La secca di Zì Paolo

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    Le Formiche di Grosseto si trovano in mare aperto, a 13 miglia da Porto Santo Stefano e a 11 miglia da Castiglione della Pescaia. Sono formate da tre scogli emersi e da una piccola isola disabitata con un faro. Fortunatamente sono pochi i visitatori di questo posto ancora incontaminato, dove i banchi di pesce nuotano indisturbati e i fondali sono ancora intatti, e ciò permette di ammirare una ricchissima fauna e pareti ricoperte di grandi rami di gorgonie.
    La nostra meta è la Secca di Zi’ Paolo, situata a nord-ovest della Formica Grande. Una secca che ha il cappello intorno ai 6 metri e precipita su un fondale sabbioso fino ai 65 metri di profondità. Le pareti della secca sono molto varie e colorate. Di particolare interesse è la parete rivolta a est.

    Sabato 16 luglio 2011 partiamo da Castiglione della Pescaia con il gommone di 7,40 mt. del nostro amico Sandro (l’istruttore che - povero lui - nel 2007 brevettò “decompression diver” me ed Angela, i due “vecchietti terribili”) che ci ha invitati più volte ad andarlo a trovare. Ed eccoci qui finalmente!
    Io e Angela ci troviamo da una settimana a Porto Ercole, alle prese con il corso Trimix Tek 1 di UTR e, dopo giorni ininterrotti di lezioni ed esercizi in acqua, ci siamo concessi una giornata di vacanza per fare un tuffo ricreativo con il nostro amico. Perciò, lasciati i pesanti bibo a Porto Ercole, ci presentiamo nel porto canale dove è ormeggiato il gommone con un bel 15 litri di aria a 240 bar e una stage di EAN50 per la deco.
    A bordo con noi ci sono Giorgio (un istruttore amico di Sandro) con un suo allievo che sta facendo il corso dive master e Franco, un altro istruttore che scenderà in acqua con noi.
    Ho sempre sentito parlare bene delle Formiche e, nonostante abbia fatto centinaia di immersioni nella zona tra l’Argentario, il Giglio e Giannutri, non ho mai avuto occasione di andarci. Oggi è la volta buona!
    Dopo una breve navigazione con il velocissimo gommone (due motori da 225 CV!!) arriviamo sul punto d'immersione e caliamo l’ancora proprio sul cappello della secca. Il tempo è splendido, ma c’è una discreta corrente, almeno in superficie. Indossiamo la stagna, prepariamo con calma la nostra attrezzatura e giù in acqua. Apre il nostro gruppetto Sandro, che fa da guida, poi lo seguiamo io e Angela e Franco chiude stando in coda.
    L’acqua è limpida (anche se i nostri amici mi diranno che a volte è molto meglio...!!) la temperatura è gradevole e la corrente, una volta superato il cappello della secca si riduce notevolmente. Iniziamo la discesa in parete tenendola sulla sinistra. La vegetazione in questo tratto è spettacolare, con grandi rami di paramuricea e di axinella e con anemoni e spirografi che ricoprono letteralmente tutta la parete. Ci sono anche molti astrosparthus (la stella gorgona) attaccati ai rami delle gorgonie rosse che creano un effetto cromatico bellissimo. Intorno ai 35 metri di profondità superiamo uno sperone di roccia, poi scendiamo ancora oltrepassando un canyon che si trova intorno ai 42 metri, che abbiamo deciso di esplorare al ritorno durante la risalita. Guardando nel blu vediamo grossi dentici e tanute; incontriamo anche ricciole e barracuda. C’è davvero molto pesce qui al largo! Il termoclino è notevole e l’acqua adesso è diventata piuttosto fresca, ma con la muta stagna non abbiamo grossi problemi.
    Proseguiamo ancora per un po’ la discesa sino ad arrivare a un grottino che si apre sul fondo sabbioso intorno ai 55 metri di profondità. Illuminiamo con le nostre torce la cavità e vediamo che è popolata da una miriade di gamberetti rossi e da grosse musdee. A bordo del gommone durante il briefing abbiamo deciso che questo è il nostro punto di ritorno, perciò controlliamo il gas, ci facciamo il segnale e iniziamo la risalita tenendo la parete sulla destra.
    Arrivati al canyon cominciamo a fare i nostri deep stops, ammirando le aragoste che popolano ogni spaccatura della roccia. Risalendo ancora un po’ lungo il piccolo canyon arriviamo a una risorgiva di acqua termale calda. Nelle fenditure della parete ci sono tane di murene e scorfani. L’acqua sembra più limpida, la corrente ha girato e la decompressione si preannuncia piacevole. Saliamo ancora fino ai 21 metri dove facciamo il cambio gas e poi su piano fino ai 6 metri del cappello della secca, dove terminiamo la nostra decompressione. Una sola parola: BELLISSIMO!
    A bordo del gommone ci aspettano un paio di bottiglie di vino fresco, focaccia e pizza di vario genere e un bel dolce.
    Ragazzi che spettacolo!!
    Marcello

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