la mia schiena divelta da una gioventu' passata nel disprezzo dei pesi mal distribuiti caricati sulle spalle decide negli ultimi mesi di darmi respiro e fiducia. ritorno quindi sui miei passi subacquei e cerco un rebreather che abbia pesi e relativa distribuzione degli stessi piu' rispettosi di una schiena un po' dispettosa. trovo, nelle mie personali seghe mentali, che il rebreather per me si chiama revo.macchina che mi pare ben costruita, una delle piu' diffuse( italia a parte) e con un produttore europeo che permette contatti piu' veloci in caso di necessita' rispetto al meg che avevo prima che spiccicava l'ammaracano. non avendo le conoscenze e le possibilita' di interventi diretti sulla macchina in caso di avarie o problematiche anche questo fattore conduce la mia scelta sul definito reb "torta gialla" (cit.naumachos).
vendo il meg e mi accatto torta gialla. lo provo a vesima e subito faccio pace con l'assetto: il revo ti da' un'ottima acquaticita' e ti porta quasi subito a posizioni orizzontali, il meg non è così clemente. la respirazione è buona lo sforzo è minimo e si può sciorbettare tranquillamente senza richiamare spettri affannosi. unica perplessità è il caso dell'allagamento dei sacchi polmoni che essendo nel revo montati dietro non danno possibilità di intervento e di gestione obbligandoti al passaggio in aperto qualora si verificasse anche un'allagamento parziale che nel meg poteva essere gestito senza uscire dalla macchina. la macchina mi da fiducia e ha tutto ben visibile. per la gioia di mgs c'è il computer shearwater che legge sensori e gestisce deco. gli parlo, al computer, e gli chiedo di esser mnemonico per mio conto. quindi io ho la certezza di applicare la deco mnemonica usando i ricordi del computer, sono in pace con me stesso e non ho paura di esser preso in giro dagli uomini neri.
provo il mio torta gialla e mi da' le giuste soddisfazioni pur intrattenendo con lui rapporti entro i 60 metri di profondità. devo un po' imparare a cavalcare il suo essere ibrido che fa un po' imbizzarire i sensori pero' lo tengo ibrido (oltre al solenoide c'è un soffietto di ossigeno a flusso costante)perchè la cosa mi piacesse a garanzia del respirato. devo ancora imparare a conoscerlo bene però devo dire che risponde meglio del meg alle mie esigenze e pur avendo ottime performances, è di gestione più semplice. ha qualche punto debole nei nuovi revodream p (ulteriori lettori della ppo2 con led che s'appiccia e s'ammoccia): uno si stara per la seconda volta e legge cazzi a mazzi eppoi s'ammoccia. l'ho inviato ieri per posta in belgio, vediamo quando torna curato.
aneddoto simpatico che evidenzia le mie doti di grande subacqueo.
vado per puccio a 18 metri nella palestra sub di arenzano. mi vesto, son carino anche se non mi sono pettinato, di tutto punto da solo, mi imbelino in acqua e trovo difficolta' nello sforzo inspiratorio, mi incazzo, risalgo, riprovo a scendere dopo aver smanettato i gas, macchè non riesco a respirare. nico di tech dive (dove ho acquistato il revo) mi dice che fa bolle. risalgo sul gommone e mi accorgo di non aver messo la vite che sigilla il rebreather allagando completamente la macchina che però non riporta postumi invalidanti.
altri pucci seguono che sempre più mi fanno apprezzare la macchina.
purtroppo devo osservare fermo biologico perchè il mio gommone si è fatto male al carenaggio e deve essere riparato e il revodream deve essere anche lui riparato. insomma, un po' di culo ci vuole sempre ad aiutare la sfiga.
vendo il meg e mi accatto torta gialla. lo provo a vesima e subito faccio pace con l'assetto: il revo ti da' un'ottima acquaticita' e ti porta quasi subito a posizioni orizzontali, il meg non è così clemente. la respirazione è buona lo sforzo è minimo e si può sciorbettare tranquillamente senza richiamare spettri affannosi. unica perplessità è il caso dell'allagamento dei sacchi polmoni che essendo nel revo montati dietro non danno possibilità di intervento e di gestione obbligandoti al passaggio in aperto qualora si verificasse anche un'allagamento parziale che nel meg poteva essere gestito senza uscire dalla macchina. la macchina mi da fiducia e ha tutto ben visibile. per la gioia di mgs c'è il computer shearwater che legge sensori e gestisce deco. gli parlo, al computer, e gli chiedo di esser mnemonico per mio conto. quindi io ho la certezza di applicare la deco mnemonica usando i ricordi del computer, sono in pace con me stesso e non ho paura di esser preso in giro dagli uomini neri.
provo il mio torta gialla e mi da' le giuste soddisfazioni pur intrattenendo con lui rapporti entro i 60 metri di profondità. devo un po' imparare a cavalcare il suo essere ibrido che fa un po' imbizzarire i sensori pero' lo tengo ibrido (oltre al solenoide c'è un soffietto di ossigeno a flusso costante)perchè la cosa mi piacesse a garanzia del respirato. devo ancora imparare a conoscerlo bene però devo dire che risponde meglio del meg alle mie esigenze e pur avendo ottime performances, è di gestione più semplice. ha qualche punto debole nei nuovi revodream p (ulteriori lettori della ppo2 con led che s'appiccia e s'ammoccia): uno si stara per la seconda volta e legge cazzi a mazzi eppoi s'ammoccia. l'ho inviato ieri per posta in belgio, vediamo quando torna curato.
aneddoto simpatico che evidenzia le mie doti di grande subacqueo.
vado per puccio a 18 metri nella palestra sub di arenzano. mi vesto, son carino anche se non mi sono pettinato, di tutto punto da solo, mi imbelino in acqua e trovo difficolta' nello sforzo inspiratorio, mi incazzo, risalgo, riprovo a scendere dopo aver smanettato i gas, macchè non riesco a respirare. nico di tech dive (dove ho acquistato il revo) mi dice che fa bolle. risalgo sul gommone e mi accorgo di non aver messo la vite che sigilla il rebreather allagando completamente la macchina che però non riporta postumi invalidanti.
altri pucci seguono che sempre più mi fanno apprezzare la macchina.
purtroppo devo osservare fermo biologico perchè il mio gommone si è fatto male al carenaggio e deve essere riparato e il revodream deve essere anche lui riparato. insomma, un po' di culo ci vuole sempre ad aiutare la sfiga.
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