Accolgo l'invito di alcuni amici che volevano far conoscere a tutti la loro personale esperienza: metto quindi a disposizione del loro racconto il mio post
E' cominciato tutto a Calafuria.
E' là dove per la prima volta sentii parlare di "quel tipo che faceva immersioni pericolose!!!". E ne sentivo parlare soltanto, perchè quando arrivavamo noi ricreativi a fare immersioni, lui era già in acqua e spesso c'era ancora quando noi uscivamo e andavamo via. Poi un giorno vedo una distesa di bombole sul muretto di Calafuria, alcune con dei numeri scritti sop
ra e poi qualche bibo. I miei compagni d'immersione mi dicono: "è il Lorenzini, quello che va giù fondo! Sai, il pompiere?". Mah, sarà matto pensai io. Però la cosa mi incuriosiva, perchè aveva bisogno di tutte quelle bombole? E a cosa servivano i numeri sulle bombole? E perchè si portava l'ossigeno? E poi, dove se le attaccava tutte quelle bombole?
Alla fine poi mi capitò di conoscere finalmente questo tipo strano e un pò matto che rispondeva al nome di Michele Lorenzini e che "andava giù fondo", e a dir la verità a me non sembrò poi così matto. Avevo sempre sentito dire che faceva immersioni pericolose, però chiedendogli informazioni mi diceva che usava il bibo "...per la sicurezza!", quella frusta arrotolata intorno al collo era "...per la sicurezza!", quella lampada così grande era "...per la sicurezza!". Insomma, qualunque fosse il discorso si finiva sempre a parlare di sicurezza. Ma allora perchè a me i sub che avevo conosciuto fino a quel momento mi dicevano che il Lorenzini faceva immersioni pericolose? Qualcosa non tornava...
Sempre in quel periodo un altro sub mio amico, Lorenzo, anche lui ricreativo, mi comincia a parlare di alcune cose che aveva letto in internet sulle immersioni tecniche, su come secondo lui sarebbe stato interessante approfondire l'argomento, e allora decido di presentargli Michele. Da li cominciamo a confrontarci sempre più spesso con lui e a fare qualche immersione insieme ai subacquei tecnici, questo strano gruppo di persone vestiti tutti uguali che sembravano tanto snob e che invece ci hanno accolto subito a braccia aperte, adeguandosi alle nostre minori capacità e addirittura prestandoci in alcuni casi la loro attrezzatura per permetterci di provare la configurazione DIR...
Io e Lorenzo cominciamo quindi sempre di più a capire l'importanza di avere l'attrezzatura giusta e ogni cosa al giusto posto in immersione. La posizione corretta, per essere idrodinamici, l'importanza di sapere quanto consumiamo sott'acqua e quindi di quanto gas abbiamo bisogno per fare un'immersione in sicurezza, quanto tempo possiamo stare ad una certa quota per essere in curva e a gestire nel modo migliore i tempi fuori curva. Iniziamo a sentir parlare della filosofia Hogartiana, iniziamo insomma, per la prima volta, a studiare veramente la subacquea. E Michele sempre accanto a noi, a rispondere con infinita pazienza a tutte le domande che avevamo, a sistemarci l'attrezzatura in modo corretto, trasmettendoci sempre di più la passione per questo modo per noi nuovo di andar sott'acqua...
Ecco che quindi una mattina ci troviamo all'alba, Io, Lorenzo e Paolo, il terzo e fondamentale elemento di questo trio, e guidati da Michele cominciamo la grande avventura del Correctly Diving System!!! Iniziano così due fine settimana veramente intensi durante i quali teoria e pratica si alternano continuamente, e cominciamo così a comprendere cosa significa veramente DIR system e perchè UTRtek applica il sistema DIR....
Poi il momento più divertente per Michele, quando, all'urlo di "diamoci un taglio!!!" ha tirato fuori dalla cassetta degli attrezzi un paio di enormi forbici e si è avventato sulle nostre attrezzature, con la disperazione di Paolo che in alcuni casi provava invano ad opporsi! E così sono state scorciate vari tipi di fruste, il corrugato del gav, la cintura dei piombi, le cinghie del gav... persino il cordino della valvola di scarico del gav è stato scorciato!!!
E poi giù con gli esercizi "a secco", noi tre a ripetere all'infinito i "sette di base", le pinneggiate, la posizione "testa alta e schiena inarcata"... E i momenti più "temuti", quando in aula riguardavamo tutti insieme i video degli esercizi girati sott'acqua, in modo da capire bene i vari errori e correggerli subito... E il Capo Michele che ci spronava a correggerci, aiutato da Mariella, ormai eletta videoperatrice ufficiale del corso, che con infinita pazienza ci spronavano ad imparare, trasmettendoci sempre più il concetto fondamentale del lavoro di squadra, perchè un subacqueo bravo da solo non va da nessuna parte, ma un team affiatato invece arriva ovunque!! E poi Massimo, che pur con poco tempo a disposizione è venuto comunque a darci il suo supporto in acqua...
Passano così i giorni, tra un'immersione e l'altra, lavorando al campo sagolato impariamo a star fermi sott'acqua, a tener la posizione giusta, a pinneggiare correttamente a seconda delle situazioni, a tener sempre sott'occhio gli altri membri del team, a risalire e a scendere tutti insieme... Insomma, diventiamo una vera squadra!!!
E' stata sicuramente un'esperienza dura e bellissima, abbiamo lavorato e imparato molto e molto abbiamo ancora da imparare, la strada sicuramente è ancora lunga ma finalmente abbiamo cominciato ad andar sott'acqua nel modo corretto, sapendo sempre cosa stiamo facendo, e quindi con la massima sicurezza. E suggeriamo a tutti coloro che hanno, come noi, la passione per il mare e desiderano viverla a pieno e in tutta sicurezza di provare il corso Correctly e ripetere così la nostra entusiasmante avventura!!!!
Per info www.technicalsub.it
Olimpia Sichi, Lorenzo Turchi e Paolo Faraci.
E' cominciato tutto a Calafuria.
E' là dove per la prima volta sentii parlare di "quel tipo che faceva immersioni pericolose!!!". E ne sentivo parlare soltanto, perchè quando arrivavamo noi ricreativi a fare immersioni, lui era già in acqua e spesso c'era ancora quando noi uscivamo e andavamo via. Poi un giorno vedo una distesa di bombole sul muretto di Calafuria, alcune con dei numeri scritti sop
ra e poi qualche bibo. I miei compagni d'immersione mi dicono: "è il Lorenzini, quello che va giù fondo! Sai, il pompiere?". Mah, sarà matto pensai io. Però la cosa mi incuriosiva, perchè aveva bisogno di tutte quelle bombole? E a cosa servivano i numeri sulle bombole? E perchè si portava l'ossigeno? E poi, dove se le attaccava tutte quelle bombole?
Alla fine poi mi capitò di conoscere finalmente questo tipo strano e un pò matto che rispondeva al nome di Michele Lorenzini e che "andava giù fondo", e a dir la verità a me non sembrò poi così matto. Avevo sempre sentito dire che faceva immersioni pericolose, però chiedendogli informazioni mi diceva che usava il bibo "...per la sicurezza!", quella frusta arrotolata intorno al collo era "...per la sicurezza!", quella lampada così grande era "...per la sicurezza!". Insomma, qualunque fosse il discorso si finiva sempre a parlare di sicurezza. Ma allora perchè a me i sub che avevo conosciuto fino a quel momento mi dicevano che il Lorenzini faceva immersioni pericolose? Qualcosa non tornava...
Sempre in quel periodo un altro sub mio amico, Lorenzo, anche lui ricreativo, mi comincia a parlare di alcune cose che aveva letto in internet sulle immersioni tecniche, su come secondo lui sarebbe stato interessante approfondire l'argomento, e allora decido di presentargli Michele. Da li cominciamo a confrontarci sempre più spesso con lui e a fare qualche immersione insieme ai subacquei tecnici, questo strano gruppo di persone vestiti tutti uguali che sembravano tanto snob e che invece ci hanno accolto subito a braccia aperte, adeguandosi alle nostre minori capacità e addirittura prestandoci in alcuni casi la loro attrezzatura per permetterci di provare la configurazione DIR...
Io e Lorenzo cominciamo quindi sempre di più a capire l'importanza di avere l'attrezzatura giusta e ogni cosa al giusto posto in immersione. La posizione corretta, per essere idrodinamici, l'importanza di sapere quanto consumiamo sott'acqua e quindi di quanto gas abbiamo bisogno per fare un'immersione in sicurezza, quanto tempo possiamo stare ad una certa quota per essere in curva e a gestire nel modo migliore i tempi fuori curva. Iniziamo a sentir parlare della filosofia Hogartiana, iniziamo insomma, per la prima volta, a studiare veramente la subacquea. E Michele sempre accanto a noi, a rispondere con infinita pazienza a tutte le domande che avevamo, a sistemarci l'attrezzatura in modo corretto, trasmettendoci sempre di più la passione per questo modo per noi nuovo di andar sott'acqua...
Ecco che quindi una mattina ci troviamo all'alba, Io, Lorenzo e Paolo, il terzo e fondamentale elemento di questo trio, e guidati da Michele cominciamo la grande avventura del Correctly Diving System!!! Iniziano così due fine settimana veramente intensi durante i quali teoria e pratica si alternano continuamente, e cominciamo così a comprendere cosa significa veramente DIR system e perchè UTRtek applica il sistema DIR....
Poi il momento più divertente per Michele, quando, all'urlo di "diamoci un taglio!!!" ha tirato fuori dalla cassetta degli attrezzi un paio di enormi forbici e si è avventato sulle nostre attrezzature, con la disperazione di Paolo che in alcuni casi provava invano ad opporsi! E così sono state scorciate vari tipi di fruste, il corrugato del gav, la cintura dei piombi, le cinghie del gav... persino il cordino della valvola di scarico del gav è stato scorciato!!!
E poi giù con gli esercizi "a secco", noi tre a ripetere all'infinito i "sette di base", le pinneggiate, la posizione "testa alta e schiena inarcata"... E i momenti più "temuti", quando in aula riguardavamo tutti insieme i video degli esercizi girati sott'acqua, in modo da capire bene i vari errori e correggerli subito... E il Capo Michele che ci spronava a correggerci, aiutato da Mariella, ormai eletta videoperatrice ufficiale del corso, che con infinita pazienza ci spronavano ad imparare, trasmettendoci sempre più il concetto fondamentale del lavoro di squadra, perchè un subacqueo bravo da solo non va da nessuna parte, ma un team affiatato invece arriva ovunque!! E poi Massimo, che pur con poco tempo a disposizione è venuto comunque a darci il suo supporto in acqua...
Passano così i giorni, tra un'immersione e l'altra, lavorando al campo sagolato impariamo a star fermi sott'acqua, a tener la posizione giusta, a pinneggiare correttamente a seconda delle situazioni, a tener sempre sott'occhio gli altri membri del team, a risalire e a scendere tutti insieme... Insomma, diventiamo una vera squadra!!!
E' stata sicuramente un'esperienza dura e bellissima, abbiamo lavorato e imparato molto e molto abbiamo ancora da imparare, la strada sicuramente è ancora lunga ma finalmente abbiamo cominciato ad andar sott'acqua nel modo corretto, sapendo sempre cosa stiamo facendo, e quindi con la massima sicurezza. E suggeriamo a tutti coloro che hanno, come noi, la passione per il mare e desiderano viverla a pieno e in tutta sicurezza di provare il corso Correctly e ripetere così la nostra entusiasmante avventura!!!!
Per info www.technicalsub.it
Olimpia Sichi, Lorenzo Turchi e Paolo Faraci.
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