Mastica e sputa, da una parte il miele, mastica e sputa dall’altra la cera, mastica e sputa prima che venga sera…….vecchi gesti ripetuti , lavoro fatto di memoria del tempo, il presente del passato nell’arte del mestiere fatto di memoria del tempo, memoria dell’uomo, l’uomo che si tramanda esperienza attraverso il rapporto del singolo con la comunità….mastica e sputa…..
gonfio il coso , una bottiglia di plastica galleggia, pinneggio fino alla bottiglia. Sgonfio il coso, le acciaiose tirano un po’ troppo, segui la cima, compensa, una boa a mezz’acqua impiccata alla rovescia fa intravedere la cima che scende verso il basso. il pensiero di impiccarsi alla rovescia mi fa sorridere e mi immagino lì a fluttuare con le balle verso il cielo legato ad una cima che stranamente mi impedisce di salire verso il paradiso. Butto fuori un po’ d’aria dai polmoni e aumento la velocità di discesa, sclippo le acciaiose e le elastico, la tensione sul mio corpo diminuisce e acquisto un po’ di acquatica agilità…..intravedo il cappello della secca, ha un colore giallognolo come l’acqua. La cima continua a discendere ed io la seguo fino a giungere al corpo morto. La visibilità inizia a migliorare. Mi guardo in giro ma la vista non permette molto all’occhio. Uno che non parrebbe foundamental e nemmeno correctly ma molto acquatico fa cenno di seguirlo. Noi, io e qualcun altro/a lo si segue. Si discende e la visibilità allarga la vista e inizia a giocherellare coi sensi. Un tripudio di colori colpisce le emozioni. Gorgonie spugne gerardie sono sirene a cui non serve resistere,le lascio vezzeggiare blandire gli occhi, lascio libero sfogo alla tentazione di rigirarmi per ammirare il tripudio di colori . cernie importanti, gronchi , murene, aragoste e pure gattucci accompagnano le immersioni dei giorni successivi.
Nei giorni successivi le discese iniziano tutte sulla secca uno, il direttore d’orchestra, eppoi tratti sabbiosi per giungere agli orchestrali che cingono il maestro con colorate melodie subacquee, per ritornare nuovamente al maestro e risalirlo fino a quella bottiglietta di plastica in superficie che pare essere edi, la lampadina di Archimede….
Difficile ora dire qualcosa di non scontato, non credo di dover pubblicizzare il luogo perché il luogo e le persone che ho frequentato si pubblicizzano da sole, posso dire di aver trascorso una settimana di buona vita che spesso mi auguro con scarso successo. Chi ama il mare troverà gente di mare , un gran bel mare e soprattutto una buona vita se avrà voglia di viverla.
gonfio il coso , una bottiglia di plastica galleggia, pinneggio fino alla bottiglia. Sgonfio il coso, le acciaiose tirano un po’ troppo, segui la cima, compensa, una boa a mezz’acqua impiccata alla rovescia fa intravedere la cima che scende verso il basso. il pensiero di impiccarsi alla rovescia mi fa sorridere e mi immagino lì a fluttuare con le balle verso il cielo legato ad una cima che stranamente mi impedisce di salire verso il paradiso. Butto fuori un po’ d’aria dai polmoni e aumento la velocità di discesa, sclippo le acciaiose e le elastico, la tensione sul mio corpo diminuisce e acquisto un po’ di acquatica agilità…..intravedo il cappello della secca, ha un colore giallognolo come l’acqua. La cima continua a discendere ed io la seguo fino a giungere al corpo morto. La visibilità inizia a migliorare. Mi guardo in giro ma la vista non permette molto all’occhio. Uno che non parrebbe foundamental e nemmeno correctly ma molto acquatico fa cenno di seguirlo. Noi, io e qualcun altro/a lo si segue. Si discende e la visibilità allarga la vista e inizia a giocherellare coi sensi. Un tripudio di colori colpisce le emozioni. Gorgonie spugne gerardie sono sirene a cui non serve resistere,le lascio vezzeggiare blandire gli occhi, lascio libero sfogo alla tentazione di rigirarmi per ammirare il tripudio di colori . cernie importanti, gronchi , murene, aragoste e pure gattucci accompagnano le immersioni dei giorni successivi.
Nei giorni successivi le discese iniziano tutte sulla secca uno, il direttore d’orchestra, eppoi tratti sabbiosi per giungere agli orchestrali che cingono il maestro con colorate melodie subacquee, per ritornare nuovamente al maestro e risalirlo fino a quella bottiglietta di plastica in superficie che pare essere edi, la lampadina di Archimede….
Difficile ora dire qualcosa di non scontato, non credo di dover pubblicizzare il luogo perché il luogo e le persone che ho frequentato si pubblicizzano da sole, posso dire di aver trascorso una settimana di buona vita che spesso mi auguro con scarso successo. Chi ama il mare troverà gente di mare , un gran bel mare e soprattutto una buona vita se avrà voglia di viverla.
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