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Perchè certo non posso vantare dei racconti superbi come quelli che si leggono qui, con avvistamenti di mante, squali, forme di vita semimisteriose in acque cristalline, seguite da cocktail raffinati sorbiti in ambienti chic ... ma anche il nostro bel laghetto può dare qualche soddisfazione, a chi si sa accontentare.
Ieri sera solito appuntamento, per andare a PSN (porto s. Nicolò a riva del garda) alla tradizionale notturna del venerdi. Diversi ranocchi stavolta hanno dato forfait, per cui alla fine siamo solo in tre: con me il baldo Fabio belli-capelli e la giovane Fabiana. Aperitivo analcolico al bar in attesa che faccia più scuro, poi si prepara l'attrezzatura. "vacca miseria" esclama Fabietto "cosa è sucesso? Ho solo 90 bar nel diciottone". Il nostro eroe s'è sbagliato e ha preso la boccia non caricata. Magnanimo, gli offro di attaccare la frusta di travaso alla mia, che ha 210 bar veri (240 secondo il manometro) ma lui rifiuta, che tanto Fabiana è in umida quindi non scendiamo tanto, che poi razzoliamo in alto, che se serve lo sa che gli do un erogatore, che tanto lo sappiamo che abbiamo fatto un sacco di tuffi usando quei bar e basta, .... non capisco tutta sta manfrina, ma la capirò in seguito.
Via in acqua, che s'è un pò alzata di livello. Ci sono onde altissime, almeno venti centimetri, che certi marinai croati se la farebbero sotto a vederle, ma noi impavidi ci tuffiamo, ormai la notte è scesa. Dico a Fabio di guidare lui l'immersione, cosi si regola coi suoi bar per come la vede lui. Fabio mi prende in parola e scende subito sui 25 metri seguendo la parete. Il taglio termico bello sensibile è sui 14 metri, e subito sotto parte il festival della bottatrice. Ci sarà un happening, o forse al cinema danno "Quella mereterice della bottatrice la da a più lucci di quel che dice", fatto sta che ce ne sono un sacco, di tutte le taglie. Vado a rompere i maroni a una che sarà lunga 10 cm, piccola: con quei baffetti e certamente narcotizzato dalle abissali profondità mi sa che l'ho presa per Mario, il mio gatto. Di bosa in bosa (nome trentino della bottatrice) si avanti un venti minuti. Chiedo a Fabio quanta aria ha ancora, ma stranamente non mi risponde, mi fa segno di ok, si gira e va avanti cominciando a risalire. Siamo in zona anguille e se ne vedono di belle. Una stranamente si comporta come una murena: intanata fa uscire il musetto, ma appena ci avviciniamo non scappa come fanno sempre: si tira un pò indietro e poi esce fuori, curiosa.
Ce ne sono un bel pò, alcune davvero belle grosse, paiono dei gronghi, pascolando nell'acqua più tiepida sugli 8-10 metri. Cominciamo a cercare lucci, dovrebbe essere la loro quota, e ravaniamo nella verdura. E invece tra i sassi troviamo un bel paio di tinche, che si spaventano presto e si nascondono. Tra gli infiniti persici appare un cavedano con seri complessi di identità. I persici sono tantissimi, ma uno ci incuriosisce: è grande, e sul dorso ha un chiaro segno di morso: qualche luccio lo ha assaggiato.
Proseguiamo pinneggiando con calma, arriviamo sui 5 metri e continuiamo la nostra gita tra persici, lucci e simpaticissimi persici sole, che restano tanquilli anche se gli metti il dito davanti al muso. È uno dei pesci che mi piace di più, i suoi colori sono bellissimi e mi divertono quando ti attaccano per difendere la tana. Siamo tutti li a giocare con i sole quando vedo dei lampi nell'acqua. Sulle prime penso a dei lucci che attaccano le alborelle, molto numerose, ma sono movimenti diversi. E capitiamo in un bel banco di agoni, le sarde del garda, che si muovono come schegge impazzite. Qualcuna ci colpisce al corpo, nei suoi movimenti frenetici. E proseguiamo con questi lampi argentati che ci sfiorano e ci circondano. Guardo il computer: cosaaaaa? Siamo a 50 minuti. Chiedo a Fabio se vuole il mio erogatore, mi fa segno di no e procede sulla via del ritorno. Boh, chi lo capisce è bravo, ma è un ottimo sub, e siamo sui tre metri, può salire quando vuole. Arriviamo vicino alle scalette per uscire e il mio computer segna 60 minuti di immersione, faccio segno di andare su, ma Fabietto e la sua complice Fabiana non mi filano di pezza. Paziento un paio di altri minuti, poi mentalmente li mando a cagare ed esco. Li aspetto con le pinne in mano e dopo 3-4 minuti esce Fabiana. Fabio è ancora li, davanti a noi, a un metro, che cacchio fa? Aspettiamo un altro paio di minuti, poi mette la testa fuori dall'acqua e tranquillamente ci dice "sta cacchio di bombola ancora non finisce" e si ributta sotto. Hai capito l'infamone! Ha fatto di tutto per finire la bombola sott'acqua e vedere che succede.
Il post immersione è classico. Data l'ora non andiamo al tex-mex, dove la cucina è ormai chiusa e ci dirigiamo alla solita pizzeria, per mangiare qualcosa e scacciare le brutte bolle di azoto con le bolle belle di una buona e fresca birra. Anche stavolta il Garda ci ha regalato una immersione che ci ripulisce dalle tossine lavorative della settimana e ci ha fatto divertire.
Ieri sera solito appuntamento, per andare a PSN (porto s. Nicolò a riva del garda) alla tradizionale notturna del venerdi. Diversi ranocchi stavolta hanno dato forfait, per cui alla fine siamo solo in tre: con me il baldo Fabio belli-capelli e la giovane Fabiana. Aperitivo analcolico al bar in attesa che faccia più scuro, poi si prepara l'attrezzatura. "vacca miseria" esclama Fabietto "cosa è sucesso? Ho solo 90 bar nel diciottone". Il nostro eroe s'è sbagliato e ha preso la boccia non caricata. Magnanimo, gli offro di attaccare la frusta di travaso alla mia, che ha 210 bar veri (240 secondo il manometro) ma lui rifiuta, che tanto Fabiana è in umida quindi non scendiamo tanto, che poi razzoliamo in alto, che se serve lo sa che gli do un erogatore, che tanto lo sappiamo che abbiamo fatto un sacco di tuffi usando quei bar e basta, .... non capisco tutta sta manfrina, ma la capirò in seguito.
Via in acqua, che s'è un pò alzata di livello. Ci sono onde altissime, almeno venti centimetri, che certi marinai croati se la farebbero sotto a vederle, ma noi impavidi ci tuffiamo, ormai la notte è scesa. Dico a Fabio di guidare lui l'immersione, cosi si regola coi suoi bar per come la vede lui. Fabio mi prende in parola e scende subito sui 25 metri seguendo la parete. Il taglio termico bello sensibile è sui 14 metri, e subito sotto parte il festival della bottatrice. Ci sarà un happening, o forse al cinema danno "Quella mereterice della bottatrice la da a più lucci di quel che dice", fatto sta che ce ne sono un sacco, di tutte le taglie. Vado a rompere i maroni a una che sarà lunga 10 cm, piccola: con quei baffetti e certamente narcotizzato dalle abissali profondità mi sa che l'ho presa per Mario, il mio gatto. Di bosa in bosa (nome trentino della bottatrice) si avanti un venti minuti. Chiedo a Fabio quanta aria ha ancora, ma stranamente non mi risponde, mi fa segno di ok, si gira e va avanti cominciando a risalire. Siamo in zona anguille e se ne vedono di belle. Una stranamente si comporta come una murena: intanata fa uscire il musetto, ma appena ci avviciniamo non scappa come fanno sempre: si tira un pò indietro e poi esce fuori, curiosa.
Ce ne sono un bel pò, alcune davvero belle grosse, paiono dei gronghi, pascolando nell'acqua più tiepida sugli 8-10 metri. Cominciamo a cercare lucci, dovrebbe essere la loro quota, e ravaniamo nella verdura. E invece tra i sassi troviamo un bel paio di tinche, che si spaventano presto e si nascondono. Tra gli infiniti persici appare un cavedano con seri complessi di identità. I persici sono tantissimi, ma uno ci incuriosisce: è grande, e sul dorso ha un chiaro segno di morso: qualche luccio lo ha assaggiato.
Proseguiamo pinneggiando con calma, arriviamo sui 5 metri e continuiamo la nostra gita tra persici, lucci e simpaticissimi persici sole, che restano tanquilli anche se gli metti il dito davanti al muso. È uno dei pesci che mi piace di più, i suoi colori sono bellissimi e mi divertono quando ti attaccano per difendere la tana. Siamo tutti li a giocare con i sole quando vedo dei lampi nell'acqua. Sulle prime penso a dei lucci che attaccano le alborelle, molto numerose, ma sono movimenti diversi. E capitiamo in un bel banco di agoni, le sarde del garda, che si muovono come schegge impazzite. Qualcuna ci colpisce al corpo, nei suoi movimenti frenetici. E proseguiamo con questi lampi argentati che ci sfiorano e ci circondano. Guardo il computer: cosaaaaa? Siamo a 50 minuti. Chiedo a Fabio se vuole il mio erogatore, mi fa segno di no e procede sulla via del ritorno. Boh, chi lo capisce è bravo, ma è un ottimo sub, e siamo sui tre metri, può salire quando vuole. Arriviamo vicino alle scalette per uscire e il mio computer segna 60 minuti di immersione, faccio segno di andare su, ma Fabietto e la sua complice Fabiana non mi filano di pezza. Paziento un paio di altri minuti, poi mentalmente li mando a cagare ed esco. Li aspetto con le pinne in mano e dopo 3-4 minuti esce Fabiana. Fabio è ancora li, davanti a noi, a un metro, che cacchio fa? Aspettiamo un altro paio di minuti, poi mette la testa fuori dall'acqua e tranquillamente ci dice "sta cacchio di bombola ancora non finisce" e si ributta sotto. Hai capito l'infamone! Ha fatto di tutto per finire la bombola sott'acqua e vedere che succede.
Il post immersione è classico. Data l'ora non andiamo al tex-mex, dove la cucina è ormai chiusa e ci dirigiamo alla solita pizzeria, per mangiare qualcosa e scacciare le brutte bolle di azoto con le bolle belle di una buona e fresca birra. Anche stavolta il Garda ci ha regalato una immersione che ci ripulisce dalle tossine lavorative della settimana e ci ha fatto divertire.
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