Originariamente inviato da Lorescuba
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Seguo con interesse questa discussione, non intervengo nei tecnicismi esposti perché non mi sento preparato a dovere per farlo.
Ma una domanda devo farla a chi, come voi è pratico di questa metodica.
In aria la decompressione non è un problema funziona tutto (computer, tabelle, software, ecc, ecc) - ovviamente con un minimo di buon senso
In aria alla fine i profili tendono a ripetersi pressoché uguali (in aria - profonda - alla fine i tempi sono sempre quelli) e con il tempo se si presta un minimo di attenzione dopo l'immersione a come questa si è svolta e ad analizzare la risalita (anche solo nel compilare il libretto d'immersioni o scaricando i dati del computer subacqueo) ci si accorge che si ha sempre un determinato andamento e una volta capito è comunque molto facile stimare la decompressione con un grado di approssimazione accettabile.
Che vantaggio presenta questa metodica ??? (concedetemi l'ignoranza, da quello che leggo, si basa sulla capacità individuale di fare una serie di valutazioni a mente e di calcoli vedi profondità media ponderata al tempo) rispetto a metodi come un computer subacqueo che ci sgrava di tutto questo ???
Soprattutto in aria dove esiste il problema narcosi.
Neanche la rottura improvvisa del computer mi appare una motivazione valida.
Se il soggetto, ha almeno fatto una programmazione di base pre-immersione dovrebbe sapere cosa deve fare anche se il computer è in panne.
Grazie per le eventuali risposte.
Cordialmente
Rana
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