Sub sano in corpore sano

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  • Sub sano in corpore sano

    Ho ritrovato uno mio scritto di un po' di anni fa ma sempre attuale, perciò lo ripropongo, riguardante preparazione fisica in generale e subacquea. Buona lettura.


    Partendo dal presupposto che una “scrupolosa visita medica”, da ripetere a cadenza periodica, ed un “addestramento approfondito” (corsi), sono un ottimo passaporto di ingresso nell’attività subacquea, nel prosieguo della carriera sotto le onde è consigliabile alternare alle immersioni un percorso di vita sportiva fatto di un costante allenamento fisico da praticare almeno 2-3 volte la settimana, infatti un’attività di tipo “aerobico”, aiuta non poco il benessere dell’organismo in generale ed in particolare quello del sub durante le sue immersioni.
    Senza entrare in approfondimenti specifici riguardanti la complessa fisiologia umana, schematizzando, si può dire che le attività così dette “aerobiche” sono quelle che sfruttano prevalentemente le risorse energetiche provenienti dal consumo dell’ossigeno, cioè da una fonte praticamente inesauribile alla quale si può attingere con la normale respirazione. Queste attività possono essere ad esempio il nuoto, la corsa, il ciclismo, lo sci da fondo, naturalmente praticate su distanze medie e lunghe. Le attività “anaerobiche”, sono invece quelle che sfruttano altri tipi di riserve (immagazzinate nei muscoli ed in taluni organi) in grado di fornire un’energia decisamente più intensa ma di durata, in termini di tempo, di gran lunga inferiore. Un classico esempio di attività anaerobica è la corsa sui 100 metri piani, lo sprint veloce puro.
    L’allenamento utile alle immersioni, quello che ci interessa, è quello aerobico. Questa pratica, se fatta con costanza nel tempo, abitua l’apparato cardiocircolatorio a sopportare meglio le fatiche. Con l’allenamento, infatti, intervengono delle vere e proprie variazioni fisiche su organi ed apparati come cuore, polmoni, muscoli, e chimiche/fisiologiche a livello di complessi meccanismi cellulari. L’allenamento in pratica è un adattamento dell’organismo, tutto, alle nuove situazioni che si trova ad affrontare. Uno degli adattamenti che si verificano, nel corso del costante allenamento nel tempo, è quello dell’aumento della pervietà della rete dei piccolissimi capillari sanguigni.
    Oltre a quelli di una generalizzata sensazione di benessere, specificatamente per quello che riguarda l’attività subacquea, i vantaggi riscontrabili a seguito dell’allenamento aerobico saranno riferiti alla diminuzione dei consumi personali dei gas respirati ed alla capacità di percepire meglio il sopraggiungere della crisi d‘affanno. Naturalmente questi utili benefici saranno ad appannaggio di tutta la vasta tipologia di sub: da quelli che effettuano poche immersioni durante l’anno, a quelli che ne fanno molte.
    Durante un lavoro organico di qualsiasi tipo, l’elemento di scarto della combustione dell’ossigeno è l’anidride carbonica. E’ l’eccesso di anidride carbonica, che l’organismo non riesce a smaltire in tempi brevi, ad essere la causa di potenziali problemi. In un fisico allenato aerobicamente, il recupero, cioè l’eliminazione dell’anidride carbonica, accadrà in modo molto più veloce rispetto a quello che invece succede in uno non allenato. Ad esempio, schematizzando al massimo, un sedentario arriverà al termine di un tratto di corsa con il fiato grosso. Uno sportivo con molto meno fiato grosso. Soprattutto, però, lo sportivo sarà pronto a compiere un altro tratto a ritmo sostenuto molto prima dell’altro perché il suo organismo rientrerà nei parametri della normalità fisiologica in tempi più veloci. Nella pratica, il sedentario avrà quello che è chiamato comunemente “fiatone“, in un certo arco di tempo lui compirà molti più atti respiratori rispetto all’altro. Nella situazione del sub immerso, questa maggior frequenza ventilatoria si traduce in maggiori consumi, quindi minor durata della scorta di gas immagazzinati nella bombola.
    L’altra bestia nera del sub è la crisi di affanno respiratorio, non ottimale rimozione dell'anidride carbonica: chi l’ha vissuta in prima persona racconta di essere arrivato ad una spiacevolissima sensazione di fame d’aria.
    Anche in questa situazione, un fisico allenato aerobicamente percepisce meglio e prima l’aumentare dei giri del suo motore, il pericoloso fiato corto e veloce (campanello d’allarme di una cattiva respirazione causata da eccesso di CO2), rispetto ad un fisico non allenato che risponderà in ritardo alla situazione innescata, e quando oramai il meccanismo è più complicato da gestire.
    Va inoltre fatta un’altra seria considerazione sul fattore allenamento. Il cuore di un fisico allenato è un apparato pronto e reattivo in grado di subire carichi di lavoro superiori alla norma. In immersione può capitare di ritrovarsi in situazioni, anche se non volute e cercate, di forte stress fisico (ad esempio nuotare energicamente per un tratto controcorrente, trascinare/sollevare qualcosa di gravoso), emotivo (spavento o pressione psicologica), o di temperatura (acqua fredda, oppure molto caldo come stare in barca con una muta stagna sotto il sole). In questi casi il cuore di colpo si troverà a dover sopportare carichi di lavoro sicuramente maggiori rispetto a quelli di situazioni di vita normali. Sono “intuibili” le conseguenze che possono verificarsi a seguito del cedimento della “pompa cardiaca” sottoposta a mai provati surplus.
    Praticando attività aerobiche almeno un paio di volte a settimana con durata minima di una quarantina di minuti, aiuteremo il nostro organismo non solo nella nostra vita di subacquei.
    Il discorso fatto all’inizio sulla scrupolosa visita medica, ha maggior peso se riferito a quelle persone che vogliono iniziare a praticare per la prima volta nella loro vita una qualche forma di allenamento/preparazione fisica. Anche in questo caso è intuibile il motivo: da un giorno all’altro il sistema cardiocircolatorio si troverà a dover lavorare con un carico maggiore rispetto a quelli ai quali fino a poco tempo prima era abituato.
    L’allenamento in fondo è un graduale adattamento dell’organismo a nuove condizioni stressanti. Questo adattamento deve assolutamente avvenire in modo lento, gradino per gradino e con metodica costanza. Altre vie non esistono, a meno che non si voglia barare. Il tempo dedicato a tale pratica dovrebbe far parte dei normali impegni che ognuno ha nella propria vita, pensando che, in fondo, va visto come un investimento a lungo termine. Naturalmente, come tutti gli investimenti esso ha un costo espresso in fatica, sudore e piccoli sacrifici.
    L’allenamento effettuato con costanza porta nel corso del tempo ad una sorta di assuefazione e quando, per un qualsiasi motivo, si è costretti ad interromperlo per un periodo se ne sente fisicamente la mancanza, come il fumatore incallito sente la mancanza della sua subdola amante, la sigaretta. A proposito, neanche a dirlo, che sub o non sub, sportivo o non sportivo, SIGARETTE E FUMO SONO ASSOLUTAMENTE DA BANDIRE!
    A conclusione si può dire che per quello che riguarda le attività aerobiche da praticare utili alla subacquea, darei prelazione rispetto alle altre citate al nuoto per evidenti affinità con l’immersione. Aggiungo che lo scopo di questo scritto è quello di ricordare alcuni antichi e sani principi, ancor più validi in quest’epoca moderna immersa in tantissima comoda frenesia e pochissimo utile movimento, e non quello di fornire delle tabelle, programmi, tipi di allenamento che richiederebbero una trattazione più personalizzata e specifica. Al di là comunque della forma di training che si sceglie di fare è, e lo sottolineo ancora una volta, la costanza nel corso del tempo della preparazione a dare i suoi frutti non solo direttamente sul fisico ma anche sulla mente.

    zz / Giacinto Marchionni
    Ultima modifica di zeta zeta; 28-02-2024, 10:36.
    http://montagnesommerse.blogspot.com/
    Immersioni in montagna

  • #2
    Tutto vero, non fa una grinza.
    Praticando regolare attivita' spirtiva in acqua non ci sono problemi, a patto di disporre di una onesta acquaticita'.
    Per una quindicina di anni, danni0 ai 45 circa ho interrotto la attivita' sportiva causa ernia del disco, ho lavorato a ritmi frenetci fumando come un turco. In acqua sono sempre stato bene e non ho mai provato una condizione di affanno.
    Al riguardo penso che chi ha praticato sport sappia capire quando si sta avvicinando una condizione critica e sappia fermarsi per tempo per evitare di trovarsi in affanno.
    Risolto il problema schiena ho ricominciato a praticare judo rivedendo a piu' riprese la Vergine Maria ed ascoltandone anche la voce melodiosa. Mai successo niente di simile in acqua! Non fumo da venti anni e sicuramente mi ha fatto solo bene. Come minimo mi ha permesso di prolungare la pratica del judo che, anche se a rtmo da pensionat, fa parte del quotidiano.
    Sono convito che tutti quelli che vanno regolarmente in affanno sono troppo zavorrati e respirarespiranoSu questo argomento attendo illustri pareri da parte di altri amici del forum
    Cordialmente
    Paolo
    Paolo

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    • #3
      Errata corrige
      sono troppo zavorrati e respirano male

      Paolo

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      • #4
        grazie alla subacquea, ho smesso di fumare nel 2001. ho speso un po' di soldini per la subacquea ma il mio ex vizietto costava circa 2.000 euro l'anno, ora costerebbe di più. quando mi do a spese subacquee compulsive e inutili, riesco a giustificare la spesa come necessaria.
        ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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        • #5
          Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
          Tutto vero, non fa una grinza.
          Praticando regolare attivita' spirtiva in acqua non ci sono problemi, a patto di disporre di una onesta acquaticita'.
          Per una quindicina di anni, danni0 ai 45 circa ho interrotto la attivita' sportiva causa ernia del disco, ho lavorato a ritmi frenetci fumando come un turco. In acqua sono sempre stato bene e non ho mai provato una condizione di affanno.
          Al riguardo penso che chi ha praticato sport sappia capire quando si sta avvicinando una condizione critica e sappia fermarsi per tempo per evitare di trovarsi in affanno.
          Risolto il problema schiena ho ricominciato a praticare judo rivedendo a piu' riprese la Vergine Maria ed ascoltandone anche la voce melodiosa. Mai successo niente di simile in acqua! Non fumo da venti anni e sicuramente mi ha fatto solo bene. Come minimo mi ha permesso di prolungare la pratica del judo che, anche se a rtmo da pensionat, fa parte del quotidiano.
          Sono convito che tutti quelli che vanno regolarmente in affanno sono troppo zavorrati e respirarespiranoSu questo argomento attendo illustri pareri da parte di altri amici del forum
          Cordialmente
          Paolo
          Infatti anche il fatto l'essere troppo zavorrati è uno stress fisico motivo d'affanno.
          Passando ad altro, pensa che c'è chi paga agenzie di viaggio par fare pellegrinaggi, e tu vedevi la Vergine Maria a gratis !
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          • #6
            Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
            grazie alla subacquea, ho smesso di fumare nel 2001. ho speso un po' di soldini per la subacquea ma il mio ex vizietto costava circa 2.000 euro l'anno, ora costerebbe di più. quando mi do a spese subacquee compulsive e inutili, riesco a giustificare la spesa come necessaria.
            facevo questi ragionamenti con un conoscente che da una ventina d'anni fuma un pacchetto di sigarette al giorno e, puntualmente, ogni mattina caffè e cornetto al bar: circa 8 euro al giorno x una ventina d'anni ... 57000 euro praticamente in fumo

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            • #7
              Woody Allen diceva piu' o meno cosi': ho smesso di fumare, so che vivro' due anni di piu' ma so anche che quei due anni piovera'....
              Un fumatore e' un tossico e sa benissimo che anche smettendo in realta' sta sospendendo per un tempo indeterminato. Se non fuma e' perche' si rende conto che dovra' rinunciare per colpa del fumo ad una passione piu' grande.
              Si riserva di ricominciare un domani ...
              iPaolo
              Paolo

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              • #8
                Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
                grazie alla subacquea, ho smesso di fumare nel 2001. ho speso un po' di soldini per la subacquea ma il mio ex vizietto costava circa 2.000 euro l'anno, ora costerebbe di più. quando mi do a spese subacquee compulsive e inutili, riesco a giustificare la spesa come necessaria.
                sono 35 anni, almeno, che faccio spese compulsive ed inutili per la subacquea.
                Fumando avrei spenso molto meno e, temo, ne avrebbe giovato anche la salute. Quella mentale sicuro al 100%.
                www.bludivecenter.com

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                • #9
                  la salute mentale è data per dispersa
                  ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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                  • #10
                    Una dipendenza si puo' suprrare introducendone un'altra che superi la prima.
                    La subacquea per me e' una base sulla quale poggiano altre colossali minchiate che, a rotazione, garantiscono il mio quotidiano.
                    ​​​​​e'Non fumare ha solo permesso di dirottare risorse verso nuovi progetti.
                    Paolo
                    Paolo

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                    • #11
                      Ottima riflessione
                      I miei viaggi https://www.famigliaitinerante.it/

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                      • #12
                        Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

                        sono 35 anni, almeno, che faccio spese compulsive ed inutili per la subacquea.
                        Fumando avrei spenso molto meno e, temo, ne avrebbe giovato anche la salute. Quella mentale sicuro al 100%.
                        Però il compulsivismo professionale è po' diverso dal compulsivismo amatoriale
                        http://montagnesommerse.blogspot.com/
                        Immersioni in montagna

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                        • #13
                          Originariamente inviato da zeta zeta Visualizza il messaggio

                          Però il compulsivismo professionale è po' diverso dal compulsivismo amatoriale
                          Si, è la versione patologica.
                          www.bludivecenter.com

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                          • #14
                            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

                            Si, è la versione patologica.
                            http://montagnesommerse.blogspot.com/
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