Apnea ed ipnosi, che ne pensate?

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  • #16
    quoto rana
    le sensazioni spiacevoli non sono altro che campanelli di allarme che ci fanno capire di ricominciare a respirare
    ipnosi serve solo a renderti piu rilassato, nel senso che ti vengono indotti comandi (decisi da te ) che ti portanto al rilassamento totale
    nel senso durante la seduta ti viene indotto che pensare blu o pensare a acqua in faccia (sono solo esempi) il tuo fisico e la tua testa si rilassano.
    prima di scnedere in mare ti apparti con te stesso , entri in uno stato di rilassamento e pensi ai comandi indotti.
    cosi funziona
    training immaginativo con comandi dati in ipnsoi ......una figata
    io ci sono riuscito da solo , quando non ho sonno per agevolare il riposo devo pensare a tonni
    IL LATO OSCURO DEL DIVING:
    CHE L'AZOTO SIA CON VOI

    FREEDOM FOR THE BANNED

    mdd un' apostrofo rosa tra le parole m'embolizzo

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    • #17
      Alt, non sono riuscito a farmi capire.
      Quando parlo di sottrarsi alle sensazioni sgradevoli non mi riferisco alla loro soppressione attraverso l'ipnosi ma, molto piu' semplicemente, all'interruzione dell'apnea.

      Come giustamente dite, fame d'aria e contrazioni diaframmatiche sono campanelli d'allarme... e qual'e' la reazione istintiva/naturale ad un allarme? Sottrarsi al "pericolo" ossia, nel caso dell'apnea, cacciare la testa fuori dall'acqua e ricominciare a respirare.

      L'ipnosi non servirebbe quindi a mettere a tacere i campanelli d'allarme ma a controllare e gestire quella reazione istintiva/naturale... che, mi pare, sia la stessa cosa che fanno molti apneisti, a qualsiasi livello, usando tecniche differenti (meditazione, yoga, esercizi di respirazione/rilassamento).

      Per come la vedo io, la differenza fra l'ipnosi ed altre pratiche diffuse nell'apnea non sta nello scopo o in quello che si va ad ottenere alla fine del "percorso di auto-consapevolezza" ma semplicemente nel fatto che l'ipnosi sarebbe un percorso "guidato", la meditazione un percorso "autonomo".

      E ripeto anche che non vedo l'ipnosi come una "scorciatoia" per un risultato ma come uno "strumento di lavoro" per superare determinati blocchi.
      Saverio Cannilla
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      • #18
        Originariamente inviato da secan
        Alt, non sono riuscito a farmi capire.
        Penso che probabilmente alla base ci sia - sicuramente - una mia ignoranza nel concetto stesso d'ipnosi.
        Probabilmente non ci capiamo perché parliamo d'ipnosi con due concetti differenti su che cosa intendiamo per ipnosi e questo genera la difficoltà mia di capire quello che tu vuoi esprimere.

        Nel mio primo intervento ho esordito con questa domanda:
        Originariamente inviato da RANA
        Innanzitutto chiediamoci cosa intendiamo per "ipnosi" ????

        Originariamente inviato da secan
        Quando parlo di sottrarsi alle sensazioni sgradevoli non mi riferisco alla loro soppressione attraverso l'ipnosi ma, molto piu' semplicemente, all'interruzione dell'apnea.
        Come giustamente dite, fame d'aria e contrazioni diaframmatiche sono campanelli d'allarme... e qual'e' la reazione istintiva/naturale ad un allarme? Sottrarsi al "pericolo" ossia, nel caso dell'apnea, cacciare la testa fuori dall'acqua e ricominciare a respirare.
        Diciamo di si anche se non condivido questa associazione sull'istintiva percezione del pericolo.
        Secondo me, un apneista consapevole avverte, percepisce ed interpreta correttamente i segnali del suo corpo e questo non scatena reazioni di paura ma al contrario porta alla corretta gestione dell'apnea stessa.

        Originariamente inviato da secan
        L'ipnosi non servirebbe quindi a mettere a tacere i campanelli d'allarme ma a controllare e gestire quella reazione istintiva/naturale... che, mi pare, sia la stessa cosa che fanno molti apneisti, a qualsiasi livello, usando tecniche differenti (meditazione, yoga, esercizi di respirazione/rilassamento).
        Ok fino a qui penso di seguirti e di capire quello che vuoi dire.
        Penso di sapere dove le nostre posizioni divergono ma aspetto il tuo passaggio successivo per scriverlo.

        Originariamente inviato da secan
        Per come la vedo io, la differenza fra l'ipnosi ed altre pratiche diffuse nell'apnea non sta nello scopo o in quello che si va ad ottenere alla fine del "percorso di auto-consapevolezza" ma semplicemente nel fatto che l'ipnosi sarebbe un percorso "guidato", la meditazione un percorso "autonomo".
        Ecco penso che adesso ci siamo.
        Recuperiamo la domanda che inizialmente ho riproposto:
        Cosa intendiamo per ipnosi ???
        Riporto il seguito del mio primo intervento:
        Originariamente inviato da RANA
        Se per ipnosi intendiamo la capacità di una persona di aprire - con specifiche tecniche - un "canale" di "dialogo" con l'inconscio di ognuno di noi e poi - tramite questa via - immettere delle nozioni, schemi o ordini tali per cui poi il soggetto una volta cosciente riesce a recuperare e padroneggiare una disciplina come l'apnea - io non ci credo e sono, e rimango, molto scettico a riguardo.

        Se, al contrario, per ipnosi intendiamo una nostra proiezione mentale che manifesta effetti sul nostro corpo in questo caso - secondo me - con il termine "ipnosi" s'intendono tutte quelle tecniche di auto controllo e rilassamento come la "visualizzazione" che vengono comunemente usate non solo nell'apnea ma anche nelle arti marziali e in molti altri sport.
        In questo caso io non la chiamerei "ipnosi" ma capisco che - per esempio: molte tecniche di rilassamento possono essere "viste" come forme di autoipnosi.
        Tutto questo non è una novità ma la normalità già si fa e si usa.
        Per esempio lo yoga, il training autogeno - sono esempi di tecniche che fanno ormai parte integrante del mondo dell'apnea e la cui pratica può essere vista come una forma di auto ipnosi o estraneazione dall'ambiente circostante per trovare una propria concentrazione.
        Originariamente inviato da secan
        E ripeto anche che non vedo l'ipnosi come una "scorciatoia" per un risultato ma come uno "strumento di lavoro" per superare determinati blocchi.
        Io non considero le tecniche di Yoga o di training autogeno forme di autoipnosi ma riconosco che hanno con molte affinità tanto da poter pensare che ci sia al loro interno aspetti di auto suggestione.

        Io non considero la persona esterna che "guida" l'esperienza Yoga o di training autogeno una persona che sta ipnotizzando il o i soggetti.
        Per me tutto questo non si può ricondurre all'ipnosi anche se ammetto e riconosco che ci sono aspetti in comune.

        Per me l'ipnosi è una tecnica in cui una volta indotta una "trance" si va a indagare l'inconscio e le esperienze emotive del soggetto cercando - e molto spesso tentando diciamo di mettere "ordine".
        Io per ipnosi intendo queste tecniche che considero particolari e ammesso anche di poterle applicare ne ravvedo i rischi di andare a toccare l'emotività dei soggetti.

        Se al contrario intendiamo per ipnosi le tecniche di visualizzazione e di auto controllo (non mi piace parlare di auto suggestione) in questo caso condivido il tuo discorso ma sappi che già si fa non stai dicendo nulla di nuovo.


        Cordialmente
        Rana

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