MI permetto di intervenire per portare alla vostra attenzione un fenomeno che, evidentemente, è umano, visto che si manifesta in parecchi esemplari ...
Vi basti cercare "Urbex" oppure "Urban Explorer"... trascurando i discorsi etici riguardanti il lasciare "impronte" o meno, questo tipo di attività si sta diffondendo in alcune comunità e in un range di età (15-30). Addirittura sono apparse alcune trasmissioni (che reputo altamente diseducative perché mostrano "imprese" decisamente rischiose per l'incolumità di chi le compie).
Mettersi a fare la verticale o un "salto mortale" sul ciglio di un cornicione a svariate decine di metri da terra (documentando il tutto con riprese e foto) sono cose che la maggior parte di noi reputerebbe stupide e "da evitare" ... Spesso c'è anche il vento a fare la sua parte !
Eppure, sempre più giovani le compiono ... sono anche sicuro che conoscano i rischi (se cadi ti spiaccichi), semplicemente, sono attratti dalla scarica di adrenalina e non repulsi abbastanza da quello che normalmente è considerato un sano senso di attaccamento alla propria incolumità.
Chi vuole rischiare il meno possibile, ma nel contempo è attratto dall'impresa cercherebbe di avere tutte le possibili dotazioni di sicurezza (esercito in superficie, telone per ammortizzare la caduta ... ).
Chi non si preoccupa del rischio, non si preoccupa affatto delle dotazioni di sicurezza.
In mezzo c'è tutto il resto.
Il tutto per raggiungere un obiettivo: compiere un'impresa - che può essere quello dell'arrampicata in libera su un traliccio in cima a un grattacielo, oppure il raggiungere i -300m con attrezzatura subacquea, o sfiorare l'erba con la tuta alare dopo essere passato in mezzo ad un buco nella roccia...
Teoricamente, se il tentativo fosse destinato a non poter avere successo in nessun caso, allora si configurerebbe come suicidio, altrimenti può andare dalla bravata alla ben pianificata e gestita impresa da record.
Qualche volta va male ...
Il rischio residuo di andare sulla Luna (dopo tutte le pianificazioni e le dotazioni di sicurezza) era comunque altissimo - andò bene un certo numero di volte, quasi male una volta (Apollo 13) - considerato un successo del supporto, ma un fallimento della missione. Andò male per Apollo 1, mai lanciato perché tutto l'equipaggio (3 astronauti) morì in un incendio durante un'esercitazione.
Però, non volermene Rana, si pensa ad andare sulla Luna in termini diversi - solo perché le conseguenze dell'impresa hanno influenzato l'umanità - lo stesso dicasi dei grandi esploratori che su gusci di noce se ne andavano in giro per i 7 mari.
Le capriole a +100m, il tuffo a -300 e lo sfiorare l'erba a 0.2 Mach non avrebbero altrettanta influenza se avessero successo. Forse per questo le giudichiamo diversamente dalle altre.
Continuo a pensare che siano tutte sfide, sono pronto a giustificarne alcune più di altre, ne compirei davvero poche, avendo la soglia dei rischi inaccettabili piuttosto bassa..
In tutto questo mi spiace per il malcapitato e per coloro che gli erano vicini.
Vi basti cercare "Urbex" oppure "Urban Explorer"... trascurando i discorsi etici riguardanti il lasciare "impronte" o meno, questo tipo di attività si sta diffondendo in alcune comunità e in un range di età (15-30). Addirittura sono apparse alcune trasmissioni (che reputo altamente diseducative perché mostrano "imprese" decisamente rischiose per l'incolumità di chi le compie).
Mettersi a fare la verticale o un "salto mortale" sul ciglio di un cornicione a svariate decine di metri da terra (documentando il tutto con riprese e foto) sono cose che la maggior parte di noi reputerebbe stupide e "da evitare" ... Spesso c'è anche il vento a fare la sua parte !
Eppure, sempre più giovani le compiono ... sono anche sicuro che conoscano i rischi (se cadi ti spiaccichi), semplicemente, sono attratti dalla scarica di adrenalina e non repulsi abbastanza da quello che normalmente è considerato un sano senso di attaccamento alla propria incolumità.
Chi vuole rischiare il meno possibile, ma nel contempo è attratto dall'impresa cercherebbe di avere tutte le possibili dotazioni di sicurezza (esercito in superficie, telone per ammortizzare la caduta ... ).
Chi non si preoccupa del rischio, non si preoccupa affatto delle dotazioni di sicurezza.
In mezzo c'è tutto il resto.
Il tutto per raggiungere un obiettivo: compiere un'impresa - che può essere quello dell'arrampicata in libera su un traliccio in cima a un grattacielo, oppure il raggiungere i -300m con attrezzatura subacquea, o sfiorare l'erba con la tuta alare dopo essere passato in mezzo ad un buco nella roccia...
Teoricamente, se il tentativo fosse destinato a non poter avere successo in nessun caso, allora si configurerebbe come suicidio, altrimenti può andare dalla bravata alla ben pianificata e gestita impresa da record.
Qualche volta va male ...
Il rischio residuo di andare sulla Luna (dopo tutte le pianificazioni e le dotazioni di sicurezza) era comunque altissimo - andò bene un certo numero di volte, quasi male una volta (Apollo 13) - considerato un successo del supporto, ma un fallimento della missione. Andò male per Apollo 1, mai lanciato perché tutto l'equipaggio (3 astronauti) morì in un incendio durante un'esercitazione.
Però, non volermene Rana, si pensa ad andare sulla Luna in termini diversi - solo perché le conseguenze dell'impresa hanno influenzato l'umanità - lo stesso dicasi dei grandi esploratori che su gusci di noce se ne andavano in giro per i 7 mari.
Le capriole a +100m, il tuffo a -300 e lo sfiorare l'erba a 0.2 Mach non avrebbero altrettanta influenza se avessero successo. Forse per questo le giudichiamo diversamente dalle altre.
Continuo a pensare che siano tutte sfide, sono pronto a giustificarne alcune più di altre, ne compirei davvero poche, avendo la soglia dei rischi inaccettabili piuttosto bassa..
In tutto questo mi spiace per il malcapitato e per coloro che gli erano vicini.
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