Delle tante cose che mi colpirono all'inizio della mia carriera apneistica, una in particolare mi rimase molto impressa. Il “blood shift” letteralmente “scivolamento ematico” o più volgarmente “compensazione ematica”.
Prima di parlare di questo particolare fenomeno che senza il quale sarebbero impossibili le immersioni profonde andiamo indietro nel tempo e precisamente nell'agosto del '62. Maiorca si prepara ad infrangere il record mondiale (da lui stesso stabilito l'anno precedente) e toccare quota -51. La comunità scientifica mondiale segue l'evento con estrema apprensione. Fino a quel giorno si era ritenuto che il limite invalicabile per l'uomo fosse -50. In particolare il medico francese Cabarrous uno dei massimi esperti di allora, aveva già avvisato i giornalisti con l'eloquente: -après il s’écrasse- ovvero “oltre si rompe”, riferito ovviamente al corpo di Maiorca.
Un tentativo di record che si annunciava finire in tragedia dunque. Invece non fu così. Maiorca staccò il cartellino a -51 come previsto, e spianò la strada a tutti gli apneisti di allora e del futuro. Il suo record rimescolò le carte e costrinse la scienza a rivedere tutte le teorie formulate fino ad allora. Non fu dunque “solo un record”, ma una vera e propria rivoluzione.
Ma perché i medici sostenevano che -50 fosse il limite massimo a cui un uomo potesse arrivare? Non se lo sono imposti così a caso, ma studiato e ragionato con gli strumenti e le conoscenze del tempo.
Molto sinteticamente e senza addentrarmi in materie che non mi competono, ricordo la legge di Boyle che dice “A temperatura costante il volume di una data quantità di gas è inversamente proporzionale alla sua pressione”. Sapendo ciò il calcolo matematico è molto semplice. A -10m il volume interno di aria dimezza, a -20 è di 1/3 rispetto a quello di partenza, a -50 la pressione è di 6ata, il volume interno di aria è di 1/6. Ovvero quasi ai livelli di espirazione massima. In tutto ciò dobbiamo tener conto della pressione che esercita sul nostro corpo (sempre 6ata). Sapendo ciò gli scienziati si sono ovviamente allarmati. Se non c'è aria (poiché compressa dalla pressione) a sostentare il torace, la pressione esterna finirà per schiacciarlo, con le relative conseguenze.
Come mai invece quel famoso agosto del '62 non è accaduto ciò che i medici temevano?
Semplicemente perché la scienza non era ancora a conoscenza (passatemi il gioco di parole) di un particolare fenomeno tipico dei mammiferi marini, che è il blood shift.
Come suggerisce il nome, il blood shift è un vero e proprio richiamo del sangue dalle periferie del corpo verso l'interno. Ci sono ancora questioni poco chiare su questo fenomeno, illustrerò però brevemente ciò che ad oggi sappiamo a riguardo, partendo da cosa accade nel nostro organismo quando ci immergiamo.
Per effetto del “riflesso di immersione” abbiamo inizialmente due fenomeni che ci interessano particolarmente.
Bradicardia – Il corpo abbassa repentinamente il battito cardiaco per ottimizzare il consumo di ossigeno. Il fenomeno viene accentuato dall'assenza di gravità che tende a far faticare di meno il cuore per mandare sangue alle vie periferiche.
Vasocostrizione – dovuta dalla differenza termica tra corpo (36°C) e la temperatura dell'acqua. I capillari si stringono per preservare la temperatura corporea.
Mentre scendiamo in profondità, a questi due fattori si aggiunge un terzo:
Per effetto della pressione esterna (e di conseguenza anche interna) via via crescente, il cuore fatica a mandare il sangue nelle vie periferiche (grande circolo).
Essendo il sangue un liquido incomprimibile e non potendo essere espulso in alcun modo, ecco che non riuscendo a raggiungere il grande circolo, passa nel piccolo circolo (apparato circolatorio cuore-polmoni), provocando una dilatazione dei vasi sanguinei del circolo polmonare (cuore compreso). Saranno proprio le arterie, le vene ed i capillari gonfi di sangue a sostentare il torace mentre negli alveoli polmonari l'aria via via diminuisce comprimendosi.
Molto comune è sentir dire a proposito che il sangue si sostituisce all'aria. Da' sicuramente un'idea esplicativa di ciò che accade, ma può causare confusione. L'aria rimarrà sempre all'interno degli alveoli polmonari ed il sangue, continuerà a scorrere, come è naturale che sia, nei vasi sanguinei e non all'interno del polmone stesso, che altrimenti provocherebbe edema polmonare.
Nel momento della risalita si avrà il processo inverso. L'aria, per effetto della pressione che diminuisce, tornerà ad espandersi nei polmoni (al netto del consumo muscolare della prestazione), ed il sangue, concentrato nel piccolo circolo, tornerà a defluire nelle zone periferiche.
A questo proposito spendo due parole in merito alla sicurezza.
Il blood shift è un fenomeno del tutto spontaneo e di cui l'apneista deve preoccuparsi solo in minima parte. Le uniche accortezze, sono:
-Non eseguire una risalita troppo rapida. Questo per dar modo al sangue (che ha una certa densità) di defluire
-Non prendere aria da un respiratore in profondità. Avendo il sangue concentrato nel piccolo circolo, una boccata d'aria provocherebbe una brusca espansione degli alveoli polmonari senza dare tempo al sangue di tornare a circolare nel grande circolo. Potrebbe provocare un arresto cardiaco per eccessivo sforzo.
-Prudenza ed assistenza di un compagno, SEMPRE!
Consultare il link: http://www.slideshare.net/…/apparato...rio-diapositi… per nozioni più dettagliate sull'apparato circolatorio.
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