Le Formiche di Grosseto

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    Salve amici. Ogni tanto ritorno a raccontare le mie immersioni nel nostro bellissimo Mediterraneo e questa volta vi voglio parlare delle Formiche di Grosseto un sito d’immersione fantastico.

    Le Formiche sono un gruppo di isolotti (in realtà sono solo dei piccoli scogli emersi e un’isola disabitata con un faro) che si trovano in mare aperto, a 13 miglia di distanza da Porto Santo Stefano nell’Argentario e a 11 miglia da Castiglione della Pescaia. I tre isolotti si chiamano Formichino, Formica Media e Formica Grande e offrono diversi punti d’immersione, tutti spettacolari, con delle pareti coloratissime che s’inabissano oltre i cento metri di profondità, diverse grotte, una flora marina spettacolare e numerosi pesci di passo.
    I tre isolotti che formano le Formiche si distendono su una linea di circa un miglio. Il Formichino è composto di due piccoli scogli, la Formica Media è una stretta lingua di terra che prosegue sott’acqua per un bel tratto, mentre il terzo scoglio, quello più grande, è di forma romboidale e su di esso c’è un faro.
    La particolarità delle Formiche di Grosseto è quella di essere molto distanti dalla costa, perciò i tre isolotti sono dei veri paradisi naturali incontaminati. Infatti, sono molto pochi fortunatamente i visitatori di questo posto sperduto in mezzo al mare, dove i banchi di pesce possono nuotare indisturbati e i fondali sono ancora intatti, e questo permette di ammirare una ricchissima fauna e pareti ricoperte di grandi rami di floride gorgonie. Qui intorno agli scogli i fondali precipitano rapidamente oltre i 70 metri di profondità, con pareti mozzafiato che arrivano sino sulla sabbia a oltre un centinaio di metri.
    Scendendo sotto i 25-30 metri, la mucillagine sempre presente nella stagione estiva scompare e c’è una vera e propria esplosione di colori. S’incontrano prima le gorgonie gialle intorno ai venticinque metri di profondità poi, oltre i trenta metri, ci sono le gorgonie rosse, che diventano sempre più numerose man mano che si scende in profondità. Dai 50 metri i in giù i grandissimi rami di gorgonie rosse sono spesso ricoperti da grossi esemplari di astrospartus mediterraneus, mentre qui e là spunta sulla parete qualche bel ramo di gerardia savaglia dal colore giallo brillante.
    Le pareti delle Formiche sono ricche di spaccature e di anfratti pieni di aragoste e murene, mentre sul fondo sabbioso si aprono delle piccole grotte abitate da grosse musdee e gamberetti rossi, con le volte ricoperte di spugne arancione e di colonie di parazoanthus.
    La visibilità in questa zona è indescrivibile e scendendo in profondità il fondale sabbioso bianco conferisce al paesaggio un aspetto lunare.
    In questo tratto di mare sono naufragate fin dai tempi più antiche molte navi, e a testimonianza di questi naufragi sono state ritrovate molte anfore e oggetti vari. Purtroppo però questa zona, archeologicamente importante non è protetta e in passato ci sono stati numerosi saccheggi, perciò oggi solo i fondali più profondi sono cosparsi di questi oggetti e soltanto chi s’immerge fino a 60-70 metri può ancora ammirarli.
    Il livello di difficoltà di queste immersioni è medio-alto e questa zona è anche un’ottima palestra per i subacquei tecnici, che possono fare immersioni fino a 100 metri di profondità.

    Quest’anno grazie ad un gruppo di amici toscani ho avuto l’opportunità di scoprire questo fantastico sito d’immersione che ancora non conoscevo e ho fatto dei tuffi stupendi alle Formiche.
    La mia prima immersione l’ho fatta in luglio alla Secca di Zi’ Paolo, che è situata a nord-ovest della Formica Grande. Si tratta di una bella secca, con il cappello che arriva intorno ai 6 metri, che è piuttosto estesa e precipita su un fondale sabbioso fino a circa 70 metri di profondità. All’inizio l’immersione non è molto interessante, ma, a partire dai 40 metri, la secca offre degli scenari sommersi che lasciano senza fiato, con pareti molto varie e colorate, in particolare quella rivolta a est.

    Questa è la descrizione della mia immersione sulla secca.
    Scesi sull’ancora gettata sul cappello, iniziamo la nostra discesa in parete tenendola sulla sinistra, e ammiriamo la vegetazione che in questo tratto è spettacolare e particolarmente rigogliosa. Ci sono rami gialli di axinella e rossi di paramuricea (gorgonia) sparsi dappertutto, ma anche molti anemoni e ciuffi di spirografi che ricoprono letteralmente la parete. Vediamo anche molti astrospartus mediterraneus (stella gorgona) attaccati ai rami delle gorgonie rosse che creano un cromatismo eccezionale.
    La visibilità qui è davvero eccezionale e questo rende più facile la nostra discesa, anche se richiede molta attenzione per non precipitare a profondità abissali. Avvertiamo un forte termoclino che fa precipitare bruscamente la temperatura di una decina di gradi e arriviamo intorno ai 35 metri di profondità, poi superiamo uno sperone di roccia e scendiamo ancora nuotando lungo un tratto di parete pieno di anfratti e oltrepassando un canyon che si trova intorno ai 42 metri ed è letteralmente pieno di aragoste. Al centro di questo piccolo canyon c’è una risorgiva di acqua termale calda nella quale infiliamo volentieri le mani, poiché la temperatura intorno a noi è intorno ai 15 gradi. Nelle fenditure della parete vediamo tane di murene che si affacciano curiose al nostro passaggio, mentre sulle rocce ci sono grossi scorfani che se ne stanno appoggiati immobili e perfettamente mimetizzati con il fondale che li circonda.
    Proseguiamo ancora per un po’ la nostra discesa e finalmente arriviamo a un grottino che si apre sul fondo sabbioso a 55 metri di profondità. Ci affacciamo in questa cavità e la illuminiamo con le nostre torce, scoprendo che la grotticella è popolata da una miriade di gamberetti rossi e da grosse musdee.
    Dopo qualche minuto di fondo e con già una bella quantità di deco da smaltire, ci giriamo e iniziamo la nostra lenta risalita tenendo la parete sulla destra. Dopo i vari deep stop, il cambio di miscela e le necessarie tappe decompressive arriviamo ai 6 metri del cappello della secca, dove inizia la parte più lunga della nostra decompressione, resa meno noiosa dall’incontro con un sacco di pesce che nuota indisturbato nel blu: barracuda, dentici e tanute. Un’immersione davvero bella!


    Dopo la "scoperta" avvenuta in luglio delle Formiche di Grosseto, sono ritornato in quel posto fantastico ai primi di agosto e, questa volta, la mia meta è stata la Formica Media. Qui ho fatto dei tuffi piuttosto impegnativi, intorno ai 60 metri di profondità, che hanno richiesto lunghe decompressioni, ma lo spettacolo che ho potuto ammirare "laggiù" è stato tra i più belli finora visti nel nostro Mediterraneo.
    Ho visto i resti delle anfore romane sparse sulle terrazze e alla base della parete della Formica Media e ho ammirato le pareti strapiombanti che arrivano al grottino sul fondo chiamato "la bifora". Veramente due tuffi stupendi!

    Questo qui sotto è il link al video girato da Andrea, un mio compagno d’immersione durante il tuffo fatto il 5 agosto lungo la parete della Formica Media, quando abbiamo raggiunto un grottino che si trova a 62 di profondità, popolato di gamberetti rossi e di grandi musdee. Una volta accesa la torcia all’interno della grotta le musdee si sono fatte una vera scorpacciata dei poveri gamberetti... ma questo nel filmato non si vede. All’inizio l’immersione non è stata molto interessante e c’era molta mucillagine, ma, a partire dai 40 metri di profondità, la parete strapiombante ci ha offerto degli scenari sommersi che mi hanno lasciato senza fiato.
    Nel filmato, ripreso con una piccola telecamera montata sulla testa di Andrea che mi seguiva, si notano dei bellissimi esemplari di astrospartus completamente aperti e ci si rende conto della visibilità e della luce eccezionale che c’erano anche a quella profondità. Durante l’immersione abbiamo visto anche diversi ricci melone e un bellissimo ramo giallo di gerardia savaglia che se ne stava isolato in mezzo alla foresta di paramuricea clavata. Che tuffo ragazzi!!

    Buona visione!
    http://www.youtube.com/watch?v=wg8Ma...&feature=share
    Marcello

  • #2
    Bel video, mi e' piaciuto e quanti astros che ci sono!!

    Ciao,
    Mac

    La semistagna va usata come si fa con certe cravatte, bisogna solo avere il coraggio di metterla( cit. Silvano)
    Cordialmente RANA fan club
    Warning: No Fly zone

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