A grande richiesta 

pubblico questo, forse, prolisso racconto dell'immersione fatta sabato. buona lettura
Ciao a tutti, sabato scorso è stata una giornata emozionante. Il tempo ci ha concesso un tuffo in aria profonda al largo di Cala Gonone (Sardegna), nella cigliata di grotta Cartoe. Per chi non conoscesse il punto è la vecchia linea di costa, di quando il Mediterraneo era oltre 100 metri più basso. La parete in alcuni punti è verticale, sprofondando da 50 mt a 140 circa. A 104 è stata esplorata una grotta con una apertura enorme, con presenti concrezioni, a conferma che il sistema tantissimo tempo fa era aereo. Noi ci siamo limitati ad esplorare la cigliata sino a delle gorgonie a 63 mt cresciute su un piccolo gradone, oltre si vedevano altre gorgonie e un successivo terrazzo che da 75/80 conduce giù dritto sino al fondo con lapertura della grotta. Essendo un tuffo per noi abbastanza impegnativo dovevamo essere sicuri che il meteo non ci avrebbe fatto scherzi, per tutta la settimana ho visto e rivisto le previsioni, e contattato Cala Gonone per avere notizie di prima mano. Al giovedì cera onda e vento, si prevedeva che girasse maestrale, però non si capiva con che intensità, ed essendo un miglio circa fuori costa non era il massimo ritrovarci con onda più che formata e probabile corrente. Il piano B era un tuffo cave in uno dei sistemi carsici di Gonone, Bue marino/Risorgenza di Cala Luna le prime scelte, quindi non proprio un calcio nei denti. Lincertezza si è protratta sino al venerdì sera, allora decidiamo di comune accordo di trovarci al diving alle 8:30 con tutta lattrezzatura, avremmo deciso last minute.
Arrivati a Gonone il vento sotto costa era assente si vedeva in lontananza sul mare qualche refolo, decidiamo per le Gorgonie. Il nostro entusiasmo è salito alle stelle, abbiamo ricaricato i bibo, controllato le stage, fatto un bel breafing, il tempo di infilare le stagne e stavamo già mollando gli ormeggi. Con il GPS ci siamo portati sul punto esatto, filata lancora in tempo zero. Ci siamo vestiti velocemente, le nubi si stavano addensando sempre più, il vento al largo era leggermente più forte dello sperato, ma niente di chè, e le onde ancora non facevano spuma. Entriamo in acqua, controlli veloci e iniziamo la discesa, non troppo veloce per quanto mi riguarda, il sottomuta nuovo ancora non lo mastico al 100%, sono abituato a stare leggero ora mi sento un po omino michelin, niente di assurdo ma non sono veloce come vorrei. Durante la discesa il fondo blu non accennava a cambiare colore, il gommone era proprio sullabisso e la pancia fatta dalla cima dellancora ha accentuato questa sensazione, sui 35 ecco che cambia colore, una linea netta che divide un bianco lunare, la sabbia del pianoro a 50 mt con la parete e giù labisso. Arrivati allancora, Fabio, il padrone di casa, da una controllata che abbia preso perfettamente. Ci guardiamo OK OK, lancio perfetto, gommone in sicurezza. Pinneggiamo qualche metro oltre il bordo, siamo sui 55 mt, siamo tranquilli e rilassati, ho consumato un po troppo in discesa, dovrò controllare più spesso la scorta daria, iniziamo a dirigerci verso le gorgonie. Fabio conosce il posto come il corridoio di casa sua e in tempo zero siamo sulle gorgonie, avevamo detto massimo 55 mt, ma non potevamo perderci lo spettacolo dei rami più grandi, e soprattutto non potevamo deludere Fabio che sa che siamo un po indisciplinati, sguardo dintesa con Cristian e scendiamo al gradino successivo, non guardo Fabio ma immagino la sua faccia, bonariamente contrariata, ci asseconda qualche minuto, poi senza bisogno che ci richiami allordine ci alziamo ultimo sguardo alle gorgonie, siamo di nuovo sui 55 circa, ripercorriamo la strada dellandata, arriviamo allancora la superiamo vogliamo esplorare più possibile di questa parete, anche se già siamo sicuri che sarà solo la prima di molte visite. Sul pianoro incontriamo unancora ammiragliato depositata qualche anno fa in ricordo di un ragazzo morto durante lo stesso nostro tuffo anni prima, non lo abbiamo conosciuto, ma conosciamo la storia di cosa è successo, per un attimo ci si stringe il cuore e nella mente mandiamo un omaggio al un nostro Buddy.
Rientrando verso lancora incrociamo una cima di buon diametro che parallela al fondo sparisce nel blu, dopo sappiamo che la cima collega una parete fuori visuale, la tentazione di seguirla almeno per un pezzetto è tanta, sembra la fune di un funambolo sospesa nel vuoto, mi allargo 6/7 metri dalla parete, guardò giù in quel punto sembra che non ci sia il fondo, saprò dopo che cè una terrazza profonda fuori visuale, le emozioni si susseguono impetuose, ma eccoci al 23esimo è ora di andare. Iniziamo la risalita, cambio gas ai 21 mt, risalendo vediamo la cima del gommone bella tesa e che si muove molto, vediamo la schiuma in superficie, il sig. Carlo non si è divertito di sicuro. Allunghiamo un pochino con il 50 a 8 o 9 metri così da non dover stare troppo con lossigeno a ballonzolare. Chi prima chi dopo finiamo a brevissima distanza, io come al solito sono lultimo, sono in ritardo di un minutino, rimango a 2 mt mentre gli altri iniziano a passare le stage a Carlo, ecco che il primo è su, riemergo anche io, il mare è bello incazzato, il cielo minaccia pioggia, ma ormai noi il nostro tuffo lo abbiamo strappato, mettiamo in moto e in un attimo siamo sotto la falesia di Gonone, ci rilassiamo e ci godiamo i pochi minuti di navigazione in quasi bonaccia. 4 cazzotti e il gommone è scarico, pulitina veloce e mettiamo a ricaricare i bibo. Ci cambiamo e via a desaturare al bar per raccontarci le prime impressioni e per tempestare Fabio di mille domande su quanto avessimo visto.
Durante il viaggio di ritorno a casa e i giorni successivi ho continuato a gustarmi questo tuffo, oggi mi sono fermato per rimettere ordine ai pensieri. È stato davvero bello e emozionante, per me personalmente forse uno dei migliori tuffi fatti, da poco più di un anno abbiamo iniziato a fare tuffi tek, ci sono stati diversi progressi dopo il corso, è proprio vero solo lesperienza e il fare determinati tuffi può aiutarti in questo percorso che stiamo intraprendendo, su qualche cosa ancora cè da lavorare, su tutto di sicuro dobbiamo sempre più fare esperienza, ce la mettiamo tutta, e chissà magari tra qualche anno vi scriverò del chiarore che si vede dallingresso della grotta Cartoe guardando verso lalto, stay tuned
Alla prossima avventura
P.s. non avendo il computer sotto mano i dati dellimmersione potrebbero differire di pochi secondi e cm.



Ciao a tutti, sabato scorso è stata una giornata emozionante. Il tempo ci ha concesso un tuffo in aria profonda al largo di Cala Gonone (Sardegna), nella cigliata di grotta Cartoe. Per chi non conoscesse il punto è la vecchia linea di costa, di quando il Mediterraneo era oltre 100 metri più basso. La parete in alcuni punti è verticale, sprofondando da 50 mt a 140 circa. A 104 è stata esplorata una grotta con una apertura enorme, con presenti concrezioni, a conferma che il sistema tantissimo tempo fa era aereo. Noi ci siamo limitati ad esplorare la cigliata sino a delle gorgonie a 63 mt cresciute su un piccolo gradone, oltre si vedevano altre gorgonie e un successivo terrazzo che da 75/80 conduce giù dritto sino al fondo con lapertura della grotta. Essendo un tuffo per noi abbastanza impegnativo dovevamo essere sicuri che il meteo non ci avrebbe fatto scherzi, per tutta la settimana ho visto e rivisto le previsioni, e contattato Cala Gonone per avere notizie di prima mano. Al giovedì cera onda e vento, si prevedeva che girasse maestrale, però non si capiva con che intensità, ed essendo un miglio circa fuori costa non era il massimo ritrovarci con onda più che formata e probabile corrente. Il piano B era un tuffo cave in uno dei sistemi carsici di Gonone, Bue marino/Risorgenza di Cala Luna le prime scelte, quindi non proprio un calcio nei denti. Lincertezza si è protratta sino al venerdì sera, allora decidiamo di comune accordo di trovarci al diving alle 8:30 con tutta lattrezzatura, avremmo deciso last minute.
Arrivati a Gonone il vento sotto costa era assente si vedeva in lontananza sul mare qualche refolo, decidiamo per le Gorgonie. Il nostro entusiasmo è salito alle stelle, abbiamo ricaricato i bibo, controllato le stage, fatto un bel breafing, il tempo di infilare le stagne e stavamo già mollando gli ormeggi. Con il GPS ci siamo portati sul punto esatto, filata lancora in tempo zero. Ci siamo vestiti velocemente, le nubi si stavano addensando sempre più, il vento al largo era leggermente più forte dello sperato, ma niente di chè, e le onde ancora non facevano spuma. Entriamo in acqua, controlli veloci e iniziamo la discesa, non troppo veloce per quanto mi riguarda, il sottomuta nuovo ancora non lo mastico al 100%, sono abituato a stare leggero ora mi sento un po omino michelin, niente di assurdo ma non sono veloce come vorrei. Durante la discesa il fondo blu non accennava a cambiare colore, il gommone era proprio sullabisso e la pancia fatta dalla cima dellancora ha accentuato questa sensazione, sui 35 ecco che cambia colore, una linea netta che divide un bianco lunare, la sabbia del pianoro a 50 mt con la parete e giù labisso. Arrivati allancora, Fabio, il padrone di casa, da una controllata che abbia preso perfettamente. Ci guardiamo OK OK, lancio perfetto, gommone in sicurezza. Pinneggiamo qualche metro oltre il bordo, siamo sui 55 mt, siamo tranquilli e rilassati, ho consumato un po troppo in discesa, dovrò controllare più spesso la scorta daria, iniziamo a dirigerci verso le gorgonie. Fabio conosce il posto come il corridoio di casa sua e in tempo zero siamo sulle gorgonie, avevamo detto massimo 55 mt, ma non potevamo perderci lo spettacolo dei rami più grandi, e soprattutto non potevamo deludere Fabio che sa che siamo un po indisciplinati, sguardo dintesa con Cristian e scendiamo al gradino successivo, non guardo Fabio ma immagino la sua faccia, bonariamente contrariata, ci asseconda qualche minuto, poi senza bisogno che ci richiami allordine ci alziamo ultimo sguardo alle gorgonie, siamo di nuovo sui 55 circa, ripercorriamo la strada dellandata, arriviamo allancora la superiamo vogliamo esplorare più possibile di questa parete, anche se già siamo sicuri che sarà solo la prima di molte visite. Sul pianoro incontriamo unancora ammiragliato depositata qualche anno fa in ricordo di un ragazzo morto durante lo stesso nostro tuffo anni prima, non lo abbiamo conosciuto, ma conosciamo la storia di cosa è successo, per un attimo ci si stringe il cuore e nella mente mandiamo un omaggio al un nostro Buddy.
Rientrando verso lancora incrociamo una cima di buon diametro che parallela al fondo sparisce nel blu, dopo sappiamo che la cima collega una parete fuori visuale, la tentazione di seguirla almeno per un pezzetto è tanta, sembra la fune di un funambolo sospesa nel vuoto, mi allargo 6/7 metri dalla parete, guardò giù in quel punto sembra che non ci sia il fondo, saprò dopo che cè una terrazza profonda fuori visuale, le emozioni si susseguono impetuose, ma eccoci al 23esimo è ora di andare. Iniziamo la risalita, cambio gas ai 21 mt, risalendo vediamo la cima del gommone bella tesa e che si muove molto, vediamo la schiuma in superficie, il sig. Carlo non si è divertito di sicuro. Allunghiamo un pochino con il 50 a 8 o 9 metri così da non dover stare troppo con lossigeno a ballonzolare. Chi prima chi dopo finiamo a brevissima distanza, io come al solito sono lultimo, sono in ritardo di un minutino, rimango a 2 mt mentre gli altri iniziano a passare le stage a Carlo, ecco che il primo è su, riemergo anche io, il mare è bello incazzato, il cielo minaccia pioggia, ma ormai noi il nostro tuffo lo abbiamo strappato, mettiamo in moto e in un attimo siamo sotto la falesia di Gonone, ci rilassiamo e ci godiamo i pochi minuti di navigazione in quasi bonaccia. 4 cazzotti e il gommone è scarico, pulitina veloce e mettiamo a ricaricare i bibo. Ci cambiamo e via a desaturare al bar per raccontarci le prime impressioni e per tempestare Fabio di mille domande su quanto avessimo visto.
Durante il viaggio di ritorno a casa e i giorni successivi ho continuato a gustarmi questo tuffo, oggi mi sono fermato per rimettere ordine ai pensieri. È stato davvero bello e emozionante, per me personalmente forse uno dei migliori tuffi fatti, da poco più di un anno abbiamo iniziato a fare tuffi tek, ci sono stati diversi progressi dopo il corso, è proprio vero solo lesperienza e il fare determinati tuffi può aiutarti in questo percorso che stiamo intraprendendo, su qualche cosa ancora cè da lavorare, su tutto di sicuro dobbiamo sempre più fare esperienza, ce la mettiamo tutta, e chissà magari tra qualche anno vi scriverò del chiarore che si vede dallingresso della grotta Cartoe guardando verso lalto, stay tuned
Alla prossima avventura
P.s. non avendo il computer sotto mano i dati dellimmersione potrebbero differire di pochi secondi e cm.
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