Passato o futuro?

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  • #61
    Originariamente inviato da Albertosixsix Visualizza il messaggio
    Mah .... Io tutta questa preoccupazione per la certificazione non la capisco . Ormai, fuori dalla cerchia dei miei pochi amici tek con i quali ho il piacere di tuffarmi, vedo solo sub che sfoggiano i più variegati brevetti ma che, se non condotti con la manina dal divemaster di qualche Diving, ritengono impossibile effettuare un tuffo in autonomia .
    Questo stato di cose per me non è progresso
    Il problema dove nasce però ?
    www.neutralbuoyancy.it

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    • #62
      Originariamente inviato da brazzai Visualizza il messaggio

      Il problema dove nasce per� ?
      Secondo me stiamo semplicemente parlando di due modi diversi di vivere il mare.
      Il circuito dei diving, oltre a molti libri, tendono a disincentivare le immersioni oltre i 40. Poi certo se si legge deep diving che per quanto datato rimane una pietra miliare oppure blu estremo la visione sarà diversa da quella che viene data dal manuale federale oppure da oltre la curva

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      • #63
        Originariamente inviato da Albertosixsix Visualizza il messaggio
        Mah .... Io tutta questa preoccupazione per la certificazione non la capisco . Ormai, fuori dalla cerchia dei miei pochi amici tek con i quali ho il piacere di tuffarmi, vedo solo sub che sfoggiano i più variegati brevetti ma che, se non condotti con la manina dal divemaster di qualche Diving, ritengono impossibile effettuare un tuffo in autonomia .
        Questo stato di cose per me non è progresso
        La parte più difficile di un corso tec è tagliare il cordone ombelicale tra diver e guida o istruttore, la seconda togliere il vizio del "a me hanno insegnato così e va bene così".

        L'aura di guru piace a tutti, qualcuno non può proprio farne a meno.

        Detto questo non capisco dove il post voglia andare a parare.

        Vuole essere una vetrina per chi pratica rimbalzi in aria oltre i 60m? Poi però sembra di giocare a chi ce l'ha più lungo

        Vogliamo dire che c'è qualcuno in grado di fare veri e propri tuffi fondi e lunghi? Bene, c'è anche chi corre i 100m sotto i 10 secondi, chi riesce a saltare oltre 8m o scalare l'Everest senza ossigeno. Grazie per l'informazione, interessante curiosità, ma niente di più.

        Vogliamo dire che sarebbe possibile insegnare a fare tuffi oltre i 60m e, magari, oltre la mezzora in aria?
        Che gli istruttori che non lo fanno è perché non sono capaci?

        Sia chiaro: va bene tutto, basta saperlo.

        Io mi sono un po' perso, "l'aria profonda", qualsiasi sia il significato che le diate, è roba che esiste da sempre e vivrà quanto vivrà il sistema ARA.
        Un argomento che non ha nulla da offrire di nuovo, perché l'aria è sempre la stessa, gli equipaggiamenti sono gli stessi da almeno 40 anni. Così come, con un minimo di nozioni, è comprensibile a tutti che, anche calcolare la decompressione di questi tuffi, è ormai al limite del banale.
        L'aria è il gas dei poveri (di noi poveri), permette a (noi) tutti i gustarsi quel poco di adrenalina di un tuffo fuori dagli schemi, con cui vantarsi con gli amici intorno ad una birra, senza eccessivo dispendio di pecunia e studio e..... (qui cesare s'incazza)... addestramento. Punto. Basta. Oltre non c'è nulla.

        L'immersione profonda, quella vera, per metri e/o ore, si è evoluta nelle tecniche e nei mezzi, l'aria, al massimo, è un gas di transito tra quelli necessari.
        www.bludivecenter.com

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        • #64
          Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

          La parte pi� difficile di un corso tec � tagliare il cordone ombelicale tra diver e guida o istruttore, la seconda togliere il vizio del "a me hanno insegnato cos� e va bene cos�".

          L'aura di guru piace a tutti, qualcuno non pu� proprio farne a meno.

          Detto questo non capisco dove il post voglia andare a parare.

          Vuole essere una vetrina per chi pratica rimbalzi in aria oltre i 60m? Poi per� sembra di giocare a chi ce l'ha pi� lungo

          Vogliamo dire che c'� qualcuno in grado di fare veri e propri tuffi fondi e lunghi? Bene, c'� anche chi corre i 100m sotto i 10 secondi, chi riesce a saltare oltre 8m o scalare l'Everest senza ossigeno. Grazie per l'informazione, interessante curiosit�, ma niente di pi�.

          Vogliamo dire che sarebbe possibile insegnare a fare tuffi oltre i 60m e, magari, oltre la mezzora in aria?
          Che gli istruttori che non lo fanno � perch� non sono capaci?

          Sia chiaro: va bene tutto, basta saperlo.

          Io mi sono un po' perso, "l'aria profonda", qualsiasi sia il significato che le diate, � roba che esiste da sempre e vivr� quanto vivr� il sistema ARA.
          Un argomento che non ha nulla da offrire di nuovo, perch� l'aria � sempre la stessa, gli equipaggiamenti sono gli stessi da almeno 40 anni. Cos� come, con un minimo di nozioni, � comprensibile a tutti che, anche calcolare la decompressione di questi tuffi, � ormai al limite del banale.
          L'aria � il gas dei poveri (di noi poveri), permette a (noi) tutti i gustarsi quel poco di adrenalina di un tuffo fuori dagli schemi, con cui vantarsi con gli amici intorno ad una birra, senza eccessivo dispendio di pecunia e studio e..... (qui cesare s'incazza)... addestramento. Punto. Basta. Oltre non c'� nulla.

          L'immersione profonda, quella vera, per metri e/o ore, si � evoluta nelle tecniche e nei mezzi, l'aria, al massimo, � un gas di transito tra quelli necessari.
          Il post voleva parlare delle criticità di un immersioni in trimix, la cui pianificazione la logistica e la cultura necessari non sono paragonabili ad un tuffo in aria.
          Ho anche specificato che quando si parla di tuffi in aria naturalmente non si hanno gli stessi tempi di fondo né le stesse profondità.

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          • #65
            blu dive io avevo praticamente scritto cos'è shu ha ri (mica ci vogliono i giapponesi)...io non mangio sushi, ma pesce crudo dall'età di 5 anni........flash le criticità del trimix credo siano state evidenziate, per quello siamo scivolati nell'aria, che di criticità non ne ha se non .......l'addestramento
            ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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            • #66
              cesare allora che dire... l'argomento aria appassiona sempre.
              Condivido in toto il pensiero di blu dive, l'aria è il gas dei poveri. Richiede un addestramento ridotto, la decompressione è banale e le attrezzature modeste. Ergo con tutti i limiti del caso è perfetta per il subacqueo sportivo.

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              • #67
                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                La parte più difficile di un corso tec è tagliare il cordone ombelicale tra diver e guida o istruttore, la seconda togliere il vizio del "a me hanno insegnato così e va bene così".
                Condivido, io personalmente ritengo che la cosa più difficile è correggere, in un subacqueo, un impostazione errata,
                Dentro di lui rimane sempre convinto di quello che fa e come lo fa, e quando "cambia" non da al cambiamento il tempo di farlo suo.


                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Detto questo non capisco dove il post voglia andare a parare.

                Vuole essere una vetrina per chi pratica rimbalzi in aria oltre i 60m? Poi però sembra di giocare a chi ce l'ha più lungo
                L'aria profonda è un classico tra i classici un vero e proprio "cult"


                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Vogliamo dire che c'è qualcuno in grado di fare veri e propri tuffi fondi e lunghi? Bene, c'è anche chi corre i 100m sotto i 10 secondi, chi riesce a saltare oltre 8m o scalare l'Everest senza ossigeno. Grazie per l'informazione, interessante curiosità, ma niente di più.

                Vogliamo dire che sarebbe possibile insegnare a fare tuffi oltre i 60m e, magari, oltre la mezzora in aria?
                Che gli istruttori che non lo fanno è perché non sono capaci?
                Qui casca l'asino.
                Secondo me hai toccato il vero problema dell'aria profonda che non viene mai palesato.

                C'è una fiorente documentazione nei libri di subacquea di immersioni in aria svolte a profondità importanti addirittura a terza cifra.
                Cito un libro su tutti tanto per dare qualche riferimento "Deep Diving" Bret Gilliam.

                Come hai detto, giustamente, in tutti i campi dell'attività umana ci sono persone che sono riuscite a fare dei record.
                Nell'aria profonda ci sono state, ci sono e ci saranno persone che hanno fatto, fanno e faranno cose che appartengono al regno della "follia" e non della "ragione" nonostante tutto hanno portato la pelle a casa.
                A fronte di queste persone molte di più hanno perso la vita nel cercare di fare quello che queste persone hanno fatto.

                Ma c'è un confine ben marcato che va considerato quando si parla di aria profonda.
                Il confine risiede nella capacità di fare didattica.
                La domanda che dobbiamo porci è la seguente:
                "Fino a che punto un istruttore, ben preparato, è in grado di seguire gli allievi che desiderano essere istruiti nelle immersioni profonde svolte in aria ???"

                Prima considerazione che dobbiamo fare è sul concetto di istruttore ben preparato, in aria profonda; un istruttore ben preparato è un istruttore che svolge con regolarità immersioni in aria profonda, che conosce bene tutte le problematiche, i limiti e soprattutto che svolge l'attività di istruttore di immersione profonda, perché un istruttore che fa un corso ogni due anni ..... diciamo che è un po poco.

                Istruttori cosi, scusate nessuno si senta offeso, ce ne sono pochi.
                Considerando che ce ne sono pochi, che la media degli istruttori di immersione profonda si assesta più in basso è ragionevole ritenere che la didattica deve essere limitata a -50 metri circa, con tempi di permanenza contenuti.

                In didattica va tenuto presente che l'allievo può avere e spesso ha delle difficoltà tali per cui l'istruttore si trova ad intervenire.
                Dovendo intervenire, ergo essendo soggetto a stress in zona narcotica, bisogna che l'istruttore operi non prossimo al suo reale limite ma ben al di sotto di tale limite.

                Il limite dell'aria profonda risiede proprio in questo oltre una certa quota non c'è più la possibilità di essere seguiti da un istruttore ma l'esperienza uno se la fa "esponendo la pelle al sole" rischiando di suo.
                Il limite dell'aria profonda risiede nel fatto che anche il concetto di compagno d'immersione qui inizia a mostrare i suoi limiti per cui è di fatto un attività in solitaria.

                E' fattibile ?
                Si, rischiando molto in quanto non possiamo contare su un percorso didattico.

                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Sia chiaro: va bene tutto, basta saperlo.
                Io sono un fautore del libero arbitrio.
                Nel parapendio la percentuale di mortalità o di danni fisici gravi è molto più levata eppure questo non scoraggia chi ama questo tipo di volo.
                Ritengo che anche nella subacquea ci dovrebbe essere questa libertà, come di fatto al momento c'è (con tutti i distinguo ma c'è).
                In questa libertà che difendo ci sono persone che fanno un tipo di attività senza avere la reale percezione dei rischi, queste persone per me sono degli "incoscienti" ed una persona adulta, in grado di intendere e volere che fa una cosa inconsapevole dei pericoli per me è un "imbecille" categoria spesso molto sottovalutata nel numero delle persone che ne fanno parte.
                Poi ci sono persone molto consapevoli dei rischi e dei pericoli che comunque decidono di fare determinate immersioni, in questo caso una volta che un adulto, in grado di intendere e volere, consapevole dei rischi effettua comunque un certo tipo d'immersioni profonde in aria chi sono io per giudicarlo, posso solo sperare che tutto vada bene.

                Quindi si va bene tutto tranne l'imbecillità.

                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Io mi sono un po' perso, "l'aria profonda", qualsiasi sia il significato che le diate, è roba che esiste da sempre e vivrà quanto vivrà il sistema ARA.
                L'aria profonda ha sempre rappresentato la vetta per numero di immersioni svolte rispetto a tutto il resto.
                Non conosce crisi.
                Combatterla vuol dire andare contro i mulini a vento.
                Ci hanno provato ma chi ci ha provato si è estinto prima.

                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Un argomento che non ha nulla da offrire di nuovo, perché l'aria è sempre la stessa, gli equipaggiamenti sono gli stessi da almeno 40 anni. Così come, con un minimo di nozioni, è comprensibile a tutti che, anche calcolare la decompressione di questi tuffi, è ormai al limite del banale.
                Ni, mi spiace non sono cosi ottimista come lo sei tu.
                Io ritengo che l'aria profonda sia come la respirazione.
                Tutti respirano, tutti pensano di saper respirare bene, ma cosi non è sono molte poche le persone che sanno gestire correttamente e consapevolmente la ventilazione polmonare anche nella subacquea.
                Cosi è l'aria profonda appare facile, scontata, ma cosi non è.
                Mai come oggi (per la crisi che ha colpito il prezzo dell'elio) è fondamentale per la sicurezza sviluppare piani didattici specifici per insegnare correttamente la gestione dell'aria profonda e rendere i subacquei consapevoli dei pericoli reali.

                Condivido con te il discorso sulla decompressione, in aria profonda non è un problema ma ci sono aspetti come lo stress e la narcosi che vanno sviluppate, approfondite, cosi come va approfondito la ventilazione polmonare.
                Questi sono aspetti che vengono spesso liquidati, didatticamente parlando, in maniera poco approfondita e scontata.

                In conclusione oggi siamo in grado di mettere mano ai corsi di aria profonda andando a potare tutti gli aspetti superati ed introducendo tutte le nozioni che ora si sanno su respiro, stress, narcosi, attrezzatura ecc, ecc.

                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                L'aria è il gas dei poveri (di noi poveri), permette a (noi) tutti i gustarsi quel poco di adrenalina di un tuffo fuori dagli schemi, con cui vantarsi con gli amici intorno ad una birra, senza eccessivo dispendio di pecunia e studio e..... (qui cesare s'incazza)... addestramento.
                Ed è proprio questo il pericolo.
                In aria profonda si sottovaluta l'importanza della formazione specifica in aria profonda.
                Si sottovaluta l'importanza dell'addestramento specifico.
                Si va a risparmiare su tutto questo perché in aria non viene percepito come importante.
                In fine il fatto che le attrezzature di fatto non cambiano più di tanto rispetto a quelle ricreative ci si trova nelle condizioni di poter fare.
                Tutti questi aspetti espongono il subacqueo al pericolo di non riuscirsi a sedere con gli amici intorno ad una birra.

                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                Punto. Basta. Oltre non c'è nulla.
                Il "know-how" per sviluppare percorsi didattici validi e realmente formativi nell'ambito dell'attività in aria profonda, si sta paradossalmente perdendo.
                I corsi di aria profonda sono una pallida fotocopia dei corsi tecnici in trimix, perché considerati come ponti tra i due mondi.
                Di fatto si stanno perdendo le specificità dell'aria profonda dal punto di vista didattico.

                Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                L'immersione profonda, quella vera, per metri e/o ore, si è evoluta nelle tecniche e nei mezzi, l'aria, al massimo, è un gas di transito tra quelli necessari.
                L'immersione profonda in aria dovrebbe essere quella svolta entro certi limiti di profondità e tempo di permanenza, limiti insegnati attraverso percorsi didattici specifici che permettano al subacqueo di entrare in contatto con le difficoltà di questa attività.
                Andando ad insegnare in maniera approfondita non la decompressione e l'uso delle bombole decompressive ma narcosi, stress, respirazione, controllo fisico ecc, ecc.
                Andando ad armonizzare questi aspetti propri dell'aria anche attraverso una configurazione delle attrezzature specifica per l'aria profonda che sia ottimale nella fascia di immersioni che per profondità e tempi di permanenza è lecito fare.

                Se poi un subacqueo cosi formato e consapevole vuole spingersi oltre ....
                Be questo fa parte della natura umana e del libero arbitrio.

                Cordialmente
                Rana

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                • #68
                  Dopo gli approfondimenti di RANA siamo consapevoli di essere in piena fase "ri" in cui ognuno apprende durante la sua stessa pratica avendo abbandonato il legame con i suoi insegnanti.
                  Non significa che si e' diventati insegnanti ma sicuramente lascia intendere che si e' intrapreso un percorso individuale indipendente.
                  Cordialmente
                  Paolo
                  Paolo

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                  • #69
                    Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
                    per quello siamo scivolati nell'aria
                    Caro Cesare , tira più Bibo d'aria che un carro di buoi

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                    • #70
                      Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio
                      Cosi è l'aria profonda appare facile, scontata, ma cosi non è.
                      Mai come oggi (per la crisi che ha colpito il prezzo dell'elio) è fondamentale per la sicurezza sviluppare piani didattici specifici per insegnare correttamente la gestione dell'aria profonda e rendere i subacquei consapevoli dei pericoli reali.
                      NON esistono, ad oggi, piani didattici di questo tipo, né se ne vede all'orizzonte la possibilità.
                      Ma non per l'impossibilità di insegnare, quanto per l'impossibilità d'avere un minimo di valutazione concreta di fenomeni troppo variabili.
                      Non c'è un'involuzione nell'insegnamento, ma una presa di coscienza, che è una grossa differenza.

                      Nel migliore dei casi si può provare ad insegnare a qualcuno ad andare sott'acqua, ma quando ci si sposta "border line" l'insegnamento si appiattisce a mera condivisione di personalissime sensazioni, che nulla valgono oltre la distanza del proprio naso.

                      Gli stessi corsi di narcosis managment sono, appunto, più una presa di coscienza di alcuni limiti che un una gestione vera e propria della narcosi.

                      Non ho allievi che praticano le immersioni profonde ad aria.
                      Ho bravissimi ex allievi, capaci di pinneggiare con le proprie gambe, che hanno scelto quella strada.
                      Comunque con coscienza dei propri limiti, spesso ci si ritrova a parlare di situazioni, mai facilmente definibili, che rientrano nelle difficoltà di gestione della densità dei gas respirati.
                      www.bludivecenter.com

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                      • #71
                        In questa discussione trovo molte similitudini con i discorsi sul gav. Si può svolgere un tuffo senza gav, non si può assolutamente, é anacronistico non usarlo, in certi contesti é inutile, se sei bravo vai senza, se vai senza sei un incosciente ecc.
                        Di fatto per nessuna didattica è contemplato un tuffo senza compensatore di assetto.
                        RANA tu sai immergerti anche senza, sai scegliere la tipologia di tuffi nel quale non è indispensabile ma non hai seguito un percorso didattico, perché non esiste, sei stato istruito da un amico esperto. Tanti per quanto riguarda le immersioni in aria hanno seguito lo stesso percorso e aggiunto metro dopo metro quindi non mi sento di giudicare come incosciente chi non ha un brevetto specifico ma magari è stato formato da un amico.
                        La formazione, intesa come corso, è sempre la strada migliore, non si discute, ma non l'unica via.


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                        • #72
                          Esatto. I corsi non c'erano! Con tutta la buona volonta' esisteva l'apprendimento durante la pratica in compagnia di gente fidata.
                          E attento a non diventare parte del problema se non volevi rischiare di restare escluso.
                          Il passaparola garantiva la affidabilita' di un compagno di immersione in attesa di imparare come "quello lascialo andare"
                          A piccoli passi.
                          Ciao
                          Paolo
                          Paolo

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                          • #73
                            Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
                            In questa discussione trovo molte similitudini con i discorsi sul gav. Si può svolgere un tuffo senza gav, non si può assolutamente, é anacronistico non usarlo, in certi contesti é inutile, se sei bravo vai senza, se vai senza sei un incosciente ecc.
                            Di fatto per nessuna didattica è contemplato un tuffo senza compensatore di assetto.
                            RANA tu sai immergerti anche senza, sai scegliere la tipologia di tuffi nel quale non è indispensabile ma non hai seguito un percorso didattico, perché non esiste, sei stato istruito da un amico esperto. Tanti per quanto riguarda le immersioni in aria hanno seguito lo stesso percorso e aggiunto metro dopo metro quindi non mi sento di giudicare come incosciente chi non ha un brevetto specifico ma magari è stato formato da un amico.
                            La formazione, intesa come corso, è sempre la strada migliore, non si discute, ma non l'unica via.
                            L'immersione senza gav è oggettivamente fattibile, senza se ne ma.
                            Tu lo sai benissimo.

                            Eseguita correttamente all'interno di un contesto ricreativo, l'immersione senza gav non presenta criticità anzi presenta punti di forza.

                            Il problema è simile all'immersione profonda in aria.

                            Non ci sono istruttori preparati per insegnarla correttamente.

                            Io non ho seguito un percorso di auto apprendimento, non ci sarei riuscito per tanti motivi ad iniziare dalla mia convinzione assoluta nella necessità del gav.
                            Fu un subacqueo preparato nell'immersione senza gav che mi ha insegnato la tecnica corretta.
                            Quindi anch'io ho seguito un percorso formativo senza gav, solo che non è un percorso canonizzato dalle didattiche.

                            L'immersione profonda in aria l'ho imparata grazie al mio istruttore, con il tempo siamo diventati amici e compagni d'immersione ma la svolta l'abbiamo fatta insieme nei primi anni del 2000 dove nella F.I.A.S. è nato il progetto I.A.A. immersione avanzata in aria, con due gradi, il primo a -50 metri, il secondo a -60 metri.

                            Il progetto I.A.A. negli anni a seguire ha raggiunto secondo me un ottimo livello.
                            Ma, il secondo grado quello dei -60 metri è stato chiuso per motivi legati alla commissione medica che non ha più avallato questo tipo di attività.

                            Personalmente era un percorso formativo molto valido, non era un ponte all'immersione tecnica ma un esperienza specifica.

                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                            NON esistono, ad oggi, piani didattici di questo tipo, né se ne vede all'orizzonte la possibilità.
                            Ma non per l'impossibilità di insegnare, quanto per l'impossibilità d'avere un minimo di valutazione concreta di fenomeni troppo variabili.
                            Non c'è un'involuzione nell'insegnamento, ma una presa di coscienza, che è una grossa differenza.
                            Forte di questa esperienza che ho seguito sin dalla nascita posso dirti che è possibile insegnare all'interno di un sistema didattico che dia la reale possibilità all'allievo di confrontarsi con i problemi dell'immersione profonda in aria.

                            Negli anni alla popolazione di subacquei formati in questi corsi non si sono verificati incidenti.
                            Posso testimoniare che le persone che prima del corso scendevano a quote molto profonde in aria dopo questi corsi si ridimensionavano in quanto prendevano consapevolezza dei problemi e del loro evolvere.

                            Una delle critiche a questi corsi, veniva da chi sosteneva che questi brevetti li avrebbero presi cani e porci, e quando tutti fossero brevettati inevitabilmente si sarebbero contati gli incidenti.
                            Nella realtà questi brevetti non riscossero mai un grande successo, questo per il fatto che la selezione e la valutazione era fatta a maglie molto strette cosi da scoraggiare la maggior parte di chi non fosse veramente convinto.

                            Commercialmente fu un mezzo fallimento, non si raggiunse mai grandi numeri, ma proprio questo fatto rese l'esperienza dal punto di vista qualitativo molto significativa.

                            Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
                            Esatto. I corsi non c'erano! Con tutta la buona volonta' esisteva l'apprendimento durante la pratica in compagnia di gente fidata.
                            E attento a non diventare parte del problema se non volevi rischiare di restare escluso.
                            Il passaparola garantiva la affidabilita' di un compagno di immersione in attesa di imparare come "quello lascialo andare"
                            A piccoli passi.
                            Ciao
                            Paolo
                            No, come istruttore non condivido quello che hai scritto.

                            Mi spiego, comprendo le motivazioni che ti hanno portato a scrivere quello che hai scritto ma giungi a conclusioni non corrette.

                            Io penso di poter dire che ho fatto il percorso da te descritto, con l'istruttore che mi ha seguito nei corsi e con cui poi abbiamo fatto coppia in tante immersioni diciamo "particolari" ho effettivamente raccolto una mia personale esperienza nell'immersione profonda in aria.
                            Ciò conferma quanto hai scritto ma .....

                            Quando è partito il progetto I.A.A. si sono svolte tutta una serie di incontri con anche esponenti di altre didattiche di orientamento tecnico, volti a stabilire i parametri del corso, strutturare soprattutto l'attività nelle immersioni didattiche.

                            Abbiamo partecipato a questi incontri e alle valutazioni che ne seguirono come allievi.
                            Eravamo convinti di avere una strutturata esperienza ma all'interno del programma didattico che ci hanno proposto di eseguire nelle immersioni valutative ci siamo subito resi conto che avevamo grossi buchi formativi.

                            Sapevamo andare sott'acqua ma a nostro modo, messi davanti ad un cronoprogramma in zona narcotica ci siamo resi conto degli effetti che c'erano e che ci impedivano di avere quelle performance che pensavano di riuscire ad ottenere senza sforzo.

                            Solo dopo diverse immersioni abbiamo iniziato a modificare il nostro modo di affrontare queste immersioni riuscendo a centrare gli obbiettivi.

                            Quelle esperienza didattiche furono molto importanti e fecero la differenza.

                            L'esperienza raccolta nelle immersioni con un bravo subacqueo di grande esperienza serve ma non riesce a dare quel rigore e quell'attenzione a determinati aspetti che sono fondamentali per un attività in aria profonda sicura allo stato dell'arte.

                            In conclusione, io ritengo che un buon corso rimanga comunque il percorso migliore per imparare, i corsi d'immersione profonda in aria si possono fare ma richiede un investimento di risorse che poi non porta ad un ritorno economico.
                            Senza un reale ritorno economico l'attività rischia di scadere anche in qualità e questo rende incerti i corsi e forieri di potenziali incidenti.

                            Cordialmente
                            Rana


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                            • #74
                              RANA ho citato le immersioni senza gav perché non hanno dietro un percorso didattico "convenzionale" e so quanto hai studiato la tecnica fino ad utilizzarla con ottimi risultati, ma era solo un esempio di come un non istruttore, Vito nel tuo caso, può una tecnica ormai poco conosciuta con ottimi risultati. Tu da allievo hai sviluppato le capacità partendo dalle basi che ti sono state date.
                              P.S. proprio per il tuo percorso ti ammiro, non è da tutti cambiare idea contro tutti.

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                              • #75
                                aria fonda...tutt'ora lo vedo come il re del corsi. per me il più bel corso mai fatto. didattica psa istruttore ghisotti. due step, 47 metri e 60 metri. poi c'ho brevetti istruttore e reb 100 ma il sapere che più mi ha formato come preparazione e mentalità è stato quello. i corsi tmx li ho vissuti come semplici step. il reb da quasi autodidatta, che dopo un po' d'uso, ho voluto comprendere a fondo e ho fatto corso con il miglior istruttore sul mercato che è ferrucci. quindi un ritorno al futuro dell aria fonda ben venga. poi un po' d'elio non cambia la vita
                                ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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