2 e la temperatura sarà più elevata ergo l'effetto "Bor" è più forte e con esso il rilascio di O2, viceversa il contrario se la cellula è a riposo avrà un minor effetto "Bor" pertanto viene rilasciato meno O2.
Tutto chiaro ?
Come abbiamo visto la CO2 ha un enorme importanza dentro di noi.
E' grazie alla ritenzione di CO2 che i grandi scalatori possono arrivare in cima a vette come gli ottomila senza l'ausilio delle bombole di O2.
La CO2 ci permette di resistere meglio agli stati ipossici come l'alta quota.
Perché spingono l'emoglobina a rilasciare più ossigeno.
Questa caratteristica se è positiva per lo scalatore che deve affrontare un ambiente ipossico è letteralmente letale per chi si trova in ambiente iperossico.
Iperossia unitamente all'ipercapnia è un binomio per noi mortale.
In iperossiamo abbiamo un eccesso di O2 che entra nel sangue non veicolato dall'emoglobina ergo libero, che si scioglie come fa l'azoto.
Normalmente il 98% dell'ossigeno dentro di noi è nell'emoglobina, ma in ambiente iperossico la quantità di O2 libero dall'emoglobina sale e fa danno fino a causare la crisi iperossica.
Quando noi sforiamo i limiti dell'A.R.O. e ci esponiamo a elevate Pp di O2 stiamo camminando sul ciglio del baratro (la crisi iperossica), la quantità di O2 libero sale tantissimo e di fatto i tempi di esposizione da tabella (esiste una tabella dei tempi di esposizione alle varie pressioni iperossiche) si riducono drasticamente, qui entra in gioco la CO2.
Se bassa, se non facciamo sforzi, se ventiliamo correttamente, se il filtro funziona a dovere, se il soggetto è per sua natura un basso ritentore di CO2 (tanto che i militari vengono selezionati anche su questo parametro, se elevati rintentori di CO2 vengono scartati), se non fumatori (i fumatori sono forti ritentori di CO2), l'emoglobina rilascia il minimo dell'ossigeno e nella situazione critica di chi usa l'aro oltre i limiti fa la differenza ed il soggetto tendenzialmente evita la crisi iperossica, questo è per me il vero salvagente e non tanto il fatto che non fa il lavaggio del sacco.
Al contrario, se il soggetto è un grande ritentore di CO2 perché magari fuma, se il soggetto si trova a compiere uno sforzo imprevisto, se il filtro di calce sodata non lavora benissimo, se .. se.. se.. la CO2 sale, l'emoglobina rilascia maggiori quantità di O2 che va a sommarsi all'elevata quantità già in circolo e, ed ecco servita la crisi.
Crisi iperossica che non ha sintomi, o meglio i sintomi si dicono "podromici" ossia quando ci sono precedono di poco la crisi, senza contare che sono i medesimi dello stress per cui non possono essere presi per prevenire il problema.
La crisi pertanto va considerato un evento asintomatico sott'acqua ovviamente, con la muta ed avvolti dall'acqua con il boccaglio.
Con i rebreather inizialmente si settava una Pp d O2 in profondità intorno al 1,3 anche qualcosa di più, questo per contenere la decompressione, ma ..
Ma a forte profondità si è costantemente sotto stress ergo, produciamo molta CO2 e di conseguenza ci esponiamo al pericolo sopra descritto.
Molti pionieri del reb sono morti per il binomio iperossia-iercapnia.
Tanto che oggi la Pp di O2 in profondità è molto bassa anche al disotto di un bar.
In ultimo ricordo un convegno dove penso (non sono sicuro) il Dott. Faralli (ora in pensione ma ai tempi era il responsabile medico del reparto incursori della marina) ci ha detto parlando dei sintomi dell'iperossia che in un caso, proprio grazie all'A.R.O., e a molta fortuna, si è evitata una tragedia
I due incursori erano in ARO profondi, ad un certo punto uno si gira e guarda l'altro facendolo riemergere prima dell'imminente crisi.
Ad allarmarlo è stato un rivolo di bolle che usciva dalla bocca del suo compagno, uno dei sintomi è la "fascicolazione dei muscoli delle labbra" dato che con l'aro non si emettono bolle, il fatto di avere un piccolo tremore alle labbra ha fatto trafilare un filo di bollicine, il compagno per fortuna ha compreso e lo ha salvato in estremis.
Usando l'ARO, con estrema consapevolezza, in completo relax, in condizioni perfette, di luce e di temperatura, in soggetto fisicamente sani, probabilmente che sono dei bassi ritentori ci si può permettere di scendere anche oltre i limiti, penso che sia questa la strada per fare questo azzardo e non tanto il non fare il lavaggio del sacco polmone - che potrebbe anche aiutare questo non posso escluderlo ma sicuramente non è in grado di proteggerci dall'iperossia se mentre ci esponiamo ad un elevata pressione parziale andiamo in ipercapnia.
Cordialmente
Rana
Ancora una volta dobbiamo puntare l'attenzione sulla CO2 e il ruolo che ha dentro di noi.
La CO2 la produciamo perché in tutte le nostre cellule viene preso il glucosio (il cibo) e l'O2 e tramite due piccoli organelli presenti in tutte le cellule (mitocondri) viene prodotta ATP (adenosinatrifosfato) che è l'energia chimica che usiamo per vivere e fare tutto, dal pensare al muoverci.
Questo processo (ciclo di Krebs) porta a degli scarti: calore, acqua, CO2.
Lo scarto anche se lo consideriamo un "rifiuto" ha un enorme importanza, dato che a trasportare l'O2 in tutto il nostro corpo provvedono i globuli rossi al cui interno troviamo l'emoglobina.
L'emoglobina non è pacifica e buona come siamo portati a credere ma al contrario non vuole cedere O2, per costringerla a cedere O2 bisogna che la cellula crei un "contesto" tale intorno a se per cui l'emoglobina una volta che fi finisce dentro è costretta a sganciare l'O2.
Questo "contesto" è chiamato effetto "Bor" e si compone dello scarto: il cambiamento di Ph da parte della CO2 rilasciata ed il calore prodotto costringe l'emoglobina a rilasciare O2.
Questo spiega il fatto che l'emoglobina non rilascia l'ossigeno in maniera casuale ma solo dove serve veramente e nelle corrette quantità.
Se una cellula è sotto sforzo rilascerà più CO2 e la temperatura sarà più elevata ergo l'effetto "Bor" è più forte e con esso il rilascio di O2, viceversa il contrario se la cellula è a riposo avrà un minor effetto "Bor" pertanto viene rilasciato meno O2.
Tutto chiaro ?
Come abbiamo visto la CO2 ha un enorme importanza dentro di noi.
E' grazie alla ritenzione di CO2 che i grandi scalatori possono arrivare in cima a vette come gli ottomila senza l'ausilio delle bombole di O2.
La CO2 ci permette di resistere meglio agli stati ipossici come l'alta quota.
Perché spingono l'emoglobina a rilasciare più ossigeno.
Questa caratteristica se è positiva per lo scalatore che deve affrontare un ambiente ipossico è letteralmente letale per chi si trova in ambiente iperossico.
Iperossia unitamente all'ipercapnia è un binomio per noi mortale.
In iperossiamo abbiamo un eccesso di O2 che entra nel sangue non veicolato dall'emoglobina ergo libero, che si scioglie come fa l'azoto.
Normalmente il 98% dell'ossigeno dentro di noi è nell'emoglobina, ma in ambiente iperossico la quantità di O2 libero dall'emoglobina sale e fa danno fino a causare la crisi iperossica.
Quando noi sforiamo i limiti dell'A.R.O. e ci esponiamo a elevate Pp di O2 stiamo camminando sul ciglio del baratro (la crisi iperossica), la quantità di O2 libero sale tantissimo e di fatto i tempi di esposizione da tabella (esiste una tabella dei tempi di esposizione alle varie pressioni iperossiche) si riducono drasticamente, qui entra in gioco la CO2.
Se bassa, se non facciamo sforzi, se ventiliamo correttamente, se il filtro funziona a dovere, se il soggetto è per sua natura un basso ritentore di CO2 (tanto che i militari vengono selezionati anche su questo parametro, se elevati rintentori di CO2 vengono scartati), se non fumatori (i fumatori sono forti ritentori di CO2), l'emoglobina rilascia il minimo dell'ossigeno e nella situazione critica di chi usa l'aro oltre i limiti fa la differenza ed il soggetto tendenzialmente evita la crisi iperossica, questo è per me il vero salvagente e non tanto il fatto che non fa il lavaggio del sacco.
Al contrario, se il soggetto è un grande ritentore di CO2 perché magari fuma, se il soggetto si trova a compiere uno sforzo imprevisto, se il filtro di calce sodata non lavora benissimo, se .. se.. se.. la CO2 sale, l'emoglobina rilascia maggiori quantità di O2 che va a sommarsi all'elevata quantità già in circolo e, ed ecco servita la crisi.
Crisi iperossica che non ha sintomi, o meglio i sintomi si dicono "podromici" ossia quando ci sono precedono di poco la crisi, senza contare che sono i medesimi dello stress per cui non possono essere presi per prevenire il problema.
La crisi pertanto va considerato un evento asintomatico sott'acqua ovviamente, con la muta ed avvolti dall'acqua con il boccaglio.
Con i rebreather inizialmente si settava una Pp d O2 in profondità intorno al 1,3 anche qualcosa di più, questo per contenere la decompressione, ma ..
Ma a forte profondità si è costantemente sotto stress ergo, produciamo molta CO2 e di conseguenza ci esponiamo al pericolo sopra descritto.
Molti pionieri del reb sono morti per il binomio iperossia-iercapnia.
Tanto che oggi la Pp di O2 in profondità è molto bassa anche al disotto di un bar.
In ultimo ricordo un convegno dove penso (non sono sicuro) il Dott. Faralli (ora in pensione ma ai tempi era il responsabile medico del reparto incursori della marina) ci ha detto parlando dei sintomi dell'iperossia che in un caso, proprio grazie all'A.R.O., e a molta fortuna, si è evitata una tragedia
I due incursori erano in ARO profondi, ad un certo punto uno si gira e guarda l'altro facendolo riemergere prima dell'imminente crisi.
Ad allarmarlo è stato un rivolo di bolle che usciva dalla bocca del suo compagno, uno dei sintomi è la "fascicolazione dei muscoli delle labbra" dato che con l'aro non si emettono bolle, il fatto di avere un piccolo tremore alle labbra ha fatto trafilare un filo di bollicine, il compagno per fortuna ha compreso e lo ha salvato in estremis.
Usando l'ARO, con estrema consapevolezza, in completo relax, in condizioni perfette, di luce e di temperatura, in soggetto fisicamente sani, probabilmente che sono dei bassi ritentori ci si può permettere di scendere anche oltre i limiti, penso che sia questa la strada per fare questo azzardo e non tanto il non fare il lavaggio del sacco polmone - che potrebbe anche aiutare questo non posso escluderlo ma sicuramente non è in grado di proteggerci dall'iperossia se mentre ci esponiamo ad un elevata pressione parziale andiamo in ipercapnia.
Cordialmente
Rana
Commenta