(ANSA) - GENOVA, 9 SET - Nel mare Mediterraneo ci sono 250 miliardi di particelle di plastica, pari a 115 mila microplastiche a chilometro quadrato, materiali dispersi che sono pericolosi per pesci, tartarughe e per l'uomo.
Una missione franco-italiana coordinata da Ispra e Università di Genova con Ifremer Francia, sta monitorando gli effetti di questi inquinanti sull'area pelagica col progetto pilota 'Plastic Busters' grazie a una crociera che tocca le coste toscane, liguri e corse, a bordo della nave oceanografica 'Astrea'.
Il problema spiegano Francois Galgani di Ifremer Francia e la biologa Maria Cristina Fossi dell'Università di Siena è che le microplastiche non solo vengono ingoiate da tartarughe e pesci e vengono ingerite dagli umani nell'alimentazione, ma veicolano anche patogeni e assorbono contaminanti. La spedizione che toccherà nei prossimi giorni Sanremo, Corsica, Asinara per terminare a Livorno il 18 settembre, monitorerà gli effetti delle microplastiche anche su cetacei e balene del Santuario dei cetacei.
"Oggi cerchiamo di capire se le microplastiche si accumulano in qualche area del santuario Pelagos - ha detto Fossi - In futuro vorremmo mappare tutte le plastiche nel Mediterraneo grazie a un network internazionale".
A questo tipo di inquinamento fa da cartina tornasole la tartaruga Caretta Caretta: ben il 13 per cento di quelle che finiscono spiaggiate in Sardegna (l'80 per cento di quelle sulle coste spagnole) hanno delle microplastiche nello stomaco. "Non è detto che le tartarughe siano morte per la plastica, ma sono gli animali che ne rivelano meglio gli effetti nefasti perchè le tartarughe scambiano le plastiche per meduse" spiega Galgani. I dati sull'inquinamento marino sono esponenziali: nei mari del mondo vengono immessi 7 miliardi di tonnellate di rifiuti ogni anno.(ANSA).
http://www.greenreport.it/_archivio2...lt&id=%2015855
http://www.youtube.com/watch?v=VzUS1erWwcQ#t=309
http://www.expeditionmed.eu/fr/it/
nello
Una missione franco-italiana coordinata da Ispra e Università di Genova con Ifremer Francia, sta monitorando gli effetti di questi inquinanti sull'area pelagica col progetto pilota 'Plastic Busters' grazie a una crociera che tocca le coste toscane, liguri e corse, a bordo della nave oceanografica 'Astrea'.
Il problema spiegano Francois Galgani di Ifremer Francia e la biologa Maria Cristina Fossi dell'Università di Siena è che le microplastiche non solo vengono ingoiate da tartarughe e pesci e vengono ingerite dagli umani nell'alimentazione, ma veicolano anche patogeni e assorbono contaminanti. La spedizione che toccherà nei prossimi giorni Sanremo, Corsica, Asinara per terminare a Livorno il 18 settembre, monitorerà gli effetti delle microplastiche anche su cetacei e balene del Santuario dei cetacei.
"Oggi cerchiamo di capire se le microplastiche si accumulano in qualche area del santuario Pelagos - ha detto Fossi - In futuro vorremmo mappare tutte le plastiche nel Mediterraneo grazie a un network internazionale".
A questo tipo di inquinamento fa da cartina tornasole la tartaruga Caretta Caretta: ben il 13 per cento di quelle che finiscono spiaggiate in Sardegna (l'80 per cento di quelle sulle coste spagnole) hanno delle microplastiche nello stomaco. "Non è detto che le tartarughe siano morte per la plastica, ma sono gli animali che ne rivelano meglio gli effetti nefasti perchè le tartarughe scambiano le plastiche per meduse" spiega Galgani. I dati sull'inquinamento marino sono esponenziali: nei mari del mondo vengono immessi 7 miliardi di tonnellate di rifiuti ogni anno.(ANSA).
http://www.greenreport.it/_archivio2...lt&id=%2015855
http://www.youtube.com/watch?v=VzUS1erWwcQ#t=309
http://www.expeditionmed.eu/fr/it/
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