Cose che fanno paura: il mono con l’octopussy

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  • RANA
    ha risposto
    Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio
    Anche prendendo per vera l'affermazione di cui sopra, questa può comunque avere due chiavi di lettura: gli incidenti (limitatamente al sistema di coppia) avvengono per la poca preparazione dei sub che dovrebbe quindi essere notevolmente migliorata; oppure che la preparazione dei sub è mediamente adeguata (almeno per un contesto ricreativo) ma che il buddy-system ne richiederebbe una più estesa, che mediamente non troviamo, per funzionare correttamente e che quindi mal si applica ad un contesto ricreativo.
    Il tutto salvo le dovute eccezioni, che giustificano anche le differenti vedute sull'argomento.
    ​Per me ce ne sono tre chiavi di lettura.

    Due quelle da te citate.

    La terza - per me più probabile - i subacquei affrontano immersioni che sono ben al di la della preparazione ricevuta dai brevetti conseguiti.

    Escono dalla loro zona di confort dove il sistema di coppia funzionerebbe - per trovarsi a gestire situazioni che vanno al di la delle attrezzature usate e dell'addestramento ricevuto.
    In questo contesto a non funzionare non è il sistema di coppia ma la mancanza delle capacità necessarie a far fronte a situazioni ben più pericolose di quelle per cui sono stati addestrati.

    Questo problema non lo risolvi ne adottando diverse attrezzature, ne con l'addestramento dato che, per quanto addestri una persona questa avrà sempre un confine otre il quale esce dalle sue capacità.

    Cordialmente
    Rana



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  • npole
    ha risposto
    Per cercare di muovere il discorso verso un tenore più "scientifico" (piuttosto che affidarsi alle sole nostre esperienze e opinioni personali), sopra parlavo di DAN e numeri, quindi ho fatto una ricerca rapida (che avrei dovuto fare prima, invece di mettermi a parlare solo di quello che credo/penso) e ho "scoperto" (con non stupore) che comunque la questione è dibattuta da tempo e il risultato del dibattito è che si finisce con due schiere di subacquei: chi difende il sistema di coppia e chi lo rinnega completamente, nello stesso documento ci sono molti spunti interessanti, anche non relativi al sistema di coppia.

    Il link: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5876297/

    La parte relativa al buddy-system:

    Other literature highlights the controversial views by scuba divers with regard to the buddy system, which is normally accepted as a standard safety procedure of monitoring one another during diving, yet is either dismissed or disregarded by a good proportion of scuba divers (Coleman, 2007). The failure of the buddy system is reported as one of the main causes of accidents in scuba diving, as well as featuring consistently in scuba diving fatalities (Ranapurwala et al., 2017).

    L'affermazione più interessante (relativamente a questo thread), è la seconda, e cioè che una delle cause principali degli incidenti subacquei è riconducibile alla non corretta applicazione del buddy system, l'affermazione si rifà a quest'altra pubblicazione: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5457958/

    Anche prendendo per vera l'affermazione di cui sopra, questa può comunque avere due chiavi di lettura: gli incidenti (limitatamente al sistema di coppia) avvengono per la poca preparazione dei sub che dovrebbe quindi essere notevolmente migliorata; oppure che la preparazione dei sub è mediamente adeguata (almeno per un contesto ricreativo) ma che il buddy-system ne richiederebbe una più estesa, che mediamente non troviamo, per funzionare correttamente e che quindi mal si applica ad un contesto ricreativo.
    Il tutto salvo le dovute eccezioni, che giustificano anche le differenti vedute sull'argomento.

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  • RANA
    ha risposto
    Ciao GardaReb.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    @rana
    Tiro un ballo te in quanto ambasciatore del discorso.
    ​Figurati, ci mancherebbe ci si confronta a volte ci si scontra ma sempre con spirito costruttivo.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Sicuramente sei una persona posata e affidabile, fuori e dentro l’acqua. Il tuo punto di vista ti fa onore quando dici che sei tu a tener d’occhio il compagno.
    Tu farai fatica a crederlo ma è quello che faccio io le rare volte che scendo con qualcuno....in due.
    E, qui ti sbagli, e, tanto
    Credimi, provoco - lo confesso ma sono certo che anche tu quando t'immergi con un compagno la pensi e fai esattamente quello che faccio io.
    Ed è proprio per questo che penso che tutto sommato il sistema di coppia funziona.

    E' ovvio che l'avventato, ed io parlo per esperienza diretta perché lo sono stato imprudente, è avventato e disattende le procedure ma sono eccezioni che vanno considerate ma non fatte diventare regola.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Questo però mi mette ansia perché so che sono responsabile di un'altra persona e non so le sue reazioni ad un incidente. Quindi sono in ansia per lui ma soprattutto per me.
    Perché sei una persona di coscienza, sei consapevole degli eventuali pericoli e vivi il dubbio di non riuscire ad essere all'altezza del compito.
    Questo dubbio è la vocina che dovrebbe essere sempre dentro di noi a ricordarci di giocare sempre con ampi margini di sicurezza.

    Io amo insegnare alla gente ad andare sott'acqua, va da se che ho dovuto accettare questi aspetti legati al fatto di assumermi la responsabilità anche di altre persone.

    Accetto il rischio perché a decidere come giocare sono io, sono io che decido come immergermi, quanto immergermi, che attrezzature usare, sono io istruttore che divido i gruppi, le persone (ovviamente sempre nel rispetto degli standard didattici).
    Il rischio c'è ma io mi metto al riparo svolgendo un attività in luoghi sicuri, adatti, in cui so che giocano a mio favore.

    Vale la stessa cosa quando mi immergo con una persona, insieme, anche se non sono legato dal rapporto istruttore/allievo.
    Ovvio che le modalità con cui mi approccio ad una persona brevettata non è come quando mi rapporto con l'allievo.
    Con l'allievo io sono il tiranno (in senso buono) decido io, si fa cosi punto e basta.
    Con una persona brevettata mi pongo con un atteggiamento propositivo e collaborativo.
    Ma alla fine faccio più o meno le stesse cose, valuto e decido cosa fare, come farlo facendo una valutazione di massima se quanto ci accingiamo a fare è strutturato in modo tale da permettermi di gestire tutti i "se succede" che è plausibile ritenere potenziali rischi.

    Non c'è mai un immersione dove sei costretto a fare che ti piaccia o no.
    Neanche quando sei istruttore o guida, ci si può e si deve saper dire no io cosi non mi immergo.

    Non dico che questo fa venire meno i timori che qualcosa non vada come previsto ma sicuramente mi fa sentire consapevole di aver fatto al meglio, in termini di sicurezza.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Se devo pensare a me stesso, so tutto ormai. L’unica cosa a cui non posso ovviare è un malore, ma vorrei vederti a salvarmi da 60m se mi viene un infarto. Tutte le altre cose che possono accadere sono solo frutto di una mia cattiva programmazione e quindi non recriminabili.
    Va bene ma lo sai ora e lo sei ora cosi .... non quando hai iniziato a muovere i tuoi primi colpi di pinna.
    All'inizio, quando eri un neofita come lo siamo stati tutti il "sistema di coppia" è un ombrello necessario a maturare consapevolezza, ed esperienza nelle condizioni di sicurezza migliori.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Il grave errore che fai Rana è pensare che il mi mondo sia pieno di Rana......non è così.
    Mamma mia, rischio di arrossire
    A parte gli scherzi.
    Siamo già in due (io e te), poi possiamo includere gli altri che hanno scritto in questa discussione, come vedi in questo piccolo spaccato ad essere in minoranza sono quelli che non farebbero come noi.

    Io a differenza tua sono ottimista quando penso al prossimo, le persone - escluso i ragazzi che hanno l'irruenza giovanile, non sono "kamikaze" pronti a rischiare la pelle.
    Le persone sono tendenzialmente prudenti in generale.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Anzi, il più delle volte un compagno in difficoltà mette ancor più in difficoltà il compagno che dovrebbe dargli una mano.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Questo, secondo me, perché non si nasce con la mentalità del solo dive e ci si nasconde dietro la sicurezza del sistema di coppia, il più delle volte fallace.
    Vedi ... il "solo diver" non si può insegnare, proprio perché non è possibile seguire un subacqueo che va da solo, o va da solo o è in coppia.

    Io anche se volessi non saprei cosa insegnare ad una persona che vuole andare da solo, il "solo diver" è un salto che facciamo quando dentro di noi ci sentiamo pronti, e nell'immergerci in solitaria non ci trasformiamo in chissà quali subacquei.
    Rimaniamo semplicemente noi stessi, pregi e difetti.

    Si può insegnare a cercare di essere, nei limiti del possibile autonomi, ma, questo è un concetto diverso del "solo diver".
    Una persona che sa essere autonoma ma non ha ancora fatto quel percorso d'esperienza (come hai fatto tu) tale per cui può sentire e dichiarare che se deve pensare a se stesso sa tutto - non può andare da solo anche se autonomo dal punto di vista della ridondanza.
    Necessita comunque di un compagno.

    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Il mono quindi, per ritornare a tema, è il primo macigno da demolire per essere autonomi.
    Dovrebbe essere OBBLIGATORIO l’utilizzo di un bombolino o del fantomatico 7+7, che se non hai mai provato ti assicuro essere fantastico.
    Ripeto, posso anche convenire (tralasciando i costi che non sono un aspetto trascurabile ma lasciamo stare) ma chi inizia, anche se lo fa attraverso un corso iniziale più approfondito dal punto di vista dell'autonomia, ha bisogno comunque di un compagno - del sistema di coppia - fino a quando non ha maturato la corretta consapevolezza di se sott'acqua.

    Per questo ti dico che il sistema di coppia serve e va difeso.

    Fatichi ad accettare il concetto perché ti rapporti con le tue abilità - abilità attuali, ma se ti confronti con le problematiche di chi deve imparare, di chi inizia a fare le prime immersioni da brevettato, capirai immediatamente che non può fare a meno del "sistema di coppia".

    Cordialmente
    Rana

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  • npole
    ha risposto
    Paradossalmente, è proprio il Rescue che ha accresciuto la mia percezione di quanto fosse (meno di quello che credevo) sicuro il sistema di coppia.
    Comunque ciò che scrivi già lo so, è quello che insegnano... il mio dibattito non è incentrato sul fatto che ciò che insegnano sia scorretto, ma che l'applicabilità di questo insegnamento è meno automatica di ciò che a prima vista appare.
    Quindi il discorso (piuttosto scontato) del: se per te non funziona (sempre) sempre il sistema di coppia è perché stai facendo qualcosa di sbagliato è tecnicamente giusto; ma il punto è che (a mio parere) il sistema prevede una certa disciplina che non trova un completo riscontro nella subacquea ricreativa. Sempre per fare esempio automobilistici (che mi piacciono tanto), se fai un incidente c'è sempre una ragione, a volte è un problema meccanico, ma molto spesso è un errore umano, sappiamo benissimo che se c'è un incidente è perché qualcuno da qualche parte ha sbagliato, ma gli incidenti accadono comunque, perché siamo esseri umani e una disattenzione, la superficialità, un pensiero che ci distrae, e decine di altre ragioni fanno parte della nostra natura, ed è per questo che esistono sistemi che ammettono l'errore umano e ne limitano o annullano le conseguenze, perché l'errore umano potrebbe essere l'errore di qualcun altro, non solo il tuo.
    Come ne vogliamo uscire? Sabotiamo le bombole di 100 sub a caso (AOWD con differente esperienza), mandiamoli a 30 metri in coppia e senza avvisarli chiudiamo all'improvviso la bombola di un sub di tutte e 50 le coppie... poi tiriamo le conclusioni.
    No, naturalmente non si può fare... però sarebbe l'unico modo concreto di verificare se il sistema di coppia funziona così bene, oppure se la percezione che funzioni sempre, è appunto solo una percezione.
    Al momento non sono a conoscenza di statistiche abbastanza complete che possano fare luce sulla questione, so che DAN analizza i dati e la causa di mortalità più comune è l'annegamento (comprensibilmente, visto che sei in acqua), senza però entrare nei dettagli.

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  • Italians
    ha risposto
    Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio

    Quando sono in Italia mi immergo al Banco di Santa Croce spessissimo[...] e guardando ciò che mi circonda.
    Perdonami, non volevo giudicare il tuo addestramento, solo curiosità. Magari ci siamo beccati qualche volta


    Non è il problema del buddy che se ne va per i fatti suoi (anche se ci sono quelli che lo fanno), ma proprio il fatto che i tempi per reagire in determinate situazioni sono davvero ridotti (molto lontani a quello che hai appreso) e più volte mi sono chiesto se avessi potuto raggiungere il mio compagno (o se lui avesse potuto raggiungere me) in un momento di assoluta necessità, e la risposta che mi sono dato è: non sempre.
    Su questo, io ritengo molto importante l'addestramento. Nonostante abbia concluso il rescue diversi anni fa, quando scendo con il mio istruttore continua a simulare i problemi più disparati (dal diver che ha panico attivo a svenimenti, etc...e spesso mi capita di tirare dei porchi sott'acqua per il numero di situazioni critiche concatenate che mi propone...) tant'è vero che in un paio di occasioni sono capitate emergenze reali (erogatori in continua) e non ho notato la differenza

    Secondo me, se si è vicini e con il giusto addestramento questi tempi si riducono.

    Pensa che paradossalmente, quando scendiamo con allievi nuovi o comunque in generale, c'è sempre una persona che chiude il gruppo (impensabile in diving tipo - anche se molti lo fanno -) e sempre paradossalmente mi ritrovo a fare "solo dive" quasi, perché chiudendo il gruppo ti mantieni un po' più alto (2-3 mt ) e sei da solo...


    Più che considerare il buddy-system un sistema "poco efficace", ripeto, per me è tutta una questione di addestramento. Sono d'accordo con qualcuno (forse RANA ): mettere un bibo addosso ad un open non gli assicura la ridondanza ipotizzata. Quando poi si arriva a fare addestramento con v-drill, ok, ma prima è quasi inutile...

    Con l'addestramento ti abitui ad avere anche la tua percezione in acqua, di cosa succede e a tenere sott'occhio il tuo compagno e metterti nel range giusto.

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  • GardaReb
    ha risposto
    @rana
    Tiro un ballo te in quanto ambasciatore del discorso.
    Sicuramente sei una persona posata e affidabile, fuori e dentro l’acqua. Il tuo punto di vista ti fa onore quando dici che sei tu a tener d’occhio il compagno.
    Tu farai fatica a crederlo ma è quello che faccio io le rare volte che scendo con qualcuno....in due. Questo però mi mette ansia perché so che sono responsabile di un'altra persona e non so le sue reazioni ad un incidente. Quindi sono in ansia per lui ma soprattutto per me.
    Se devo pensare a me stesso, so tutto ormai. L’unica cosa a cui non posso ovviare è un malore, ma vorrei vederti a salvarmi da 60m se mi viene un infarto. Tutte le altre cose che possono accadere sono solo frutto di una mia cattiva programmazione e quindi non recriminabili.
    Il grave errore che fai Rana è pensare che il mi mondo sia pieno di Rana......non è così. Anzi, il più delle volte un compagno in difficoltà mette ancor più in difficoltà il compagno che dovrebbe dargli una mano.
    Questo, secondo me, perché non si nasce con la mentalità del solo dive e ci si nasconde dietro la sicurezza del sistema di coppia, il più delle volte fallace.
    Il mono quindi, per ritornare a tema, è il primo macigno da demolire per essere autonomi.
    Dovrebbe essere OBBLIGATORIO l’utilizzo di un bombolino o del fantomatico 7+7, che se non hai mai provato ti assicuro essere fantastico.

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  • paolo55
    ha risposto
    @rana
    Grazie per le buone parole nei miei confronti.
    Come sai vado solo o con la mia famiglia e con quanche amico di vecchia data
    Con mio figlio ho condiviso immersioni per me impegnative a quote sicuramente narcotiche con la attenzione spinta al massimo sia per essere certo che lui fosse efficiente che per fare in modo di non diventare io fonte di problemi
    Rispetto a quelle esperienze le puntate fonde in solitaria sono diventate una passeggiata in riva al mare
    Per principio io non ho mai voluto imporre limiti e mi sono impegnato ad essere di fianco per condividere
    Per fortuna mio figlio o mia moglie hanno sempre girato le pinne di loro iniziativa ma ti garantisco che certe volte mi sono fatto delle domande ...
    Mai successo nulla di grave
    Vero quello che dici circa l'osservarsi reciprocamente per scoprire fino a che punto ci si puo ' fidare l'uno dell'altro
    per questo trovo che in solitaria possa essere piu' rilassante a patto di restare sempre in zona di comfort
    Cordialmente
    Paolo

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  • npole
    ha risposto
    Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

    se è il giustocompromesso allora è il sistema migliore, gli altri sono sbilanciati in un senso o nell'altro.
    Un compromesso per definizione non è il sistema migliore, è appunto un compromesso, ovvero qualcosa che funziona ragionevolmente bene, ma non la migliore soluzione possibile.

    Nel contesto specifico, utilizzare un sistema ridondante, integrandolo con il sistema di coppia, coprirebbe quei "buchi" che il secondo inevitabilmente lascia aperti. Abbiamo però già detto che questo complicherebbe le cose a livello pratico: tempi di insegnamento, costi, praticità. Si accetta quindi il miglior compromesso costi-benefici e non il miglior sistema possibile (l'esempio con altri aspetti della quotidianità li ho già fatti: il limite di velocità in autostrada, in Italia, è solitamente di 130 Km/h non perché a quella velocità non ti puoi far male in caso di incidente, ma perché qualcuno ha stabilito che è il giusto compromesso tra il rischio di farsi male e spostarsi ragionevolmente in fretta).

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  • npole
    ha risposto
    Originariamente inviato da Italians Visualizza il messaggio
    Se non ricordo male anche tu sei della Campania. Ti posso chiedere solitamente con chi ti immergi e chi è il tuo istruttore (per questo puoi anche rispondermi in privato se ti va). Curiosità mia, nessun giudizio/pregiudizio.
    Quando sono in Italia mi immergo al Banco di Santa Croce spessissimo, quindi se sei Campano, sarà una destinazione nota anche per te. E se lo è sai che il 90% delle immersioni ricreative al banco, quando fai il giro lungo, finiscono con un piccolo accumulo di deco... ma questo è un altro discorso, non amplifica o riduce quello che penso del sistema di coppia.
    Mi sono brevettato (e ho fatto quasi tutti i brevetti e specialità) all'estero, in un'acqua non proprio facile (oceano), gli istruttori che ho avuto (anche successivamente, quando ho acquisito consapevolezza e quindi abbastanza esperienza per valutarli col senno di poi) si sono rivelati sempre molto preparati e con un buon metodo di insegnamento.
    Non è al mio istruttore che devo la mia opinione sul sistema di coppia, il metodo di istruzione è quello e l'istruttore segue quel metodo, è l'opinione che mi sono fatto circa la sua affidabilità, immersione dopo immersione, pensando a ciò che capita a me e guardando ciò che mi circonda.

    Spesso scendo con i diving più disparati e quasi sempre mi piazzano vicino buddy più disparati (qui si aprirebbe un mondo).
    Io non mi lamento delle persone che si fanno i cazzi loro durante tutta l'immersione, poi sono un tipo che normalmente tiene un occhio sul proprio buddy, prima ancora che venga il contrario. Non è il problema del buddy che se ne va per i fatti suoi (anche se ci sono quelli che lo fanno), ma proprio il fatto che i tempi per reagire in determinate situazioni sono davvero ridotti (molto lontani a quello che hai appreso) e più volte mi sono chiesto se avessi potuto raggiungere il mio compagno (o se lui avesse potuto raggiungere me) in un momento di assoluta necessità, e la risposta che mi sono dato è: non sempre.

    Questa cosa l'ho notata in situazioni di non emergenza, richiamare un altro sub per fargli vedere qualcosa o viceversa essere richiamato da un altro sub che voleva mostrarmi lui qualcosa o ancora osservare un terzo sub che richiama il proprio compagno. In molte situazioni (più di quante vorrei vederne) ho notato che trascorre un lasso di tempo che non è "compatibile" con quello che eventualmente richiederebbe una emergenza, i pensieri a quel punto scattano automatici: e se quel richiamo invece che essere fatto per mostrare un pesce, fosse invece una richiesta di aiuto? Poi ci sono momenti di effettiva separazione, dovuti ad eventi eccezionali, che non dovrebbero mai accadere, ma che purtroppo accadono (vedi esperienze degli altri utenti in questo stesso thread).
    Da qui parte la mia idea circa il buddy-system, visto come certamente un modo per assistersi, ma non come il modo definitivo per curare la propria sicurezza.

    Questa è certamente una conseguenza della non corretta applicazione del sistema di coppia (quindi colpa del sub stesso), ma se queste occorrenze le noto così spesso, significa che quel modello forse è deficitario nell'ambiente in cui pretende di essere applicato.

    Come è stato già detto, nel contesto entro i 40 metri, rispettando NDL, il sistema di coppia è efficiente. Se non lo si applica bene quella è inefficienza dell'addestramento
    Certamente la profondità e non accumulare deco aiutano, ma fino ad un certo punto, se hai un problema a 40 metri, anche senza deco, trovare "salvezza" in superficie (invece che risolvere il problema sotto) è facile a dirsi... ma a farsi.

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  • Palve
    ha risposto
    Per un istruttore / guida è diverso. O sei solo e assisti gli altri che metti in coppie o ti assegni come compagno il più scarso... Ti devi autogestire l assistenza. È pur sempre vero che ci sono molte bombole sott acqua abbastanza vicine. Se fai la scopa è anche peggio. Anche se vai fondo, specialmente in aria, sai che far fatica prestando soccorso può dare guai e che ci si può quindi contare in modo limitato. Con le miscele va un tantino meglio. Comunque sott acqua non si va soli o se lo si fa si deve sapere ed accettare che il rischio aumenta di parecchio. Non solo se ci sono problemi di gas ma per altre mille situazioni possibili. L autonomia è un valore che va promosso, ma non deve diventare egoismo
    Ultima modifica di Palve; 05-09-2019, 15:40.

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  • blu dive
    ha risposto
    Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
    Da quanto leggo mi pare si possa affermare che in acqua si e' sempre soli e che quando ci sono altri sia meglio organizzarsi come se si fosse soli
    Questo è vero, il problema è che si arriva ad averne coscienza con un tipo di esperienza che non è trasmettibile con un corso, per quanto lungo o articolato lo si voglia fare.
    Prima o, in caso di dubbi, il sistema di coppia rimane la soluzione.

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  • blu dive
    ha risposto
    Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio
    non perché il buddy-system sia la soluzione certamente migliore, costituisce il giusto compromesso tra sicurezza e funzionalità dell'equipaggiamento.
    se è il giustocompromesso allora è il sistema migliore, gli altri sono sbilanciati in un senso o nell'altro.

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  • Italians
    ha risposto
    Ciao npole ,

    premetto che io sono il primo che preferisce scendere con il bibo/side per avere maggiore ridondanza, ma mi è capitato e mi capiterà di recente, di scendere in mono con octopus.

    Se non ricordo male anche tu sei della Campania. Ti posso chiedere solitamente con chi ti immergi e chi è il tuo istruttore (per questo puoi anche rispondermi in privato se ti va). Curiosità mia, nessun giudizio/pregiudizio.

    Probabilmente abbiamo frequentato più o meno gli stessi posti, ma personalmente non ho mai riscontrato grossi problemi legati alla vicinanza del buddy. Spesso scendo con i diving più disparati e quasi sempre mi piazzano vicino buddy più disparati (qui si aprirebbe un mondo).
    Personalmente parto già dal gommone con:

    - controllo il tipo di attrezzatura del buddy (eventuali valvole di scarico gav/stagna, configurazione) e spiego al mio buddy come sono configurato
    - scambio di dritte/info sul comportamento in immersione (questo lo faccio dopo il brief della guida)

    Se poi il buddy se ne va per cazzi suoi, cerco di seguirlo e se proprio si fa completamente i fatti suoi richiamo la sua attenzione e gli faccio segno di stare vicini almeno.


    Come è stato già detto, nel contesto entro i 40 metri, rispettando NDL, il sistema di coppia è efficiente. Se non lo si applica bene quella è inefficienza dell'addestramento

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  • RANA
    ha risposto
    Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
    Da quanto leggo mi pare si possa affermare che in acqua si e' sempre soli e che quando ci sono altri sia meglio organizzarsi come se si fosse soli
    A disposizione di eventuali altri ma pgnuno indipendente in caso di bisogno
    In compagnia e' divertente condividere emozioni ma e' anche bello evitare le rogne
    Se eliminiamo i grupponi da villaggio vacanze mi pare che ci sia sintonia pur con le dovute sfaccettature legate alla configurazione. alla scuola ed agli obiettivi delle immersioni
    O no?
    Ciao
    Paolo
    ​Ciao Paolo.

    Immagina questa situazione.

    C'immergiamo insieme, io non ti conosco, tu non mi conosci.

    Io mi sento responsabile di te, non vorrei mai che ti succeda qualcosa con me, anche solo per il fatto che non vorrei mai essere associato ad un incidente (scherzo).
    La stessa cosa immagino faresti tu, non scenderesti in acqua con me senza tutelarti, senza fare in modo che sei tu a sentirti al sicuro ed in grado di far fronte ad eventuali mei ca@@ate.

    Entrambi ci adopereremmo inevitabilmente per essere il più possibile autonomi ed operativi, ma, entrambi non ci perdiamo di vista.
    Io ti guarderei sia che tu mi guardi, sia che non mi guardi, ti starei attaccato pronto ad intervenire nella malaugurata ipotesi.
    Tu faresti altrettanto, anche se mi distraessi tu mi guarderesti.

    Volenti o dolenti applicheremmo il vero e corretto "sistema di coppia" e questo creerebbe un valore aggiunto in termini di sicurezza tra me e te per quanto noi ci sforziamo di essere autonomi.

    Quindi si è vero bisogna tendere ad essere autonomi ma bisogna anche prendere in considerazione che se non si è da soli comunque ci possiamo trovare a dover intervenire.
    Quindi il sistema di coppia non inficia quanto dici ma quanto dici rende ancora di più serrato il sistema di coppia.

    Se, al contrario, affermare che bisogna essere autonomi diventa nei fatti una scusa per dire che chi è con noi in immersione si deve arrangiare, l'importante che io sia in grado di salvarmi ....
    Questo non lo accetto, e, per me dire: il sistema di coppia non funziona ma serve essere autonomi - equivale a dire l'importante sono io gli altri si arrangiano.

    Ovviamente non parlo di te Paolo, non ci conosciamo di persona ma sono sicuro che chiunque sia con te in immersione gode di una garanzia solo per il fatto di essere con te.

    Cordialmente
    Rana


    Ultima modifica di RANA; 05-09-2019, 12:52.

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  • RANA
    ha risposto
    Originariamente inviato da GardaReb Visualizza il messaggio
    Vedi Rana, se tu in quell’occasione fossi stato in solo dive, non saresti sceso velocemente a 56m. Già a 30m ti saresti accorto di non essere in forma, ti saresti fermato, saresti risalito a 20 e avresti cazzeggiato un'ora in tutta tranquillità.....perché non avresti seguito il compagno per obblighi di coppia. Quando si è soli in tutto, le sensazioni sono amplificate a 1000 e certe cose non le fai.


    Se !

    Se fossi stato da solo, forse le cose sarebbero potute andate come le hai descritte, o, forse non sarebbero andate come le hai descritte
    Non si può sapere.

    Non è polemica, e comprendo benissimo le tue argomentazioni che oggi - con le "facciate" che ho preso - penso che siano più che ragionevoli ...

    Quell'episodio è successo quando avevo circa 28 / 29 anni ed a quell'età ero di fatto un "pazzo" mi gettavo in acqua ed il fascino della profondità era per me una droga.

    Sono un miracolato, malgrado in quegli anni ho fatto di tutto per cercare la tragedia - solo per una serie di circostanze fortunate - questa non è mai avvenuta.
    Ho premesso che a quei tempi non possedevo neanche le nozioni che ho ora, figuriamoci l'esperienza ma non avevo paura e mi sentivo bravo, motivato e desideroso di sfidare gli abissi (diciamo una miscela di "aspetti" non proprio inerte ma al contrario molto pericolosa).

    Per questo dubito che, se fossi stato in solitaria in quell'occasione, i fatti si sarebbero svolti come li hai descritti, è un dubbio ed ammetto che quanto hai scritto avrebbe potuto avvenire ma non con la certezza con cui tu lo dai per scontato.

    Oggi non ho, purtroppo, piò 29 anni, oggi ho una figlia, oggi non devo dimostrare nulla, oggi non ho più la "febbre da trofeo".
    Oggi ho nozioni che a quei tempi non avevo, oggi ho un vissuto che a quei tempi non avevo, oggi ho paura, ripeto, oggi ho paura.

    Oggi scendo comunque anche oltre -60 metri in aria ma non più con la spensieratezza di un età avventata in cui ci si sente "forti" - oggi ho quella vocina che mi fa provare timore e rispetto per un attività profonda comunque a più alto rischio sapendo che non voglio morire.

    La mia fortuna è stata, prima di tutto, svolgere quell'attività sempre con persone che hanno saputo tenermi a bada e darmi assistenza, oltre che essere fortunato di mio, un fatalista direbbe che: probabilmente non era la mia ora.

    Io devo dire grazie ai compagni con cui mi sono immerso - a dire il vero una in particolare che non mi ha mai e poi mai lasciato da solo, mi ha insegnato, seguito, mi ha aiutato nei momenti in cui ne ho avuto bisogno.
    A quei tempi le attrezzature che usavo erano ridicole, il mono era la normalità ed il gav era un semplice e banalissimo jacket della Maress (la stagna praticamente non sapevo neanche cos'era), ma le persone che ho avuto la fortuna di avere con me in immersione erano di notevole ed ammetto raro valore.

    Il sistema di coppia funziona a noi dargli valore con scelte consapevoli, io sono stato un pazzo ma non mi sono mai immerso nei miei azzardi con subacquei che non fossero ben più preparati di me.

    L'esperienza è un cammino fatto anche di errori, il "sistema di coppia" non è perfetto ma ha un innegabile valore soprattutto in chi è all'inizio di un lungo percorso d'esperienza.
    La persone, subacqueamente parlando, devono maturare, devono toccare con mano i problemi, in questo percorso d'esperienza essere in due è per me fondamentale.

    Poi con il senno del poi, quando si ha anni di subacquea alle spalle ed un vissuto ci si può anche prendere il lusso di "sputare" (scusa ho usato un termine troppo forte) sul sistema di coppia.

    Rimane il fatto che se t'immergi con un subacqueo di esperienza questo ti guarda, questo probabilmente si sente responsabile per te e mette in atto un sistema di coppia anche se tu non ne senti la necessità.

    Quando mi immergo con persone che non conosco mi sento io per primo responsabile di loro e come tale mi comporto, di fatto mi comporto come quando ho allievi e sto insegnando.

    Il rapporto istruttore allievo è un sistema di coppia sbilanciato perché l'istruttore ha esperienza ma l'allievo no, l'istruttore sa come intervenire ma non l'allievo, l'istruttore assiste l'allievo ma l'allievo non assiste l'istruttore.

    La didattica stessa poggia e necessita come condizione tassativa l'essere almeno in due per mettere in atto immersioni in cui si garantisce la sicurezza non solo con le adeguate attrezzature ma con la presenza dell'istruttore (compagno - sistema di coppia).

    Quello che impari e come lo impari nei corsi, soprattutto nei primi corsi, compreso il comportamento dell'istruttore nei tuoi confronti è esattamente la base che permette ad un subacqueo d'iniziare a raccogliere esperienza e questa base poggia e necessita sin dalla fase addestrativa della presenza di un compagno.

    Vedi una differenza che c'è tra me e i commenti che ho letto in questa discussione sta nel modo con cui si applica il sistema di coppia.

    Io quando sono in coppia con un subacqueo - sono io che sento su di me la responsabilità di garantire quel subacqueo che è con me, al contrario leggendo tanti commenti mi pare che ci si aspetti che il compagno garantisca la sicurezza.
    Mi spiego: il mio compagno si può distrarre ma sono io che non lo perdo di vista

    Forse se insegniamo questo ai subacquei, se insegniamo che tutti devono fare in modo di immergersi in condizioni tali da essere in grado di dare assistenza (più che riceverla) perché è un loro dovere a mano a mano che raccolgono esperienza tutelare il proprio compagno sempre e sempre con maggior attenzione, si avrebbe il giusto compromesso tra autonomia e corretto sistema di coppia.

    Vedi io sono convinto a tal punto da mettere la mano sul fuoco che "Blu Dive" (a lui sementire o commentare) quando s'immerge non si aspetta mai di essere assistito ma s'immerge sapendo sempre di dover assistere chi è con lui.
    Cosi tutti i subacquei con una reale esperienza.
    E' questo che rende il sistema di coppia una vera garanzia.

    Questo si può insegnare e la gente, magari non tutta, ma la maggior parte lo capisce e lo fa suo.

    Poi tutti facciamo errori ed azzardi ma questo non vuol dire che il sistema di coppia non ha una sua utilità soprattutto in ambito ricreativo.

    Cordialmente
    Rana

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