Didattica padi - fonte aria alternativa al compagno

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  • #16
    Originariamente inviato da citocromo

    sì.
    non si passa mai con la calotta coperta, popichè così impedisci lo svuotamento del secondo stadio.se il tipo è in mancanza d'aria , non ne avrà, o non avrà la lucidità di usare , l'espirazione per svuotare il secondo stadio.
    [..]
    ma mai si passa con la calotta coperta poiché non si riesce a svuotare, e se il compagno è in assenza d'aria, non ne avrà per usarla per svuotare con l'espirato.
    Mi è chiaro grazie

    Però in questo caso, proprio per la mancanza di lucidità, non è meglio mantenere la calotta per premere direttamente lo spurgo al compagno e farlo respirare anche in caso di "non panico"?

    Io mi baso sul fatto che: quando si svuotano i polmoni in fase di respirazione normale, non li svuotiamo mai del tutto.

    Se il compagno non ha proprio più aria (magari per un intervento non proprio tempestivo) in questo caso torniamo al punto uno, ovvero il panico, a meno di un controllo psicologico e di totale fiducia da parte della persona soccorsa.


    nel tuo primo caso, il sub è in panico, quindi subentri tu nella gestione del casino.prima lo fai respirare e nel frattempo gli scarichi il gav per stabilizzare la quota.è roba di attimi.


    se il tipo non è in panico , gli porgi il fianco con la faa , lui se prende, e rimani vicino, perché:
    la frusta è lunga 1m, e più di tanto non ti puoi allontanare.
    la vicinanza e il contatto lo calmano e così potete prendere in tutta tranquillità la strada per la superfice.
    Mi è chiaro


    Però mi interessa molto questo discorso, perché sto facendo il corso Rescue e non mi è stato spiegato il discorso di copertura della calotta e dello spurgo


    Però ora che ci penso, di base (inconsciamente) io quando passo un erogatore non avvolgo la mano intorno alla calotta, ma lo afferrò per estremità superiore/inferiore e comunque alla base della frusta. Però lo faccio di base (forse l'ho visto fare), non perché me l'abbiano detto..

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    • #17
      Originariamente inviato da citocromo
      tuttavia questa seconda manovra, di estrazione prettamente hawgartiana, la sconsiglio vivamente, poiché estremamente rischiosa con una configurazione, octopus.
      Faccio notare che l'octopus non esclude la frusta lunga al primario. L'uso dell'octopus con frusta lunga è esplicitamente contemplato finanche dai sacri testi di mamma GUE, a meno che qualcosa non sia cambiato di recente.
      The frogarthian way of diving

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      • #18
        se lo fai di default, la presa della frusta al termine della frusta stessa, all'attacco, è perché ti avranno insegnato che è così che si deve fare, e dopo, al corso rescue, non avendo fatto l'errore di cooprire la calotta , non ti hanno corretto nulla.

        il discorso di non coprire la calotta, è che quando la impugni non ce la fai a premere il tasto di spurgo, mentre impugni l'erogatore.punto.e il tuo copagno non ci arriva essendoci la tua mano in mezzo.

        bradipoarlando di mammapadi, davo per scontato la configurazione octopus, di mammapadi, quindi con fruste corte.

        se stessimo parlando di gue , intenderei gue config.........
        "Dio li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta" [cit.]

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        • #19
          Mi rendo conto che l'esperienza e la pratica aiutano a fronteggiare le situazioni più critiche, ma mettevi nei panni di un sub ricreativo che ha poca esperienza (come me) ed ha sostenuto i suoi bravi corsi.
          Se dovessi essere in mancanza d'aria e non completamente panicato, segnalerei la situzione, mi avvicinerei al compagno e cercherei di usare la sua faa. Se questi per altra didattica o per sua abitudine cominciasse ad impedirmi di prendere il suo erogatore secondario per passarmi l'atro oppure non trovassi proprio la sua faa perchè legata da altre parti allora si che mi impanicherei del tutto, il mio quesito è elegato al fatto che in questi casi una sorta di comportamento comune a tutti già sperimentato nelle esercitazioni faciliterebbe le operazioni.
          E' pur vero che con il compagno è necessario verificare le configurazione e concordare i principali comportamenti prima di tuffarsi però...

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          • #20
            Originariamente inviato da ghesso
            E' pur vero che con il compagno è necessario verificare le configurazione e concordare i principali comportamenti prima di tuffarsi però...
            Ti renderai conto, spero, che non esiste un "però" quando si tratta di portare a casa la buccia? Sono proprio queste le situazioni che ti fanno capire come un perfetto accordo con il compagno non sia un optional, né qualcosa da prendere sotto gamba, ma la base della sicurezza.
            Se hai un dubbio come quello che hai appena esposto, è fondamentale che tu lo chiarisca con il tuo compagno di immersione.

            Non tutti hanno un secondario visibile e facilmente accessibile e, per dirla tutta, trovo la pratica del "self-service" molto pericolosa. E' una soluzione limite che adotti solo se a) sei nel panico (e quindi non si tratta di una soluzione ma di una reazione scomposta), oppure b) ti stai immergendo con un rimbambito che non riesce neppure a capire il tuo problema quando glielo segnali. In questo caso è evidente che hai dato per scontato qualcosa che non lo era, prima di immergerti con uno sconosciuto.
            The frogarthian way of diving

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            • #21
              Mi sono espresso male: Il mio "però..." non voleva essere interpretato come "però non lo faccio o non viene fatto correttamente" bensì volevo sottindendere "però se nonostante questo tutti avesimo la stessa configurazione e modalità operativa sarebbe meglio".

              Sono tutte vere le cose che sin quì dette così come è evidente che se mi mancasse aria ed il compagno me ne offrise in qualunque modo, succhierei e basta ben contento di poter respirare!
              Però se le didattiche insegnano una certa procedura comunque efficace sinceramente non capisco perchè mettere in pratica altro se l'emergenza si riesce gestire appunto "secondo procedura". Poi se ci sono situazioni di panico, di attorcigliamenti fruste, di difficoltà a portare a termine la procedura allora ben venga qualunque altra soluzione.

              Partire però con l'intento di operare in altro modo in caso di emergenza può secondo me andare bene in un gruppo omogeneo di subacquei che utilizzano tutti la medesima metodologia (vedi dir-gue) ma se il gruppo è eterogeneo come appunto le normali ricreative, la domanda che mi sono fatto è se questo può portare a maggiori difficoltà e pericoli.

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              • #22
                Originariamente inviato da bradipo67
                Non tutti hanno un secondario visibile e facilmente accessibile e, per dirla tutta, trovo la pratica del "self-service" molto pericolosa. E' una soluzione limite che adotti solo se a) sei nel panico (e quindi non si tratta di una soluzione ma di una reazione scomposta), oppure b) ti stai immergendo con un rimbambito che non riesce neppure a capire il tuo problema quando glielo segnali. In questo caso è evidente che hai dato per scontato qualcosa che non lo era, prima di immergerti con uno sconosciuto.
                Ecco, secondo quanto mi avevano insegnato, nel momento che capisco le difficoltà del compagno (perchè me le ha comunicate o perchè lo percepisco dal comportamento) mi avvicino ed indico la mia faa, lui dovrebbe prenderla e respirare e quindi rimanendo in contatto "fisico" ci si predispone per l'emersione.

                sbaglio qualche cosa?

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                • #23
                  no.salvo gue, tutte le didattiche ricreative che ho avuto modo di incontrare, su queste procedure di sicurezza, sono unformi.
                  "Dio li fa, Chuck Norris li accoppa, MacGyver li aggiusta" [cit.]

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                  • #24
                    Originariamente inviato da ghesso
                    ma se il gruppo è eterogeneo come appunto le normali ricreative, la domanda che mi sono fatto è se questo può portare a maggiori difficoltà e pericoli.
                    IMHO sì. Il gruppo eterogeneo di persone che non si conoscono è di per sé fonte di pericolo. Senza arrivare agli estremi di chi si immerge solo con persone che hanno la stessa formazione (estremi peraltro condivisibili e giustificati), bisogna comunque avere ben chiari i limiti e i potenziali problemi derivanti dal dover fare affidamento su qualcuno di cui non si conosce la capacità di reagire in determinate circostanze.
                    Il gruppo in quel caso non esiste, è una falsa sicurezza e, in quanto tale, fonte di pericolo.

                    Ammesso e non concesso che tutte le didattiche prevedano la stessa procedura di assistenza in caso di fine gas, non mi è mai capitato, prima di fare un percorso tecnico, che venissero dedicati più di dieci minuti in un paio di tuffi agli esercizi di scambio di erogatore. Neppure lontanamente sufficienti a trasformare la procedura in un automatismo.

                    Insomma, per me andare in acqua con sconosciuti necessita della consapevolezza di una certa dose di rischi supplementari (anche per loro, sia chiaro, ma ognuno si assume i suoi )
                    The frogarthian way of diving

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                    • #25
                      Io spesso mi immergono con persone e didattiche diverse (oltre a quelle che faccio con il mio diving), questo mi ha portato ad adottare un certo comportamento sott'acqua.

                      Spesso il mio buddy "temporaneo" si fa i fatti suoi sott'acqua e se ne va a zonzo e sono io che gli sto incollato come un'ombra.

                      Detto questo, prima di scendere è (secondo me) obbligatorio uno scambio verbale oltre al brief.. "che erogatori hai?" "che gav hai, quello classico, tutto dietro con corrugato trim? etc etc..", "ripetiamo tutti i segnali in litania religiosa".

                      Cioè, io devo sapere con chi scendo e che attrezzature usa.

                      Mi è capitato una volta che il mio buddy facesse immersione a yoyo..ti faccio segno una volta, te ne faccio due..ad un certo punto mi mantengo alla quota della guida e ti lascio vivere la tua vita.

                      Non ho moltissime immersioni alle spalle (circa 30) e credo di non averne viste tutte, ma qualcuna si.

                      L'importante secondo è imparare a conoscere con chi si scende per quell'ora di svago sott'acqua.

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                      • #26
                        salute a tutti,sono un vecchio istruttore fipsas dei tempi di Marcante,allora si insegnava senza gav un solo erogatore monostadio senza valvole di ritegno ed un solo erogatore.Gli esecizi in piscina ed acque libere,consistevano nel comunicare la neccessità al compagno e questi agiva di conseguenza.
                        Giustamente tutto era fatto in modo tranquillo e didattico.scopo ultimo era quello di automizzare la procedura di BASE, ma come iceva Marcante
                        non tutte le situazioni sono uguali,pertanto USARE LA TESTA.
                        Per mia esperienza ho provato tutti i modi di disporre le fruste,ed sono iuno alla personale conclusione che conviene avere una frusta primaria più lunga di quelle standart fornite usualmente,avere un secondo erogatore attorno al collo fissato con elastico in modo che sia sotto il mento a mo di collana ed APERTO.In caso di bisogno 1) prendi il secondo erogatore e te lo metti in bocca in modo che tu respiri
                        2)passi il tuo primo erogatore che sei sicuro che funziona e questo vale anche per il ricevente,la frusta più lunga permette un maggior controllo
                        totale per agire 3)MARCANTE diceva in acqua si è sempre soli anche in gruppo buone bolle Azoto bis

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                        • #27
                          Originariamente inviato da Italians

                          mancanza di aria + panico --- in questo caso si cerca di tranquillizzare il sub prendendolo al volo se sta facendo pallonata e controllando il suo Gav + infilare in bocca erogatore (sempre in virtù di farlo calmare). Nel caso in cui ci siamo problemi, premere anche lo spurgo così da liberare l'erogatore e passare aria

                          Sbaglio qualcosa?
                          Il tuo gav chi lo controlla ?
                          In quel caso quante mani ci vogliono ?

                          Lo so , è un po' ironica come domanda , però era per rafforzare il concetto di Rana , l'adattamento alla realtà è fondamentale .
                          Ciao MarenaSub
                          Cit.Silvano :
                          Qualcuno ha persin detto che per andare sott'acqua ci vogliono le palle.
                          E subito qualcun'altro ha scritto che palle e scroto raggrinziti dal freddo spostano meno liquido che le stesse allascate e gonfie per la calura, se ne deduce che con le palle al fresco si è negativi e si può togliere zavorra, viceversa , a palle lasche , un po' di zavorra in più non fa mai male.

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                          • #28
                            per italians ed amici

                            pensate che presti molta attenzione compagno temporaneo come sete configurati voi e lui? onestamente ci sono diverse configurazioni,personalmenta faccio mente locale alla sua convigurazione e per scrupolo chiedo se ricorda la mia.La risposta è sempre positiva,nondico il mio brevetto, spesso sono accoppiato con quelli inferiori(il diving mi conosce e chiede una mano,non mi rifiuto)
                            Mi chiedo: se devo dare aiuto al compagno probabilmente non ci sono problemi,vedo penso agisco,ogni aiuto è differente da caso,a caso,certo una base ,qualunque sia serve
                            SE fossi io ad avere bisogno??? come si comporta il mio compagno?
                            Personalmente ritengo utile il sistema di coppia,ma a pari livello ed interesse.Per il resto sono convinto con quanto ho scritto in precedenza
                            erogatore più lungo del normale come primario e il secondario appeso al collo aperto come collana.All'occorrenza rapidamente prima respiro dal secondario ,passo il primario tenendolo sulla frusta vicino al secondo stadio,se serve premo il pulsante con l'altra mano il tutto porgendolo alla presa delle altrui mani ,se servisse inserimento in bocca previo spurgo .
                            il resto tutto come insegnato dalle varie didattiche
                            E' vero l'automatismo aiuta, ma non tutte le situazioni sono uguali ,bisogna usare la testa
                            ed in acqua anche in compagnia si è sempre soli, occorre stare accorti e percepire le senzazioni a pelle ,questo insegnamento mi ha permesso di fare a suo tempo c....
                            che non farei ora(,tipo immersioni da solo in notturna/ profonde,ricerca corallo ecc)
                            ma di ritornare a rivedere le stelle
                            buon tuffi azotobis

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                            • #29
                              Da seduti davanti ad un pc è sempre tutto facile, ma poi in acqua...

                              Il panico è una brutta bestia e per quanto tu sia allenato, se ti parte la molla nel cervello non c'è verso di riprenderlo. Questo fenomeno è soggettivo ed esce solo fuori in quei momenti.

                              Panico a parte le procedure e l'allenamento a ripeterle sempre è l'unica cosa che ti permette di instaurare un automatismo che in piena emergenza quando non riesci più a ragionare, hai le mani che lo fanno per te.

                              Ora provoco..
                              Quando in post precedenti ho criticato il fatto che secondo me le varie didattiche oggi fanno un gran casotto, ecco che ne ho la conferma qui.
                              Se il modo di rispondere all'emergenza fosse insegnato in modo univoco a tutti (attrezzatura compresa), i sub sarebbero allineati alla medesima procedura. Non sono gue, ma trovo lo schema hogartiano valido.

                              Riprovoco..
                              Provate un giorno qualsiasi, magari in un momento di relax (non avete deco, non siete profondi, il mare è calmo) a segnalare al compagno la mancanza d'aria e vedere cosa capita.
                              cordialità
                              Turbosub

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