Originariamente inviato da Bonnie
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Ci vorrebbe sì un Thomas Canyon. Gli eroi di allora erano indaffarati con la SPECTRE e coi Russi, oggi il cuore batte per la salute del Mare
Almeno in Italia le figure di riferimento non sono così conosciute. Pochi sanno chi è e cosa ha fatto Sylvia Earle, e al di fuori del 'giro dei subacquei' pochi sanno cosa stia facendo adesso Jean-Michel Cousteau, così come tantissimi altri.
Non abbiamo punti di riferimento nella fiction, e nei media, come invece avveniva negli anni '60 -'70, e come ancora avviene negli altri paesi.
I costi della subacquea sono relativi alle possibilità.
Ieri ti chiedevano di rinunciare al motorino.
Oggi chi rinuncia allo smart-phone?
Comunque, ripeto, la mia sensazione è che l'Italia sia più penalizzata di altri paesi avanzati dalla mancanza di una cultura subacquea, una cultura capace di una buona diffusione mediatica, come la subacquea italiana meriterebbe.
CIao
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