A Lanzarote raramente la temperatura supera i 25 gradi. Ma il sole d'agosto, i 6mm di neoprene, i guanti, il cappuccio e la bombola sulla schiena rendono i cinquanta metri di strada tra il Manta-furgonetto e il molo-rampa di lancio un vero incubo fradicio. Quando arrivo alla scaletta, vedo a pois. Quando mi immergo, l'acqua, fresca e miracolosa, mi riporta in vita.
Subito, lì a uno sputo dalla riva, siamo in un acquario: nuvole di fula negra e fula blanca, saraghi zebrati grandi come padelle da farinata, pesci pappagallo che si inseguono e banchi fittissimi di sardine. L'acqua è così trasparente che mi viene il dubbio che non ci sia: in realtà, sto volando su un pianeta di sabbia bianca e roccia nera e quelle che vedo non sono volute di lava, ma sculture aliene; centinaia di anguille giardiniera sbucano interrogative da buchi nel fondale (sentinelle?), mentre le sogliole, con i loro buffi occhietti a torretta, studiano ogni mia mossa. I pesci lucertola fingono di dormire, ma...
Bah. Io giro alla larga.
L'Omobeige mi guarda e mi fa l'inequivocabile gesto subbo che significa minchia quanti pesci!
Io vedo tutto a metà: la maschera oggi ha deciso che si appanna; la allago, la svuoto, si pulisce, si riappanna.
Proseguo orba.
Da queste parti si dice abiti Felix, una cernia grande come la mia macchina, ma non abbiamo l'onore d'incontrarla. Vorrà dire che ci toccherà tornare.
Superiamo il gradino di rocce, ci lasciamo sulla destra un piccolo relitto densamente popolato (El Barco Hundido!) ed arriviamo all'ingresso della Cattedrale. Il nome è appropriato, la grotta è davvero molto grande.
Io sono sempre mezzovedente; ciononostante, armata di torcia, rompo le palle a non pochi pescetti addormentati. Ma il vero spettacolo arriva quando giriamo le pinne per uscire: l'ingresso della Cattedrale sembra un maxischermo. Stanno proiettando un film mozzafiato: Tutti i barracuda dell'universo. E io non ci sto a vederne solo mezzo! Esco dalla grotta e, mentre la sfilata prosegue, allago di nuovo la maschera. Inspiro dalla bocca. Espiro dal na... OPPORC...! Ho il naso tappato! Non vedo un cazzo! Aiut...
Blocco le gambette che sono già partite per raggiungere la superficie nel minor tempo possibile, pungolate da quell'istinto che, se a terra ti salva le piume, in acqua t'ammazza. Immobile, tengo a freno il panico; riprovo; si stappa piano una narice, vedo il livello dell'acqua che scende e, nella finestrella in alto, di nuovo a fuoco, c'è il faccione dell'Omobeige, pronto a intervenire. Quanto possono sembrare lunghi sette secondi?
Recupero la vista in tempo per vedere scivolare via i barracuda; in coda ci sono i piccoletti e Ben, la guida inglese, ne culla uno. Immaginario, chiaramente.
In sosta tra archi di lava, osserviamo un trio di orrendi spider-crab che si pigliano a pattoni, ammiriamo una seppia vanesia che indossa un abito tigrato molto chic, facciamo conoscenza col pejepeine e la gallinita, ci innamoriamo perdutamente di un cavalluccio.
È ora di basta.
Quanto può sembrare breve un'ora?
Commenta