Dubbio su CESA

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  • #16
    Con l'aria la risalita di emergenza ci puo' anche stare. In condizione di decompressioni importanti ci deve essere un motivo moltop serio per giustificare tale operazione.

    Paolo
    Paolo

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    • #17
      Originariamente inviato da Marc.one Visualizza il messaggio
      Ciao a tutti .....
      Ma dico io (faccina sorridente sto scherzando), posso farmi ingannare dal un acronimo ?
      Ammetto che CESA (che penso sia un acronimo che ignoro) non lo avevo ancora sentito ne letto per definire la risalita d'emergenza senza erogatore.
      Per cui ho snobbato il 3D ... per poi accorgermi che era interessante ....

      Va bene dai, ho imparato una cosa che non sapevo (una tra le tante cose che non so).
      Come disse il grande Socrate "so di non sapere"

      Provo a rispondere ai tuoi quesiti per mio diletto, per esercizio nel ripassare questi aspetti, per confrontarmi con tutti voi se in quanto vado a scrivere ravvedete degli errori.

      Partiamo da un concetto di fisiologia.

      Gli alveoli polmonari hanno un loro volume ben definito che non deve essere forzato perché gli alveoli si danneggiano facilmente.
      Danneggiare gli alveoli è un problema importante e nella maggior parte dei casi grave.

      Parto da questa premessa perché è vero che gli alveoli si espandono (si riempiono di aria) e si contraggono (riducono il loro volume) e questo per effetto di una loro naturale elasticità ma questa elasticità non ci protegge dalla sovra distensione polmonare perché quando la massa di gas nei polmoni raggiunge la capienza massima dei nostri polmoni se si espandesse (la massa di gas) ulteriormente causerebbe danni agli alveoli che non sono in grado di seguire l'espansione con la loro elasticità se va oltre il loro volume massimo.

      Ora parliamo di volumi polmonari.

      Capacità polmonare è il volume massimo che i polmoni hanno per contenere l'aria (è la somma del volume massimo di ogni alveolo che costituisce i polmoni.
      Mediamente siamo tra i 4 ed i 5 litri di media (poi c'è chi ha volumi polmonari maggiori anche oltre 6).

      Questo volume complessivo lo dividiamo in:

      Volume residuo 1,5 litri in media: i nostri alveoli non possono collassare a zero perché si dice "collabirebbero" (immaginate l'effetto di una goccia di acqua in mezzo a due vetri nel tenerli incollati) l'alveolo collassato non si riapre.
      La natura per evitare questo ha imposto un volume residuo, qualsiasi cosa facciamo per vuotare al massimo i polmoni non possiamo mai andare a zero volume rimane sempre circa 1,5 litri di volume residuo.

      Il resto del volume è la capacità vitale ossia il volume che possiamo gestire con l'inspiro e l'espiro.

      In media pochissimi sanno effettivamente sfruttare la capacità vitale nel suo massimo, in genere di tutta la capacità vitale ne usiamo una parte minore, questo per effetto anche di errori di respirazione che spesso si fanno più di quanto si crede.

      Ora abbiamo gli elementi per rispondere alle tue domande:

      Originariamente inviato da Marc.one Visualizza il messaggio
      L'assenza di aria si è verificata quando avevo finito di espirare; sebbene fossi vicino alla superficie durante la CESA ho fatto fatica ad espirare nell'ultimo tratto perchè di aria nei polmoni ne avevo pochissima. Domanda: se fossi partito da una profondità maggiore l'aria nei polmoni sarebbe terminata durante la risalita, mi sarei quindi trovato nella parte finale dell'ascesa in una situazione equivalente a quella che si presenta quando si trattiene il respiro. In questo caso di pressochè totale assenza di aria nei polmoni avrei comunque corso il rischio di sovradistensione?
      Nella formulazione della domanda fai emergere un concetto errato e forviante che non aiuta a capire.
      Per questo mi permetto di correggerlo.

      Tu scrivi letteralmente:
      "In questo caso di pressochè totale assenza di aria nei polmoni"

      Come abbiamo visto nella premessa iniziale i polmoni di noi esseri umani si sono evoluti in modo e maniera da non poter mai collassare a zero volume.
      Rimane sempre quello che viene chiamato volume residuo, circa 1,5 litri.
      Quindi non puoi mai e poi mai trovarti in una situazione di totale assenza di aria nei polmoni.

      Chiaro ? Spero di si se non fosse cosi ed hai ancora die dubbi a tal riguardo ti prego di scriverlo che ci ragioniamo sopra.

      Altra imprecisione o meglio non riesco a capire e quindi lo interpreto come una imprecisione il seguente tuo passaggio:
      "se fossi partito da una profondità maggiore l'aria nei polmoni sarebbe terminata durante la risalita, mi sarei quindi trovato nella parte finale dell'ascesa in una situazione equivalente a quella che si presenta quando si trattiene il respiro"

      Assolutamente no, non ti troveresti mai in una situazione analoga a chi trattiene il respiro.
      Trattenere il respiro è un conto, aver raggiunto il volume residuo con l'espirazione è un'altra situazione del tutto diversa.

      Trattenere il respiro vuol dire chiudere le vie aeree superiori per non far uscire l'aria contenuta nei polmoni.
      Trovarsi a polmoni "vuoti" (dove per vuoti intendo aver raggiunto il volume residuo oltre il quale la natura ci impedisce l'espiro) non vuol dire aver sigillato le vie aeree superiori.

      Ora applichiamo l'esatta formula della legge di Boyle a questo caso.

      Poniamo che abbiamo una capacità polmonare di 5 litri.
      Questo vuol dire che per rischiare i danni di una sovra distensione bisogna che il volume dell'aria superi i 5 litri complessivi, superi, è chiaro ?
      I 5 litri sono il volume massimo con cui gli alveoli possono seguire l'espansione dell'aria in risalita, oltre anche di poco si danneggiano.

      Sono a polmoni vuoti quindi ho all'interno un volume di gas pari a circa 1,5 litri (volume residuo).
      5 litri totali diviso 1,5 litri residui = otteniamo un rapporto di 3,33.
      In soldoni vuol dire che il volume residuo di aria deve espandersi per più di 3,3 volte il suo originario volume di partenza per rischiare una sovradistensione.
      Questo vuol dire che se io sono a -23,3 metri di profondità dove regna una pressione assoluta di 3,3 bar, e sono a polmoni vuoti ergo con un residuo di 1,5 litri di gas, se chiudessi le vie superiori (chiudo la bocca) e risalissi a bomba in superficie non andrei in sovra distensione perché in superficie il volume dell'aria non supera (al massimo è uguale) alla capacità polmonare (5 litri) ergo non ho sovra distensione.

      Se risalgo da -25 metri con una pressione di 3,5 Bar e trattengo l'aria arrivato in superficie avrei causato la sovra distensione, perché il volume dell'aria in superficie sarebbe di 5,25 litri ma la nostra capacità polmonare è di soli 5 litri.

      FACCIAMO UN DOVEROSO ALLERT (in maiuscolo ed in rosso non per urlare ma per sancire l'importanza)
      NON FATE RISALITE COME QUELLE DESCRITTE SULLA BASE DI QUESTI CALCOLI, CHE SONO SOLO ESEMPLIFICATIVI DEL CONCETTO - CONSIDERATEVI INFORMATI .

      La risposta alla tua domanda è SI, rischi comunque una sovra distensione se risalendo da una profondità importante, quando ti dovessi sentire a polmoni vuoti fai l'errore di chiudere le vie respiratorie pensando che non avendo più aria puoi permetterti di risalire senza espirare, perché comunque, anche quando sei a polmoni vuoti negli alveoli polmonari c'è un volume residuo di aria pari a circa 1,5 litri.

      In questa risposta ti focalizzo l'attenzione sul fatto che devi fare l'errore di chiudere le vie aere superiori (la bocca) quando ti senti a polmoni vuoti per andare i sovra distensione e mantenere la chiusura fino in superficie.
      Questa è la differenza tra una persona che trattiene ed una persona che è a polmoni vuoti.

      Nel momento in cui risali se arrivi a metà della risalita con i poloni vuoti continui comunque a tenere aperte le vie aeree superiori proprio per evitare che il volume residuo espandendosi non possa causare una sovra distensione.
      Tranquillo se ora sti pensando che cosi allagheresti i polmoni ti rispondo di no (a meno che non inspiri, ovviamente), non li allaghi perché stai risalendo e l'aria nei polmoni si espande per cui avrai sempre pressione maggiore in uscita rispetto all'acqua che vuole entrare per cui non allaghi nulla a meno che non espandi il volume polmonare andando ad inspirare.

      Chiudiamo questa lunga spiegazione con due parole sull'espiro durante la risalita di emergenza senza erogatore.
      Per evitare la sovra distensione basta solo mantenere le vie aeree aperte, non c'è la necessità di espellere tutta l'aria nei polmoni.

      Originariamente inviato da Marc.one Visualizza il messaggio
      Secondo dubbio: durante la CESA se risalgo in superficie a partire da 3/5 mt e supero la velocità di risalita consigliata ci sono conseguenze?
      No !
      Penso che per problemi con questa domanda intendi dal punto di vista decompressivo.
      La risposta è No, non hai problemi.

      blu dive ha detto (sto parafrasando, a lui correggere, non è mia intenzione fargli dire cose che non ha scritto) in teoria se arrivi ad una fortissima saturazione anche dei tessuti medio lenti che a -3/5 metri è anche ben oltre i 200 minuti potresti rischiare un pochino.
      Per me stiamo andando a dare "corpo alle ombre", non perché quanto ha scritto è sbagliato dal punto di vista teorico ma perché i tempi di permanenza richiesti per tutto ciò sono troppo elevati per considerarli probabilità reali.

      Ci sono fatti che in teoria si possono verificare ma sono cosi improbabili da considerarli non reali.

      Mescolando un mazzo di carte da scala quaranta, in teoria, potremmo finire per riordinare tutte le carte in sequenza, ma la probabilità che questo accada: 1 (questa certa configurazione in sequenza) rispetto alle migliaia di milioni di milioni di possibilità che si hanno di configurare le carte in modo disordinato è tale che questo evento è di fatto "impossibile" non perché in teoria non è possibile ma perché altamente improbabile a tal punto da considerarlo alla stregua di "impossibile".

      In un immersione di 40 minuti a -3/5 metri se si risale ad una velocità maggiore rispetto ai canonici 10 metri al minuto non succede nulla.
      Tieni presente che tanti anni fa - Blu Dive penso che se lo ricorda - la risalita era fissata addirittura a 18 metri al minuto.
      Tieni presente che il delta (la differenza di pressione) tra 1,3 o 1,5 e 1 è pari a 0,3 - 0,5 bar ossia piccolissima.
      Tieni presente che si considera andamento a Jo-Jo tutti i movimenti verticali in risalita che facciamo quando questi superano i 5 metri, entro 5 metri non sono considerati pericolosi.
      Oltremodo se parliamo di una prima immersione.
      Se stiamo un buone condizioni fisiche.

      Insomma penso di poterti dire di stare sereno perché per quanto lo mescoli questo mazzo di carte non ti troverai mai in sequenza una PDD

      Certo che se sei disidratato, se fai più di un immersione al giorno per più giorni, se fisicamente hai degli shunt, se, se, ...... prima o poi puoi anche vincerla la lotteria della sfiga ... ma questo sconfina nel concetto metafisico del "destino" se è nel tuo destino tranquillo che succede sempre se credi al destino.

      Cordialmente
      Rana

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      • #18
        Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
        brazzai Non sono d'accordo con quanto affermi. padroneggiare una risalita di emergenza puo' servire, si spera mai, a risolvere una situazione critica. In coppia o in solitario sarebbe un peccato trovarsi una sovradistensione polmonare solo per non avere rispettato banali regole di fisica.
        Ci sono anche quelli che pallonano da soli causa zavorre eccessive, sub con la stagna tipo omino michelin e piedi per aria, sub che a 50 metri schizzano via per un rubinetto aperto parzialmente, ed altre amenita' analoghe che io assimilo ad una risalita di emergenza..
        Ciao
        Paolo
        Ci sono altri modi per risolvere una situazione critica ma sopratutto ce il modo di non finirci, la cesa non è sicuramente la migliore soluzione ne la piu sicura, anzi. Tutti gli esempi che hai fatto sono dovuti ad una pessima formazione. Un subacqueo che non è capace di monitorare la propria scorta di gas e stare vicino al buddy/gruppo non dovrebbe stare sottacqua, stiamo parlando di capacità che anche un ragazzino di 12 anni può apprendere. Che poi queste non vengano insegnate è il problema
        principale, per questo le agenzie se ne lavano le mani insegnando la cesa.
        Ultima modifica di brazzai; 25-01-2024, 15:55.
        www.neutralbuoyancy.it

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        • #19
          Originariamente inviato da brazzai Visualizza il messaggio
          Ci sono altri modi per risolvere una situazione critica ma sopratutto ce il modo di non finirci, la cesa non è sicuramente la migliore soluzione ne la piu sicura, anzi. Tutti gli esempi che hai fatto sono dovuti ad una pessima formazione. Un subacqueo che non è capace di monitorare la propria scorta di gas e stare vicino al buddy/gruppo non dovrebbe stare sottacqua, stiamo parlando di capacità che anche un ragazzino di 12 anni può apprendere. Che poi queste non vengano insegnate è il problema
          principale, per questo le agenzie se ne lavano le mani insegnando la cesa.
          Mi permetto di entrare in questa discussione in base alla mia esperienza.
          Io ho fatto il corso istruttori nel 1998.
          Ha me è stato chiesto di effettuare una risalita di emergenza in espirazione per 10 metri.
          Questo esercizio era tra quelli necessari per conseguire il brevetto da istruttore.
          In seguito questo esercizio è stato tolto, considerato troppo rischioso e sostituito con un più tranquillo giro senza maschera e senza variare la quota.

          Condivido il tuo concetto quando dici che: una formazione corretta deve dare e trasmettere tutti quegli elementi di teoria, pratica, capacità, tecnica volti a non trovarsi mai nelle condizioni dove l'unica soluzione rimane la risalita d'emergenza in espirazione - quella che ho scoperto ora chiamarsi CESA (a chiunque sa cosa vuol dire l'acronimo C.E.S.A e me lo scrive mi fa un favore).

          La CESA è un terno al lotto al di la del pericolo legato alla sovradistensione, perché quando ci dovessimo trovare a metterla in atto siamo sotto pesante stress, ecc, ecc.

          Per me è alla stregua del NARGHILE', condividere in due un solo erogatore, apparentemente è facile ma nella pratica è molto difficile a tal punto da fare in modo e maniera da non trovarsi mai nelle condizioni di dover condividere un solo erogatore.

          Con questa premessa la risalita di emergenza in espirazione per me va insegnata, ovviamente per gradi, diciamo nella pratica accennata, nel senso di farli provare con l'erogatore in bocca a simulare una risalita in espirazione.
          Con l'erogatore in bocca si ha la certezza che il soggetto non va in sovra distensione perché respira.

          Perché è importante parlarne ed insegnarla anche solo accennandola come ho descritto ?

          Perché il subacqueo deve essere consapevole del problema legato alla "sovra distensione", perché per quanto siamo bravi ad insegnare la corretta programmazione, per quanto siamo bravi a dare le corrette attrezzature, la corretta informazione, le nozioni teoriche e le capacità ecc, ecc, tutto quello che necessita per evitare la CESA, non possiamo dare per scontato che il subacqueo non si trovi nelle condizioni di effettuarla, per mille motivi, fosse anche perché sbaglia e disattende qualcosa che noi gli avevamo insegnato.

          Sbagliare è umano, la sovra distensione è un brutto incidente, ergo ha comunque importanza rendere consapevole il subacqueo fin dal primo corso che se per qualsiasi cosa si trovasse a risalire senza erogatore deve espirare quel tanto da mettere in sicurezza i polmoni dall'espansione dell'aria.

          Un subacqueo che forte del corso fatto, degli insegnamenti appresi, della sua tecnica, ecc, ecc, da per scontato che grazie a tutto questo lui non si troverà mai ad effettuare una risalita in espirazione e per tanto non da importanza alla CESA, dimenticandola come un retaggio di poco conto è per me un subacqueo che corre forti rischi.

          Come considero un subacqueo mal formato un subacqueo che pensa di ricorrere alla CESA per risolvere un problema, classificandolo come un pericolo, altrettanto considero i subacquei che forti dei loro insegnamenti pensano che la CESA non sia importante nel loro bagaglio di conoscenze.

          Un subacqueo ben formato deve comunque sapere e saper attuare una risalita di emergenza senza erogatore in espirazione, non perché questa sia di fatto una procedura di sicurezza, come abbiamo visto se arriviamo ad avere la necessità di questa manovra è stato fatto più di u errore a monte.
          Ma dato che si sbaglia, dato che gli errori si fanno non do per scontato che questo non possa avvenire e per tanto, visto la gravità delle conseguenze di una sovra distensione (senza arrivare a parlare di E.G.A.), è importante conoscere e saper fare la CESA.

          In ultimo la sovra distensione è considerato l'incidente del neofita proprio per il fatto che il neofita non ha interiorizzato il fatto di espirare in automatico nel momento in cui si trova a risalire senza erogatore.

          Cordialmente
          Rana

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          • #20
            Caro brazzai, concordo con il tuo giudizio lapidario nei confronti di chi si mette in tali situazioni. Infatti pratico la attivita' subacquea da indipendente evitando accuratamente di farmi ricoinvolgrre in tali situazioni.
            Come dice mia moglie, sono tutti istruttori ...
            Praticando immersioni ad aria con lunghe decompressioni a profondita' superiori alle abilitazioni delle didattiche preferisco immergermi da solo piuttosto che rischiare di rivedere il film.
            Cordialmente
            Paolo
            Paolo

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            • #21
              Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

              ... omissis ...

              - quella che ho scoperto ora chiamarsi CESA (a chiunque sa cosa vuol dire l'acronimo C.E.S.A e me lo scrive mi fa un favore).

              ... omissis ...

              Controlled Emergency Swimming Ascent (CESA)

              Risalita di emergenza controllata a nuoto

              Se avessi molto più tempo potrei fare molte più cose.
              L'ottimista pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.

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              • #22
                Originariamente inviato da Alastar Visualizza il messaggio

                Controlled Emergency Swimming Ascent (CESA)

                Risalita di emergenza controllata a nuoto



                Grazie veramente.

                Come sempre sei la risposta giusta al momento giusto.


                Rana

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                • #23
                  Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                  Mi permetto di entrare in questa discussione in base alla mia esperienza.
                  Io ho fatto il corso istruttori nel 1998.
                  Ha me è stato chiesto di effettuare una risalita di emergenza in espirazione per 10 metri.
                  Questo esercizio era tra quelli necessari per conseguire il brevetto da istruttore.
                  In seguito questo esercizio è stato tolto, considerato troppo rischioso e sostituito con un più tranquillo giro senza maschera e senza variare la quota.

                  Condivido il tuo concetto quando dici che: una formazione corretta deve dare e trasmettere tutti quegli elementi di teoria, pratica, capacità, tecnica volti a non trovarsi mai nelle condizioni dove l'unica soluzione rimane la risalita d'emergenza in espirazione - quella che ho scoperto ora chiamarsi CESA (a chiunque sa cosa vuol dire l'acronimo C.E.S.A e me lo scrive mi fa un favore).

                  La CESA è un terno al lotto al di la del pericolo legato alla sovradistensione, perché quando ci dovessimo trovare a metterla in atto siamo sotto pesante stress, ecc, ecc.

                  Per me è alla stregua del NARGHILE', condividere in due un solo erogatore, apparentemente è facile ma nella pratica è molto difficile a tal punto da fare in modo e maniera da non trovarsi mai nelle condizioni di dover condividere un solo erogatore.

                  Con questa premessa la risalita di emergenza in espirazione per me va insegnata, ovviamente per gradi, diciamo nella pratica accennata, nel senso di farli provare con l'erogatore in bocca a simulare una risalita in espirazione.
                  Con l'erogatore in bocca si ha la certezza che il soggetto non va in sovra distensione perché respira.

                  Perché è importante parlarne ed insegnarla anche solo accennandola come ho descritto ?

                  Perché il subacqueo deve essere consapevole del problema legato alla "sovra distensione", perché per quanto siamo bravi ad insegnare la corretta programmazione, per quanto siamo bravi a dare le corrette attrezzature, la corretta informazione, le nozioni teoriche e le capacità ecc, ecc, tutto quello che necessita per evitare la CESA, non possiamo dare per scontato che il subacqueo non si trovi nelle condizioni di effettuarla, per mille motivi, fosse anche perché sbaglia e disattende qualcosa che noi gli avevamo insegnato.

                  Sbagliare è umano, la sovra distensione è un brutto incidente, ergo ha comunque importanza rendere consapevole il subacqueo fin dal primo corso che se per qualsiasi cosa si trovasse a risalire senza erogatore deve espirare quel tanto da mettere in sicurezza i polmoni dall'espansione dell'aria.

                  Un subacqueo che forte del corso fatto, degli insegnamenti appresi, della sua tecnica, ecc, ecc, da per scontato che grazie a tutto questo lui non si troverà mai ad effettuare una risalita in espirazione e per tanto non da importanza alla CESA, dimenticandola come un retaggio di poco conto è per me un subacqueo che corre forti rischi.

                  Come considero un subacqueo mal formato un subacqueo che pensa di ricorrere alla CESA per risolvere un problema, classificandolo come un pericolo, altrettanto considero i subacquei che forti dei loro insegnamenti pensano che la CESA non sia importante nel loro bagaglio di conoscenze.

                  Un subacqueo ben formato deve comunque sapere e saper attuare una risalita di emergenza senza erogatore in espirazione, non perché questa sia di fatto una procedura di sicurezza, come abbiamo visto se arriviamo ad avere la necessità di questa manovra è stato fatto più di u errore a monte.
                  Ma dato che si sbaglia, dato che gli errori si fanno non do per scontato che questo non possa avvenire e per tanto, visto la gravità delle conseguenze di una sovra distensione (senza arrivare a parlare di E.G.A.), è importante conoscere e saper fare la CESA.

                  In ultimo la sovra distensione è considerato l'incidente del neofita proprio per il fatto che il neofita non ha interiorizzato il fatto di espirare in automatico nel momento in cui si trova a risalire senza erogatore.

                  Cordialmente
                  Rana
                  Ovviamente io sto estremizzando, pero le didattiche mettono molta enfasi sulla CESA (Controlled Emergency Swimming Ascent) mentre non si soffermano sulla pianificazione o sull’importanza del sistema di coppia. Nei manuali viene spiegato che la cesa è la soluzione se ci si trova lontani dai compagni e senza aria anziche spiegare che una situazione del genere non dovrebbe mai accadere. La maggior parte dei subacquei non è capace di gestire la propria scorta di gas e conta sul dive master/baby sitter di turno, tanto meno è capace di stare vicino al gruppo senza continui richiami, perche non gli è stato insegnato. Oltre a questo alcune didatttiche continuano ad insegnare il rilascio dei pesi per una risalita d’emergenza anziche insegnare la corretta pesata, una pratica che a mio parere è pericolosa e senza senso. I subacquei non sono stupidi, sono capaci di controllare la scorta di gas e stare vicino ad un gruppo se gli viene insegnato.
                  www.neutralbuoyancy.it

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                  • #24
                    Originariamente inviato da brazzai Visualizza il messaggio
                    Ovviamente io sto estremizzando, pero le didattiche mettono molta enfasi sulla CESA (Controlled Emergency Swimming Ascent) mentre non si soffermano sulla pianificazione o sull’importanza del sistema di coppia. Nei manuali viene spiegato che la cesa è la soluzione se ci si trova lontani dai compagni e senza aria anziche spiegare che una situazione del genere non dovrebbe mai accadere. La maggior parte dei subacquei non è capace di gestire la propria scorta di gas e conta sul dive master/baby sitter di turno, tanto meno è capace di stare vicino al gruppo senza continui richiami, perche non gli è stato insegnato. Oltre a questo alcune didatttiche continuano ad insegnare il rilascio dei pesi per una risalita d’emergenza anziche insegnare la corretta pesata, una pratica che a mio parere è pericolosa e senza senso. I subacquei non sono stupidi, sono capaci di controllare la scorta di gas e stare vicino ad un gruppo se gli viene insegnato.

                    Per prima cosa, grazie per questa risposta cordiale e molto circostanziata che condivido nei toni ed anche nei contenuti.

                    L'unico limite che metto al tuo discorso ma che anche tu mi sembra premetti è quello di non eccedere nel generalizzare.

                    Io, te e molti dei frequentatori abituali del forum sanno pesare le parole che leggono ma altri no e c'è il rischio di veicolare il messaggio che tutte le didattiche sbagliano ed insegnano cose sbagliate e pericolose a prescindere da ogni altra considerazione.
                    Questo non lo trovo giusto.

                    Secondo me, ma qui ammetto che potrei sbagliarmi e di tanto perché faccio queste considerazioni sulla base di mie percezioni senza avere dati certi, per cui prendete tutto con le pinze.

                    Secondo me dopo la grande abbuffata degli anni passati dove c'è stata la corsa al brevetto istruttore, dove siamo arrivati, sto provocando ovviamente esagerando, ad avere quasi più istruttori che subacquei dove i centri immersione richiedevano personale a nastro al di la della preparazione, dove si è fatta la corsa ai sistemi a rapido apprendimento semplificati, ecc, ecc.
                    Dove effettivamente quanto tu sostieni ha raggiunto livelli che oserei definire preoccupanti.

                    Oggi, dopo tutti i cambiamenti ecc, ecc, con la crisi della subacquea, perché il settore è in crisi almeno da 10 anni secondo me, le cose stanno cambiando.
                    Le didattiche hanno tirato i remi in barca e stretto i ranghi, il numero di istruttori si è ridotto la dove non c'è più "trippa per gatti" e dal punto di vista qualitativo, passata la febbre dell'oro, le cose sono migliorate.

                    Oggi io ritengo che ci sia attenzione anche da parte delle didattiche a questi aspetti.

                    Le eccezioni ci sono sempre, ci sono gli scappati di casa che diciamo sono "creativi" ma non nel senso positivo del termine, ma queste realtà sono eccezioni, i più quelli che in questi tempi riescono a tirare avanti sono professionisti seri che sanno insegnare correttamente e questo secondo me dobbiamo dirlo.

                    Cordialmente
                    Rana

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                    • #25
                      Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio


                      Per prima cosa, grazie per questa risposta cordiale e molto circostanziata che condivido nei toni ed anche nei contenuti.

                      L'unico limite che metto al tuo discorso ma che anche tu mi sembra premetti è quello di non eccedere nel generalizzare.

                      Io, te e molti dei frequentatori abituali del forum sanno pesare le parole che leggono ma altri no e c'è il rischio di veicolare il messaggio che tutte le didattiche sbagliano ed insegnano cose sbagliate e pericolose a prescindere da ogni altra considerazione.
                      Questo non lo trovo giusto.

                      Secondo me, ma qui ammetto che potrei sbagliarmi e di tanto perché faccio queste considerazioni sulla base di mie percezioni senza avere dati certi, per cui prendete tutto con le pinze.

                      Secondo me dopo la grande abbuffata degli anni passati dove c'è stata la corsa al brevetto istruttore, dove siamo arrivati, sto provocando ovviamente esagerando, ad avere quasi più istruttori che subacquei dove i centri immersione richiedevano personale a nastro al di la della preparazione, dove si è fatta la corsa ai sistemi a rapido apprendimento semplificati, ecc, ecc.
                      Dove effettivamente quanto tu sostieni ha raggiunto livelli che oserei definire preoccupanti.

                      Oggi, dopo tutti i cambiamenti ecc, ecc, con la crisi della subacquea, perché il settore è in crisi almeno da 10 anni secondo me, le cose stanno cambiando.
                      Le didattiche hanno tirato i remi in barca e stretto i ranghi, il numero di istruttori si è ridotto la dove non c'è più "trippa per gatti" e dal punto di vista qualitativo, passata la febbre dell'oro, le cose sono migliorate.

                      Oggi io ritengo che ci sia attenzione anche da parte delle didattiche a questi aspetti.

                      Le eccezioni ci sono sempre, ci sono gli scappati di casa che diciamo sono "creativi" ma non nel senso positivo del termine, ma queste realtà sono eccezioni, i più quelli che in questi tempi riescono a tirare avanti sono professionisti seri che sanno insegnare correttamente e questo secondo me dobbiamo dirlo.

                      Cordialmente
                      Rana
                      A parte il mio estremizzare io penso che le didattiche abbiano paura di fare dei cambiamenti e prendere posizione per la paura di perdere potenziali clienti. Rendere i corsi semplici non da la possibilita solo di vendere piu corsi open/adv etc ma anche di farli poter insegnare a chiunque e di conseguenza fare ancora piu soldi dai nuovi brevetti istruttori. Anche perche nelle altre realtà al di fuori della subacquea se posso scegliere tra un corso piu lungo e completo e uno corto e concentrato probabilmente preferirò il primo. Mi piacerebbe pensarla come te ma ci sono tanti posti nel mondo che sono fabbriche di istruttori, il livello in italia è forse un poco piu alto fortunatamente ma all’estero la situazione è ben differente. Una delle cose che sento dire piu spesso è che l’importante è l’istruttore e non la didattica. In realtà è la didattica che dovrebbe garantire la preparazione dei propri istruttori, da principiante non ho le conoscenze per determinare la preparazione di un istruttore, quello dovrebbe essere compito della didattica. Sto ovviamente solo esprimendo il mio punto si vista che non deve essere per forza in contrasto con il tuo o quello di Paolo o altri utenti
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                      • #26
                        Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                        Provo a rispondere ai tuoi quesiti per mio diletto, per esercizio nel ripassare questi aspetti, per confrontarmi con tutti voi se in quanto vado a scrivere ravvedete degli errori.
                        Caro Rana,
                        le tue risposte sono talmente chiare, articolate ed esaustive che non so come ringraziarti.
                        Hai compreso esattamente le mie domande, sebbene le stesse non fossero esposte nel modo migliore. A questo proposito mi scuso con te e con tutti quelli che le hanno lette per lo sforzo interpretativo che è stato necessario per comprenderle.

                        Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                        Nel momento in cui risali se arrivi a metà della risalita con i poloni vuoti continui comunque a tenere aperte le vie aeree superiori proprio per evitare che il volume residuo espandendosi non possa causare una sovra distensione.
                        ....
                        Chiudiamo questa lunga spiegazione con due parole sull'espiro durante la risalita di emergenza senza erogatore.
                        Per evitare la sovra distensione basta solo mantenere le vie aeree aperte, non c'è la necessità di espellere tutta l'aria nei polmoni.
                        Quanto suggerisci in questo passaggio e quanto hai scritto in precedenza mi fa sorgere il dubbio che la CESA nella didattica attuale non venga insegnata nel modo migliore.

                        La manovra l'ho sempre eseguita in orizzontale, ossia a risosso del fondo del mare o del fondo della piscina e mai in verticale (questo immagino per ragioni di sicurezza).

                        Durante la manovra mi è sempre stato chiesto di mantenere l'erogatore in bocca e questo per facilitare il mantenimento delle vie aeree aperte.

                        L'esercizio è sempre iniziato a seguito di un'inspirazione, ossia a polmoni pieni d'aria.

                        Il quantitativo d'aria a disposizione in questa situazione è talmente elevato che durante l'esercizio non c'è mai il rischio (o la sensazione) di averla espulsa tutta.

                        L'esercizio congegnato in questo modo però non riproduce la situazione più sfavorevole, ossia quella in cui la CESA iniza a seguito di un'espirazione.

                        Mantenere l'erogatore in bocca durante la risalita facilita il mantenimento dell'apertura delle vie aeree però ha lo svantaggio che in questo modo non si riesce a dosare bene il quantitativo d'aria da espellere.

                        O almeno io non ci sono riuscito, dato che iniziando la CESA da soli tre metri di profondità, sono arrivato in superficie che il suono continuo ahhh quasi non riuscivo più ad emetterlo.

                        Nell'esercizio come insegnato nel corso PADI l'aria è più che sufficiente per percorrere 20 metri continuando ad emettere il suono fino al raggiungimento del ventesimo metro, se si inizia a polmoni semivuoti e non si gestisce al meglio l'aria a disposizione penso che non si possa escludere che arrivati ad un certo punto della risalità non si riesca più ad emettere quel suono con conseguente rischio di impanicamento.

                        Forse l'eserscizio andrebbe rivisto facendolo eseguire all'allievo anche a polmoni semi vuoti, ed insegnando a mantenere le vie aeree aperte anche quando sia ha la sensazione di aver finito l’aria nei polmoni, giusto per riprodurre la situazione di massima sfiga.

                        Ultima modifica di Marc.one; 25-01-2024, 23:41.

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                        • #27
                          Originariamente inviato da Marc.one Visualizza il messaggio

                          Caro Rana,
                          le tue risposte sono talmente chiare, articolate ed esaustive che non so come ringraziarti.
                          Hai compreso esattamente le mie domande, sebbene le stesse non fossero esposte nel modo migliore. A questo proposito mi scuso con te e con tutti quelli che le hanno lette per lo sforzo interpretativo che è stato necessario per comprenderle.



                          Quanto suggerisci in questo passaggio e quanto hai scritto in precedenza mi fa sorgere il dubbio che la CESA nella didattica attuale non venga insegnata nel modo migliore.

                          La manovra l'ho sempre eseguita in orizzontale, ossia a risosso del fondo del mare o del fondo della piscina e mai in verticale (questo immagino per ragioni di sicurezza).

                          Durante la manovra mi è sempre stato chiesto di mantenere l'erogatore in bocca e questo per facilitare il mantenimento delle vie aeree aperte.

                          L'esercizio è sempre iniziato a seguito di un'inspirazione, ossia a polmoni pieni d'aria.

                          Il quantitativo d'aria a disposizione in questa situazione è talmente elevato che durante l'esercizio non c'è mai il rischio (o la sensazione) di averla espulsa tutta.

                          L'esercizio congegnato in questo modo però non riproduce la situazione più sfavorevole, ossia quella in cui la CESA iniza a seguito di un'espirazione.

                          Mantenere l'erogatore in bocca durante la risalita facilita il mantenimento dell'apertura delle vie aeree però ha lo svantaggio che in questo modo non si riesce a dosare bene il quantitativo d'aria da espellere.

                          O almeno io non ci sono riuscito, dato che iniziando la CESA da soli tre metri di profondità, sono arrivato in superficie che il suono continuo ahhh quasi non riuscivo più ad emetterlo.

                          Nell'esercizio come insegnato nel corso PADI l'aria è più che sufficiente per percorrere 20 metri continuando ad emettere il suono fino al raggiungimento del ventesimo metro, se si inizia a polmoni semivuoti e non si gestisce al meglio l'aria a disposizione penso che non si possa escludere che arrivati ad un certo punto della risalità non si riesca più ad emettere quel suono con conseguente rischio di impanicamento.

                          Forse l'eserscizio adrebbe rivisto facendolo eseguire all'allievo anche a polmoni semi vuoti, ed insegnando a mantenere le vie aeree aperte anche quando sia ha la sensazione di aver finito l’aria nei polmoni, giusto per riprodurre la situazione di massima sfiga.
                          Tutto quello che dici è verissimo, è un esercizio davvero difficile da poter eseguire in sicurezza, specialmente in una situazione reale, con poca aria nei polmoni e in panico, per di piu con la poca esperienza di un principiante. Io penso che una piccolissima percentuale di principianti in una situazione reale possa praticare una risalita di emergenza senza incidenti. Per questo dovrebbe essere spiegato che non si dovrebbe mai arrivare a doverla eseguire e focalizzarsi invece sul dare le basi per non ritrovarsi nella situazione di dover raggiungere la superficie come unica scelta.
                          Ultima modifica di brazzai; 25-01-2024, 22:39.
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                          • #28
                            Metto in allegato lo stralcio del manuale OWD della PADI edizione 2013 relativo alle procedure da eseguire quando si resta “con poca aria o aria esaurita sott’acqua" e per comodità di lettura riproduco di seguito i principali passaggi.

                            Opzione 1: fai una normale risaita.
                            Falla se ti resta pochissima aria ma la tua bombola non è completamente vuota ... (omissis)...

                            Opzione 2: risali usando una fonte d’aria alternativa
                            Considera questa la tua scelta migliore in ogni caso quando hai una fonte d’aria alternativa ... (omissis)...

                            Opzione 3: fai una risalita d’emergenza controllata pinneggiando (Controlled Emergency Swimming Ascent, o CESA)
                            Questa è la scelta migliore se sei completamente senz’aria, ad una profondità non superiore a circa 6-9 metri, la superfice risulta per te più vicina rispetto al tuo compagno o un altro subacqueo e non disponi di una fonte d’aria alternativa.
                            Devi semplicemente guardare verso l’alto e nuotare verso la superfice facendo un suono continuo di ahhhh nel tuo erogatore. Il suono ahhhh assicura che tu stia espirando il gas in espansione, cosa necessaria per evitare lesioni da sovradistensione polmonare.
                            Lascia in posizione tutta la tua attrezzatura e tieni in bocca l’erogatore. Non sganciare la tua zavorra per iniziare la risalita.
                            Risali ad una velocità sicura. La risalita risulta sempre più facile man mano che sali, perchè l’aria in espansione nel tua BCD aumenta il tuo assetto. Scarica l’aria in modo da poter mantenere una velocità corretta.

                            Opzione 4: fai una risalita d’emergenza in assetto positivo.
                            Scegli questa opzione quando sei troppo lontano dal tuo compagno (o compagni) o da un altro subacqueo, non diponi di una fonte d’aria alternativa e sei talmente in profondità da dubitare di poter raggiungere la superficie in altro modo ... (omissis)...



                            P.S. Sono ormai prossimo ai 60 anni quindi non più giovane, conosco il termine CESA solo perchè ho iniziato tardi con la subacquea
                            20240125_205039.jpg
                            Ultima modifica di Marc.one; 25-01-2024, 23:08.

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                            • #29
                              Ma come mai non ci si pone il problema di quanta aria puo' dare una bombola che sembra finita da quando si sente che l'erogatore inizia ad indurirsi o quando il manometro analogico sembra vicino allo zero?
                              una volta ne parlavano e per immersioni in curva veniva chiaramente fatto notare che se non ci si trova in condizioni di emergenza non e' il caso di pensare ad una risalita di emergenza ma solo ad una risalita senza perdere tempo.
                              Ciao
                              Paolo

                              Paolo

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                              • #30
                                Originariamente inviato da Marc.one Visualizza il messaggio

                                Forse l'eserscizio andrebbe rivisto facendolo eseguire all'allievo anche a polmoni semi vuoti, ed insegnando a mantenere le vie aeree aperte anche quando sia ha la sensazione di aver finito l’aria nei polmoni, giusto per riprodurre la situazione di massima sfiga.
                                senza entrare, per ora, in merito alla validità o meno dell'esercizio, credo che per capirne il senso vada contestualizzato.

                                La CESA si fa, in caso di esaurimento (o quasi) di gas, in assetto positivo (cioè lasciata la cintura dei piombi se si ha) e pinneggiando verso la superficie. E fin qui ci siamo.

                                Si fa (non è un'opzione) con l'erogatore in bocca e guardando in alto.
                                I motivi sono 2: entrambe le cose permettono di mantenere le vie aeree aperte.
                                L'avere l'erogatore in bocca permette, in caso si siano prese male le misure, di non bere acqua in caso di uno spasmo e, nel migliore dei casi, anche farsi un'altra boccata d'aria per arrivare alla superficie.

                                Si emette il fantomatico suono "AAAAAAAAAA" durante la risalita.
                                Questo è il punto fondamentale.
                                Durante il corso, questa cosa, serve più all'istruttore che all'esercizio in se. Permette infatti, di essere sicuri (da parte istruttore) che le vie aeree siano aperte per tutta la risalita.
                                Per quanto efficace, questo sistema ha un problema: la quantità d'aria che serve per emettere il suono impedisce risalite da profondità superiori agli 8/9 metri partendo con i polmoni pieni.

                                Sarebbe bene imparare a tenere le vie aeree aperte senza dover forzare l'uscita dell'aria, la soluzione migliore sarebbe tenere la testa in dietro fino al punto in cui chiudere la bocca richiede uno sforzo muscolare.
                                Un sub esperto, che non va in panico, può risalire da ben oltre i 20 metri senza danni da sovra distensione (il resto dipenderà dal contesto).

                                Dove sta l'inghippo?
                                Nel fatto che è una di quelle cose che non si possono insegnare se non in teoria.
                                Come può un istruttore far fare un esercizio del genere (con i rischi che comporta) senza la certezza che le vie aeree siano ben aperte?
                                Un milione di ere fa, si faceva un esercizio simile, in cui si risaliva da 30 metri senza gas e (in)seguendo le bolle più piccole.

                                Si è quindi optato per il rischio minore con la CESA e relativo urlo.
                                Anche questo esercizio, che per definizione necessiterebbe di pratica e ripetizione, viene fatto fare 1 massimo 2 volte in verticale.
                                Questo perché, comunque, ha un "rischio potenziale" che, qualsiasi istruttore con 2 grammi d'esperienza, corre il meno possibile.




                                www.bludivecenter.com

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