Leggendo un post di qualche anno fa mia attenzione è stata catturata da un sistema tanto ingegnoso, quanto semplice. Il subacqueo in questione alleggeriva le bombole con dei galleggianti incomprimibili, una volta arrivato a quota decompressione provvedeva a sganciarli dalle bombole, compensando così il volume della muta in espansione e la diminuzione del gas nel gruppo. Il galleggiante rimaneva collegato alle bombole con un sagolino fungendo così anche da segnale in superficie.
Questo sistema non è del tutto inedito, prima della diffusione dei gav lo usava anche Angius, l'eccezionale subacqueo del sito Abissy.
Trovo che, perfezionato a dovere, e con certe configurazioni, potrebbe essere una valida alternativa al gav tradizionale.
In caso di sgancio accidentale dalle bombole a profondità elevata il subacqueo non corre nessun rischio, una volta raggiunto il limite della sagola l'assetto sarebbe invariato, in pratica con 9 o 12 metri di sagola l'assetto verrebbe alleggerito solo a quote decompressive, in pratica solo dove serve.
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Questo sistema non è del tutto inedito, prima della diffusione dei gav lo usava anche Angius, l'eccezionale subacqueo del sito Abissy.
Trovo che, perfezionato a dovere, e con certe configurazioni, potrebbe essere una valida alternativa al gav tradizionale.
In caso di sgancio accidentale dalle bombole a profondità elevata il subacqueo non corre nessun rischio, una volta raggiunto il limite della sagola l'assetto sarebbe invariato, in pratica con 9 o 12 metri di sagola l'assetto verrebbe alleggerito solo a quote decompressive, in pratica solo dove serve.
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