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  • #16
    Originariamente inviato da M. Visualizza il messaggio
    >Questo disegno legge non porta notorietà, anzi è fortemente divisivo e nessun politico >vuole rischiare di perdere voti.

    https://www.youtube.com/watch?v=ODhmkSN_IHQ dal minuto 39
    Occorre cercare di farglielo capire. Da notare l'effetto trascimento della parte degli ots che con noi non c'entra nulla per far passare invece l'obbrobio
    Viviamo in un paese dove la dirigenza politica è in grado di concepire l'inconcepibile, siamo maestri nel farci del male da soli.

    Per questo non posso essere certo che un tale disegno legge cosi raffazzonato non venga preso in considerazione ma ritengo che questo sia molto difficile.

    Ritengo che sia un "fuoco di paglia", un modo per attrarre attenzione in una manifestazione subacquea che di fatto vive per poche novità.
    Anche il politico che avrebbe preso a cuore il problema per me ha fatto una delle tante comparse per cercare di rafforzare la propria base politica ma sono scettico che possa fare la differenza.

    Rimarrà come tutti i disegni legge sulla subacquea finora proposti, perché la politica non ha spazio, presa dalla congiuntura e da problemi ben più urgenti e gravi, senza contare che la subacquea non è un bacino di voti.

    Secondo me è più facile che facciano il ponte sullo stresso che questo disegno legge diventi realtà.
    Secondo me nessuno dei due si realizzerà.

    Per fortuna nostra.

    Ciao
    Rana

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    • #17
      Originariamente inviato da M. Visualizza il messaggio
      Ovviamente no, le norme che ci sono bastano ed avanzano
      Condivido.

      Ciao
      Rana

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      • #18
        Piu' si tratta di idiozie e piu' aumenta la probabilita' che vengano deliberate.
        Paolo
        Paolo

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        • #19
          Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
          Piu' si tratta di idiozie e piu' aumenta la probabilita' che vengano deliberate.
          Paolo
          Caro Paolo, hai ragione ma per nostra sfortuna non siamo cosi fortunati da avere una classe dirigente a livello politico da sbagliare solo in questo caso ... che poi per l'Italia non sarebbe un problema.

          Siamo cosi sfortunati che sbaglieranno a deliberare cose ben più importanti per l'Italia intera e riusciranno a lasciarci l'amaro in bocca anche se non arriveranno a prendere in considerazione questo progetto di legge sulla subacquea.

          Rana

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          • #20
            Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio
            Inizio con il fare la seguente domanda, provocatoria, aperta a tutti.

            Mi e vi chiedo:
            "C'è veramente la necessità di questo disegno legge che normi l'attività subacquea ???"
            ...cut...
            Non ritengo che ci sia un vuoto normativo anzi ritengo che lo spazio che si lascia non sia un vuoto ma rappresenti la libertà necessaria e giusta che ogni subacqueo ha diritto di avere.
            Siamo sempre in Italia per cui vale (sempre) la seguente massima:
            "Se fanno una legge peggiorano la situazione: meglio niente."

            Detto questo la mia opinione è:
            Si! Servirebbe una normativa a livello nazionale, semplice, chiara e applicabile.

            Certo che c'è un vuoto normativo, ed è quello in cui ogni stagione si infilano le Capitanerie di Porto di mezza Italia, con ordinanze basate su "non conoscenza della materia" (per essere concilanti), interpretazioni assurde di leggi dello stato, aggravamenti burocratici ingestibili.
            Ordinanze, spesso, contraddittorie con quelle della CP che dista 3 miglia perché non si parlano tra loro...

            No, mi spiace, ma avere la mia vita lavorativa e della mia azienda, appesa al filo sottile dell'umore di chi si alza la mattina, non è accettabile.

            E questa è una parte del problema, l'altra è l'osservazione di una situazione oggettiva: oggi (non siamo più negli anni '80) il 99.99% dei sub che fa immersioni in Italia, ha un brevetto sub.

            Oggi, "de facto", l'intera struttura didattica su cui si basa l'insegnamento della attivita s.c.u.b.a. (per l'apnea è diverso) è demandata a privati che si rifanno a standads pensati e sviluppati altrove (federali compresi).
            Sempre "de facto" (oggi mi piace il termine) il 99.99% delle norme esistenti, come ordinanze, regolamenti dei parchi (si pure quelli ci mettono becco) e anche alcune leggi regionali e nazionali e (ci confermerà o meno #M.) alcune sentenze, si basano su questi standards che, invece, non hanno alcun riscontro normativo specifico.

            Questo mette nel calderone anche regole e regolette che, le didattiche,
            introducono per pararsi il deretano nei confronti dell'istruttore in caso di incidente.

            Si crea così, non solo un buco normativo, ma soprattutto una voragine interpretativa da cui non si esce mai vivi.
            Ultima modifica di blu dive; 23-10-2023, 15:41.
            www.bludivecenter.com

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            • #21
              Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
              Siamo sempre in Italia per cui vale (sempre) la seguente massima:
              "Se fanno una legge peggiorano la situazione: meglio niente."
              E' triste ma spesso è cosi.

              Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
              Detto questo la mia opinione è:
              Si! Servirebbe una normativa a livello nazionale, semplice, chiara e applicabile.

              Certo che c'è un vuoto normativo, ed è quello in cui ogni stagione si infilano le Capitanerie di Porto di mezza Italia, con ordinanze basate su "non conoscenza della materia" (per essere concilanti), interpretazioni assurde di leggi dello stato, aggravamenti burocratici ingestibili.
              Ordinanze, spesso, contraddittorie con quelle della CP che dista 3 miglia perché non si parlano tra loro...
              Ammetto di non avere sufficienti elementi per discutere questo aspetto, per cui sospendo il discorso considerando quello che hai scritto un problema vero che colpisce un professionista come te e come te immagino tanti altri professionisti.

              Ma ho una domanda.
              Questo disegno legge migliorerebbe questo aspetto che hai messo in evidenza dovuto ad un vuoto normativo e al tentativo delle capitanerie di normare entrando spesso in conflitto e rendendo arduo il lavoro dei professionisti del settore ??????

              Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
              No, mi spiace, ma avere la mia vita lavorativa e della mia azienda, appesa al filo sottile dell'umore di chi si alza la mattina, non è accettabile.
              Comprendo quello che dici.

              Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
              E questa è una parte del problema, l'altra è l'osservazione di una situazione oggettiva: oggi (non siamo più negli anni '80) il 99.99% dei sub che fa immersioni in Italia, ha un brevetto sub.

              Oggi, "de facto", l'intera struttura didattica su cui si basa l'insegnamento della attivita s.c.u.b.a. (per l'apnea è diverso) è demandata a privati che si rifanno a standads pensati e sviluppati altrove (federali compresi).
              Sempre "de facto" (oggi mi piace il termine) il 99.99% delle norme esistenti, come ordinanze, regolamenti dei parchi (si pure quelli ci mettono becco) e anche alcune leggi regionali e nazionali e (ci confermerà o meno #M.) alcune sentenze, si basano su questi standards che, invece, non hanno alcun riscontro normativo specifico.

              Questo mette nel calderone anche regole e regolette che, le didattiche,
              introducono per pararsi il deretano nei confronti dell'istruttore in caso di incidente.

              Si crea così, non solo un buco normativo, ma soprattutto una voragine interpretativa da cui non si esce mai vivi.
              Questo aspetto ci riporta ad un punto che anche tu, mi pare hai messo in evidenza.

              La commissione che dovrebbe studiare questo disegno legge per normare l'attività subacquea dovrebbe partire normando le didattiche e non lasciando che le didattiche si normassero redigendo un disegno legge che gravi sui subacquei rendendoli vincolati alle didattiche.

              In poche parole c'è un conflitto di interessi che non dovrebbe esistere e questo mina l'efficacia del disegno legge.

              Grazie per il tuo intervento e per gli spunti che hai portato a questa discussione.

              Rana

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              • #22
                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Si crea così, non solo un buco normativo, ma soprattutto una voragine interpretativa da cui non si esce mai vivi.
                Ma quello che da anni vogliono fare peggiorerebbe le cose. Ti sei invece chiesto perchè non vogliono qualcosa del tipo di questo: http://www.liberisub.it/propostaalte...asubacquea.pdf ? Eppure ce lo avrebbero pronto. Parlare di buona fede o di voglia di iniziare a risolvere qualche problema da parte di chi sta dietro da anni dietro questa sconcezza è pura illusione.
                www.liberisub.it

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                • #23
                  Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                  Ammetto di non avere sufficienti elementi per discutere questo aspetto,
                  Uff: http://www.liberisub.it/regolamen.htm

                  www.liberisub.it

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                  • #24
                    Secondo me la base su ogni normativa che preveda un brevetto, una certificazione, standard e limitazioni parte solo ed esclusivamente da un esame statale per il rilascio del brevetto. Assurdo fare una normativa basata su plastichini rilasciati da privati.... Sono esistite didattiche nate e cresciute in uno scantinato, che hanno rilasciato brevetti a gente che non sa nuotare, gente che ha preso brevetti rilasciati da istruttori privati che a loro volta galleggiano a malapena e solo grazie al gav. Basare il tutto su queste fondamenta è un castello di sabbia destinato a non essere utile a nessuno.
                    detto ciò si può anche dire c'è davvero bisogno di normare la subacquea? Ci sono davvero tutti questi incidenti, questa spendita di denaro pubblico per i soccorsi, questa necessità sociale o pericolosità sociale tale da dover privare e normare questo aspetto della nostra vita? Secondo me no... Secondo me il subacqueo privato che si fa un tuffo da terra o dal proprio mezzo da diporto non necessita di un brevetto.
                    ​​​​​​in origine neanche per guidare la macchina serviva la patente, poi si sono diffuse enormemente nel mondo, con tutte le conseguenze del caso, e quindi lo stato ha dovuto normare. Sta succedendo lo stesso nella subacquea?
                    però immaginate un mondo dove un privato si apre una didattica, si scrive i manuali, si compra una plastificatrice e rilascia patenti per la macchina? O per pilotare l'aereo?
                    E secondo me non basta neanche la certificazione ISO. secondo me se davvero vogliono fare questo passo devono prima di tutto scrivere gli standard, e ci deve essere un organo che rilascia. Il diving diventa la scuola guida che prepara all'esame... Oppure una persona può andare all'esame come privatista.... Ma quindi quanti andranno avanti nei brevetti o quanti si avvicineranno alla subacquea con il maggior aggravio di costi?

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                    • #25
                      Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio
                      Secondo me la base su ogni normativa che preveda un brevetto, una certificazione, standard e limitazioni parte solo ed esclusivamente da un esame statale per il rilascio del brevetto. Assurdo fare una normativa basata su plastichini rilasciati da privati.... Sono esistite didattiche nate e cresciute in uno scantinato, che hanno rilasciato brevetti a gente che non sa nuotare, gente che ha preso brevetti rilasciati da istruttori privati che a loro volta galleggiano a malapena e solo grazie al gav. Basare il tutto su queste fondamenta è un castello di sabbia destinato a non essere utile a nessuno.
                      detto ciò si può anche dire c'è davvero bisogno di normare la subacquea? Ci sono davvero tutti questi incidenti, questa spendita di denaro pubblico per i soccorsi, questa necessità sociale o pericolosità sociale tale da dover privare e normare questo aspetto della nostra vita? Secondo me no... Secondo me il subacqueo privato che si fa un tuffo da terra o dal proprio mezzo da diporto non necessita di un brevetto.
                      ​​​​​​in origine neanche per guidare la macchina serviva la patente, poi si sono diffuse enormemente nel mondo, con tutte le conseguenze del caso, e quindi lo stato ha dovuto normare. Sta succedendo lo stesso nella subacquea?
                      però immaginate un mondo dove un privato si apre una didattica, si scrive i manuali, si compra una plastificatrice e rilascia patenti per la macchina? O per pilotare l'aereo?
                      E secondo me non basta neanche la certificazione ISO. secondo me se davvero vogliono fare questo passo devono prima di tutto scrivere gli standard, e ci deve essere un organo che rilascia. Il diving diventa la scuola guida che prepara all'esame... Oppure una persona può andare all'esame come privatista.... Ma quindi quanti andranno avanti nei brevetti o quanti si avvicineranno alla subacquea con il maggior aggravio di costi?
                      Ma voi, quanti subacquei conoscete che si immergono senza un brevetto?
                      io (che l'ho fatto per anni) più nessuno, quindi la parte del potersi immergere senza un attestato è stata, quantomeno, superata dai tempi.
                      Credo, che se domani introducessero l'obbligo del brevetto per chiunque usi un sistema ara, non cambierebbe nulla dal lato pratico.

                      Nello stesso tempo, sono abbastanza sicuro che, se il tizio conosciuto al bar vi chiede di salire sul vostro barchino privato per un tuffo a 50 metri, al mancare di un brevetto lo lascereste in banchina.

                      C'è una cosa importante da ribadire:
                      Non si può negare che le didattiche scuba commerciali, negli ultimi 30 anni, abbiano fatto un buon lavoro.

                      Eh lo so, subacquei incapaci, istruttori peggio, standard ridicoli ecc.
                      Ma è solo una parte del sistema: PADI e CMAS prima, GUE e TDI dopo, sono riusciti ad imporre così bene il loro approccio alla subacquea che, ormai, è universalmente riconosciuto.
                      A nessun legislatore in nessuna parte civilizzata del mondo, viene in mente di scrivere una regolamentazione sull'argomento senza tenere conto dei loro standards di base.
                      Standards che, in linea di massima funzionano. Sia per garantire al sub un minimo di consapevolezza, sia per dare alle varie guide in giro per il mondo un indizio su chi si stanno portando appresso.

                      Quindi, spero non la facciano mai perché li temo come il fuoco, ma una legge seria che regolamenti il rapporto diving/istruttore/guida/cliente, in Italia, latita.

                      Sono invece abbastanza d'accordo che, in ambito privato, regolamentare sia, dove non dannoso, inutile.
                      Ultima modifica di blu dive; 24-10-2023, 11:10.
                      www.bludivecenter.com

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                      • #26
                        Originariamente inviato da M. Visualizza il messaggio

                        Ma quello che da anni vogliono fare peggiorerebbe le cose. Ti sei invece chiesto perchè non vogliono qualcosa del tipo di questo: http://www.liberisub.it/propostaalte...asubacquea.pdf ? Eppure ce lo avrebbero pronto. Parlare di buona fede o di voglia di iniziare a risolvere qualche problema da parte di chi sta dietro da anni dietro questa sconcezza è pura illusione.
                        Perdonami ma anche qui, mi sembra che molte idee siano alquanto confuse e poco o nulla praticabili.
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                        • #27
                          Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio
                          ...
                          detto ciò si può anche dire c'è davvero bisogno di normare la subacquea? Ci sono davvero tutti questi incidenti, questa spendita di denaro pubblico per i soccorsi, questa necessità sociale o pericolosità sociale tale da dover privare e normare questo aspetto della nostra vita? Secondo me no... Secondo me il subacqueo privato che si fa un tuffo da terra o dal proprio mezzo da diporto non necessita di un brevetto.
                          ​​​​​​in origine neanche per guidare la macchina serviva la patente, poi si sono diffuse enormemente nel mondo, con tutte le conseguenze del caso, e quindi lo stato ha dovuto normare. Sta succedendo lo stesso nella subacquea?
                          però immaginate un mondo dove un privato si apre una didattica, si scrive i manuali, si compra una plastificatrice e rilascia patenti per la macchina? O per pilotare l'aereo?
                          E secondo me non basta neanche la certificazione ISO. secondo me se davvero vogliono fare questo passo devono prima di tutto scrivere gli standard, e ci deve essere un organo che rilascia. Il diving diventa la scuola guida che prepara all'esame... Oppure una persona può andare all'esame come privatista.... Ma quindi quanti andranno avanti nei brevetti o quanti si avvicineranno alla subacquea con il maggior aggravio di costi?
                          Ecco, hai espresso in pieno quel che e' anche il mio pensiero.
                          Normare un'attivita' basandosi su una pletora di standard diversi, tanti quante sono le didattiche e forse anche di piu', e' un assurdo che danneggia tutti.

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                          • #28
                            Ciao,
                            Blu Dive.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            Ma voi, quanti subacquei conoscete che si immergono senza un brevetto?
                            io (che l'ho fatto per anni) più nessuno, quindi la parte del potersi immergere senza un attestato è stata, quantomeno, superata dai tempi.
                            Credo, che se domani introducessero l'obbligo del brevetto per chiunque usi un sistema ara, non cambierebbe nulla dal lato pratico.
                            Attingendo alla mia piccola esperienza (sicuramente se confrontata con la tua) non posso che condividere questo tuo passaggio.
                            Io non ho mai conosciuto nessuno che s'immerge con le bombole senza avere nessun tipo di brevetto.
                            Ho conosciuto un vecchio subacqueo che faceva immersioni pazzesche, anche lui aveva un brevetto open da mostrare nel caso ci fosse la necessità.
                            E con questo piccolo aneddoto introduco l'aspetto che non condivido.
                            Come hai detto la questione che per usare un sistema ARA ci sia la necessità di un brevetto è di fatto stata superata dalla pratica.
                            Non condivido che nelle mie immersioni personali, quelle che faccio per conto mio, mi si vincoli ai brevetti, e nel far ciò mi si esponga a controlli.
                            Io voglio essere libero di immergermi come io reputo più opportuno, sia per quanto riguardano le attrezzature, sia per quanto riguarda la profondità e i tempi.
                            A me non frega nulla che dicano per usare l'ara c'è bisogno di un brevetto, non sono quelli che mi mancano, non accetto che mi si controlli la mia attività privata se è conforme o meno agli standard di un brevetto.
                            Perché voglio questa libertà ???
                            Perché c'è il libero arbitrio, perché voglio sentirmi libero, perché spesso amo provare piccole variazioni, ecc.
                            Penso di avere l'esperienza e le capacità di pretendere questa autonomia che al momento ho e che se passa il disegno legge cosi come è stato pensato non potrei più fare o se lo faccio devo accettare e rischiare di trovarmi chi potrebbe rompermi i cosi detti co@@@@ni.

                            Questa libertà che oggi si ha nella subacquea non mi sembra essere foriera di incidenti, pertanto questo disegno legge è solo un tentativo delle didattiche di invadere e controllare l'attività la dove non è si sua competenza.
                            Vogliono questo, bene ma all'ora s'istituisce un albo subacqueo dove per essere iscritti si deve affrontare un esame al di sopra delle didattiche uguale per tutti a carattere nazionale.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            Nello stesso tempo, sono abbastanza sicuro che, se il tizio conosciuto al bar vi chiede di salire sul vostro barchino privato per un tuffo a 50 metri, al mancare di un brevetto lo lascereste in banchina.
                            Esatto.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            C'è una cosa importante da ribadire:
                            Non si può negare che le didattiche scuba commerciali, negli ultimi 30 anni, abbiano fatto un buon lavoro.
                            Nessuno lo nega, ma non per questo possono pensare di trattare i subacquei come persone non in grado di intendere e volere e per questo subentrando come "tutori legali" del fare.

                            Io rispetto le didattiche, sono convinto che in questi anni c'è stato un buon lavoro ma io sono una persona in grado d'intendere e volere pertanto libera di fare nel mio privato quello che reputo giusto fare.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            Eh lo so, subacquei incapaci, istruttori peggio, standard ridicoli ecc.
                            Ma è solo una parte del sistema: PADI e CMAS prima, GUE e TDI dopo, sono riusciti ad imporre così bene il loro approccio alla subacquea che, ormai, è universalmente riconosciuto.
                            A nessun legislatore in nessuna parte civilizzata del mondo, viene in mente di scrivere una regolamentazione sull'argomento senza tenere conto dei loro standards di base.
                            Standards che, in linea di massima funzionano. Sia per garantire al sub un minimo di consapevolezza, sia per dare alle varie guide in giro per il mondo un indizio su chi si stanno portando appresso.
                            Nel fare, si deve accettare anche di sbagliare, purtroppo ci sono state, ci sono e ci saranno sempre di scivoloni, di standard ridicoli, istruttori che in qualche modo superano il setaccio valutativo anche se non hanno le capacità.
                            Il sistema perfetto non esiste e lo dimostra chi abbiamo in parlamento, diciamo che in politica il problema è enorme ed investe quasi la totalità con qualche eccezione, nella subacquea è sporadico la maggioranza è ben formata.
                            Le didattiche sono diventate sistema.
                            Qui dobbiamo dividere due aspetti.
                            L'attività privata, che ogni sub fa a suo rischio e pericolo, e l'attività professionali guide, istruttori, diving, centri di formazione ecc, ecc.

                            Nel privato non c'è o non ci dovrebbe essere altrimenti si ricade in una delle figure professionali, la responsabilità altrui.
                            Mi immergo per i fatti miei e voglio poter fare l'immersione come meglio credo senza dei limiti fissi del tipo entro -30 metri bene a -31 ti multo, nell'ambito privato trovo corretto il libero arbitrio non gli standard.

                            Se al contrario mi immergo sapendo di ricoprire una figura professionale, il problema è diverso.
                            In questo caso il rispetto degli standard didattici è imperativo, perché sono gli standard certificati a dare valore legale all'attività professionale come istruttore e/o guida, proprio in virtù del fatto che le didattiche sono diventate parte del "sistema".
                            Ed è qui il corto circuito.

                            Non si può accettare le didattiche al plurale perché ognuna ha standard differenti, anche se vengono certificate in analogo modo comunque qualcosa differisce.
                            Non si può aumentare il peso delle singole didattiche perché la "babele" che si genera è una foresta intricata che rende difficile e pericoloso il lavoro di tanti professionisti del settore.
                            Ci vorrebbe un ente sopra le didattiche che detti le linee guida a cui il legislatore deve rifarsi nel giudicare le responsabilità.

                            Linee guida univoche, chiare, che valgono al di la delle didattiche, poi le didattiche possono essere libere di strutturare standard come meglio credono per il loro specifico "know-how", la loro storia ecc, ecc, ma sapendo che comunque la si voglia pensare le figure professionali ed il loro operato sono regolate in maniera univoca.

                            Mi chiedo e ti chiedo:
                            Quando ci si immerge ricoprendo una figura professionale (per esempio la guida) sarebbe corretto avere un paniere di standard uguali per tutti i subacquei al di la delle didattiche che permetta di svolgere la guida avendo un metro di comportamento uguale per ogni subacqueo al di la della didattica di riferimento ???

                            In questo caso la mia risposta è si, sarebbe utile in questa foresta di standard.

                            Ma chi deve fare questo paniere di standard univoci e di conseguenza deve anche aggiornare e tenere allo stato dell'arte queste linee guida ???

                            Per me ci vorrebbe un ente al disopra delle didattiche e non le didattiche che alla fine si adeguano a dei parametri di riferimento per certificarsi ma mantengono costantemente differenze che a livello legale rendono tutto discutibile e aperto all'interpretazione personale.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            Quindi, spero non la facciano mai perché li temo come il fuoco, ma una legge seria che regolamenti il rapporto diving/istruttore/guida/cliente, in Italia, latita.
                            Esatto, temo anch'io questo aspetto, per i motivi sopra spiegati.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            Sono invece, abbastanza d'accordo che, in ambito privato regolamentare sia, dove non dannoso, inutile.
                            Qui non riesco a seguirti.
                            A livello privato quando un subacqueo formato con una sua esperienza s'immerge per proprio conto per me non c'è bisogno di normare, per me le leggi attuali sono sufficienti ed in questo ambito non c'è nessun vuoto legislativo da colmare sempre e se vale il diritto al libero arbitrio.

                            Ciao
                            Rana

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                            • #29
                              Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio
                              Non si può accettare le didattiche al plurale perché ognuna ha standard differenti, anche se vengono certificate in analogo modo comunque qualcosa differisce.
                              Allora il punto è ripreso più volte non solo da Rana, ma anche questo è sorpassato dai tempi, è una osservazione, in linea di massima, sterile.

                              Le didattiche che operano in Europa (e di riflesso in America, Asia e Africa) si rifanno o a RSTC o a CMAS o, al limite, agli standard ISO.
                              Quindi, a parte il nome che le singole didattiche danno ai vari livelli, il primo sarà massimo a 18m, il secondo massimo a 30 ecc.
                              Questo è ciò che conta, che lo facciano col mono, il bibo, sidemount o no, ai fini dell'inquadramento del sub la questione non cambia.

                              Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio
                              Qui non riesco a seguirti.
                              A livello privato quando un subacqueo formato con una sua esperienza s'immerge per proprio conto per me non c'è bisogno di normare, per me le leggi attuali sono sufficienti ed in questo ambito non c'è nessun vuoto legislativo da colmare sempre e se vale il diritto al libero arbitrio.
                              Stiamo dicendo la stessa cosa.
                              Alcune cose non sono, nella pratica, controllabili, quindi normarle non ha senso.
                              Tra queste ciò che uno, per i fatti suoi fa sott'acqua senza infrangere leggi o maroni altrui.

                              Ma anche qui i margini sono flebili: se uno porta la fidanzatina di 20 anni senza brevetto a -40, ha una responsabilità o no?
                              E dov'è il limite di questa responsabilità?

                              Il problema è che siamo bravissimi a normare l'inutile:
                              Sai che in Italia si può essere multati per "non essere riusciti a non cadere dalla bicicletta?".
                              www.bludivecenter.com

                              Commenta


                              • #30
                                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                                Allora il punto è ripreso più volte non solo da Rana, ma anche questo è sorpassato dai tempi, è una osservazione, in linea di massima, sterile.

                                Le didattiche che operano in Europa (e di riflesso in America, Asia e Africa) si rifanno o a RSTC o a CMAS o, al limite, agli standard ISO.
                                Quindi, a parte il nome che le singole didattiche danno ai vari livelli, il primo sarà massimo a 18m, il secondo massimo a 30 ecc.
                                Questo è ciò che conta, che lo facciano col mono, il bibo, sidemount o no, ai fini dell'inquadramento del sub la questione non cambia.
                                Diciamo che siamo equi distanti dalla realtà.
                                Io troppo disfattista.
                                Tu troppo ottimista.

                                A noi il primo è a -20 il secondo a -30 il terzo a -40 dove per Padi e compagnia bella è il corso di immersione profonda.

                                Le didattiche si certificano con gli enti da te citati ma, non certificano tutti i corsi, solo alcuni gli altri sono lasciati al libero arbitrio delle singole didattiche.

                                Quindi ???

                                Il problema non è risolto dai fatti è celato nei fatti salvo poi emergere in sede processuale.

                                Forse la mia visione è pessimista, forse troppo forse le cose sono meglio se cosi sono contento ma dire che il problema non sussiste più ......
                                A me non convince.

                                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                                Stiamo dicendo la stessa cosa.
                                Alcune cose non sono, nella pratica, controllabili, quindi normarle non ha senso.
                                Tra queste ciò che uno, per i fatti suoi fa sott'acqua senza infrangere leggi o maroni altrui.
                                Perfetto ora mi è chiaro il concetto che condivido senza se ne ma.

                                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                                Ma anche qui i margini sono flebili: se uno porta la fidanzatina di 20 anni senza brevetto a -40, ha una responsabilità o no?
                                E dov'è il limite di questa responsabilità?
                                Perfetto hai portato l'esempio perfetto.
                                Secondo te, se un subacqueo esperto si prende la briga di garantire la sicurezza di un neofita in che situazione si trova ?
                                Quella di un privato che s'immerge per i fatti suoi senza la responsabilità di nessuno ... ???
                                O nella condizione di aver assunto un ruolo d'istruttore (per giunta senza le necessarie competenze) ... ???
                                Di fatto è una situazione che ricade nelle situazioni normate nell'ambito professionale.
                                Di fatto io subacqueo ricreativo ho creato un aspettativa alla mia fidanzatina di garantire una sicurezza che nei fatti non era nelle mie abilitazioni.
                                La responsabilità è ovvia.

                                Ma ancora una vota nell'immersione per i fatti propri non ricade l'assunzione di responsabilità verso altri subacquei che s'immergono in funzione proprio della mia assistenza, senza della quale (senza la mia assistenza) non avrebbero mai fatto quell'immersione.

                                Le immersioni per i fatti miei sono immersioni svolte quasi nella totalità in solitaria o con subacquei in grado di fare quanto decido di fare.
                                Cosa ben diversa dal dire vieni ti porto io anche se non hai il brevetto.

                                Tante volte mi capita di accettare di seguire subacquei in un attività al difuori di quanto gli standard prevedono.

                                Tante volte ho accompagnato e seguito subacquei che volevano provare il "no gav".
                                L'ho fatto a mio rischio e pericolo ben consapevole che non era un immersione per i cavoli miei ma che io avevo assunto l'onere di garantire la sicurezza di quello che andavano a fare (di fatto avevo assunto il ruolo di istruttore).

                                Per questo ho sempre scelto immersioni da riva, in luoghi che conoscevo benissimo, con condizione di mare perfetta e profondità ampiamente ricreative entro quello di cui ero sicuro di poter agire in caso di problemi.
                                E, nonostante queste accortezze e consapevolezza sentivo il peso di questa responsabilità, sapevo che quello che sarebbe successo ne sarei stato responsabile senza se ne ma.

                                Dico questo per mettere in evidenza che quando parlo di immersioni private sono immersioni in cui non mi assumo la responsabilità di nessuno e per questo reclamo la possibilità di fare quello che io reputo di poter fare.

                                Quando, al contrario, mi assumo la responsabilità di accompagnare persone, subacquei (anche se brevettati) garantendo la loro sicurezza queste immersioni non le ho mai svolte pensando che sono solo cavoli miei e che posso fare tutto, le ho svolte avendo ben chiaro che assumevo delle forti responsabilità ed in funzione di queste responsabilità ho regolato l'immersione cercando di garantire la sicurezza che reputavo corretto avere e garantire.

                                Detto questo quando pubblicai il piccolo lavoro sul "no gav" la federazione stessa scrisse che per qualsiasi prova dovevano contattarmi.
                                Quindi non sono proprio un folle che opera come un "cane sciolto".

                                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                                Il problema è che siamo bravissimi a normare l'inutile:
                                Sai che in Italia si può essere multati per "non essere riusciti a non cadere dalla bicicletta?".
                                Ho sentito anch'io questa bizzarra se non assurda multa fatta a chi caduto in bici per una buca nella strada mi sembra non sono sicuro, si è visto recapitare anche una multa per non essere riuscito a non cadere.

                                Per questo sono sempre molto prevenuto nelle iniziative di normare l'attività subacquea perché ho una forte paura di trovarmi dentro una normativa che non mette chiarezza e salvaguardia la libertà personale ma rappresenta una stretta "tout cour" di quanto si puo fare sott'acqua.

                                Ciao
                                Rana

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