Sproloqui in libertà

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  • #16
    Re: Sproloqui in libertà

    Originariamente inviato da Steve
    Originariamente inviato da secan
    A scanso di equivoci, il titolo del thread si riferisce ai miei sproloqui, non ai messaggi di condoglianze.
    il non aver considerato i tuoi come sproloqui, dove mi pone?
    caro il mio paciarotto
    Temo ti ponga al mio stesso livello dell'universo... che non è una buona notizia, considerato che si trova in un reparto di neuropsichiatria
    Saverio Cannilla
    Essere moderatore di un forum di subacquea NON significa essere un subacqueo esperto. Traete le vostre conclusioni.

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    • #17
      Re: Sproloqui in libertà

      Originariamente inviato da secan
      Originariamente inviato da miciomicio
      ok.
      Gattaccio, non prenderla sul personale
      ... e poi, magari (anzi, probabilmente), sono io che ragiono in modo strano, visto che la cosa pare essere considerata normale da tutti gli altri.

      Non sono un ginecologo, ma un occhiata
      la darei volentieri.

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      • #18
        micio se tiri la zampa io mi dispiaccio davvero....

        se tiro la zampa io non lo dico a nessuno

        se tira la zampa secan l'indulgente gli scriviamo che e' colpa sua perchè non ha il brevetto di specialità riposo prolungato
        ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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        • #19
          Re: Sproloqui in libertà

          Originariamente inviato da Steve
          Originariamente inviato da Boa Gialla
          Per se stessi, anche.
          Saverio, recupera un pochino di indulgenza. Non è (se non in sporadici casi di polemiche del cazzo) che un modo di esprimere vicinanza, e forse esorcizzare anche qualche paura.
          A.
          Concordo ma non credo sia un problema di indulgenza da parte di Saverio (che indulgente non è, per inciso )
          L'esprimere vicinanza, cordoglio etc ci sta a prescindere, in fondo come in superficie (...) quella subacquea dovrebbe essere una sorta di comunità....
          (lo so, ho detto una minchiata e lo provano sia il tuo accenno alle polemiche del cazzo che ben conosciami sia - personalmente - quella volta che ho attaccato al muro due imbecilli dopo che avevano commentato che un morto "se lo era meritato" poichè brevettato da un'agenzia diversa dalla loro)
          E mi fermo qui.
          Lo sproloquio semmai è nella disinformazione speculativa da parte dei mezzi di informazione cui accennavo rispetto all'ultimo incidente segnalato dal gattaccio.
          Se volessi fare un discorso serio ( e non voglio, dopo una cenetta a trastevere con la tua amica panda rosso, la sua degna commare angloiraniana, ed il lei superfotografo, che ancora rosico per ciò che successe su quella barca colma di persone deliziose) parlerei del normale senso di appartenenza comunitario, un vincolo psicosociologico che da quando deambulavamo poggiando le nocche delle mani per terra ha costituito il motore fondamentale del progresso(?) della razza umana.

          Il nostro Don Saverio pone una domanda sensata, come sempre dal alto del suo pero. Il credo che l'uomo abbia bisogno di consolazione, di ottenere fiducia in se e nella propria specie (o comunità) e che questo abbia portato in casi deteriori ad aberrazioni (un esempio, tanto per gradire, lo sterminio passato sotto silenzio, con gli occhi e le orecchie foderate, di una intera razza attorno agli anni '40), ma che normalmente costituisce lo strato fertile su cui una comunità si riconosce e si rigenera, catarticamente se vogliamo menarla sul difficile.

          Non amo, come sai, questi messaggi, ma non condanno e non giudico chi si sente invece di esprimere vicinanza e cordoglio, sia che sia verso altri che (come l'inconscio spesso richiede) verso se stessi. È una dinamica assolutamente dinamica, ed in certi versi anche sana.

          Evitiamo di parlare di teste di minchia: sia io che te sappiamo essere una fronda inevitabile quando si parla di esseri umani. Accettiamoli (ecumenicamente non con l'omonimo strumento da taglialegna) per come sono, portiamo pazienza, e quando la perdiamo ... mandiamoli a dare il meglio di se etc etc etc.

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          • #20
            Capisco il discorso sul senso di appartenenza... ma io mi sento appartenente al genere umano e, in varia misura, appartenente a gruppi di persone con cui interagisco: famiglia, amici, colleghi...
            Non mi sento, e non capisco come ci si possa sentire, appartenenti a gruppi fittizi: i subacquei, i possessori di porsche, i bestemmiatori compulsivi, etc.

            E, sempre a scanso di equivoci, non sto esprimendo una condanna ma una mia perplessità.
            Saverio Cannilla
            Essere moderatore di un forum di subacquea NON significa essere un subacqueo esperto. Traete le vostre conclusioni.

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            • #21
              il gruppo subbaccccqueo è :
              "diversamente disadattante nel disgregato" tendente al mussoliniano "armiamoci e partite" affermante il verbo "vorrei ma non posso" certificante il "sono patriota eroicamente stoico come un frollino della mulino bianco"
              ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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              • #22
                Re: Sproloqui in libertà

                Originariamente inviato da Boa Gialla
                parlerei del normale senso di appartenenza comunitario, un vincolo psicosociologico che da quando deambulavamo poggiando le nocche delle mani per terra ha costituito il motore fondamentale del progresso(?) della razza umana.
                Per alcuni versi è vero, per altri è spesso un freno. Mi trovo a concordare in toto con Saverio, per quanto riguarda i gruppi fittizi. Più che vincoli psicosociologici, per usare la tua espressione, li trovo starter di aggregazione, ossia forniscono un buon modo di entrare in contatto con il prossimo. Poi però uno ci deve mettere del suo
                The frogarthian way of diving

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                • #23
                  Originariamente inviato da secan
                  Capisco il discorso sul senso di appartenenza... ma io mi sento appartenente al genere umano e, in varia misura, appartenente a gruppi di persone con cui interagisco: famiglia, amici, colleghi...
                  Non mi sento, e non capisco come ci si possa sentire, appartenenti a gruppi fittizi: i subacquei, i possessori di porsche, i bestemmiatori compulsivi, etc.
                  Saverio .... (Pausa guispiana) ... Tu, proprio tu, mi cadi dal pero in questo modo?

                  Per prima cosa, il fatto che TU non ti senta che di appartenere al genere umano è una TUA situazione, e se non comprendi l'esigenza di gruppo altrui pecchi di profondo egocentrismo. Non sei magari tu il metro di riferimento, forse tu sei diverso dalla maggioranza degli altri (e bradipo con te, ma di lui già si sapeva).

                  Quel che tu chiami gruppi fittizi sono, per una grandissima parte di persone, un fortissimo collante sociale, alla stregua della famiglia cui tu stesso dici di appartenere.
                  Pensa ai tifosi di calcio. Pensa ai cristiani impegnati. Pensa agli attivisti dei partiti politici. Davvero credi che impegni che durano anni, decenni possano indirizzare gruppi fittizi? Questa è cecità, mio caro. O voler ergersi a parametro (e devo dire che negli ultimi tempi stai sviluppando questa tendenza) e ciò non ti fa onore.

                  Sforzati di capire gli altri, anche se per te questi fenomeni sono distanti. Lascia perdere te stesso, e pensa agli altri: vedrai che moltissimi sentono il bisogno di aggregazione, ne soffrono la mancanza. Che tu (e altri) non lo avvertiate, non significa che non sia un bisogno per molti.

                  Tu dici che non capisci come ci si possa sentire di appartenere a dei gruppi? Il limite è tuo, definitivamente: il fenomeno esiste, è oggettivo. Se non lo vedi, sei miope.

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                  • #24
                    Andrea,
                    ho esplicitamente detto che non condanno la cosa ma che non la capisco... e quindi chiedo lumi. Proprio per capire. Proprio perché sono dolorosamente consapevole che, dopo quattro anni di vita da solo, senza confronti e contraddittori, sto sviluppando una preoccupante tendenza all'egocentrismo ed all'auto-referenzialità.



                    P.S. sbagli a pensare che non comprenda e non senta la necessità di aggregazione ed il senso di appartenenza; quello che non comprendo è come il senso di appartenenza si possa sviluppare attorno a certi fenomeno oppure attorno a certi fenomeni e non ad altri.
                    Quello che non mi spiego e come lo stesso individuo possa sentirsi intimamente toccato dalla morte di uno sconosciuto solo perché è un subacqueo ma non fare un plissé o addirittura "gioire" se lo sconosciuto muore mentre cerca di entrare clandestinamente, magari in fuga da guerra e miseria.
                    E, ti dirò, ora che ho fatto un po' d'ordine in testa mettendo per iscritto quello che non comprendo... non sono neanche più tanto sicuro di volere conoscere la risposta.
                    Saverio Cannilla
                    Essere moderatore di un forum di subacquea NON significa essere un subacqueo esperto. Traete le vostre conclusioni.

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                    • #25
                      Originariamente inviato da secan
                      Andrea,


                      .......

                      P.S. sbagli a pensare che non comprenda e non senta la necessità di aggregazione ed il senso di appartenenza; quello che non comprendo è come il senso di appartenenza si possa sviluppare attorno a certi fenomeno oppure attorno a certi fenomeni e non ad altri.
                      Quello che non mi spiego e come lo stesso individuo possa sentirsi intimamente toccato dalla morte di uno sconosciuto solo perché è un subacqueo ma non fare un plissé o addirittura "gioire" se lo sconosciuto muore mentre cerca di entrare clandestinamente, magari in fuga da guerra e miseria.
                      E, ti dirò, ora che ho fatto un po' d'ordine in testa mettendo per iscritto quello che non comprendo... non sono neanche più tanto sicuro di volere conoscere la risposta.
                      E qui, mio caro, sono con te con tutto il cuore.

                      Perchè il senso di appartenenza ad un gruppo per alcuni diventa un alibi su cui riversare in modo improprio delle personali distonie o deviazioni.
                      Non sempre, chiaro.

                      Ma se per appartenere ad un gruppo ci si scorda che ne esiste uno più ampio, quello che tu chiami della razza umana, allora qualche problema c'è. Ed è anche questo un dato di fatto: gli uomini sono capaci di pensare cose assurde. Talvolta divine, talvolta infernali.
                      Il gruppo "ristretto" (continuo a negare il concetto di gruppo fittizio, la profondità del gruppo è un concetto, la non-esistenza un altro) tende a soddisfare l'ego, la riconoscibilità è un premio per l'individuo, che la ricerca con molti mezzi. Ciò non significa qualità della persona.

                      Attorno a quali fenomeni si può sviluppare l'aggregazione? Tutti. Se due individui condividono una qualsivoglia idea, ecco l'aggregazione.
                      Se l'idea di base è distorta, posson essere dolori (vedi il populismo, che lo scorso secolo ci ha regalato nazismo, fascismo, comunismo nella sua accezione deteriore). Identicamente un gruppo forte attorno ad una attività ristretta (i motoguzzisti, ad esempio) fa gruppo intorno a quella specificità, ma non pone vincoli al ingresso.

                      Anche qui, mica ti chiedono che tipo di persona sei quando ti iscrivi. Ti iscrivi perchè sei attratto dalla zubbaqqueria, poi parli di zubbaqqueria, erogatori e pinne, ma chi sei veramente esce fuori quando ti confronti su altri argomenti, che sono marginali rispetto la zubbaqqueria stessa. Angelo o demonio o secan, chi sei esce fuori solo se lo mostri.

                      Vabbè, mo' basta
                      [/b]

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                      • #26
                        mi lascio andare a una seghina cerebrale "appoggiandolo" a secano ...
                        comunita' gruppo appartenenza sono vocaboli dell'uomo, vocaboli di necessità intellettuale e fisica.
                        credo le perplessità di secano siano più che giustificate perchè oggi le comunità, le appartenenze, i gruppi, non producono valore aggiunto per il singolo e quindi non esprimono alcunchè nella collettività. gli unici atti che si riescono a evidenziare sono, a volte, il sostegno economico a una qualche richiesta di qualcuno, in difficoltà di moneta che hanno, per me, l'unico scopo di portare la coscienza al lavatoio pubblico.
                        de andre', sommo poeta del concetto di comunità e della non banalita' dei rapporti, andrebbe ascoltato attentamente più che inutilmente decantato.
                        altro, per me, grande poeta (e con questo ho finito i poeti a disposizione), non come de andre , ma certamente anche lui non intinto in espressione di rapporti scontati e banali d'ipocrisia, scrive :

                        Ascolta
                        ero partito per cantare
                        uomini grandi dietro grandi scudi
                        e ho visto uomini piccoli ammazzare
                        piccoli, goffi, disperati e nudi...
                        Laggiù conobbi pure un vecchio aedo
                        che si accecò per rimaner nel sogno
                        con l'occhio azzurro invece ho visto e vedo,
                        ma con l'occhio blu mi volto e ricordo...

                        Ma tu non mi parlavi
                        e le mie idee come ramarri
                        ritiravano la testa dentro il muro
                        quando è tardi
                        perchè è freddo, perchè è scuro
                        e mille solitudini
                        e buchi per nascondersi...
                        ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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