Gue Fundamentals vs. UTD Essential to Tech

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  • guaivor
    ha risposto
    Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

    Ancora una volta ci viene in soccorso il buon senso: usate il modello che più vi piace, classico o a bolle (che per inciso da tempi totali di decompressione tendenzialmente sono più bassi) usatelo con cognizione senza fare settaggi iperprotettivi che aumentano in maniera spropositata i tempi di decompressione.

    Il settaggio iperprotettivo secondo me tendenzialmente aumenta la sicurezza dell'immersione... mi spiego.. se io allungo le tappe superficiali con miscele iperossigenate o o2 non dovrei avere grossi problemi (CNS a parte). gli studi più recenti, viceversa, affermano che fare tappe fonde sia controproducente. queste però di solito non sono determinate dal conservativismo del software bensì dall'algoritmo usato.
    Direi di usare invece modelli aggiornati e che statisticamente hanno comportato meno incidenti (Buhlmann, a quanto pare).

    ps.
    La cosa comunque mi lascia perplesso.. fino ad un paio di anni fa ti dicevano che se non usavi il VPM ti facevi male... ora ti dicono che se non usi il Buhlmann ti fai male... Su una cosa sembrano tutti sempre stati d'accordo però :P

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  • guaivor
    ha risposto
    Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio



    Anche Pasquale Longobardi ha divulgato risultati simili.
    In poche parole s'inizia a ritenere che l'eccesso di decompressione possa essere un problema.
    Questo va contro la tendenza che vedeva finora preferire decompressioni lunghe, come dire più decompressione si fa meglio è.
    Oggi si tende a dire che bisogna fare la decompressione minima richiesta senza eccessi.

    Da quel che ho capito, ma potrei sbagliarmi, non è un problema di tempo di deco ma di profondità delle tappe. Con i modelli Bhulmann si tende a farle più alte, anche rispetto ai vpm, per non parlare dei sistemi di ratio deco di GUE e compatibili che, infatti stanno venendo abbandonati anche da loro (o da alcuni di loro).




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  • RANA
    ha risposto
    Originariamente inviato da lo scrondo Visualizza il messaggio
    Ciao Scrondo.

    Ho letto con estrema difficoltà visto il mio inglese "maccheronico", potrei aver capito: "Lucciole per lanterne" per cui ti chiedo e vi chiedi un aiuto a conferma o correzione di quanto sto per affermare.

    Il link che hai postato è del 2017.
    Io non ho letto cose diverse da quanto già si sente parlare nei convegni.

    Correggetemi se sbaglio.

    Riassumendo, in soldoni.

    Una delle risposte del corpo allo stress decompressivo è data dalla reazione dell'endotelio.
    L'endotelio è il rivestimento interno dei vasi sanguinei, è un zona estremamente importante perché si è visto che uno dei compiti è quello di mediare la risposta del corpo ad un agente "aggressivo" come per esempio lo stress decompressivo.

    Quindi la PDD (Patologia Da Decompressione) non è solo l'effetto meccanico di una bolla di grandi dimensioni nel vaso sanguineo ma è spesso la conseguenza di una reazione infiammatoria attivata e mediata dall'endotelio.

    Lo studio in questione prende alcune sostanze (come una proteina chiamata "chemochina CCL5") che vengono rilasciate e mediate dall'endotelio per veicolare la risposta dell'organismo all'aggressione - processo infiammatorio.
    Tanto più sono presenti queste sostanze dopo un immersione tanto più è stato pesante il carico decompressivo.

    A questo punto hanno fatto una comparazione con una serie di immersioni in cui hanno analizzato la presenza di queste sostanze a fine immersione in due gruppi di subacquei, uno che ha eseguito un profilo classico (Bulmaniano) e l'altro che ha eseguito un modello diverso - qui non ho ben capito ma non mi pare che non sia un modello a bolle quello che l'articolo chiama "RDS" - è un modello classico con alcune implementazioni che ne allungano il tempo di decompressione e varia un pochino la distribuzione.

    Le conclusioni dell'esperimento mostrano che non ci sono differenza sostanziali nel patrimonio di microbolle a fine immersione tra i due metodi decompressivi, quindi si sarebbe portati a credere che non ci sono reali differenza tra le due modalità - ma - l'analisi del sangue mostra che le sostanze come la proteina CCL5 (indicatori dello stress decompressivo) sono leggermente maggiori nei subacquei che hanno eseguito il modello decompressivo modificato "RDS" rispetto a quelli che hanno eseguito il modello classico, e, questo farebbe pensare - il test è troppo piccolo per poter stabilire risultati certi - che, forse, il fatto di fare più decompressione non porta sempre ad un vantaggio reale.

    Anche Pasquale Longobardi ha divulgato risultati simili.
    In poche parole s'inizia a ritenere che l'eccesso di decompressione possa essere un problema.
    Questo va contro la tendenza che vedeva finora preferire decompressioni lunghe, come dire più decompressione si fa meglio è.
    Oggi si tende a dire che bisogna fare la decompressione minima richiesta senza eccessi.

    Inoltre tutti questi discorsi anche se basati su esperienze sperimentali come quella postata nel link sono pure speculazioni se non si considera un elemento fondamentale come lo stato fisico del subacqueo.
    Idratazione, e riposo corretto (numero di ore di sonno corrette fatte nelle ore corrette della notte) dato che durante il sonno viene prodotto "ossido nitrico" che è una sostanza che protegge l'endotelio.
    Va da se, ed è logico ritenere che un subacqueo ben idratato e ben riposato produca meno di queste proteine (come la CCL5) a parità d'immersione rispetto ad un subacqueo non correttamente idratato e/o riposato.

    Per finire, cosa che mi preme chiarire, anche con il vostro aiuto, il link postato non confronta i modelli classici (come Bhulman) con i modelli a bolle (come VPM o RGBM) per cui non pensate che i modelli classici, in base a questo studio, sono da preferirsi ai modelli a bolle, no nulla di tutto questo.
    Correggetemi se sbaglio, ovviamente.

    Il link postato in poche parole mette al confronto una decompressione classica con una decompressione implementata, ossia aumentata, i cui minuti sono distribuiti in maniera diversa alle varie quote.
    In poche parole confronta una decompressione classica che possiamo definire minima deco necessaria, con una decompressione in cui si va oltre il minimo aumentando i tempi.

    Insomma per noi subacquei della domenica non cambia nulla

    Ancora una volta ci viene in soccorso il buon senso: usate il modello che più vi piace, classico o a bolle (che per inciso da tempi totali di decompressione tendenzialmente sono più bassi) usatelo con cognizione senza fare settaggi iperprotettivi che aumentano in maniera spropositata i tempi di decompressione.
    Curate in maniera maniacale le condizioni fisiche con particolare attenzione all'idratazione e al corretto riposo.
    Per il resto buone bolle come sempre

    Cordialmente
    Rana

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  • abisso76
    ha risposto
    Originariamente inviato da nato90 Visualizza il messaggio
    Grazie a tutti per le vostre opinioni!! Quindi da quello che ho capito tra i due corsi delle due didattiche non ci sono grosse differenze (se non forse il rapporto allievo istruttore massimo) e quindi dovendo decidere quale corso fare tra i due punterei tutto sull'istruttore e sulla comodità/vicinanza del luogo dove si svolgerà il corso!!

    Vi faccio ancora una domanda: se per esempio uno avesse il brevetto gue fundamentals e volesse poi fare il corso Tech 1 UTD (o viceversa: possiede un brevetto utd essential to tech e poi volesse fare il corso gue tech 1) è possibile farlo??

    grazie a tutti per le risposte


    Ciao per quanto riguarda i corsi delle due didattiche che io sappia se vuoi fare il corso UTD tech1 ed hai la certificazine GUE fundamental lo puoi fare al contrario no, per fare un corso GUE devi avere una certificazione GUE.
    Per quanto la differenza tra le due didattiche sostanzialmente sono molto simili.
    Ci sono delle piccole differenza negli skill ma niente di che sono piccolezze.

    Ciao

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  • paolo55
    ha risposto
    Io vado avanti al solito modo con i miei Aladin e con i miei bibo ad aria
    Paolo

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  • TheDoctor
    ha risposto
    Originariamente inviato da lo scrondo Visualizza il messaggio

    Bella bomba .

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  • lo scrondo
    ha risposto
    Nel frattempo fra una caciarata e l'altra e tra un fritto e rifritto leggete qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6147226/?fbclid=IwAR2NGfRVomARdJtrU_wpIOcT8-i_qKVxmFM7RU4a-UT6pSBYbxVGZ6S4P2s
    Auguri!!

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  • RANA
    ha risposto
    Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio
    Però chi Yin e chi Yang ? Chi i jedy e chi i servi del lato oscuro?
    Non so dire chi, sia chi, chi è il nero e chi il bianco, la luce e l'oscurità ..... ma so per certo che il bene vince sempre, ed ha vinto anche in questo caso


    Rana

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  • Mercurio90
    ha risposto
    Originariamente inviato da Alastar Visualizza il messaggio


    Se è una questione di colore allora è facile
    I man in black vincono oppure fanno il doppio gioco?

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  • Alastar
    ha risposto
    Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio

    Però chi Yin e chi Yang ? Chi i jedy e chi i servi del lato oscuro?

    Se è una questione di colore allora è facile

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  • Mercurio90
    ha risposto
    Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio



    Però chi Yin e chi Yang ? Chi i jedy e chi i servi del lato oscuro?

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  • Mercurio90
    ha risposto
    Originariamente inviato da Albertosixsix Visualizza il messaggio
    usare nitrox a 20/30 metri o trimix a 40 lo trovo veramente diseducativo
    Sul nitrox non mi trovi d'accordo, se mi devo fare 35/40 minuti sui 35/40 mt uso nitrox e faccio la metà della deco e mi porto pure nitrox50...così ne faccio ancora meno, se sono su una secca in mezzo al mare, di stare a galleggiare nel nulla dopo un pò mi scoccio. Sul fatto di usare trimix a 40 mt siamo pienamente d'accordo, oltre lo spreco di denaro e di risorse non rinnovabili lo trovo anche non dico pericoloso ma complicare una cosa, diciamo, semplice. Dopo i 50 in percentuali di elio non assurde lo trovo utile, dopo i 60 per tempi di fondo interessanti inizia a essere importante, dopo i 70 direi fondamentale.

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  • RANA
    ha risposto
    Ciao Alberto, ci stai andando giù pesante

    Non raccogliere non è da te.

    Originariamente inviato da Albertosixsix Visualizza il messaggio
    usare nitrox a 20/30 metri
    Io uso il nitrox 20/30 metri quando tengo i corsi e per tanto devo far fare le relative immersioni.
    Io normalmente uso aria, detto questo l'uso del nitrox non lo vedo come una cosa diseducativa.

    Se fai immersioni ripetute, per più giorni come nel caso delle settimane blu (dove le quote non sono profonde) poter usare il nitrox per me è un qualcosa di positivo.

    Originariamente inviato da Albertosixsix Visualizza il messaggio
    trimix a 40 lo trovo veramente diseducativo
    Diciamo che potrebbe essere diseducativo nel caso in cui sia un modo per ostentare ricchezza buttando i soldi "fuori della finestra"

    Non ho nulla in contrario al trimix e sinceramente non lo vedo diseducativo ma uno spreco si, se usato tra i -30 e i -40 metri dove l'aggressione narcotica è relativamente contenuta a tal punto da considerare lo stress la componente principale dei problemi.
    Dato che lo stress non è "attenuato" dalla miscela trimix considerando anche che tra i -30 metri e i -40 metri la densità dell'aria non è ancora un problema direi che è abbastanza inutile.

    Prossimi ai -50 metri, per me inizia ad avere un senso la miscela trimix, premesso che poi dipende sempre da cosa si va a fare e quindi dai tempi di permanenza necessari.


    Cordialmente
    Rana

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  • Albertosixsix
    ha risposto
    usare nitrox a 20/30 metri o trimix a 40 lo trovo veramente diseducativo

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  • RANA
    ha risposto
    Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio

    Dir e aria profonda sono come Yin e Yang



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