Ancora sub dispersi

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  • #46
    Re: sub dispersi

    Originariamente inviato da nat53
    se ho ben capito-non esiste la tecnologia per ritovare un sub alla deriva
    Esiste se ci si pensa prima. Altrimenti, in mare aperto è difficile. Estremamente se non si hanno mezzi di segnalazione anche minimi (pedagno, specchietto, torcia, etc).
    Per questo se si tratta di immersioni vicino reef si consiglia di lanciare subito il pedagno se si perde di vista la parete. In pass con corrente entrante la zona di ricerca è definita. In altre situazioni l'immersione è a rischio. Alcuni sono previdenti, altri no.
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    • #47
      Re: sub dispersi

      Originariamente inviato da nat53
      allora da quel che leggo nelle risposte di voi esperti ci si immerge e si spera di trovare in superficie la barca appoggio ma!si localizza un auto in movimento e non si possono-ovvero-se ho ben capito-non esiste la tecnologia per ritovare un sub alla deriva un pensiero a quei poveri ragazzi aloha
      La tecnologia, genericamente parlando, esiste, ma il mercato non ha ancora partorito un prodotto davvero specifico per subacquei, e ci si è limitati, a qualche rimaneggiamento della tecnologia già esistente per le navi: l'esempio lampante (ma ce ne sarebbero altri) è proprio il Nautilus, che non è altro che un palmare Vhf marino con Dsc stagno fino a 100 metri. C'è da tenere presente che pochissime nazioni ammettono l'uso di palmari Vhf con Dsc, perché lo standard internazionale, che è fatto per le navi, non lo prevede (il discorso sarebbe lungo, non si può fare qui): l'inventore dell'oggetto spera da anni nell'arrivo di una regolamentazione, ma campa cavallo.... E comunque la portata è limitata, non essendo un sistema a trasmissione satellitare, ma questo, per un recupero "al volo" sarebbe il meno. Il problema è proprio nella forzatura dell'usare un sistema "navale" per uno scopo diverso.
      L'unico prodotto davvero specifico sembra (ripeto: sembra) essere l'Enos della tedesca Seareq, che incorpora in un unico oggetto resistente fino a 100 metri un ricevitore GPS e un trasmettitore UHF di bassa potenza che opera nelle bande di libero uso senza licenza (tipo apriporta, ecc), che può emettere il segnale con la posizione del subacqueo. A chi lo manda? Alla barca appoggio, che deve essere dotata di apposito ricevitore grande come una piccola valigetta sul cui schermo appare non solo il segnale d'allarme quando il trasmettitore è attivato, ma anche un semplice schermo di navigazione con il quale è relativamente facile dirigersi direttamente verso il sub perduto. La portata ovviamente è solo di qualche miglio, ma potrebbe bastare per un recupero veloce, poco traumatico e soprattutto senza allarmare (utilmente o no, secondo i casi) le autorità. Insomma, lo si gestisce in proprio, ma occorre che sia i subacquei che soprattutto il personale in barca lo sappiano usare.
      Sul sito del produttore sembra che il sistema sia appoggiato da Padi, da SSI e da IDA e su Internet appaiono pagine del Dan Europe che ne parlano ma non mi sembra che sia molto diffuso, anche se dovrebbe essere sul mercato almeno dal 2007 e ogni paio d'anni viene rilanciato come una novità. Il costo sembra essere dell'ordine delle 650 sterline per il trasmettitore e 2500 per il ricevitore (fonte: Internet).
      Teoricamente sarebbe proprio quel che serve, ma certo il costo non è incoraggiante. La sensazione vera è che il problema interessi poco le didattiche, che contano di più su una prevenzione che poi viene regolarmente disattesa, e ancora meno gli organismi internazionali che si occupano della sicurezza in mare.

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      • #48
        Ciao a tutti, sono Matteo e mi sono iscritto per discutere con voi esperti su questa vicenda.
        I ragazzi dispersi sono infatti miei carissimi amici, e purtroppo sto seguendo - anche in diretto contatto con la famiglia- con sempre maggiore strazio questa che sembra una faccenda misteriosa ancor prima che tragica.
        Premetto che io non ho mai fatto immersioni, nè ho alcuna competenza specifica in materia (mi limito allo snorkeling), però evidentemente alcune cose non quadrano anche agli occhi di un profano.
        Quindi, perdonatemi in anticipo se dirò castronerie, ma vi vorrei fare qualche domanda a cui sarò grato vorrete dare una risposta per cercare di capire meglio alcuni punti.
        Vi linko anzitutto un recente articolo in calce al quale è riportata la testimonianza di Valeria, la ragazza "sopravvissuta".
        http://www.piuturismo.it/magazine/20...i-in-indonesia
        Per chi non l'avesse letto, in alcuni punti è illuminante soprattutto per il pressapochismo delle persone coinvolte...

        I dubbi che ci lacerano sono:

        E' possibile che le correnti incontrate siano state così forti da trascinare così lontano 4 persone, talmente lontano da non riuscire ad avvistare la barca d'appoggio? Il tutto in una zona comunque con fondale basso, e in ogni caso non sconosciuta allaa guida e credo a voi appassionati?

        In condizioni normali o magari di forti correnti, la barca non dovrebbe seguire il più possibile i sub, a costo piuttosto di non far scendere gli snorkelisti?

        Dando per buona la versione della guida, e che quindi i ragazzi siano risaliti, è' possibile che il GAV a lungo andare si sgonfi o comunque perda efficienza?

        I ns. contatti in loco, di fronte all'ipotesi di un incidente in una grotta, hanno affermato di non avere mappa oceanografica della zona, e quindi di non poter escluderne la presenza: è plausibile secondo voi?

        Grazie di cuore a chiunque vorrà dare il suo contributo, anche a nome degli amici e delle famiglie...

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        • #49
          Originariamente inviato da uniconomelibero
          un recente articolo in calce al quale è riportata la testimonianza di Valeria, la ragazza "sopravvissuta".
          Letto. Ok per la testimonianza che chiarisce un minimo l'accaduto, ma quello che è scritto prima, non so da chi, in termini di boe ed altro, non accade sempre neanche in Italia ...
          In altre parole è "normale" che non avessero una boa di segnalazione fissa in superficie, meno normale che non avessero dei segnali (cd. cazzilli) da utilizzare sia sott'acqua che in superficie come segnalatori.

          E' possibile che le correnti incontrate siano state così forti da trascinare così lontano 4 persone, talmente lontano da non riuscire ad avvistare la barca d'appoggio ?
          Con la dinamica descritta nella testimonianza, sì, possibilissimo, anzi probabile. Incidenti mortali di questo tipo ci sono già stati in varie parti del mondo.

          Il tutto in una zona comunque con fondale basso, e in ogni caso non sconosciuta allaa guida e credo a voi appassionati?
          Se le correnti erano forti ed il mare formato, sì

          In condizioni normali o magari di forti correnti, la barca non dovrebbe seguire il più possibile i sub, a costo piuttosto di non far scendere gli snorkelisti?
          Sì, ma dalla testimonianza è evidente come la guida non abbia preso alcuna precauzione al proposito.
          Se si vuole trovare un sicuro colpevole, quella "guida" lo è a prescindere.

          è' possibile che il GAV a lungo andare si sgonfi o comunque perda efficienza?
          Anche un mutino corto, da una gallegiabilità supplementare. Senza attrezzatura il galleggiamento si mantiene senza grossi problemi. Un gav usato come galleggiante non si sgonfia da solo ed in caso in superficie può essere rigonfiato a bocca. In questi casi la zavorra (i pesi) viene subito abbandonata. Sganciando ed abbandonando le bombole (se erano 12 in alluminio a fine immersione avrebbero tra l'altro potuto essere anche un minimo positive) , con i gav avrebbero anche potuto formare un'"isola" galleggiante. Questo razionalmente. Poi qualcuno se preso dal panico (e solo in questo caso) magari sovrazzavorrato abbia provocato lo sgonfiaggio del gav annegando è possibile ma improbabile che possa essere accaduto a tutti.


          I ns. contatti in loco, di fronte all'ipotesi di un incidente in una grotta, hanno affermato di non avere mappa oceanografica della zona, e quindi di non poter escluderne la presenza: è plausibile secondo voi?
          Sì, grotte e cavità sottomarine non sono mappate nelle carte.

          Per il resto la testimonianza accenna a traffico navale ed al fatto che da una barca abbiano visto un segnalatore arancione senza nessuno.
          E' chiaro che al momento qualsiasi ipotesi è possibile, anche quella del rapimento per quanto improbabile, ma se erano in superficie una di queste ipotesi può essere l'investimento da parte di imbarcazioni (in termini di mera probabilità maggiore di quella ad esempio di un attacco di qualche animale marino).

          Purtroppo sembra di capire che anche le ricerche (specie le prime) non siano state condotte razionalmente.

          Dando per buona la versione della guida occorrerebbe capire se c'è gente sufficientemente esperta della zona per capire dove possano essere finiti, ma appunto occorrerebbe conoscere il posto.

          Che la guida possa averli abbandonati per cercare aiuto, è purtroppo plausibile.
          www.liberisub.it

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          • #50
            Originariamente inviato da M.
            Che la guida possa averli abbandonati per cercare aiuto, è purtroppo plausibile.
            Abbandonando la sua attrezzatura (eventuali pesi, gav e bombola). In questi casi è l'unico modo per poter nuotare in superfice, specie con corrente non a favore. In questo non c'è veramente nulla di strano (assurdi i commenti in contrario ma basta provare per capirlo).
            www.liberisub.it

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            • #51
              Sull'intervista della sorella:
              la versione che racconta della guida è del tutto verosimile. Non ci sono "stranezze": l'abbandono dell'attrezzatura è come scritto normale, il computer può veramente averlo perso (ci sono modelli che si slacciano facilmente), anche nuotando ed in ogni caso non pensa a lasciarlo (l'attrezzatua, cioè solo gav, bombola, pesi sì per poter nuotare liberamente), le discrepanze di orario non sono anormali non potendo la guida valutare veramente il trascorrere del tempo in quelle condizioni.
              Andrebbe valutato se l'imbarcazione che ha trovato la guida sarebbe stata in grado come autonomia di condurre ricerche immediate più lunghe, ma appunto in una catena di errori ...
              www.liberisub.it

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              • #52
                Corretta l'osservazione di Fiorella che scrive che dalla cartina il mare aperto era vicino (Celebes) e che se la corrente andava in quella direzione ...
                www.liberisub.it

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                • #53
                  "la guida turistica di questa barca mi dice che hanno visto il segnale arancione in mare, ma senza persone, una turista di questa barca dice che ha visto anche una o più bombole ma non giubbotti o persone"

                  Non hanno rintracciato queste persone per avere più chiarimenti su questo ?
                  www.liberisub.it

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                  • #54
                    La sorella di uno dei tre sub dispersi: "La guida operava senza la licenza"
                    Claudia Mastrogiuseppe denuncia: neppure il diving aveva le carte in regola


                    http://www.ilgiorno.it/milano/borneo...arsi-1.1285739

                    nello

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                    • #55
                      http://www.famigliacristiana.it/arti...scomparsi.aspx


                      29/09/2015
                      Valeria Baffà è la fidanzata di Daniele Buresta, uno dei tre sub italiani in vacanza in Indonesia di cui, insieme a una ragazza belga, non si hanno notizie dal 15 agosto.
                      Le ricerche ufficiali sono state sospese, ma vanno avanti quelle private anche grazie a una pagina Facebook.
                      E resta in piedi l'ipotesi del rapimento.


                      Continua al link

                      nello

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                      • #56
                        " Inghiotti dal mare tre anni fa mentre erano in vacanza all’isola di Sangalaki nel Borneo, nell’est dell’Indonesia.
                        Mai più ritrovati. Non una pinna, non una maschera affiorata in superficie nonostante le ricerche con navi ed elicotteri siano andate avanti per settimane nel raggio di diversi chilometri scandagliando fondali e lembi di terra. Oggi è il terzo anniversario della scomparsa dei tre sub milanesi
                        Daniele Buresta, 36 anni, Alberto Mastrogiuseppe, coetaneo, e della sua fidanzata Michela Caresani, 33, dichiarati morti un anno fa in Indonesia, a due anni dalla disgrazia.
                        Dispersa anche una ragazza belga di 29 anni, Vana Chris Vanpuyvelde. Alle famiglie resta il dolore, «intenso come allora». E il desiderio di «sapere la verità». Lo dice
                        Claudia Mastrogiuseppe, sorella di Alberto. «Per il terzo anno ci ritroviamo a commemorare la scomparsa dei nostri cari e ognuno lo fa a suo modo. Io e la mia famiglia ricorderemo Alberto nella preghiera, durante una messa in campagna». Il giorno di Ferragosto del 2015 la loro vacanza a Sangalaki era agli sgoccioli: tutti sub esperti, avevano deciso di terminare l’esperienza con un’ultima immersione. "

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                        • #57
                          "Siamo in contatto con l’Ambasciata italiana in Indonesia, la quale ha chiesto verbalmente che la competenza delle indagini sulla scomparsa dei ragazzi sia trasferita nella capitale, passando quindi a Jakarta dall’isoletta di Sangalaki, dove al momento tutto resta affidato alla polizia del posto.
                          Siamo in attesa di sviluppi. La pandemia, certo, ha rallentato tutto.
                          Ma noi non ci arrendiamo: vogliamo sia fatta luce sulla vicenda". Ricorre oggi il sesto anniversario della scomparsa dei tre milanesi Alberto Mastrogiuseppe, che 6 anni fa aveva 36 anni, Daniele Buresta, coetaneo, e Michela Caresani, fidanzata di Alberto, allora trentatreenne, spariti misteriosamente nel Borneo durante un’immersione organizzata con una guida del posto nelle acque attorno all’isola di Sangalaki."

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                          • #58
                            "«Le indagini sono ferme. Abbiamo chiesto lumi all’Ambasciata italiana a Jakarta tramite i nostri avvocati e la risposta è stata che gli uffici si sono riattivati per avere informazioni.
                            Dobbiamo aspettare". La verità su cosa sia successo ai tre sub milanesi scomparsi a Ferragosto di 7 anni fa nell’isola di Sangalaki, in Indonesia, dopo un’immersione, è sempre più lontana. Ad aggiornare sulla vicenda è Claudia Mastrogiuseppe, sorella di Alberto, che aveva 36 anni quando è stato inghiottito dalle acque insieme all’amico Daniele Buresta, coetaneo, e a Michela Caresani, fidanzata di Alberto, che quest’anno avrebbe compiuto 40 anni. Nel gruppo c’era anche una ragazza belga che allora aveva 29 anni, Vana Chris Vanpuyvelde, pure lei scomparsa, mentre è tornata a casa Valeria Baffè, ora quarantunenne, che era la fidanzata di Daniele: non aveva partecipato a quella gita ma aveva preferito praticare snorkeling."

                            "Non sono state accertate le responsabilità della guida, nonostante abbia dichiarato di aver lasciato i ragazzi da soli (dopo averli persi di vista a causa della corrente, ndr )", dice Mastrogiuseppe.
                            Dopo la scomparsa, le ricerche andarono avanti per giorni con barche ed elicotteri setacciando decine di isolotti del luogo.
                            Ma niente da fare: dei sub, nessuna traccia. Alle famiglie resta un dolore che non si cancella. E, come ogni anno, oggi Alberto, Daniele e Michela verranno ricordati durante una cerimonia religiosa a Gattinara, vicino Vercelli, il paese d’origine della mamma di Alberto che lì trascorreva l’estate da bambino.
                            "Noi non li dimenticheremo – conclude la sorella – e sappiamo che il nostro saluto li raggiungerà, ovunque siano".
                            Tre milanesi in vacanza non tornarono più a galla dopo un’immersione. Le famiglie aspettano ancora risposte

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