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Sardegna
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Castellabate, pesca subacquea illegale nell’Area Marina Protetta: due sanzioni della Guardia Costiera
Sequestrati 5 fucili utilizzati per l'attività di pesca e denunciati due pescatori
Colti mentre svolgevano attività di pesca subacquea nell’Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate. Due pescatori sono stati individuati dalla locale Guardia Costiera che ha intercettato i due individui a pochi metri dalla costa di Punta dell’Inferno. Entrambi sono stati sanzionati e deferiti all’Autorità Giudiziaria, mentre sono stati sottoposti a sequestro ben 5 fucili utilizzati per l’attività di pesca.
L’operazione
L’intervento della Guardia Costiera di Santa Maria di Castellabate, a bordo del battello GC B163,
Castellabate, pesca subacquea illegale nell’Area Marina Protetta: due sanzioni della Guardia Costiera - InfoCilento
Sequestrati attrezzi da pesca irregolari nell'Area Marina Protetta di Santa Maria di Castellabate
L’intervento, eseguito a bordo del Battello GC B163, ha permesso ai militari di constatare che la rete, oltre a non essere conforme per tipologia e località d'uso, rappresentava un pericolo potenziale e un sicuro intralcio per la navigazione e per le altre attività marittime. Tale attrezzo, infatti, non era correttamente segnalato e risultava privo della marcatura identificativa prevista dalle normative vigenti.
Castellabate, Guardia Costiera sequestra attrezzi da pesca irregolari | Cilento Notizie
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Seconda Nicolas Fournier, direttore della campagna di Oceana per protezione marina in Europa: “L’analisi di oggi rivela una tragedia silenziosa decennale che colpisce i mari e i pescatori dell’Ue: la maggior parte dei paesi sta ignorando impunemente le leggi sulla natura dell’Ue, consentendo le pratiche di pesca più distruttive nelle acque più sensibili e protette”. Come spiega Euractiv, che riporta la notizia, la pesca di fondo mobile, in particolare la pesca a strascico, che prevede il trascinamento di pesanti reti da traino lungo il fondo dell’oceano, è accusata di distruggere gli ecosistemi, di rilasciare carbonio intrappolato nei fondali marini e di catturare indiscriminatamente enormi quantità di pesci.
Secondo le Ong, circa il 92% di tutti i rigetti di pesce nell’Ue provengono da catture con reti a strascico. Da diversi anni gli ambientalisti chiedono la fine di queste attività nelle aree marine protette, che attualmente il 12% delle acque europee.
Secondo un piano d'azione dell'Ue, gli stati membri avrebbero dovuto pubblicare entro il 31 marzo una tabella di marcia per il raggiungimento delle aree marine protette, compresa l'eliminazione graduale della pesca a strascico, ma un report di Ong a difesa del mare afferma che la pratica è ancora ampiamente utilizzata
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