Rasche, retini e l’occorrente per la pesca subacquea: c’è tutto sulle barche dei vongolari abusivi che di notte entrano di nascosto nel mare di Napoli, arrivando da San Giovanni a Teduccio e da Torre del Greco, per portar via quanti più chili possibili di frutti di mare.
Mitili che poi vengono in un primo momento messi in depositi illegali per poi essere portati, all’alba, nei vari punti vendita abusivi, sia mobili che fissi, apecar e vere e proprie pescherie, prima di finire sulle tavole dei napoletani. Il porto di Napoli, uno dei più importanti del Mediterraneo, è da tempo teatro di una problematica che preoccupa pescatori regolari, ambientalisti e autorità locali: la pesca abusiva. Questo fenomeno, che si è intensificato negli ultimi anni, mette a rischio l’ecosistema marino, la sostenibilità delle risorse ittiche e l’economia locale.
Mitili che poi vengono in un primo momento messi in depositi illegali per poi essere portati, all’alba, nei vari punti vendita abusivi, sia mobili che fissi, apecar e vere e proprie pescherie, prima di finire sulle tavole dei napoletani. Il porto di Napoli, uno dei più importanti del Mediterraneo, è da tempo teatro di una problematica che preoccupa pescatori regolari, ambientalisti e autorità locali: la pesca abusiva. Questo fenomeno, che si è intensificato negli ultimi anni, mette a rischio l’ecosistema marino, la sostenibilità delle risorse ittiche e l’economia locale.
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