Io e il mio gruppetto di amici ce la siamo preparata bene bene questa trasferta in quel di castellamare di stabia dall'amico Pasquale Manzi, nat per gli amici del forum. Andare in acqua il lunedì è solitamente privilegio dei parruchieri, stavolta ne godiamo anche noi.
La mattina dalla finestra dell'albergo si mostrava, sotto il profilo placido del Vesuvio, un mare forza niente... Bene!
Parca colazione, preparazione dell'attrezzatura, infilarsi la muta e via si salta sul gommone destinazione banco di Santa croce dal quale ci dividono 10 minuti di navigazione veloce.
Già, solo 10 minuti di navigazione per arrivare in un luogo di immersione che reputo essere tra i più belli d'Italia.
Non è la prima volta che ho la fortuna di immergermi in questo sito e più passa il tempo più mi sembra incredibile che a qualche miglio dalla foce di uno dei fiumi più inquinati d'Italia, il Sarno, sotto la superficie del mare si celino tali meraviglie. Sembra che il cosiddetto miracolo del banco sia dovuto ad un complicato gioco di corrrenti che garantiscono in questa zona un apporto di acqua fredda e molto ossigenata che relega negli strati più superficiali le acque ipertrofiche e povere di ossigeno. Però i nutrienti precipitano comunque facendo sì che la vita bentonica sia particolarmente rigogliosa, ma non solo!
Appena in acqua subito percepiamo che la giornata è davvero giusta: visibilità davvero buona, forse 15-20 metri. Sul fondo del panettone principale intravedo un ombra gigantesca: una cernia di dimensioni lavezziane che disturbata forse dal rumore dello scooter se la da a pinne in un battibaleno...
Pasquale decide di scendere con noi e scortarci fino allo scoglio della gerardia savaglia, poco distante dalla secca principale ad una profondità di 48 metri circa. Qui lo spettacolo è grandioso, sebbene al banco l'esplosione di colore legata alle paramuricee cominci dai 20 metri circa, qui le gorgonie sono particolarmente fitte e tra loro si scorgono dei bellissimi rami di gerardia savaglia
Ci lasciamo lo scoglio alle spalle per dirigerci verso una spaccatura nella roccia che è una vera e propria grotticella e durante il percorso rami di gerardia solitari sono davvero un meraviglioso vedere
La grotta si presenta letteralmente tappezzata da gorgonie rosse e da spugne multicolore. La fauna sessile e lo stretto passaggio ci costringono ad un passaggio in fila indiana assolutamente mozzafiato...
Appena fuori, investito dalla luce ora molto forte, la sabbia molto chiara crea un paesaggio lunare, paradossalmente povero di vita dopo la scorpacciata del buio. Decido quindi di godermi lo spettacolo e di attendere l'uscita dei miei compagni di ventura
Il tempo comincia a tiranneggiare, spingiamo gli scooter verso la via del ritorno ma anche questo camminare è inframmezzato da gorgonie, cerniotti, scorfani, uova di gattuccio... praticamente ovunque. Davvero pazzesco, in questo scenario impallidirebbe un qualsiasi mare tropicale
Poco prima di iniziare la risalita, il buon Pasquale trova il modo di stupirci ulteriormente.
La livrea maculata è inconfondibile, come le codine e gli occhietti che sembrano fessure di ghiaccio: 4 bellissimi gattucci danno mostra di se all'interno di una larga spacca sul cappello della secca...
Risaliamo davvero a malincuore, il tempo di fondo è letteralmente evaporato e rivivo con una punta di nostalgia tutto il film (di questo si è trattato) dell'immersione che va concludendo. Durante l'ultima tappa, lo show del banco di sardine che impazza tra di noi, quasi non desta il minimo sospiro...
Strepitoso tuffo, bruttissime foto che non rendono merito (sono fuori allenamento e ho dei flash di merda) e ringrazio Pasquale, che conosce il banco come pochi, per la splendida ospitalità e per il meraviglioso tuffo.
Un sentito grazie anche Boccio, Ciccia, Ella, cicciuzz, Brad. mafalduzza, Tania, Paolo e Nemoletta che quasi un anno fa mi regalarono un paio di tuffi da Pasquale: uno è andato, l'altro spero di farlo con voi
V
La mattina dalla finestra dell'albergo si mostrava, sotto il profilo placido del Vesuvio, un mare forza niente... Bene!
Parca colazione, preparazione dell'attrezzatura, infilarsi la muta e via si salta sul gommone destinazione banco di Santa croce dal quale ci dividono 10 minuti di navigazione veloce.
Già, solo 10 minuti di navigazione per arrivare in un luogo di immersione che reputo essere tra i più belli d'Italia.
Non è la prima volta che ho la fortuna di immergermi in questo sito e più passa il tempo più mi sembra incredibile che a qualche miglio dalla foce di uno dei fiumi più inquinati d'Italia, il Sarno, sotto la superficie del mare si celino tali meraviglie. Sembra che il cosiddetto miracolo del banco sia dovuto ad un complicato gioco di corrrenti che garantiscono in questa zona un apporto di acqua fredda e molto ossigenata che relega negli strati più superficiali le acque ipertrofiche e povere di ossigeno. Però i nutrienti precipitano comunque facendo sì che la vita bentonica sia particolarmente rigogliosa, ma non solo!
Appena in acqua subito percepiamo che la giornata è davvero giusta: visibilità davvero buona, forse 15-20 metri. Sul fondo del panettone principale intravedo un ombra gigantesca: una cernia di dimensioni lavezziane che disturbata forse dal rumore dello scooter se la da a pinne in un battibaleno...
Pasquale decide di scendere con noi e scortarci fino allo scoglio della gerardia savaglia, poco distante dalla secca principale ad una profondità di 48 metri circa. Qui lo spettacolo è grandioso, sebbene al banco l'esplosione di colore legata alle paramuricee cominci dai 20 metri circa, qui le gorgonie sono particolarmente fitte e tra loro si scorgono dei bellissimi rami di gerardia savaglia
Ci lasciamo lo scoglio alle spalle per dirigerci verso una spaccatura nella roccia che è una vera e propria grotticella e durante il percorso rami di gerardia solitari sono davvero un meraviglioso vedere
La grotta si presenta letteralmente tappezzata da gorgonie rosse e da spugne multicolore. La fauna sessile e lo stretto passaggio ci costringono ad un passaggio in fila indiana assolutamente mozzafiato...
Appena fuori, investito dalla luce ora molto forte, la sabbia molto chiara crea un paesaggio lunare, paradossalmente povero di vita dopo la scorpacciata del buio. Decido quindi di godermi lo spettacolo e di attendere l'uscita dei miei compagni di ventura
Il tempo comincia a tiranneggiare, spingiamo gli scooter verso la via del ritorno ma anche questo camminare è inframmezzato da gorgonie, cerniotti, scorfani, uova di gattuccio... praticamente ovunque. Davvero pazzesco, in questo scenario impallidirebbe un qualsiasi mare tropicale
Poco prima di iniziare la risalita, il buon Pasquale trova il modo di stupirci ulteriormente.
La livrea maculata è inconfondibile, come le codine e gli occhietti che sembrano fessure di ghiaccio: 4 bellissimi gattucci danno mostra di se all'interno di una larga spacca sul cappello della secca...
Risaliamo davvero a malincuore, il tempo di fondo è letteralmente evaporato e rivivo con una punta di nostalgia tutto il film (di questo si è trattato) dell'immersione che va concludendo. Durante l'ultima tappa, lo show del banco di sardine che impazza tra di noi, quasi non desta il minimo sospiro...
Strepitoso tuffo, bruttissime foto che non rendono merito (sono fuori allenamento e ho dei flash di merda) e ringrazio Pasquale, che conosce il banco come pochi, per la splendida ospitalità e per il meraviglioso tuffo.
Un sentito grazie anche Boccio, Ciccia, Ella, cicciuzz, Brad. mafalduzza, Tania, Paolo e Nemoletta che quasi un anno fa mi regalarono un paio di tuffi da Pasquale: uno è andato, l'altro spero di farlo con voi
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