Dispersa sub a Como .

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  • #16
    Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio

    Penso che il passaggio dove si dice che "il viola va a chiamare il giallo sia al minuto 14°, se guardi con attenzione si vede che il viola va dal giallo. Detto questo è abbastanza razionale e condivisibile anche la tua analisi.

    Con ciò, come ho scritto sopra non era mia interesse mettere bocca sulle dinamiche dell'incidente, ma semplicemente mostrare i profili di immersione e, nell'ipotesi che l'incidente sia effettivamente avvenuto al minuto 14, come sembrerebbe emergere, rimarcare come, una banale auto-erogazione mal gestita a 60metri possa in men che non si dica ciucciarti tutta la bombola.

    Detto questo mi sorge una quesito. Nel caso si abbia un autoerogazione legata ad un fault con un monobombole, quale è la prassi?

    Ovviamente, seguendo i vari manuali la risposta dovrebbe essere:
    • Segnalare al compagno il problema chiedere l'erogatore.
    • Chiudere la bombola in autoerogazione
    • Iniziare la risalita.
    Detto questo e per pura curiosità/voglia di prendere consapevolezza dell'accaduto, nell'ipotesi "volutamente forzata" che un compagno non sia sufficientemente vicino da poterti soccorrere e che quindi dobbiam fare tutto da soli, è corretto dire che i passaggi da eseguire dovrebbero essere:





    Se ho sbagliato qualcosa ditemi pure.

    Tonnetto
    ​tutto giusto, ma hai presente quanto sei mentalmente rallentato a -60m in aria?
    ​Si il viola va dal giallo che è un metro più fondo, il viola è chiaro che non sa che cazzo fare e forse è più in panico lui del blu...
    TSA Trimix Instructor 70 m.
    OWI SSI

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    • #17
      Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio
      ​tutto giusto, ma hai presente quanto sei mentalmente rallentato a -60m in aria?
      A 60 non ci sono arrivato ma ho testato belle sberle di azoto oltre i 40... tutto rallentato ... per cui posso capire e immaginare ...

      Con ciò la procedura vale uguale a 30 metri, per cui visto che sott'acqua il peggior nemico è il panico dovuto al non sapere cosa fare creso sia utile e costruttivo sapere, per lo meno in teoria, come gestire una situazione difficile così da tenere il sangue freddo.

      Poi tra il dire e il fare ... ... ma almeno ci si prova.

      Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio
      ​Si il viola va dal giallo che è un metro più fondo, il viola è chiaro che non sa che cazzo fare e forse è più in panico lui del blu...
      Posso condividere, anche per questo non ho voluto mettere bocca su fatti/colpe/sentenze/dinamiche. Una cosa è certa con un bibo con manifold, o con un doppio primo stadio, il tutto si sarebbe risolto in sicurezza, o almeno credo. (Visti i fatti citati immagino non avessero il doppio primo stadio...)


      Tonnetto
      Ultima modifica di Tonnetto; 01-08-2017, 17:53.
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      • #18
        Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio
        ​Perché scusa? quando qualcuno muore in immersione, parlarne e cercare di capirne le cause non è mai mancanza di rispetto. Se capitasse a me io vorrei che fosse fatto lo stesso, magari potrebbe salvare la vita a qualcun altro.
        Condivido ma un conto è cercare di sapere come i fatti si sono svolti veramente un conto è elaborare congetture non supportate da fatti.

        Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio
        ​Le mie considerazioni derivano da un paragone tra il testo e il grafico: a mio avviso ci sono delle incongruenze.​
        Il grafico riporta l'andamento profondità tempo dei computer dei malcapitati (forse non sappiano nulla di come quel grafico sia stato fatto).
        Se cosi, il grafico in questione non è un "filmato circostanziato dei fatti", indica solo l'andamento profondità tempo ma nessuno può dire sul piano orizzontale come si sono svolti i fatti.
        Dedurre cosa stava facendo chi, o anche solo quanto distante poteva essere dagli altri non è possibile, è possibile stabilire la distanza verticale ma non la distanza sul piano orizzontale.

        Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio
        ​Quando leggo che "Nel grafico si legge che il sub giallo a un certo punto fa immersione per conto suo e ignorando i compagni va alla ricerca di quella che lui descriveva come la pace della profondità" [COLOR=#1d2129]e vedo che, dal profilo ,il sub giallo era circa un metro sotto agli altri, già ho letto qualcosa che non mi torna. Stiamo parlando di un metro...

        ​E' inoltre incontestabile che il giallo sia sempre stato attaccato al blu mentre il viola abbia solo guardato...
        D'incontestabile c'è ben poco, hai fatto una ricostruzione "forse" plausibile nel senso che si adatta a quanto il tracciato mostra ma il tracciato, ripeto, indica solo gli spostamenti verticali in ordine di tempo, nulla di più, non indica i movimenti e le posizioni sul piano orizzontale, per cui se non ci sono altri elementi a sostenere il tutto è solo una delle tante plausibili ipotesi, come pure è quella postata da Tonnetto presa su FB.
        Ipotesi che per certo (secondo me) indica solo l'immenso dolore per la perdita di chi lo ha scritto, dolore a cui va tutto il mio rispetto ma non posso prendere per oro colato quanto si afferma in essa.

        Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio
        Non sono entrato nel merito del resto, guanti, chiusure bombole, maschera perché non è desumibile dal grafico.
        Trattandosi di un incidente mortale, posso capire il dolore di parenti ed amici, lo sfogo di uno dei cari della ragazza morta, ma se dopo quattro anni di processo ed analisi dei fatti - si arriva a una sentenza penso che si dovrebbe partire dagli atti con cui la sentenza ha ricostruito i fatti e non da un tracciato che da solo delle informazioni limitate all'andamento profondità tempo, che per quanto importanti necessitano di tutta una serie di verifiche e riscontri, riscontri che, al limite, vanno letti negli atti processuali che non abbiamo.

        In tal senso comprendo le parole di Dellelisch - non ci sono gli elementi per indicare con esattezza come si sono svolti i fatti.

        Purtroppo anche se come te condivido l'importanza di analizzare i fatti, che per quanto dolorosi e tristi, possono servire a prevenire potenziali altre tragedie future, non bisogna trascendere nella pura congettura con il rischio di diffondere "certezze" la dove non ci sono elementi per considerarle tali.

        Nessuno di noi c'era, nessuno di noi sa come si sono svolti i fatti, c'è stata un inchiesta, si è arrivati a una sentenza.

        Il resto sta alle coscienza di chi ha vissuto quei terribili momenti.


        Cordialmente
        Rana


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        • #19
          Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio

          Con ciò, come ho scritto sopra non era mia interesse mettere bocca sulle dinamiche dell'incidente, ma semplicemente mostrare i profili di immersione e, nell'ipotesi che l'incidente sia effettivamente avvenuto al minuto 14, come sembrerebbe emergere, rimarcare come, una banale auto-erogazione mal gestita a 60metri possa in men che non si dica ciucciarti tutta la bombola.

          Tonnetto
          Cari amici,

          chiedo scusa se mi permetto, da incompetente, di partecipare a questa conversazione, che prende spunto dall'analisi di una tragedia che, come ogni tragedia, lascia solo vittime: chi come in questo caso ha perso la vita, chi -sempre che ci sia un colpevole- ne ha colpa, chi non ne ha colpa ma si sente straziato perchè non è riuscito in qualche modo ad evitare la tragedia, e tutti coloro che sentono che un pezzetto di se stessi se ne è andato insieme con chi è venuto a mancare.

          Ma le parole di Tonnetto mi hanno colpito.

          Da quanto avevo letto in giro, pensavo inizialmente che l'auto-erogazione fosse un evento piuttosto raro; tuttavia ultimamente, forse poichè presto una maggiore attenzione all'argomento, la sento citare con una certa frequenza. Ovviamente, ogni evento che si verifica a 50 metri di profondità, ha conseguenze di portata assai maggiore rispetto a quando avviene a 10 metri soltanto.

          Già ho dato prova della mia esagerata ricerca di sicurezza in una precedente conversazione sull'uso di gruppi bibombola, doppi primi stadi, ecc.; mi chiedo tuttavia se, in condizioni generiche, sarebbe possibile e/o giustificabile aggiungere una valvola di intercetto -magari con meccanismo di apertura/chiusura a doppio controllo tipo pressione+torsione, in modo da evitare attivazioni involontarie- a livello della connessione tra frusta e secondo stadio di ciascun erogatore.

          In questo modo si potrebbe evitare la perdita di aria senza ricorrere a contorsionismi per raggiungere le valvole della bombola quando si ha un bibombola con doppio primo stadio, ed anche in caso di singolo primo stadio con bombola monoattacco e secondo erogatore bloccato si potrebbe più agevolmente attivare l'erogazione solo al momento della inspirazione.

          Beh... in effetti ogni elemento in più aggiunto ad una macchina ne incrementa la complessità e quindi il rischio di malfunzionamenti (Ford -Ford il fondatore della casa automobilistica, non l'ex presidente degli USA- diceva che tutto ciò che non c'e', non si può rompere...) e sicuramente se fosse tutto così semplice qualcuno avrebbe già pensato a questa soluzione... per cui mi viene il dubbio: cosa non ho considerato nelle mie elucubrazioni?

          Un caro saluto

          Marco

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          • #20
            Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio

            Una cosa è certa con un bibo con manifold, o con un doppio primo stadio, il tutto si sarebbe risolto in sicurezza, o almeno credo. (Visti i fatti citati immagino non avessero il doppio primo stadio...)


            Tonnetto

            Ciao Tonnetto,sono certo che quel che hai scritto l'hai scritto convinto ed in buona fede. Purtroppo l'unica cosa certa è che quel che hai scritto non è vero, O meglio,è vero per metà. Sicuramente la giusta attrezzatura è fondamentale, ma non basta. Per usare un linguaggio che credo ti sia familiare, è condizione necessaria, ma non sufficiente.
            Cosa manca (e qua non entro nel merito del caso in questione perchè non so come siano andate le cose e non conosco le persone coinvolte)? Manca l'addestramento, Manca il team. Manca la dimestichezza con le procedure d'emergenza.
            Puoi avere anche un bibo con manifold e chiaramente 2 primi stadi, ma se non sai come intervenire sui rubinetti, sei punto e a capo. So che può sembrare semplice farlo ma non è così. Devi sapere se intervenire tu o dare assistenza al tuo compagno mentre manipola i rubinetti ed alterna gli erogatori, Devi stare attento a vedere cosa fa, dovete fare i check insieme...
            Per la cronaca, anche con un mono e 1 solo primo stadio, con una risalita in condivisione si sarebbe potuto evitare il peggio (sempre prendendo per buona la dinamica descritta)

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            • #21
              Originariamente inviato da MGX Visualizza il messaggio

              Cari amici,

              chiedo scusa se mi permetto, da incompetente, di partecipare a questa conversazione, che prende spunto dall'analisi di una tragedia che, come ogni tragedia, lascia solo vittime: chi come in questo caso ha perso la vita, chi -sempre che ci sia un colpevole- ne ha colpa, chi non ne ha colpa ma si sente straziato perchè non è riuscito in qualche modo ad evitare la tragedia, e tutti coloro che sentono che un pezzetto di se stessi se ne è andato insieme con chi è venuto a mancare.

              Ma le parole di Tonnetto mi hanno colpito.

              Da quanto avevo letto in giro, pensavo inizialmente che l'auto-erogazione fosse un evento piuttosto raro; tuttavia ultimamente, forse poichè presto una maggiore attenzione all'argomento, la sento citare con una certa frequenza. Ovviamente, ogni evento che si verifica a 50 metri di profondità, ha conseguenze di portata assai maggiore rispetto a quando avviene a 10 metri soltanto.

              Già ho dato prova della mia esagerata ricerca di sicurezza in una precedente conversazione sull'uso di gruppi bibombola, doppi primi stadi, ecc.; mi chiedo tuttavia se, in condizioni generiche, sarebbe possibile e/o giustificabile aggiungere una valvola di intercetto -magari con meccanismo di apertura/chiusura a doppio controllo tipo pressione+torsione, in modo da evitare attivazioni involontarie- a livello della connessione tra frusta e secondo stadio di ciascun erogatore.

              In questo modo si potrebbe evitare la perdita di aria senza ricorrere a contorsionismi per raggiungere le valvole della bombola quando si ha un bibombola con doppio primo stadio, ed anche in caso di singolo primo stadio con bombola monoattacco e secondo erogatore bloccato si potrebbe più agevolmente attivare l'erogazione solo al momento della inspirazione.

              Beh... in effetti ogni elemento in più aggiunto ad una macchina ne incrementa la complessità e quindi il rischio di malfunzionamenti (Ford -Ford il fondatore della casa automobilistica, non l'ex presidente degli USA- diceva che tutto ciò che non c'e', non si può rompere...) e sicuramente se fosse tutto così semplice qualcuno avrebbe già pensato a questa soluzione... per cui mi viene il dubbio: cosa non ho considerato nelle mie elucubrazioni?

              Un caro saluto

              Marco
              Ciao Marco,

              In questo caso particolare ho parlato di autoerogazione dovuta ad un guasto del secondo stadio, il quale essendo 'ad offerta' per maggiore sicurezza, in caso di guasto va in autoerogazione per permettere all'utente di respirare. L'autoerogazione però si può instaurare anche se stai respirando e poi togli l'erogatore dalla bocca, infatti grazie all'effetto Venturi (che abbatte l'attrito secco durante la respirazione) questo andrà in autoerogazione. In questo caso però l'autoerogazione facilmente si interrompe riprendendo in mano l'erogatore e rivolgendo il boccaglio verso il basso. Ergo, la semplice autoerogazione la si impara a gestire sin dai primi corsi, discorso diverso è un autoerogazione dovuta ad un guasto a profondità elevate, ma in questo caso è richiesto un addestramento diverso ed una configurazione ridondata, non obbligatoria nelle immersioni profonde.

              PS. Da 30 o 40 mr se sei in curva, anche se dovessi andare in autoerogazione dovuta ad un guasto è trovandomi solo (ipotesi worst case), avrei cmq il tempo di riemerge omettendo la sosta di rispetto (non obbligatoria) con due/tre boccate dall'erogatore in contibua e lunghe espirazioni.

              Tornando all'incidente, quello che mi viene da dire anche in questo caso il tutto sembrerebbe evitabile, ma a quanto pare così non è stato ... Ma solo chi c'era sa come è andata ...
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              • #22
                In teoria si potrebbe anche chiudere il rubinetto ed aprirlo sono al momento del respiro...........in teoria...... alle volte per x motivi non si riesce a fare niente e si muore....però sembra strano che gli sia stato data la F.A.A. e non desse aria....un guasto ci sta ma due? Affanno fame d'aria forse neanche un Poseidon avrebbe soddisfatto il bisogno psicologico di aria...........forse davvero panico nella sua massima espressione con magari un po di deco da fare e la paura per la propria incolumità? Proprio una brutta esperienza....e una brutta morte. Forse più che sbagli nell'emergenza, il vero errore è stato decidere di intraprendere quel tipo di immersione (si parla di un brevetto entro i 40 mt, ipotesi deep? In curva?), in primo luogo cattiva scelta da parte della sig.ra e mal consigliata e supportata da persone più esperte

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                • #23
                  Originariamente inviato da delellisc Visualizza il messaggio


                  Ciao Tonnetto,sono certo che quel che hai scritto l'hai scritto convinto ed in buona fede. Purtroppo l'unica cosa certa è che quel che hai scritto non è vero, O meglio,è vero per metà. Sicuramente la giusta attrezzatura è fondamentale, ma non basta. Per usare un linguaggio che credo ti sia familiare, è condizione necessaria, ma non sufficiente.
                  Cosa manca (e qua non entro nel merito del caso in questione perchè non so come siano andate le cose e non conosco le persone coinvolte)? Manca l'addestramento, Manca il team. Manca la dimestichezza con le procedure d'emergenza.
                  Puoi avere anche un bibo con manifold e chiaramente 2 primi stadi, ma se non sai come intervenire sui rubinetti, sei punto e a capo. So che può sembrare semplice farlo ma non è così. Devi sapere se intervenire tu o dare assistenza al tuo compagno mentre manipola i rubinetti ed alterna gli erogatori, Devi stare attento a vedere cosa fa, dovete fare i check insieme...
                  Per la cronaca, anche con un mono e 1 solo primo stadio, con una risalita in condivisione si sarebbe potuto evitare il peggio (sempre prendendo per buona la dinamica descritta)
                  Ciao @delellisc,

                  Condivido, infatti come ho scritto anche ad mgx, non si capisce perché la tragedia non si sia evitata emergendo in condivisione...

                  Detto questo penso che qua il problema sia stato il panico... Quello vero...
                  .. anche perchè non mi sento di mettere in gioco la professionalità di nessuno...

                  Sul discorso bibo è chiaro che questo non ti rende invincibile, ma sicuramente un separatore avrebbe aiutato... ammesso e non concesso che si sappia dove intervenire ... Ma questo l'ho dato per scontato essendo spesso 'condizione sufficiente' per evitare le tragedie ...

                  Ma a quanto pare non è così scontato
                  Ultima modifica di Tonnetto; 02-08-2017, 07:56.
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                  • #24
                    Per un freeflow basterebbe anche un mono con un doppio attacco, e ovviamente due primi stadi. Io iniziai ad avvicinarmi all'immersiine tecnica proprio così 😆

                    Un manuale TSA riporta che in caso di freeflow una 12 litri in alluminio si svuota:
                    In superficie in 255 secondi
                    A 30 metri in 155 secondi
                    A 70 metri in 91 secondi.

                    Rottura frusta LP.. praticamente non cambia in base alla profondità, 81/83 secondi.

                    Rottura frusta HP non cambia in base alla profondità... 21/22 minuti.

                    Inviato dal mio SM-G900F utilizzando Tapatalk

                    Emanuele

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                    • #25
                      Originariamente inviato da delellisc Visualizza il messaggio


                      Ciao Tonnetto,sono certo che quel che hai scritto l'hai scritto convinto ed in buona fede. Purtroppo l'unica cosa certa è che quel che hai scritto non è vero, O meglio,è vero per metà. Sicuramente la giusta attrezzatura è fondamentale, ma non basta. Per usare un linguaggio che credo ti sia familiare, è condizione necessaria, ma non sufficiente.
                      Cosa manca (e qua non entro nel merito del caso in questione perchè non so come siano andate le cose e non conosco le persone coinvolte)? Manca l'addestramento, Manca il team. Manca la dimestichezza con le procedure d'emergenza.
                      Puoi avere anche un bibo con manifold e chiaramente 2 primi stadi, ma se non sai come intervenire sui rubinetti, sei punto e a capo. So che può sembrare semplice farlo ma non è così. Devi sapere se intervenire tu o dare assistenza al tuo compagno mentre manipola i rubinetti ed alterna gli erogatori, Devi stare attento a vedere cosa fa, dovete fare i check insieme...
                      Per la cronaca, anche con un mono e 1 solo primo stadio, con una risalita in condivisione si sarebbe potuto evitare il peggio (sempre prendendo per buona la dinamica descritta)
                      ​concordo, paradossalmente è peggio avere 2 primi stadi sul mono se poi non li sai gestire: aggiungi solamente possibili punti di rottura!
                      TSA Trimix Instructor 70 m.
                      OWI SSI

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                      • #26
                        Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                        Condivido ma un conto è cercare di sapere come i fatti si sono svolti veramente un conto è elaborare congetture non supportate da fatti.



                        Il grafico riporta l'andamento profondità tempo dei computer dei malcapitati (forse non sappiano nulla di come quel grafico sia stato fatto).
                        Se cosi, il grafico in questione non è un "filmato circostanziato dei fatti", indica solo l'andamento profondità tempo ma nessuno può dire sul piano orizzontale come si sono svolti i fatti.
                        Dedurre cosa stava facendo chi, o anche solo quanto distante poteva essere dagli altri non è possibile, è possibile stabilire la distanza verticale ma non la distanza sul piano orizzontale.



                        D'incontestabile c'è ben poco, hai fatto una ricostruzione "forse" plausibile nel senso che si adatta a quanto il tracciato mostra ma il tracciato, ripeto, indica solo gli spostamenti verticali in ordine di tempo, nulla di più, non indica i movimenti e le posizioni sul piano orizzontale, per cui se non ci sono altri elementi a sostenere il tutto è solo una delle tante plausibili ipotesi, come pure è quella postata da Tonnetto presa su FB.
                        Ipotesi che per certo (secondo me) indica solo l'immenso dolore per la perdita di chi lo ha scritto, dolore a cui va tutto il mio rispetto ma non posso prendere per oro colato quanto si afferma in essa.



                        Trattandosi di un incidente mortale, posso capire il dolore di parenti ed amici, lo sfogo di uno dei cari della ragazza morta, ma se dopo quattro anni di processo ed analisi dei fatti - si arriva a una sentenza penso che si dovrebbe partire dagli atti con cui la sentenza ha ricostruito i fatti e non da un tracciato che da solo delle informazioni limitate all'andamento profondità tempo, che per quanto importanti necessitano di tutta una serie di verifiche e riscontri, riscontri che, al limite, vanno letti negli atti processuali che non abbiamo.

                        In tal senso comprendo le parole di Dellelisch - non ci sono gli elementi per indicare con esattezza come si sono svolti i fatti.

                        Purtroppo anche se come te condivido l'importanza di analizzare i fatti, che per quanto dolorosi e tristi, possono servire a prevenire potenziali altre tragedie future, non bisogna trascendere nella pura congettura con il rischio di diffondere "certezze" la dove non ci sono elementi per considerarle tali.

                        Nessuno di noi c'era, nessuno di noi sa come si sono svolti i fatti, c'è stata un inchiesta, si è arrivati a una sentenza.

                        Il resto sta alle coscienza di chi ha vissuto quei terribili momenti.


                        Cordialmente
                        Rana

                        ​ultimamente non concordo, sarà il caldo. Se il grafico è esatto e non posso mettere in dubbio che lo sia, qualcosa si capisce eccome.

                        Saluti
                        TSA Trimix Instructor 70 m.
                        OWI SSI

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                        • #27
                          Originariamente inviato da m.de_maria Visualizza il messaggio

                          ​ultimamente non concordo, sarà il caldo. Se il grafico è esatto e non posso mettere in dubbio che lo sia, qualcosa si capisce eccome.

                          Saluti
                          ​Ciao M.De_Maria, ci mancherebbe, lungi da me farti cambiare idea o limitare le tue convinzioni, è giusto che tu esprima quello che pensi apportando la tua esperienza.

                          Io ammetto che non so dare un giudizio e non riesco a capire cosa puoi capire con tanta certezza dal grafico.

                          Non sappiamo che visibilità c'era, non sappiamo sul piano orizzontale quanto erano distanti i soggetti, come erano girati, cosa stavano facendo, non sappiamo le condizioni dei soggetti, non sappiamo in che condizioni erano le attrezzature - che scorte di gas avevano, ecc, ecc.

                          Abbiamo solo un grafico in cui si ha l'andamento tempo profondità, se dovessi usare una metafora mi sembra il "mito della caverna" di Platone - dove la realtà è percepita solo attraverso le ombre riflesse sul fondo di una caverna.

                          Io non riesco a trovare certezze.

                          Speriamo che le motivazioni della sentenza siano rese pubbliche, speriamo di poter leggere come gli inquirenti hanno ricostruito i fatti, all'ora e solo all'ora - anche con l'osservazione del grafico potremmo farci un idea di quanto è effettivamente successo.

                          Fino a quel momento, per me stiamo solo facendo della mera speculazione ideologica - che amo fare anch'io ma quando non ci sono di mezzo il dolore di chi ha perso una persona amata e/o di chi deve rispondere moralmente dei fatti accaduti.

                          Non amo ipotizzare responsabilità importanti la dove non ho elementi per giudicare, non amo esprimere giudizi che in qualche misura interferiscono nel dolore di chi non si darà mai una giustificazione a una perdita che non potrà mai giustificare.

                          Non mi nascondo dietro un dito, so benissimo che questa tragedia è frutto di una serie di decisioni sbagliate, di una serie di comportamenti che hanno infranto i protocolli di sicurezza ma proprio per questo non voglio entrare nel merito, non senza giustificati elementi.

                          C'è stato un processo, c'è una sentenza, rispetto il dolore dei parenti a cui va tutto il mio cordoglio ma non posso dubitare di una sentenza durata quattro anni semplicemente da un post su FB scritto in quel modo.
                          Non mi va di pensare che viviamo in una società dove i giudizi su FB contano come le sentenze (anche se siamo in Italia) e allo stesso modo non mi va diventare "inquisitore" in questi termini.

                          Con rispetto.
                          Rana






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                          • #28
                            Ciao MGX.

                            Originariamente inviato da MGX Visualizza il messaggio
                            Da quanto avevo letto in giro, pensavo inizialmente che l'auto-erogazione fosse un evento piuttosto raro; tuttavia ultimamente, forse poichè presto una maggiore attenzione all'argomento, la sento citare con una certa frequenza.
                            L'attrezzatura subacquea è sicura lo dice la statistica, statisticamente gli incidenti dovuti all'attrezzatura sono pochissimi (mi pare di ricordare ma vado a memoria potrei sbagliare che si parla di un 3% sul totale), e molto è dovuto all'assenza di parti di attrezzatura e/o a cattiva manutenzione.

                            ​Premesso questo, l'attrezzatura come ogni cosa è soggetta a rotture, si rompe il computer, si rompe il gav, si rompono laccioli di pinne e maschere, si allagano stagne, si rompono le rubinetterie e si guastano anche gli erogatori.
                            I guasti succedono e come tale sono previsti, ci si prepara e si mettono in atto strategie e comportamenti tali da far si che un problema (come, appunto, una rottura) non si trasformi in incidente.

                            Parlando di erogatori, le tue informazioni sul fatto che l'auto erogazione fosse un "evento raro" sono errate, mi spiego .....
                            Tutti gli erogatori sono progettati e costruiti in modo tale che qualsiasi problema o rottura porta sempre come conseguenza all'auto erogazione.
                            Pertanto l'auto erogazione è sempre presente quando un erogatore ha un problema.
                            Ma questo è un bene, non un male ma ne parliamo fra un po.
                            L'evento raro, che non avviene salvo casi che sono rarissimi (per fortuna) è la rottura dell'erogatore in chiusura, ossia, si rompe l'erogatore e di colpo l'erogatore non eroga più.
                            Io, personalmente, in 23 anni di subacquea ho visto un solo erogatore guastarsi in chiusura e non era neanche usato per andare sott'acqua dato che era un erogatore di un kit di ossigeno.

                            Ricapitoliamo, l'erogatore come tutta l'attrezzatura è soggetto a rotture, ogni guasto porta a un erogazione continua, questo è voluto tanto che l'erogatore è progettato affinché succeda questo.
                            L'erogazione continua in caso di rottura è una sicurezza in quanto l'erogatore in erogazione continua permette la respirazione, il subacqueo può continuare a respirare almeno fino a quando c'è gas nelle bombole.
                            Considerando che in una corretta gestione della scorta d'aria in qualsiasi momento si può contare comunque sulla riserva al verificarsi di un qualsiasi problema si ha almeno un minuto in cui il subacqueo può respirare.

                            Il problema grave è la rottura dell'erogatore in chiusura, questo è grave perché ?
                            E' gravissimo perché la respirazione alterna due fasi: inspiro (fase in cui immetto aria nei polmoni, aria fornita dall'erogatore) ed espiro (fase in cui si svuotano i polmoni).
                            Un blocco in chiusura coglie il subacqueo dopo la fase dell'espiro, quindi quando ha i polmoni vuoti o parzialmente vuoti e questo è pericolosissimo in quanto gestire un'apnea a polmoni vuoti durante una fase di forte stress è una situazione ad alto rischio - potenzialmente letale.

                            Per questo l'erogatore è costruito in modo e maniera da dare sempre e comunque aria, se si rompe non riesce a fermarsi ma garantisce sempre l'erogazione (anche se continua) fino a quando c'è aria nella bombola.

                            Originariamente inviato da MGX Visualizza il messaggio
                            Ovviamente, ogni evento che si verifica a 50 metri di profondità, ha conseguenze di portata assai maggiore rispetto a quando avviene a 10 metri soltanto.
                            Ovviamente, per questo la formazione - il percorso didattico - prevede diversi livelli (brevetti) propedeutici uno con l'altro.
                            Proprio per dare modo al subacqueo non solo di formarsi, ma anche di raccogliere via, via, l'esperienza necessaria per affrontare lo step formativo di livello superiore.
                            Rimane il fatto innegabile che l'immersione profonda è un'attività che presenta un rischio maggiore anche se si fa tutto secondo lo stato dell'arte, rispetto all'attività subacquea definita "ricreativa".
                            Scendere via, via, più in profondità vuol dire comunque accettare un livello di rischio maggiore.

                            Originariamente inviato da MGX Visualizza il messaggio
                            Già ho dato prova della mia esagerata ricerca di sicurezza in una precedente conversazione sull'uso di gruppi bibombola, doppi primi stadi, ecc.; mi chiedo tuttavia se, in condizioni generiche, sarebbe possibile e/o giustificabile aggiungere una valvola di intercetto -magari con meccanismo di apertura/chiusura a doppio controllo tipo pressione+torsione, in modo da evitare attivazioni involontarie- a livello della connessione tra frusta e secondo stadio di ciascun erogatore.

                            In questo modo si potrebbe evitare la perdita di aria senza ricorrere a contorsionismi per raggiungere le valvole della bombola quando si ha un bibombola con doppio primo stadio, ed anche in caso di singolo primo stadio con bombola monoattacco e secondo erogatore bloccato si potrebbe più agevolmente attivare l'erogazione solo al momento della inspirazione.
                            La risposta, in parte, te la sei data da solo:
                            Originariamente inviato da MGX Visualizza il messaggio
                            in effetti ogni elemento in più aggiunto ad una macchina ne incrementa la complessità e quindi il rischio di malfunzionamenti (Ford -Ford il fondatore della casa automobilistica, non l'ex presidente degli USA- diceva che tutto ciò che non c'e', non si può rompere...)
                            Ogni meccanismo inserito per aumentare la sicurezza, paradossalmente costituisce lui stesso una nuova potenziale fonte di problemi.
                            Inserisco un rubinetto per una maggiore sicurezza e mi trovo a dover prendere in considerazione la gestione di un guasto al questo rubinetto.
                            Inserisco un rubinetto e mi trovo a dover gestire anche le situazioni dove questo rubinetto si trova in chiusura quando non deve esserlo.
                            Quindi incremento sia i potenziali rischi di guasti, sia le situazioni anomale che nascono da una gestione sbagliata di questo componente.

                            Originariamente inviato da MGX Visualizza il messaggio
                            icuramente se fosse tutto così semplice qualcuno avrebbe già pensato a questa soluzione... per cui mi viene il dubbio: cosa non ho considerato nelle mie elucubrazioni?
                            Non hai considerato nella tua "equazione" il fattore umano (non lo dico in senso negativo), mi spiego:
                            tu consideri il problema dal punto di vista della sola attrezzatura come se questa fosse l'unica strada per affrontare i problemi.
                            Il subacqueo come un "robot" formato solo dall'attrezzatura e per tanto la soluzione passa sempre e solo dall'attrezzatura stessa.
                            Ma il subacqueo non è un "robot" è un essere umano con enne potenzialità e un attrezzatura e in questo binomio conta di più il fattore umano.

                            In passato c'era una concezione dell'attrezzatura iper ridondante ed estremamente complessa - tanto che si usava l'espressione "albero di natale" per definire il subacqueo che si metteva addosso ogni sorta di attrezzatura anche se non necessaria con il fine di trovarsi sempre nelle condizioni di agire sull'attrezzatura per risolvere ogni cosa.
                            Questo approccio mostrò ben presto i limiti, complessità, mancanza di uniformità nella disposizione, disordine ... e di conseguenza: assenza di una strategia d'intervento collettivo, il tutto lasciato all'improvvisazione ... tutto questo ha portato a un decadimento dell'efficienza nella gestione dei problemi.

                            Per aumentare la sicurezza bisognava considerare anche altri aspetti non solo l'hardware ma intervenire sul, concedimi la metafora, software del subacqueo.
                            Il subacqueo migliora l'efficienza quando si trova a compiere comportamenti semplici, la semplicità è un valore positivo.
                            A questo punto bisogna chiedersi quando è produttivo aggiungere qualcosa all'attrezzatura (hardware) ?
                            Quando non posso gestirlo con la programmazione, con una strategia alternativa (software).
                            Se posso gestire il problema considerandolo nella programmazione, se posso gestirlo usando una strategia collettiva o un comportamento, in questo caso non conviene aggiungere elementi all'attrezzatura.
                            Cosi facendo non aumento i problemi e non mi privo della sicurezza dato che posso risolvere comunque il problema.
                            ​Ovviamente, per contro, devo programmare correttamente ed immergermi come programmato.

                            Si è arrivati a un approccio minimale con l'attrezzatura, ci si porta dietro solo il minimo, ossia quello che serve nulla di più, ogni elemento in più si è dimostrato un potenziale problema e non una soluzione in più.

                            L'erogazione continua è si un problema ma non dovrebbe portare a un incidente, questo se si seguono tutti i comportamenti che lo stato attuale dell'arte indica, senza la necessità d'implementare il sistema con valvole e valvoline.

                            Purtroppo quando si verifica una tragedia come quella in questione, il problema non è mai uno, mi rifiuto di pensare che l'erogazione continua ha ucciso questa povera ragazza.
                            Incidenti cosi gravi nascono sempre da un effetto domino, di più cose che non vanno nel senso giusto, di enne problemi mal gestiti la cui somma crea una situazione che sfugge al controllo di tutti.

                            Sbagliato è pensare che il problema sia uno - l'erogazione continua - è sbagliato e pericoloso, pericoloso perché c'illude di aver "capito" e per tanto di avere sotto controllo la situazione di aver risolto il problema e di essere al sicuro quando non è cosi.

                            La sicurezza si costruisce prima di tutto con una corretta programmazione, programmando immersioni che sono alla nostra portata, predisponendo attrezzature adeguate e corrette strategie apprese nei corsi che ci hanno formato, consapevoli che più ci si spinge in profondità, più i rischi aumentano anche se si fa tutto correttamente, la sicurezza è tale se si esegue l'immersione come programmato, è la programmazione che ci permette di capire se la situazione sta prendendo una piega sbagliata, se inizia l'effetto domino - che ci permette d'interromperlo prima che questo generi una valanga che ci travolge.


                            Cordialmente
                            Rana

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                            • #29
                              Ho letto i vostri interventi e dico la mia: La ricostruzione di M.De_Maria è plausibile e sono concorde con lui. E' vero, come dice Rana che quello 1mt sotto poteva essere a 10 metri di lato, e forse "la pace della profondità" indicata nel testo preso da Fb non era tanto più profonda ma semplicemente "un po' di lato. Di fatto ci sono due cose, la morte di una ragazza giovane e un'assoluzione in giudizio. Dato che la prima è inconfutabile (sulla seconda magari ci sarà un ricorso, non lo so), se i due che erano in immersione non hanno scritto il testo, chi lo ha scritto ha ricostruito quanto avvenuto fatta sulla base di cosa, racconti a caldo? Mio cuggggino mi ha detto che...? Non essendo - per fortuna - presente, mi sembra che la ricostruzione fatta sia plausibile...
                              Niente di quello che ho scritto è vero, sono uno che dice sempre bugie.

                              cit: "meno male che c'e' qualcuno che ha la scienza e sa come van fatte le cose..."

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                              • #30
                                Ho letto tutto ma la cosa che mi colpisce di più nessuno lo ha scritto , SEMPRE CHE LA CAUSA SIA VERA , questo gruppo era formato da tre sub , direi discretamente confidenti con l'ambiente subacqueo visto le profondità frequentate in aria , è bastata un autoerogazione e ci è scappato il morto . Ma ci rendiamo conto ? Non contiamo la vittima , ma i due compagni , DUE , non sono riusciti a soccorrerla ? Non sono riusciti a donarle aria ? Qui c'è qualcosa di più , qualcosa che non si vuole o si può raccontare . Quindi come al solito non impareremo nulla da questa tragedia . La ricostruzione scritta all'inizio vale come il due di coppe in una mano a bastoni .
                                Ciao MarenaSub
                                Cit.Silvano :
                                Qualcuno ha persin detto che per andare sott'acqua ci vogliono le palle.
                                E subito qualcun'altro ha scritto che palle e scroto raggrinziti dal freddo spostano meno liquido che le stesse allascate e gonfie per la calura, se ne deduce che con le palle al fresco si è negativi e si può togliere zavorra, viceversa , a palle lasche , un po' di zavorra in più non fa mai male.

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