Quando scrivo mi capita spesso di appoggiare i piedi su una vecchia cassa da marinaio che comprai tanti anni fa a Falmouth non lontano da Lizard Point, estremo sud est del Regno Unito. Una cassa nella quale metto i libri che non stanno più negli scaffali ma anche, quasi in segreto, i libri che mi sono più cari. Una cosa quasi scaramantica; dovesse capitare di imbarcarsi in fretta e portar via poche cose…”you never know” , come dicono gli Inglesi, “la cassa è sempre pronta!”.
Tra quei libri ce n’è uno che mi lasciò mio padre e che adoro, si intitola “Inside Africa” e lo ha scritto nel 1957 John Gunther, è corredato da una carta geografica e da 131 belle fotografie in bianco e nero.
La cartina è fenomenale: ci sono stati che ora non esistono più come il Sudan Anglo Egiziano o il Rio de Oro, l’immensa Africa Occidentale Francese ed Equatoriale Francese, la Beciuania o, al posto della Namibia una semplicissima africa del Sud Ovest. Le fotografie dell’epoca non sono da meno e le descrizioni sotto ogni foto fanno capire quei tempi: “Ruwenzori: negro e negretta attingono l’acqua al fiume” e così via.
Il libro in se è una specie di atlante storico (non so se esiste ancora tra le pubblicazioni Garzanti – il titolo in Italiano è semplicemente Africa) un misto di descrizioni dei vari luoghi africani partendo dal nord ovest e in senso orario giù fino alle terre del Natal per poi risalire su fino a Monrovia in Liberia.
La lettura deve essere tipo quella che si fa di una enciclopedia e cioè si va a cercare volta per volta ciò che più interessa, magari preparando un viaggio o anche per pura curiosità, per saperne di più di quel grande continente che è l’Africa con il suo irresistibile fascino. E' questo il bello del libro, non lo leggi e via ma lo consulti come strumento per i tuoi sogni E quando apro la cassa del marinaio e tiro fuori il libro, mi si scombussola letteralmente lo stomaco; il mal d’Africa esiste raga, eccome se esiste e ti fa stare male davvero, prende lo stomaco e ti fa prendere anche una voglia da impazzire di ciapà su e vai.....tirar su e andare.
E allora ti succede che cominci a sognare, si sognare perche non potendo partire subito entri in una specie di frenesia preparatoria che, se sei fortunato resta chiusa nel tuo studio e tra i tuoi libri, se lo sei meno come lo sono io in questi giorni di ferragosto, l’attacchi a tutta la famiglia e poi son davvero cazzi.
E allora eccomi qui a pianificare ancor meglio un viaggio che ho in testa da almeno sei anni e che vorrei davvero poter fare anche con voi, con chi vorrà venire con me, appassionato d’Africa e appassionato di belle immersioni, magari in mari che per turisti sono ancora e fortunatamente poco conosciuti: REGOLA D'ORO: è come quando trovi un bel ristorantino dove mangi da prinicpe e spendi poco….guai a dirlo troppo in giro.
Io dispongo di una Land Rover defender 90 (è la mia quinta Land, le precedenti, tutte vendute con non meno di 350.000 chilometri e tutte, dico tutte, tutt’ora circolanti….pensandoci ci sarebbe da incazzarsi: “vanno ancora!”) ed è con questa vettura, con carrello-diving che ormai tanti conoscono, che intenderei muovere partendo da Milano. Non ho ancora pensato a quanti giorni potrebbe durare il viaggio ma sono abbastanza certo che con meno di 30 si possa assolutamente fare, anche meno di 20 per chi lo desiderasse. L’attrezzatura è quella tipica da africa: niente vestiti, una comoda tenda (magari da tetto) taniche acqua e gasolio q.b., diving appresso con bombola da 15 lt., (ho io il compressore) un po’ di medicine, coltellino svizzero e non troppi soldi in tasca. Un bel cappello, quello si che è importante, un buon cappello.
Milano – Ancona – Bari – Brindisi dove nella migliore tradizione Chatwiniana si imbarcano mezzi e bagagli sul ponte di un bel mercantile sul quale si dorme guardando le stelle. Ci vuole poco tempo e poco denaro per farsi portare a Port Said da dove si parte davvero. Quattro pratichette doganali da un mio amico a Port Fuad e poi giù, canale di Suez a destra con sostine e, volendo, immersioncine nel Lago dei Coccodrilli, nel Grande lago Amaro e Piccolo lago Amaro prima di giungere a Ras Misalla e Uyun Musa (le sorgenti di Mosè) estrema punta nord del mar Rosso. Da qui in giù è tutto un paradiso ancor più bello, strada costiera e posti come Ras Sudr, Ras Matarma, Ras Budran e Abu Rudeis per arrivare a Ras Sharatib ed ammirare lo splendido Uadi Feiran che scendendo da S. Caterina si tuffa nel mare. E da Port Said non abbiamo neppure fatto 500 km! Questa è la parte per intenditori, per chi non si fa troppe storie a buttarsi in acqua di giorno o di notte e senza neppur sapere cosa c’è sotto. (ma io so che a Ras Matarma c’è un relitto della 2^ WW in quaranta metri d’acqua)
Vi piace? Vi intriga? …..Una volta dissi al mio amico Pietro (Sardafritta) quasi quasi mi sparo un po’ di immersioni in Normandia, sui relitti del D-Day…..detto fatto e, Lilli compresa, partimmo in 25 e fu una vacanzina mica male, ci feci un documentario e parlò di noi anche il TG3!!!!. E mi viene anche un lacrimone perché con noi c’era Walter Mariani, splendido uomo e grandioso sub scomparso il 23 Ottobre 2010 nel lago di Garda…ti ricorderò per tutta la vita Walter!
Torniamo a noi, la parte più bella è da qui fino a Sharm passando per posticini come Belaym, Abu Durba, El Tur, Garra e l’arcinota Shoab Ali con il suo Thistlegorm. Tutti posti dove con pochi denari si trova gente disposta a portarci in barca su reef mai visti e mai visitati….
Da Sharm due le alternative: io, sempre in macchina torno su via Elat, mentre invece chi vuole carica armi e bagali in un container che arriva a Genova in 15 gg e torna, sfigatissimo, in aereo insieme a due piastrellisti bergamaschi con narghilè nel bagaglio a mano: uno in viaggio di nozze e l’altro nozze d’argento…..
Che dite? E' contagioso? Viene anche a voi il mal d’Africa?
Tra quei libri ce n’è uno che mi lasciò mio padre e che adoro, si intitola “Inside Africa” e lo ha scritto nel 1957 John Gunther, è corredato da una carta geografica e da 131 belle fotografie in bianco e nero.
La cartina è fenomenale: ci sono stati che ora non esistono più come il Sudan Anglo Egiziano o il Rio de Oro, l’immensa Africa Occidentale Francese ed Equatoriale Francese, la Beciuania o, al posto della Namibia una semplicissima africa del Sud Ovest. Le fotografie dell’epoca non sono da meno e le descrizioni sotto ogni foto fanno capire quei tempi: “Ruwenzori: negro e negretta attingono l’acqua al fiume” e così via.
Il libro in se è una specie di atlante storico (non so se esiste ancora tra le pubblicazioni Garzanti – il titolo in Italiano è semplicemente Africa) un misto di descrizioni dei vari luoghi africani partendo dal nord ovest e in senso orario giù fino alle terre del Natal per poi risalire su fino a Monrovia in Liberia.
La lettura deve essere tipo quella che si fa di una enciclopedia e cioè si va a cercare volta per volta ciò che più interessa, magari preparando un viaggio o anche per pura curiosità, per saperne di più di quel grande continente che è l’Africa con il suo irresistibile fascino. E' questo il bello del libro, non lo leggi e via ma lo consulti come strumento per i tuoi sogni E quando apro la cassa del marinaio e tiro fuori il libro, mi si scombussola letteralmente lo stomaco; il mal d’Africa esiste raga, eccome se esiste e ti fa stare male davvero, prende lo stomaco e ti fa prendere anche una voglia da impazzire di ciapà su e vai.....tirar su e andare.
E allora ti succede che cominci a sognare, si sognare perche non potendo partire subito entri in una specie di frenesia preparatoria che, se sei fortunato resta chiusa nel tuo studio e tra i tuoi libri, se lo sei meno come lo sono io in questi giorni di ferragosto, l’attacchi a tutta la famiglia e poi son davvero cazzi.
E allora eccomi qui a pianificare ancor meglio un viaggio che ho in testa da almeno sei anni e che vorrei davvero poter fare anche con voi, con chi vorrà venire con me, appassionato d’Africa e appassionato di belle immersioni, magari in mari che per turisti sono ancora e fortunatamente poco conosciuti: REGOLA D'ORO: è come quando trovi un bel ristorantino dove mangi da prinicpe e spendi poco….guai a dirlo troppo in giro.
Io dispongo di una Land Rover defender 90 (è la mia quinta Land, le precedenti, tutte vendute con non meno di 350.000 chilometri e tutte, dico tutte, tutt’ora circolanti….pensandoci ci sarebbe da incazzarsi: “vanno ancora!”) ed è con questa vettura, con carrello-diving che ormai tanti conoscono, che intenderei muovere partendo da Milano. Non ho ancora pensato a quanti giorni potrebbe durare il viaggio ma sono abbastanza certo che con meno di 30 si possa assolutamente fare, anche meno di 20 per chi lo desiderasse. L’attrezzatura è quella tipica da africa: niente vestiti, una comoda tenda (magari da tetto) taniche acqua e gasolio q.b., diving appresso con bombola da 15 lt., (ho io il compressore) un po’ di medicine, coltellino svizzero e non troppi soldi in tasca. Un bel cappello, quello si che è importante, un buon cappello.
Milano – Ancona – Bari – Brindisi dove nella migliore tradizione Chatwiniana si imbarcano mezzi e bagagli sul ponte di un bel mercantile sul quale si dorme guardando le stelle. Ci vuole poco tempo e poco denaro per farsi portare a Port Said da dove si parte davvero. Quattro pratichette doganali da un mio amico a Port Fuad e poi giù, canale di Suez a destra con sostine e, volendo, immersioncine nel Lago dei Coccodrilli, nel Grande lago Amaro e Piccolo lago Amaro prima di giungere a Ras Misalla e Uyun Musa (le sorgenti di Mosè) estrema punta nord del mar Rosso. Da qui in giù è tutto un paradiso ancor più bello, strada costiera e posti come Ras Sudr, Ras Matarma, Ras Budran e Abu Rudeis per arrivare a Ras Sharatib ed ammirare lo splendido Uadi Feiran che scendendo da S. Caterina si tuffa nel mare. E da Port Said non abbiamo neppure fatto 500 km! Questa è la parte per intenditori, per chi non si fa troppe storie a buttarsi in acqua di giorno o di notte e senza neppur sapere cosa c’è sotto. (ma io so che a Ras Matarma c’è un relitto della 2^ WW in quaranta metri d’acqua)
Vi piace? Vi intriga? …..Una volta dissi al mio amico Pietro (Sardafritta) quasi quasi mi sparo un po’ di immersioni in Normandia, sui relitti del D-Day…..detto fatto e, Lilli compresa, partimmo in 25 e fu una vacanzina mica male, ci feci un documentario e parlò di noi anche il TG3!!!!. E mi viene anche un lacrimone perché con noi c’era Walter Mariani, splendido uomo e grandioso sub scomparso il 23 Ottobre 2010 nel lago di Garda…ti ricorderò per tutta la vita Walter!
Torniamo a noi, la parte più bella è da qui fino a Sharm passando per posticini come Belaym, Abu Durba, El Tur, Garra e l’arcinota Shoab Ali con il suo Thistlegorm. Tutti posti dove con pochi denari si trova gente disposta a portarci in barca su reef mai visti e mai visitati….
Da Sharm due le alternative: io, sempre in macchina torno su via Elat, mentre invece chi vuole carica armi e bagali in un container che arriva a Genova in 15 gg e torna, sfigatissimo, in aereo insieme a due piastrellisti bergamaschi con narghilè nel bagaglio a mano: uno in viaggio di nozze e l’altro nozze d’argento…..
Che dite? E' contagioso? Viene anche a voi il mal d’Africa?
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