Emergenze subacquee: quali sono le vostre esperienze?

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  • #46
    RANA hai perfettamente ragione per quanto riguarda la formazione ma di fatto quanti istruttori troviamo che sappiamo veramente insegnare aria profonda e non "trimix ad aria"?
    L'aria profonda sta scomparendo anche perché commercialmente poco redditizia. Se insegni ad un subacqueo ad andare a 60 metri consapevolmente, e molti probabilmente non si limiteranno a tale quota e potrebbero anche decidere di non proseguire con i corsi. Con una umida, un computer da 2 soldi e un bibo ti puoi divertire ma anche questo non alimenta il commercio.

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    • #47
      @rheflash
      Condivido..Alla attrezzatura devi pero' aggiungere un barchino . Se vui praticare immersioni ad aria fonda devi essere assolutamente indipendente per non farti ingabbiare da schemi per lo piu' autoreferenziali.
      A quel punto fai parte del gruppo sparuto e silenzioso dei sub indipendenti che sono specie rara in via di estinzione.
      Ciao
      Paolo
      Paolo

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      • #48
        ahahah....decisamente jurassici e inseguiti dai cacciatori dei diving che inseguono i terribili gommoni degli indipendenti
        ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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        • #49
          Ciao The Flash,
          ti rispondo solo ora perché ero via.

          Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
          RANA ......... per quanto riguarda la formazione ma di fatto quanti istruttori troviamo che sappiamo veramente insegnare aria profonda e non "trimix ad aria"?
          Tocchi un argomento molto delicato,
          Un argomento che anch'io ho più volte accennato.

          In base alla mia esperienza, sono convinto che un conto è il corso di aria profonda, un conto è il corso trimix.
          Non sono la stessa cosa, anche se apro al fatto che secondo me l'aria profonda è un esperienza che sicuramente aiuta anche chi poi intraprenderà un corso tecnico in trimix (non è necessaria, ma sicuramente è per me un esperienza che ha la sua importanza).
          Ripeto il concetto per non essere frainteso: per intraprendere un corso trimix non è necessario aver partecipato ad un corso di aria profonda, si può benissimo intraprendere un corso trimix anche senza esperienze in aria profonda, ma un esperienza corretta in aria profonda è un esperienza che aiuta anche chi fa trimix.

          Il problema che questo legame auspicabile tra aria profonda e trimix è stato travisato, cosi i corsi di aria profonda sono stati (in anni in cui il trimix era fattibile a livello economico) trasformati in ponti per accedere ai corsi tecnici in trimix.
          Erano anni in cui la didattica GUE aveva di fatto rivoluzionato l'approccio al trimix con il metodo D.I.R., anni in cui questo metodo toccò il suo apice in termini di diffusione andando a influenzare tutte le didattiche che volevano proporre corsi tecnici.
          Anni in cui la moda subacquea vedeva la configurazione Hogartiana come il "non plus ultra" per gestire qualsiasi cosa succedesse sott'acqua.
          Le stesse case costruttrici di attrezzature videro nel D.I.R. la nuova "gallina dalle uova d'oro" per rilanciare il mercato.

          Cosi si è buttato il bambino con tutta l'acqua sporca.

          I corsi di immersione profonda sono diventati approcci al mondo D.I.R. adottando ed insegnando la configurazione Hogartiana, l'uso di stage, ...
          Pian piano l'aria profonda fu vista come un retaggio senza senso, il cui valore risiedeva solo nell'avvicinare le nuove generazioni alla subacquea tecnica in trimix.
          Cosi i corsi in aria profonda furono basati sull'approfondimento della decompressione, l'uso della configurazione hogartiana, le problematiche della narcosi vennero considerate marginali ... e tutto era volto a spingere al secondo passo, il passaggio al trimix.

          Tutto sarebbe andato bene, perché è indiscutibile che il trimix a parità di costi con l'aria, in profondità è decisamente meglio (su questo non si discute).
          Solo che le cose non andarono cosi, perché nessuno vide un aspetto legato all'uso dell'elio anche se c'erano tutti gli elementi per capirlo.
          Il costo di questo gas era in ascesa esponenziale, in pochi anni si arrivò alle cifre proibitive di oggi.
          Il corsi trimix in circuito aperto furono letteralmente "bruciati" da costi proibitivi.

          Oggi recuperiamo i cocci dell'immersione in aria profonda perché in circuito aperto, anche con tutti i limiti che questa impone è a tutti gli effetti la cosa più fattibile.

          Solo che nel frattempo una o due generazioni di istruttori sono stati privati di un corretto approccio con l'aria profonda.
          Non è colpa loro, è la struttura delle didattiche che hanno "usato" in maniera per me faziosa, l'aria profonda per spingere il progetto trimix, che sarebbe anche riuscito se il costo dell'elio non si fosse impennato.
          Fallito il progetto trimix si deve fare i conti e rispolverare l'aria profonda che nel frattempo è stata mutilata di aspetti propri.

          Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
          L'aria profonda sta scomparendo anche perché commercialmente poco redditizia. Se insegni ad un subacqueo ad andare a 60 metri consapevolmente, e molti probabilmente non si limiteranno a tale quota e potrebbero anche decidere di non proseguire con i corsi. Con una umida, un computer da 2 soldi e un bibo ti puoi divertire ma anche questo non alimenta il commercio.
          I corsi di aria profonda non sono mai stati corsi che hanno fatto grossi numeri, ovviamente in base alla mia esperienza.
          Questo perché se fatti bene sono molto impegnativi e spesso comportano il ripetere delle immersioni didattiche.
          Il fatto di essere molto selettivi disincentiva, in un mondo dove spesso se si paga si pretende di avere anche se non si hanno le capacità.

          Inoltre non è facile formare istruttori in aria profonda, non è facile perché per essere istruttori di aria profonda bisogna avere esperienza ed aver fatto numerose immersioni in aria profonda.

          Poi bisogna valutare i problemi dal punto di vista dei grandi numeri, le didattiche faticano a controllare gli istruttori.
          Nessuno me ne voglia ma gli istruttori sono come le lame, escono dalla fabbrica affilate, vengono usate, poi controllate ed affilate di tanto in tanto, altrimenti rischiano di non essere più in grado di tagliare.
          Cosi gli istruttori devono fare, devono accettare di essere verificati di tanto in tanto e continuamente aggiornati, soprattutto se si affrontano corsi importanti come l'aria profonda, che per loro natura sono molto più delicati e potenzialmente pericolosi rispetto i corso base o open.
          Sui grandi numeri questo non è facile, non è impossibile ma non facile.

          L'impreparazione su questi corsi si paga cara, prima o poi il problema nasce e nessuna didattica vuole assumersi questo rischio.
          Considerando che le commissioni mediche stanno facendo tabula rasa dei corsi in aria profonda andando a asserire tutta una serie di problemi fisici legati all'azoto in profondità che di fatto spingono le didattiche a non poter fare.

          Cosi ci troviamo nella seguente situazione.

          Le immersioni in aria profonda si fanno e rappresentano il grosso delle immersioni profonde.

          Le fanno tutti ma tutti le fanno senza un'adeguata preparazione, senza un percorso specifico.
          Si, ci sono i corsi di immersione profonda i più a -40 metri (se va bene a -50 m.) ma spesso non vengono fatti.
          Perché fare corsi per cose che si sanno giù fare ?
          Perché tutti i subacquei che vanno regolarmente a -50 o -60 metri sono convinti di saper fare e vedono questi corsi come "acqua di cocco" ed in alcuni casi hanno anche ragione perché sono corsi diciamo che se va bene insegnano a gestire il fuori curva all'interno di alcuni stringenti limiti e fine.

          Oggi creare un percorso specifico in aria profonda ben organizzato necessita prima di tutto di una tregua con le commissioni mediche.
          Io non sono un medico ma sono assolutamente convinto che ci sono i margini per questa attività, margini che le commissioni mediche negli anni inizio 2000 avevano riconosciuto.
          Quindi una serie di tavole rotonde con le commissioni mediche e le didattiche volta a definire bene i termini di questa attività.
          Poi iniziare a strutturare un percorso didattico specifico, in cui iniziare a formare gli istruttori con un buon know out nell'uso di aria profonda, al fine di avere persone in grado di poter seguire il percorso di esperienza e crescita degli allievi in questi corsi.
          Il tutto partendo da piccoli numeri facili da controllare e verificare.

          Ma tutto questo non è economicamente sostenibile.

          Quindi si continuerà a mettere la testa sotto la sabbia, lasciando che le persone facciano a loro rischio e pericolo.
          Spesso le cose vanno bene, qualche volta va male ma l'importante che non sia colpa di nessuno ne delle didattiche, ne delle commissioni mediche.

          L'assenza di questi percorsi inoltre riduce se non azzera tutta una serie di attività volte ad approfondire e conoscere argomenti come la narcosi, lo stress, ecc, ecc.

          Cordialmente
          Rana

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          • #50
            Io penso che i corsi aria profonda non abbiano molto appeal sul pubblico principalmente perché, come sono sviluppati attualmente, non sembrano dare quel "di più" che si si aspetta.

            Prendiamo il TDI Extended Range, di cui mi sono preso per curiosità il manuale. Sostanzialmente non insegna nulla di più di quanto un sub con brevetto ADV e Nitrox già dovrebbe sapere.
            Per assurdo trovo molto più completo ed approfondito il vecchio manuale FIPS.

            Quindi prendiamo un sub che già si immerge da qualche anno e con qualche immersione sulle spalle, si guarda il manuale ed inevitabilmente si chiederà "perché devo lasciare 600 euro ad un istruttore per farmi rispiegare ste cose che già so e metto in pratica ad ogni immersione?".

            Dal mio punto di vista "aria profonda" dovrebbe essere più che un corso vero e proprio, un percorso fatto da qualche decina di immersioni profonde, magari in ambienti diversi in cui si affinano le tecniche di immersione.
            On-Shore Volunteer presso Sea Shepherd Italia

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            • #51
              Dovessi creare una didattica nuova suddividerei il percorso didattico così:

              1) Open Water
              2) Nitrox (fino al 100% di O2)
              3) Advanced (30mt)
              4) Extended (60mt)

              Per l'Extended ipotizzerei un percorso fatto di immersioni. La teoria già la devi sapere da prima, come avviene per i corsi istruttori.
              Extended significa certificare "tot" immersioni a profondità via via crescenti. Ad esempio:

              - 10 immersioni a 40mt
              - 10 immersioni a 50 mt
              - 10 immersioni a 60 mt

              Non passi allo step successivo se prima non completi le 10 precedenti. E 10 per step ancora mi sembrano quasi poche.
              Ad ogni immersione di ogni step l'istruttore valuta pianificazione e gestione, correggendo il necessario.
              Si potrebbe pure ipotizzare di dover suddividere le varie immersioni tra diversi ambienti (parete, secca, relitto, lago, grotta) in modo da avere realmente una preparazione completa.
              On-Shore Volunteer presso Sea Shepherd Italia

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              • #52
                Originariamente inviato da root_77 Visualizza il messaggio
                Io penso che i corsi aria profonda non abbiano molto appeal sul pubblico principalmente perché, come sono sviluppati attualmente, non sembrano dare quel "di più" che si si aspetta.

                Prendiamo il TDI Extended Range, di cui mi sono preso per curiosità il manuale. Sostanzialmente non insegna nulla di più di quanto un sub con brevetto ADV e Nitrox già dovrebbe sapere.
                Per assurdo trovo molto più completo ed approfondito il vecchio manuale FIPS.

                Quindi prendiamo un sub che già si immerge da qualche anno e con qualche immersione sulle spalle, si guarda il manuale ed inevitabilmente si chiederà "perché devo lasciare 600 euro ad un istruttore per farmi rispiegare ste cose che già so e metto in pratica ad ogni immersione?".

                Dal mio punto di vista "aria profonda" dovrebbe essere più che un corso vero e proprio, un percorso fatto da qualche decina di immersioni profonde, magari in ambienti diversi in cui si affinano le tecniche di immersione.
                Il rapporto con i costi è sicuramente un elemento che non aiuta.

                In un contesto dove tutti tirano a spendere il meno possibile, corsi dal costo di € 600,00 non sono diciamo i più richiesti.
                Anche se c'è da dire che l'aumento dei prezzi ha colpito tutti ed il costo dei corsi non ha fatto eccezione.

                Condivido che ci sia anche una difficoltà nel presentare il valore reale di questo tipo di corsi.
                Non è facile.
                Ogni didattica ha il suo percorso didattico, pertanto calibra questi corsi sul livello che reputa necessario sulla sua personale scala di formazione.
                Questo rende difficile giudicare perché sono corsi specifici per chi ha iniziato con una determinata didattica.

                Poi che ci sia la possibilità di accedere con analoghi brevetti a subacquei anche di altre didattiche va bene ma ogni didattica ha la sua "impronta" tanto per capirci e questo rende difficile il giudicare.

                In ultimo bisogna capire cosa si vuole fare e dove spingersi.

                Ci sono didattiche che i -40 metri li considerano corsi d'immersione profonda e ci sono didattiche che i -40 metri è solo la conclusione del percorso ricreativo.
                Come vedi il ventaglio è molto ampio.

                Per me le immersioni profonde in aria vanno da -40 metri a -60 metri (limite dell'aria).

                La frammentazione dei corsi in tanti piccoli corsi specifici è una scelta personale di ogni didattica che può anche avere senso in un contesto in cui i corsi costano molto.
                Li si suddivide in "sotto corsi" dal costo minore e cosi facendo si abbassa l'impegno economico ognuno ha la possibilità di avanzare a piccoli passi a seconda anche dell'aspetto economico.
                Inoltre con una serie di corsi si può sperare di "convincere" anche quei subacquei che non sono intenzionati ad arrivare in fondo al percorso completo ma ricercano compromessi meno elevati.
                Per contro la formazione ne risente, quando si alveolizza troppo si finisce per perdere l'insieme del quadro, inoltre lasciando al subacqueo decidere quando compiere i passi, bisogna considerare tempi di latenza tra un corso e l'altro che sicuramente abbassano il valore dell'esperienza nel suo insieme.

                Queste sono solo alcuni dei tanti aspetti che le didattiche si trovano a mediare quando decidono di allestire un percorso didattico.

                Attualmente il problema principale è dato dalla posizione della commissione medica, fino a quando non abbandonerà le posizioni contro l'aria profonda questi corsi non potranno "evolvere" .
                La subacquea è ciclica e quello che oggi è una posizione negazionista verso l'aria profonda un domani potrebbe cambiare come già in passato queste posizioni sono cambiate più volte.

                Cordialmente
                Rana


                .

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                • #53
                  Diciamo che oltre i classici limiti ricreativi si dovrebbe uscire dallo schema didattica/corso per entrare in uno schema di esperienza, far pratica, accompagnati da qualcuno che l'immersione profonda la pratica costantemente.
                  Chiaramente però si entrerebbe in uno schema poco commerciale e commerciabile.

                  On-Shore Volunteer presso Sea Shepherd Italia

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                  • #54
                    Originariamente inviato da root_77 Visualizza il messaggio
                    Dovessi creare una didattica nuova suddividerei il percorso didattico così:

                    1) Open Water
                    2) Nitrox (fino al 100% di O2)
                    3) Advanced (30mt)
                    4) Extended (60mt)

                    Per l'Extended ipotizzerei un percorso fatto di immersioni. La teoria già la devi sapere da prima, come avviene per i corsi istruttori.
                    Extended significa certificare "tot" immersioni a profondità via via crescenti. Ad esempio:

                    - 10 immersioni a 40mt
                    - 10 immersioni a 50 mt
                    - 10 immersioni a 60 mt

                    Non passi allo step successivo se prima non completi le 10 precedenti. E 10 per step ancora mi sembrano quasi poche.
                    Ad ogni immersione di ogni step l'istruttore valuta pianificazione e gestione, correggendo il necessario.
                    Si potrebbe pure ipotizzare di dover suddividere le varie immersioni tra diversi ambienti (parete, secca, relitto, lago, grotta) in modo da avere realmente una preparazione completa.
                    Personalmente ritengo che ad un corso d'immersioni in aria profonda possano accedere solo subacquei dalla provata esperienza almeno nell'abito delle immersioni ricreative entro i -40 metri.

                    Non si può pensare di portare un subacqueo che fino a ieri ha fatto immersioni a -20 metri a -50 fuori curva.

                    Sono corsi che rivolti a subacquei formati che vogliono apprendere nello specifico cosa comporta immergersi in aria profonda.

                    Sono corsi molto selettivi o almeno dovrebbero esserlo, i nostri lo erano e lo sono tutt'ora tanto che non sono orsi in cui abbiamo avuto la fila anzi erano pochi quelli che accettavano di farlo, proprio per il rigore se fossimo stati più laschi sicuramente avremmo avuto numero più grandi.

                    Io non vedo nel numero delle immersioni in se il valore del corso.
                    I nostri prevedevano 4 immersioni.
                    Ma ogni immersione era un esame che si poteva passare o meno.
                    Se non si passa, si ripete quell'immersione fino a quando non si fa bene...
                    E cosi con le altre, ragion per cui quelle quattro immersioni potevano diventare 6 - 8 -10 o più.

                    Metti un numero di 10 immersioni per poter diversificare anche tra gli ambienti ma per me l'immersione didattiche più formative dei corsi di immersione profonda in aria si svolgono sul cavo zavorrato in mezzo al mare.
                    Pochi riferimenti solo il cavo, un numero elevato di operazioni che all'apparenza sono fattibili, se non ci fosse il problema narcosi.
                    Ogni operazione comporta più abilità, comporta anche il dover pensare contemporaneamente a più elementi ecc, ecc.
                    Il dover rispettare tempi e quote in maniera assoluta.
                    Tutto questo fa emergere e toccare con mano i problemi della narcosi, dello stress ecc, ecc.

                    Un immersione in libera in parete non ha sicuramente lo stesso impatto di un immersione sul cavo.

                    Nel corso di immersione profonda in aria bisogna imparare che la narcosi è sempre presente e come portare a casa la pelle.
                    Il resto, una volta appreso questo, sta al subacqueo, la parete o la secca di per se non fanno differenza.
                    Grotta o relitti (inteso in penetrazione dentro i relitti) in aria profonda non ha senso.
                    Immersioni in grotta o dentro i relitti hanno delle loro regole specifiche e fanno a se.

                    Immersioni profonde in aria ed ambienti chiusi per me non devono mai essere messe insieme.

                    I subacquei che hanno intrapreso un percorso di grotte ed ambienti ostruiti sapranno loro come è meglio affrontare questi scenari e con che miscela farlo.

                    I corsi di immersione profonda in aria devono fornire i reali strumenti per poter ritornare in superficie svolgendo immersioni in libera, respirando aria a quote narcotiche, punto e basta e credimi già questo è un grosso compito.

                    Cordialmente
                    Rana

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                    • #55
                      Con che didattica fate i corsi?
                      E un'altra domanda, se posso: le operazioni da eseguire, il risultato da ottenere per superare l'esame, sono pre-stabiliti dalla didattica stessa o l'istruttore ha un ampio margine di discrezionalità e personalizzazione secondo la propria esperienza?
                      On-Shore Volunteer presso Sea Shepherd Italia

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                      • #56
                        Originariamente inviato da root_77 Visualizza il messaggio
                        Diciamo che oltre i classici limiti ricreativi si dovrebbe uscire dallo schema didattica/corso per entrare in uno schema di esperienza, far pratica, accompagnati da qualcuno che l'immersione profonda la pratica costantemente.
                        Chiaramente però si entrerebbe in uno schema poco commerciale e commerciabile.
                        Ni, hai ragione perché è ciò che spesso accade ed anche nella mia esperienza ho vissuto quello che dici ma ...

                        Un corso ben codificato, affinato che raccolga l'esperienza collettiva, setacci i comportamenti più virtuosi e scartando quelli meno efficaci, che selezioni con attenzione i contenuti teorici con approfondimenti specifici allo stato dell'arte ....
                        Lo possono fare solo le didattiche non i singoli.

                        Un corso cosi ha un importante valore anche per quei subacquei avvezzi alle immersioni profonde ma che non hanno mai approfondito determinati aspetti e tematiche.

                        Io ti posso dire che quando partecipai alla formazione I.A.A. erano anni che mi immergevo in aria profonda a quote superiori eppure quando mi cimentai nelle immersioni I.A.A. ho trovato grosse difficoltà che mi hanno spinto a cambiare tanti miei comportamenti che consideravo corretti o efficienti.

                        Inoltre questi corsi sono veri e propri laboratori didattici in continua modifica anche di piccoli aspetti, in cui si cerca continuamente di migliorare.

                        Tutto questo non lo puoi trovare nell'esperienza con l'amico bravo che fa queste immersioni da anni.

                        Le didattiche quando funzionano sono importantissime perché codificano, raccolgono, e setacciano lo stato dell'arte che nella subacquea è in continua evoluzione.

                        Cordialmente
                        Rana

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                        • #57
                          Originariamente inviato da root_77 Visualizza il messaggio
                          Con che didattica fate i corsi?
                          E un'altra domanda, se posso: le operazioni da eseguire, il risultato da ottenere per superare l'esame, sono pre-stabiliti dalla didattica stessa o l'istruttore ha un ampio margine di discrezionalità e personalizzazione secondo la propria esperienza?
                          Io seguo da sempre la F.I.A.S. nasco con questa didattica ed ho sempre seguito questi canoni.
                          Non perché sia convinto che sia il meglio del meglio, no solo perché il circolo che frequento e quindi tutti i miei amici con cui ho condiviso la mia esperienza subacquea sono F.I.A.S.
                          Ho seguito in prima persona il progetto I.A.A. della F.I.A.S. nei primi anni del 2000 progetto che secondo me è stato un grande successo in termini qualitativi ed un flop clamoroso dal punto di vista commerciale.
                          Da qualche anno la I.A.A. è stata menomata del secondo livello quello dei -60 metri dalla nostra commissione medica contro cui non c'è nulla da fare, anche se personalmente per me è stato un colpo al cuore, rimane il corso di primo livello quello dei -50 metri.

                          Il progetto I.A.A. ci ha permesso di raccogliere un importante paniere di esperienze mirate, informazioni, metodi, ecc, ecc, che spero la federazione vorrà proteggere e valorizzare.

                          La F.I.A.S. non è la sola che ha sviluppato questa nicchia di immersioni altre didattiche hanno fatto e sviluppato la loro linea formativa nell'immersione profonda in aria a cui non voglio in alcun modo togliere valore io parlo della F.I.A.S. perché è cio che io conosco bene in quanto ho seguito molto attentamente questo percorso formativo in ogni aspetto.

                          L'istruttore è importante, lo è in ogni corso, personalmente sono "balle" quando una didattica sostiene che non ci siano differenza tra i suoi istruttori.
                          Le didattiche cercano di uniformare i percorsi e standardizzarli, ma l'istruttore può fare la differenza, sempre.
                          La fa anche solo per la sua capacità di risultare simpatico, di motivare, incentivare, ecc, ecc, ecc.
                          Senza contare che ogni istruttore ha le sue peculiarità dal punto di vista subacqueo.

                          Nei corsi d'immersione profonda l'esperienza reale in questi corsi è estremamente importante, perché l'istruttore è chiamato a valutare l'operato, in immersione, degli allievi, pertanto deve capire cosa sta succedendo, deve saper far notare i problemi, deve portare l'allievo a saper fare un'oggettiva valutazione del suo operato.

                          Ma l'istruttore in se non fa il corso, per quanto bravo, ha bisogno di una struttura una didattica che lo metta in grado di poter operare al meglio ed in sicurezza, che gli permetta di essere sempre consapevole dello stato dell'arte, dei cambiamenti, che lo aggiorni che gli apra canali in cui può non solo apprendere ma a sua volta restituire feedback alla didattica stessa che in questo modo ha la possibilità di estendere a tutta la struttura aspetti ed esperienze.

                          Il piano didattico dei corsi di immersione profonda in aria è un piano chiuso non è lasciato alla volotà dell'istruttore.
                          L'istruttore sa che deve sviluppare al meglio determinati argomenti.
                          La bravura dell'istruttore è quella di sviluppare al meglio quegli argomenti e non altri.
                          Le immersioni didattiche sono codificate dalle varie commissioni in modo da armonizzare al meglio ogni aspetto compreso la sicurezza.
                          Gli istruttori devono attenersi a questi canoni per la loro e altrui sicurezza ma all'interno di questa griglia può fare la differenza nel portare l'allievo alle giuste considerazioni su ciò che fa.

                          In conclusione, l'esperienza personale dell'istruttore è importante perché gli permette di esprimere al meglio il potenziale del corso, ma un bravo istruttore non cambia o modifica la struttura del corso perché questa è il prodotto di enne esperienze non solo la sua.
                          Un bravo istruttore se ravvede criticità le porta all'attenzione delle commissioni preposte a raccogliere i suggerimenti e critiche da parte della base.
                          Un bravo istruttore se ravvede la necessità di andare in deroga su alcuni aspetti lo fa concordando con la didattica stessa il permesso.
                          Dal canto suo le didattiche devono prevedere canali in cui ogni suo istruttore può apportare le sue esperienze, critiche e modifiche al piano didattico.

                          In conclusione immagina un corso come ad un orologio il cui compito è quello di segnare l'ora precisa.
                          Ora immagina gli istruttori come le lancette dell'orologio e la didattica come il quadrante.
                          Per arrivare allo scopo leggere l'ora precisa le lancette da sole non bastano, cosi pure il quadrante da solo non basta ma è l'insieme dei due aspetti a raggiungere lo scoro.

                          La formazione e l'esperienza di un istruttore è importantissima ma ciò non può prescindere da una didattica che lo metta nelle condizioni di operare al meglio.

                          Cordialmente
                          Rana









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                          • #58
                            Originariamente inviato da root_77 Visualizza il messaggio
                            l'istruttore ha un ampio margine di discrezionalità e personalizzazione secondo la propria esperienza?
                            Ogni istruttore ha dietro di lui una didattica.
                            Non esiste l'istruttore generico quello che è istruttore a prescindere dalla didattica di riferimento o un istruttore che lo è di ogni didattica.
                            La didattica permette all'istruttore di accedere all'esperienza non solo sua ma collettiva di altri istruttori raccogliendo esperienze in un ordine temporale molto superiore a quello di qualsiasi istruttore singolo per quanto bravo.
                            Se l'istruttore sente di riscrivere un corsi specifico come quello delle immersioni profonde in aria, vuol dire che per lui è completamente sbagliato.
                            Se cosi l'onestà sta nel non tenere quel corso, non nel riscriverlo secondo le sue personali convinzioni.
                            Se a me un corso non convince, non lo tengo, non lo faccio, fine.
                            Se accetto di tenere un corso è perché accetto quel percorso e lo approvo.
                            La mia esperienza non la finalizzo a migliorare il percorso didattico in autonomia decidendo io arbitrariamente cosa è meglio fare, la finalizzo a realizzare al meglio quel percorso specifico accettato.
                            E' ovvio che se in quel percorso ravvedo criticità chiedo lumi e le porto all'attenzione di chi è preposto a valutare questi aspetti in seno alla commissione preposta ad aggiornare il percorso formativo in questione.
                            Ti posso dire che alcune volte ho fatto richiesta di andare in deroga ad alcuni aspetti, queste richieste sono state valutate, alcune scartate non mi è stato data l'autorizzazione, altre invece sono state accettate e mi è stata data la facoltà in quel caso di andare in deroga.
                            Ma tutto questo sempre in accordo con la didattica, la F.I.A.S. sarà quello che è ma e a tutti gli istruttori ha sempre permesso di avere un canale di dialogo reciproco, un referente a livello tecnico.
                            Quindi si l'istruttore è importante e fa la differenza ma questo non fa venir meno l'importanza della struttura dietro di lui (la didattica).

                            Cordialmente
                            Rana


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                            • #59
                              Premetto che non ho nessun titolo quindi la mia è solo un'opinione di chi vede le cose "dalla finestra"
                              Penso che la commissione medica abbia ragione e torto allo stesso tempo. Nelle statistiche rientrano tanti incidenti/problemi dei subacquei da vacanza. 2 settimane con 4 immersioni al giorno, magari ore piccole e nessuna parsimonia a tavola. Ci sono persone che riferiscono di narcosi già a 30 metri, altre che hanno avuto problemi di embolia per immersioni semplici ma svolte in cattiva forma fisica. La commissione medica deve portare tutti a casa, più il popolo subacqueo si amplia più le regole devono tenere conto di chi in acqua ci va poco e magari con una formazione approssimativa. Quindi come biasimarli. In pratica lo stesso discorso dei computer sempre più prudenziali.
                              Vediamo alle immersioni vere è proprie, qui la mia visione discosta un pò da quella di RANA . Premetto che non ho mai provato il trimix però rimanendo all'interno dei tempi dell'aria, quindi senza pretendere tempi di fondo da miscele sintetiche o profondità a 3 cifre, minimizzando ogni sforzo, trovo che l'aria sia per il subacqueo sportivo il gas più sicuro.
                              Ha una semplicità intrinseca di gestione e un'elasticità sconosciute all'elio. Non necessita di decompressive vista la semplicità e la sicurezza della decompressione. Nella bella stagione non necessita di muta stagna quindi una criticità in meno e in caso di emergenza permette una risalita veloce di molte decine di metri con un rischio tutto sommato ridotto. Ritengo quindi che sia il gas più adatto per quei subacquei che si immergono autonomamente magari in siti mai visti prima.


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                              • #60
                                Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
                                Premetto che non ho nessun titolo quindi la mia è solo un'opinione di chi vede le cose "dalla finestra"
                                Il forum nasce per condividere esperienze ed opinioni per cui ci mancherebbe tutte le opinioni soprattutto se espresse nel rispetto altrui sono ben accette e portano a riflessioni.

                                Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
                                Penso che la commissione medica abbia ragione e torto allo stesso tempo. Nelle statistiche rientrano tanti incidenti/problemi dei subacquei da vacanza. 2 settimane con 4 immersioni al giorno, magari ore piccole e nessuna parsimonia a tavola. Ci sono persone che riferiscono di narcosi già a 30 metri, altre che hanno avuto problemi di embolia per immersioni semplici ma svolte in cattiva forma fisica. La commissione medica deve portare tutti a casa, più il popolo subacqueo si amplia più le regole devono tenere conto di chi in acqua ci va poco e magari con una formazione approssimativa. Quindi come biasimarli. In pratica lo stesso discorso dei computer sempre più prudenziali.
                                Il discorso è molto lungo ed anche se scrivo velocemente (a prezzo di errori ortografici ) non riesco a dipanare questo punto in maniera da offrire ogni elemento di valutazione.
                                Diciamo che la commissione medica ha analizzato tutti i casi i quali però, riguardano tutti incidenti in aria profonda intercorsi a persone che non erano formate, ovvero che non avevano svolto i corsi di immersione profonda.
                                Nella piccola popolazione di subacquei formati in circa 15 - 18 anni di attività prima dei limiti della commissione medica non si sono annoverati incidenti.
                                Il corso serve a questo formare correttamente le persone al fine di evitare gli incidenti che succedono a subacquei fai da te non adeguatamente formati.
                                Questa è stata la critica che ho fatto di persona alla commissione medica.
                                La quale ha rigettato questa mia affermazione perché secondo loro la pericolosità delle immersioni profonde in aria non può essere valutata su campioni cosi piccoli come i subacquei che abbiamo formato.
                                Questa è la versione breve, ci sono state considerazioni, ad onor del vero, di cui molte hanno portato anche me a posizioni che in qualche modo portano a comprendere le decisioni della commissione medica.
                                Ma dato che non riguardano aspetti fisici ma aspetti gestionali di questi corsi, penso e ritengo ancora che il progetto sia fattibile e valido.

                                Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
                                Vediamo alle immersioni vere è proprie, qui la mia visione discosta un pò da quella di RANA . Premetto che non ho mai provato il trimix però rimanendo all'interno dei tempi dell'aria, quindi senza pretendere tempi di fondo da miscele sintetiche o profondità a 3 cifre, minimizzando ogni sforzo, trovo che l'aria sia per il subacqueo sportivo il gas più sicuro.
                                Hai il diritto delle tue opinioni ma al momento io non ravvedo nessuna pubblicazione scientifica che sia in grado di avallare quanto affermi.
                                Se tu hai delle fonti scientifiche che sorreggono questa tua affermazione sarò ben felice di leggerle e valutarle con obbiettività.
                                Il problema dell'elio è solo il costo esorbitante.
                                Se l'elio costasse come l'aria, l'uso dell'aria non avrebbe senso.
                                Le evidenze scientifiche indicano solo vantaggi nell'uso di questo gas.

                                Originariamente inviato da TheFlash Visualizza il messaggio
                                Ha una semplicità intrinseca di gestione e un'elasticità sconosciute all'elio. Non necessita di decompressive vista la semplicità e la sicurezza della decompressione. Nella bella stagione non necessita di muta stagna quindi una criticità in meno e in caso di emergenza permette una risalita veloce di molte decine di metri con un rischio tutto sommato ridotto. Ritengo quindi che sia il gas più adatto per quei subacquei che si immergono autonomamente magari in siti mai visti prima.
                                Il trimix normossico non si distanzia molto dal comportamento dell'aria per quanto riguarda la decompressione, è vero necessita di stage decompressive ma i vantaggi a fronte di un uso delle decompressive sono tanti.
                                Diciamo che il trimix ha regole differenti rispetto all'aria ma nulla a cui non ci si possa adattare come ci si adatta ai limiti dell'aria con la differenza che si hano vantaggi sostanziali in termini di lucidità, minore stress, maggiore sicurezza.

                                Purtroppo il problema del costo è oggettivamente invalidante.

                                Ho risposto in maniera stringata potrei essermi spiegato non bene ma .... il concetto alla base è che l'elio è un amico del subacqueo.


                                Rana



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