Notturna.
Capo Vaticano, scoglio del Vadaro.
Col gommone ci mettiamo 5 minuti, e mentre ci si prepara nel buio ormai fitto, Raf fa le "coppie": "Joachim va avanti con le due ragazze tedesche, Antonio e Emanuele nel mezzo, e io chiudo con Andrea" e mi strizza l'occhio come dire che tanto perdersi li è impossibile, quindi io e lui ci faremo una bella girata per cavoli nostri, cercando ovunque quel che c'è. Mi immergo per ultimo e comincio a scendere. Antonio si ferma sulla cima dell'ancora, e vedo che ha difficoltá a compensare: Raf lo affianca per aiutarlo, la cosa pare difficoltosa e quindi mi fa cenno di scendere per conto mio. Arrivo sul fondo e dico a Emanuele, poca esperienza, fresco di Advanced, ma tranquillo in acqua che fará coppia con me, di starmi vicino e andiamo.
Sul fondo una splendida alicia mirabilis, occultata dalla mole significativa di Joachim che la fotografa per dieci minuti. Nel frattempo faccio vedere a Emanuele le piccole anguille che si insabbiano veloci come il lampo, cosi come fa anche un pesce pettine (che ci faceva a zonzo di notte?). Dopo la doverosa sosta sulla alicia, proseguiamo il giro, murene in caccia, nuvole di saraghi, una polpessa e poco dopo un'altra, con cui cerco di fare amicizia: mi sale sulla mano ma non accetta le coccole e si va a cercare un buco.
Polpi, murene, cerianti, murene e polpi, un grosso grongo in tana, che curioso esce per metá dal suo buco quando gli faccio cenno di uscire con la mano. Si spegne la torcia a Emanuele, e gli passo la mia backup dir-style, che non serve a una cippa se non guardare gli strumenti ma penso gli dia un po' di sicurezza piuttosto che stare al buio. Cerniottine addormentate, crostacei vari ... e Emanuele mi segnala che ha 50 bar. Cazzo, sono passati solo 40 minuti. Vabbè, mi porto sui 6 metri e rifacciamo il giro dello scoglio, vediamo altre robine simpatiche, gli chiedo quanta aria ha, mi fa cenno 20, ok, io ne ho ancora un centinaio, basta e avanza per fare un altro giro in due, ma in fondo l'immersione mi ha soddisfatto e quindi gli dico che possiamo uscire, mi giro per controllare cosa fanno gli altri ...e lo vedo quasi in superficie, dal lato sbagliato dello scoglio rispetto all'ancora del gommone.
Tiro due porchi, la tappa l'abbiamo fatta con l'ultimo giro e salgo da lui, che è giá in superficie da un paio di minuti, con la corrente che tira un pochino verso fuori. Due battute col sorriso per tranquillizzarlo, e poi lo cazzio perchè non si esce in questo modo, specie in una notturna con poca luna, e pinneggiamo per dieci minuti fino al gommone.
Soliti commenti post tuffo, via al diving, mi rivesto e saluto tutti per tornare a casa. Emanuele mi viene a salutare, mi dice "Grazie di tutto maestro, di quel che mi hai fatto vedere, dell'assistenza e dei consigli".
Me ne vado interdetto. Maestro a me? Non sono certo un sub eccelso, ho un pochino di esperienza, ma sono orso, non so insegnare, non sono nemmeno istruttore. Mi rimane dentro una strana sensazione, bella e brutta insieme: la consapevolezza che rispetto al sub che ero e che ricordo bene agli inizi sono certo migliorato, ma anche il senso di perdita del tempo del apprendimento, di invecchiamento. Ogni volta che ci ripenso mi viene un po' di magone.
Capo Vaticano, scoglio del Vadaro.
Col gommone ci mettiamo 5 minuti, e mentre ci si prepara nel buio ormai fitto, Raf fa le "coppie": "Joachim va avanti con le due ragazze tedesche, Antonio e Emanuele nel mezzo, e io chiudo con Andrea" e mi strizza l'occhio come dire che tanto perdersi li è impossibile, quindi io e lui ci faremo una bella girata per cavoli nostri, cercando ovunque quel che c'è. Mi immergo per ultimo e comincio a scendere. Antonio si ferma sulla cima dell'ancora, e vedo che ha difficoltá a compensare: Raf lo affianca per aiutarlo, la cosa pare difficoltosa e quindi mi fa cenno di scendere per conto mio. Arrivo sul fondo e dico a Emanuele, poca esperienza, fresco di Advanced, ma tranquillo in acqua che fará coppia con me, di starmi vicino e andiamo.
Sul fondo una splendida alicia mirabilis, occultata dalla mole significativa di Joachim che la fotografa per dieci minuti. Nel frattempo faccio vedere a Emanuele le piccole anguille che si insabbiano veloci come il lampo, cosi come fa anche un pesce pettine (che ci faceva a zonzo di notte?). Dopo la doverosa sosta sulla alicia, proseguiamo il giro, murene in caccia, nuvole di saraghi, una polpessa e poco dopo un'altra, con cui cerco di fare amicizia: mi sale sulla mano ma non accetta le coccole e si va a cercare un buco.
Polpi, murene, cerianti, murene e polpi, un grosso grongo in tana, che curioso esce per metá dal suo buco quando gli faccio cenno di uscire con la mano. Si spegne la torcia a Emanuele, e gli passo la mia backup dir-style, che non serve a una cippa se non guardare gli strumenti ma penso gli dia un po' di sicurezza piuttosto che stare al buio. Cerniottine addormentate, crostacei vari ... e Emanuele mi segnala che ha 50 bar. Cazzo, sono passati solo 40 minuti. Vabbè, mi porto sui 6 metri e rifacciamo il giro dello scoglio, vediamo altre robine simpatiche, gli chiedo quanta aria ha, mi fa cenno 20, ok, io ne ho ancora un centinaio, basta e avanza per fare un altro giro in due, ma in fondo l'immersione mi ha soddisfatto e quindi gli dico che possiamo uscire, mi giro per controllare cosa fanno gli altri ...e lo vedo quasi in superficie, dal lato sbagliato dello scoglio rispetto all'ancora del gommone.
Tiro due porchi, la tappa l'abbiamo fatta con l'ultimo giro e salgo da lui, che è giá in superficie da un paio di minuti, con la corrente che tira un pochino verso fuori. Due battute col sorriso per tranquillizzarlo, e poi lo cazzio perchè non si esce in questo modo, specie in una notturna con poca luna, e pinneggiamo per dieci minuti fino al gommone.
Soliti commenti post tuffo, via al diving, mi rivesto e saluto tutti per tornare a casa. Emanuele mi viene a salutare, mi dice "Grazie di tutto maestro, di quel che mi hai fatto vedere, dell'assistenza e dei consigli".
Me ne vado interdetto. Maestro a me? Non sono certo un sub eccelso, ho un pochino di esperienza, ma sono orso, non so insegnare, non sono nemmeno istruttore. Mi rimane dentro una strana sensazione, bella e brutta insieme: la consapevolezza che rispetto al sub che ero e che ricordo bene agli inizi sono certo migliorato, ma anche il senso di perdita del tempo del apprendimento, di invecchiamento. Ogni volta che ci ripenso mi viene un po' di magone.
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