comfort

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  • #16
    credo ci sia un po' di fraintendimento nel significato della parola comfort. sinceramente non so chi la usi in subacquea e perchè sarebbe teoria inflazionata.
    per me comfort significa : ciò che da forza, soccorso (treccani) e non c'azzecca con comfort zone, che è na moda comportamentale
    sempre per me comfort è andare in acqua consapevole di quello che faccio e a quali rischi dovrei far fronte.
    finora non ho pensato di poter essere attaccato da un kraken o un orca, quindi ho ben presente quali sono i rischi cui vado incontro, anche quelli da voi chiamati sconosciuti, che però mi trovo in difficoltà a poterli pensare. chiedo in questo aiuto a comprendere. per me comfort significa anche analizzare quali siano i rischi cui potrei trovarmi a dover affrontare. va da sè che l'imprevedibile può accadere, ma questo per strada, in spiaggia, in montagna, e pure in bagno.
    fortunatamente sott'acqua non ti stira un motociclista, ma puoi essere scambiato per citterino da qualche elica.
    quindi vi chiedo uno sforzo per scrivere del vostro comfort che nulla c'entra con un qualcosa dal gusto stereotipato.
    ricordo sempre che, almeno io, vado in acqua per divertimento e passione, e non per scoprire tesori o per un qualche atto eroico. rimango sempre nell'ambito dell'umana ricerca della bellezza esteriore e interiore.
    Ultima modifica di cesare; 30-06-2023, 20:34.
    ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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    • #17
      Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
      credo ci sia un po' di fraintendimento nel significato della parola comfort. sinceramente non so chi la usi in subacquea e perchè sarebbe teoria inflazionata.
      per me comfort significa : ciò che da forza, soccorso (treccani) e non c'azzecca con comfort zone, che è na moda comportamentale
      sempre per me comfort è andare in acqua consapevole di quello che faccio e a quali rischi dovrei far fronte.
      finora non ho pensato di poter essere attaccato da un kraken o un orca, quindi ho ben presente quali sono i rischi cui vado incontro, anche quelli da voi chiamati sconosciuti, che però mi trovo in difficoltà a poterli pensare. chiedo in questo aiuto a comprendere. per me comfort significa anche analizzare quali siano i rischi cui potrei trovarmi a dover affrontare. va da sè che l'imprevedibile può accadere, ma questo per strada, in spiaggia, in montagna, e pure in bagno.
      fortunatamente sott'acqua non ti stira un motociclista, ma puoi essere scambiato per citterino da qualche elica.
      quindi vi chiedo uno sforzo per scrivere del vostro comfort che nulla c'entra con un qualcosa dal gusto stereotipato.
      ricordo sempre che, almeno io, vado in acqua per divertimento e passione, e non per scoprire tesori o per un qualche atto eroico. rimango sempre nell'ambito dell'umana ricerca della bellezza esteriore e interiore.
      secondo me, solo secondo me, ti stai aggrovigliando nelle parole (giusto per autocitarmi).

      Se seguo il tuo ragionamento "a me, mi da comfort una muta stagna calda e comoda" (e soprattutto: a me mi...).

      Nella subacquea ha senso mutuare il significato che si da in altri ambiti alla "zona di comfort", acchiappo la prima cosa, Wikipedia:

      "una condizione mentale nella quale una persona prova un senso di familiarità, si sente a suo agio e nel pieno controllo della situazione, senza sperimentare alcuna forma di stress e ansia"

      Sarà pure una "moda comportamentale" ma nella subacquea, di tutti e di tutti i giorni, c'azzecca e come.

      Ti avverto: se cominciamo a dare alle parole accezioni ad minchiam, io comincio a parlare di subacquea "olistica"
      www.bludivecenter.com

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      • #18
        non m'arrampico, le vertigini mi bloccano.
        ora, credo piuttosto semplice arrivare a specificare, una volta finiti tutti i percorsi formativi, quali siano per noi gli elementi che rendono la nostra immersione confortevole e che ci permettono affrontare immersioni impegnative con una buona dose, per noi, di sicurezza. nulla c'entra il corso l'istruttore etc, tutto già fatto, mò c'è da andare in acqua. mi fermo a 50 metri e sono tranquillo? vado a 120 e sono tranquillo? risalgo nel blu da 100 metri e non ho problemi? se si cosa mi ha portato a questo? se no cosa lo impedisce. me mi pare semplice
        ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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        • #19
          Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
          non m'arrampico, le vertigini mi bloccano.
          ora, credo piuttosto semplice arrivare a specificare, una volta finiti tutti i percorsi formativi, quali siano per noi gli elementi che rendono la nostra immersione confortevole e che ci permettono affrontare immersioni impegnative con una buona dose, per noi, di sicurezza. nulla c'entra il corso l'istruttore etc, tutto già fatto, mò c'è da andare in acqua. mi fermo a 50 metri e sono tranquillo? vado a 120 e sono tranquillo? risalgo nel blu da 100 metri e non ho problemi? se si cosa mi ha portato a questo? se no cosa lo impedisce. me mi pare semplice
          ecco, hai descritto la "zona di comfort".

          Un grande pensatore sardo, certo Benito Urgu, diceva:
          "non voleva, non voleva, poi ha voluto, adesso vuole."

          Che io sappia, solo la ripetizione porta ad uno stato più o meno reale di sicurezza mentale e pratica.
          Quando si alza l'asticella* si ricomincia, quando succede qualcosa che "rompe" la nostra sicurezza o si alza l'asticella o si torna indietro.

          *Alzare l'asticella = aumentare la pratica o fare un upgrade dell'attrezzatura (e farci pratica)

          L'unico modo di essere tranquilli ad una certa quota, o in un certo ambiente, è avere coscienza di aver vissuto un numero sufficiente di esperienze che rende ragionevolmente sicuro l'approccio ad un eventuale imprevisto.
          Oppure, averne la mera convinzione.

          Ci sono, sicuramente, dei dettagli che sbloccano il nostro essere più o meno tranquilli in acqua, ma, sinceramente, credo che si tratti più di (auto) espedienti psicologici che di reali necessità pratiche.

          Quante volte ho letto che ci si sente più sicuri con 2 computer, in immersioni ricreative o ai margini della ricreativa?
          Per me (nel senso di me medesimo nelle mie immersioni) ha poco senso, ma serve ad altri a "sbloccare" nuovi livelli di comfort, va bene, perché non c'è, di fatto, alcuna contrindicazione.

          Per Albertosix il bov è motivo di sicurezza, per te non necessariamente.
          Ma se il bov non esistesse Albertosix avrebbe fatto le sue esperienze (credo alle stesse quote) senza usarlo, trovando altri modi per fare certi tuffi in tranquillità.

          Ma forse non ho capito dove vuoi andare a parare.
          www.bludivecenter.com

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          • #20
            Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio



            *Alzare l'asticella = aumentare la pratica o fare un upgrade dell'attrezzatura (e farci pratica)

            L'unico modo di essere tranquilli ad una certa quota, o in un certo ambiente, è avere coscienza di aver vissuto un numero sufficiente di esperienze che rende ragionevolmente sicuro l'approccio ad un eventuale imprevisto.
            Oppure, averne la mera convinzione.
            Quoto.
            la penso anche io così
            È quello che più o meno ho scritto nel mio post.
            Certo può essere una convinzione ma sapere di aver vissuto diverse volte quelle esperienze può aiutare.
            Sul bov nn ho esperienze in merito.
            Però mi sembra una buona idea!.
            Allo stato attuale del mio percorso reb non penso di inserirlo.
            http://profondeemozioni.blogspot.com...V5SQJ1vZvQ6WZR
            http://profondeemozioni.blogspot.com/

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            • #21
              quoto anch'io tutto e se il popolo non ha più pane dategli delle brioches....vi lovvo
              ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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              • #22
                Conclusione :Quando negli ultimi trenta anni e' stato ripetuto per circa un migliaio di volte lo stesso genere di profilo di immersione ritengo si possa parlare di immersioni in condizioni di comfort per quel tipo di immersioni
                Paolo
                Paolo

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                • #23
                  quando si da spazio alle proprie certezze che siamo soliti esternare e non si vuol parlar dei propri dubbi che inevitabilmente ci accompagnano e di cui si ha un po' vergogna a parlarne, eccotelì l'esperienza , si va sul superficiale a manetta quindi, concludendo, grappa bocchino sigillo nero, sempre se le brioches eran calde.
                  siamo tutti in comfort zone ovvero moda comportamentale per sfuggire ai tabù .
                  ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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                  • #24
                    cesare
                    Scusa ma proprio non ti ho capito.
                    Ti posso garantire che se ti dico che facendo le solite cose nel solito modo mi sento come se indossassi le solite ciabatte e' perche' e' cosi'
                    Non sono attanagliato da dubbi di entita' tale da spostare la serenita' del mio approccio al mare
                    Se cosi' fosse non farei le solite cose
                    In piu' mi muovo in famiglia o da solo che e' la condizione ideale per una perfetta sintonia sul da farsi
                    Ciao
                    Paolo
                    Paolo

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                    • #25
                      no no paolo, la mia non era diretta a te. diciamo il mondo rebreatheristi fa un po' fatica a entrare nei meandri di casa faccio e cosa genera il mio comfort, anche perchè, molto spesso, non è in comfort. credo di essere stato chiaro nell'elencare quelle che, per me, sono le tre problematiche che mi possono occorrere quando vado in acqua. altrettanto chiaro e semplice è entrare nel merito di ciò che faccio per ovviare almeno in gran parte, alle problematiche che possano scaturire al manifestarsi dell'evento.
                      non mi pareva così difficile e filosofico
                      ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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                      • #26
                        cesare
                        Adesso credo di avere capito.
                        Con simpatia
                        Paolo
                        Paolo

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                        • #27
                          Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
                          inizio dicendo che, per me, il comfort, è raggiunto quando riesco a governare i problemi che possono insorgere.
                          per me i problemi subbacqui sono tre : 1) coccolone 2)mancanza gas 3) panico
                          al primo nulla si può fare siamo destinati a lasciare questa valle di lacrime. sui secondo e terzo lì ognuno di noi agisce secondo il suo percorso intellettuale. personalmente affronto il percorso di apprendimento, io non mi addestro, imparo. appreso affronto il discorso di raggiungere il mio comfort secondo come il mio cervelletto dice.
                          da qui partono tuitte le considerazioni su configurazioni etc etc.
                          obiettivo rendere minimi i rischi di : mancanza di gas - panico
                          qualcuno un tempo vaneggiava di robe con nomi tipo human factor
                          Ciao Cesare, riporto il tuo post originale, per capire meglio quale sia l'argomento che intendi dibattere, dato che mi sembra di non capire più cosa chiedi.
                          Mancanza di gas: Con il reb è un'eventualità remota, e nel caso accadesse, la possibilità di utilizzare i BO e il reb in manuale (cosa che pratico abbastanza) riduce ulteriormente la percentuale di accadimento. Nel mio caso, ho quasi sempre O2 tra il BO. Se non lo uso è perchè faccio la classica "oretta" ricreativa; in caso di problema grave al reb, esco in aperto. Diversa la mancanza di gas per il BO. Per questa eventualità, io so quanta deco posso fare con i BO che mi porto dietro. Se la deco del tuffo richiede più gas, o aggiungo una bombola o devo sopperire in altro modo, da pianificare prima del tuffo.
                          Secondo me, la mancanza di gas è un fatto oggettivo che si può limitare in fase di pianificazione. Una certa accettazione del rischio, comunque rimane.
                          Panico: Nella mia breve carriera, non l'ho mai provato in prima persona, ma ho visto persone a cui è capitato. Non è pianificabile, data l'imprevedibilità della reazione della persona. Qui bisogna "lavorare" su sé stessi, imparare, come giustamente dici, e avere la fortuna di riuscire a rimanere lucidi quale sia il problema che ci accade. Se non succede, credo che sia un problema che non si possa governare.
                          Niente di quello che ho scritto è vero, sono uno che dice sempre bugie.

                          cit: "meno male che c'e' qualcuno che ha la scienza e sa come van fatte le cose..."

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                          • #28
                            Temo ci si avvii su elecubrazioni sterili.

                            Il panico, salvo patologie, non è "il" problema, semmai "la" conseguenza.

                            Quando la conseguenza diventa il problema, la frittata è ormai fatta.
                            www.bludivecenter.com

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                            • #29
                              non riesco a comprendere come non si può comprendere.

                              il panico, pefetto.
                              provo con il panico.
                              il panico è il problema perchè se non vado in panico risolvo il problema.
                              ad esempio: rimango impigliato da qualche parte e come spesso accade anche se ho il team col tram, sono solo perchè c ho fatto na foto e gli altri son avanti. non vedo dove è l'impiglio. come faccio a risolvere il problema?
                              1- se ho il gas posso affrontare con calma il problema
                              2 - se comunque non riesco mi sfilo il reb, risolvo l'impiccio, e reindosso il reb. devo aver la pratica per poter fare questa manovra e la consapevolezza avere il gas senza che il panico guidi i miei movimenti.

                              vado sulla haven e siccome mi appassionano oggetti senza senso, mi infilo nel vano motore e oplà, non trovo più l'uscita perchè c'ho alzato il "limo" e non vedo na sega.
                              due francesi morti e qualcun altro, quindi non elucubrazioni ma morticini.

                              bene per non andare in panico e quindi morire come i due francesi che son riusciti a uscire ma senza gas quindi han vinto la dipartita da questa valle di lacrime, che devo avere?
                              il gas che mi permetta di star fermo 5/10 minuti a 75 metri e far si che la visibilità ritorni decente e mi permetta di uscire ricercando la via con la calma per non sollevare ulteriore "limo".
                              cosa devo avere? il gas sufficiente e la consapevolezza che ho da aspettare.
                              siccome non avevo il gas ( il filo d'arianna pure optional ma con il panico il filo in ambiente ristretto e cecato serve a poco) non dovevo farlo.

                              ho reso l'idea o devo continuare a spiegarvi che la comfort zone è na minchiata modaiola? piuttosto leggetevi "totem e tabù" che certamente è più istruttivo.
                              ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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                              • #30
                                Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
                                non riesco a comprendere come non si può comprendere.


                                ad esempio: rimango impigliato da qualche parte e come spesso accade anche se ho il team col tram, sono solo perchè c ho fatto na foto e gli altri son avanti. non vedo dove è l'impiglio. come faccio a risolvere il problema?



                                2 - se comunque non riesco mi sfilo il reb, risolvo l'impiccio, e reindosso il reb. devo aver la pratica per poter fare questa manovra e la consapevolezza avere il gas senza che il panico guidi i miei movimenti.
                                .
                                i casi sono due ... o non hai mai visto un impiglio o stai scrivendo la sceneggiatura per mission impossible 10

                                Commenta

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