Sabato sul tardi mi si è liberata la domenica e decido all’ultimo di andare a fare un immersione sul promontorio di Porto Fino (area marina protetta).
Telefono al diving dove di solito vado e mi dicono che sul gommone della mattina quello dove di solito escono i miei amici di circolo non c’è più posto, mi dicono che ci sarebbe un posto nel gommone delle 10.30 – ottimo, prenoto e preparo l’attrezzatura.
La preparazione è breve la muta d’apnea rigorosamente nera, lo schienalino di plastica due erogatori e qualche accessorio (coltello, snorkel, spool, pallone d’emergenza e due computer) ovviamente il mio vecchio e mono da 18.
Mi alzo con calma, stendo i panni lavati e alle 7.00 parto alla volta di Santa Margherita Ligure.
Arrivo al diving monto l’attrezzatura e …. dato che era presto …. vado in spiaggia a prendere una mezz’ora di sole e puntualmente mi addormento …. rischio di far tardi cosi via di corsa al diving la mia attrezzatura era già al molo, di corsa insapono la muta d’apnea e la vesto al volo e eccomi al molo in orario oserei dire anche in anticipo visto che gli altri stavano montando l’attrezzatura.
Il gommone arriva … vedo i miei amici di circolo che puntualmente mi prendono per i fondelli, ….. “ma non potevi venire con noi” ….. no non potevo perché non c’era posto altrimenti venivo …..
Il tempo di caricare e via destinazione secca “Gonzati” conosciuta anche come “Carega”, è una strana domenica la prima per me soleggiata, mare calmo ma non piatto con le piccole onde ingrandite dai motoscafi plananti che fanno oscillare il gommone, io mi godo il momento, il sole, l’odore del mare, gli schizzi dell’acqua chiudo gli occhi e mi sento carico per quella che si preannuncia una bellissima immersione in solitaria.
Arriviamo, il barcaiolo ormeggia sulla nuova boa poi mi fa cenno che potevo andare quando volevo.
Ginocchio sul tubolare mi guardo per evitare di travolgere qualcuno, di fatto scorgo una ragazza che era finita proprio sotto di me, attendo qualche istante che finisse di sistemarsi e si spostasse e in rollata mi lascio cadere in acqua, mi avvicino alla boa e con una capovolta in squadra inizio l’immersione.
Subito rimango spiazzato …..
Questa immersione io l’ho fatta molte volte ma domenica era la prima volta con la nuova boa che non è più nello stesso punto della vecchia, ho dovuto far mente locale ….
Immaginate di essere con il gommone sul cappello della secca proprio sul cappello della secca che arriva a 3 metri di profondità e di guardare la parete, la nuova boa è al lato della vostra sinistra su una battimetrica di 20 metri circa (non so essere preciso perché ho fatto solo una stima non una misura con il profondimetro) la vecchia boa era dietro la vostra schiena lato mare aperto a una minore profondità.
Capito dove mi trovavo inizio la discesa rapida, scendo velocemente ma senza stress lasciandomi sprofondare spingendo con piccoli colpi a rana.
Mi trovo al lato mare aperto della secca ai piedi della secca a una profondità di circa 55 metri.
Scorgo una cigliatina che si erge dalla sabbia la raggiungo ci giro intorno e inizio la risalita, tornando indietro con calma la respirazione è profonda, regolare e senza pause, vedo un luccichio sulla sabbia mi avvicino e noto una bellissima sta da arbalete lunga più di un metro nuova perfetta, anche nella punta, non ancora concrezionata.
Mi chiedo ma cosa ci fa un’asta come quella in un area marina protetta come quella del promontorio di Portofino ?
Poi mi metto a ridere, sarò mica in narcosi ? vuoi che qualcuno vada a pescare di frodo in quel paradiso , no sono io che do corpo alle ombre colto da allucinazioni, sicuramente quando risalirò quell’asta si trasformerà in un oggetto di salvaguardia dell’ambiente .
Risalgo tenendo la parete alla sinistra quindi mi trovo nel canale che risale il lato opposto alla boa.
Niente da fare l’asta continua ad essere un asta da caccia subacquea e la cosa non mi fa ancora “inc a z z a r e”, sarà la narcosi, anzi sto provando un certo imbarazzo ….
Ho una muta d’apnea nera, indosso solo uno schienalino e stringo in mano un asta da caccia sono passibile di denuncia se non vengo linciato prima dagli altri subacquei che non conoscendomi potevano pensare di tutto e di più
Gorgonie, corallo in fiore, saraghi di ogni genere (fasciati, pizzuti), un aragosta, murene, cernie mi distraggono, noto con estrema sorpresa che i pesci non conoscono l’asta ma al contrario anche stringendo un asta da pesca riseco ad avvicinarmi a loro anzi un’orata curiosa si avvicina quasi a poterla toccare …..
Improvvisamente mi sale la carogna e mi “inc a z z o “ ma che razza di “bas t a r d i” vigliacchi possono andare a tirare ad animali che sono come cagnolini che ti scodinzolano avvicinandosi, ignorando il pericolo.
Io non ho nulla contro la pesca subacquea anzi la considero ancora un’attività dove la preda è in forte vantaggio rispetto all’uomo cacciatore e tecnologico, normalmente con un asta in mano a un orata non ti avvicini neanche a piangere, loro lo sanno cos’è, molto bene ma nell’area protetta non hanno affinato questa percezione anzi il contrario …..
L’immersione continua sono al lato della secca che si trova tra la parete e la secca a una ventina di metri, incrocio altri subacquei alcuni con macchine fotografiche e io provo ancora una strana sensazione di imbarazzo stringendo in mano quell’asta ma ormai sono deciso a portare in superficie.
Arrivo alla boa d’ormeggio ma decido di godermi ancora l’immersione e vado sul cappello tra i 6 e i 3 metri dove trovo dei barracuda stanziali mi fermo ad osservarli e stringendo sempre l’asta, in apnea per non disturbarli, mi avvicino fino quasi a sfiorarli anche loro sono indifferenti all’oggetto da me stretto in mano.
L’aria nella bombola ormai è sotto i 50 bar, la decompressione finita da oltre 10 minuti, ho totalizzato 60 minuti d’immersione, decido quindi di risalire in superficie, passo l’asta al barcaiolo dicendo a gran voce “meno male che non si dovrebbe pescare” il barcaiolo mi dice che l’avrebbe portata in capitaneria.
Immersione fantastica, emozionante, questa secca permette di vedere diversi ambienti, dallo stratificarsi delle alghe dalla superficie in giù a seconda dello spettro di luce utilizzato per la fotosintesi, fino ad arrivare al coralligeno, esplosioni di colori negli anfratti in ombra, persino delle grosse meduse bianche (innocue) conosciute come “polmone di mare” mangiucchiate dai saraghi e poi ...... quel ritrovamento alieno a far da contrasto con una natura che si mostra stupenda e fragile ancora una volta in balia dell’uomo e del suo egoismo.
Spero che questo piccolo racconto virtuale possa giungere al proprietario dell’asta :
sei al sicuro nel tuo anonimato e pensi di aver gabbato tutti di essere il più furbo e anche bravo …..
ebbene … sappi:
non sei furbo, sei solo un ladro di polli, per giunta incapace perché non ci vuole bravura a cacciare in un acquario, quell’asta è solo la firma di chi ha il coraggio dei vigliacchi .
Ti auguro che il mare ti perdoni sempre e che tu possa sempre tornare a casa perché non augurerei mai male a nessuno neanche a una “m e r d a” coma te ma ti auguro di essere preso dalla capitaneria di porto e che ti facciano un mazzo tanto ….. .
Cordialmente
Rana
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