La carne brasiliana è di ottima qualità, molto saporita con animali allevati in piena libertà e non con mangimi nelle stalle. Direi che fanno bene ad usare quella.
Esaurito il pesce del Mediterraneo per il 2024, ora solo d'importazione
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Report non mi piace è vittima di un approccio ideologico e, spesso i numeri o le dichiarazioni sono parziali a voler giustificare un certo tipo di narrativa e questo non è coretto.Detto questo la soluzione praticabile e sostenibile per la carne così come il pesce sarà quello della carne sintetica che ovviamente verrà osteggiata da tutti
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Ammontano a 27 quintali, con multe per un totale di 18mila euro, i sequestri svolti negli ultimi sette giorni dalla Capitaneria di porto Guardia Costiera di Chioggia (Venezia) in una serie di controlli per la tutela della filiera della pesca.
L'operazione riguardava in particolare il rispetto della normativa vigente sul prelievo delle vongole "Chamelea Gallina" e dei bibi "Sipunculus Nudus" con draga idraulica.
Le verifiche sono scattate dal 26 agosto scorso, e hanno interessato il litorale di Pellestrina (Venezia), Albarella e Pila di Porto Tolle (Rovigo), con accertamenti in mare e a terra.
Nove le violazioni contestate, sei delle quali per attrezzi da pesca non consentiti, poiché in grado di pescare illecitamente vongole sottomisura, e tre per la pesca in zone vietate sotto costa, con sanzioni per 18.000 euro.
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MILAZZO – Sorpreso mentre effettuava pesca subacquea illegale nelle vicinanze della Piscina di Venere. L’uomo è stato fermato grazie ad un’azione congiunta degli operatori dell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, della Capitaneria di Porto, della Guardia di Finanza Sezione Operativa Navale e della Polizia Locale.
Durante le consuete operazioni di sorveglianza nell’Area Marina Protetta, il personale ha infatti sorpreso un pescatore subacqueo intento a praticare pesca illegale nel tratto noto come zona Bs, nei pressi dello Scoglio della Portella e della Piscina di “Venere”.
L’uomo ha cercato di fuggire abbandonando il pescato e gli attrezzi, ma è stato prontamente intercettato e identificato dagli agenti, grazie anche al supporto dei sub impegnati nel Campionato Italiano FotoSafari.
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Dopo circa 40 minuti di ricerche, il personale del battello ha finalmente individuato il soggetto, che, nel frattempo, vedendo la guardia costiera, aveva deciso di nascondersi per non essere sanzionato. Il sub è stato portato sano e salvo a riva e qui identificato. Inevitabile il verbale amministrativo per lo svolgimento di attività subacquea nell’Area marina protetta senza autorizzazione. Meglio quello, vien da dire, che lo scenario peggiore che si stava defilando. C’è poco da aggiungere.
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La guardia costiera di Taranto ha sequestrato 20 chilometri di rete da pesca illegale distesa tra la stazione navale Mar Grande della Marina Militare e il ponte girevole.
Durante un'attività di monitoraggio del litorale, l'attenzione dei militari è stata attirata da alcuni segnali da pesca collegati ad una rete posizionata a pochi metri dalle banchine della stazione navale.
I segnalamenti abusivi erano posizionati in un'area militare vietata alla pesca: una potenziale insidia per la manovra delle vicine navi della Marina.
L'operazione di recupero e sequestro, durata 4 ore, ha consentito di intercettare una vera e propria muraglia di reti, del valore di migliaia di euro, unite senza soluzione di continuità e distese a zig-zag sino a quasi a toccare il ponte girevole.
L'enorme quantità di reti, distesa da pescatori di frodo, avrebbe potuto rappresentare una seria minaccia per tutte le specie acquatiche dell'ecosistema marino, come i delfini e le tartarughe.
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Cento lenze innescate per la pesca abusiva sono state intercettate e sequestrate davanti al Pontile di Ostia. Erano state posizionate da poco e la Capitaneria di Porto ha impedito l’attività dannosa per l’ambiente e per gli operatori ittici regolari.
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Circa 800 ami per palamito, pronti per essere salpati in mare con l’obiettivo di portare a casa un bottino di pesca illegale consistente. Due pescatori sportivi, entrambi di Sennori, sono stati sorpresi con cinque cesti di palamiti nella Cala “Coscia di Donna”, lungo il litorale di Stintino.
Probabilmente attendevano qualcuno che con il gommone li portasse al largo per una battuta di pesca con l’ utilizzo di sistemi di cattura praticati dai pescatori sportivi, ma con un limite massimo di 50 ami. Immediato il sequestro dei cinque contenitori di palamiti.
Pesca con i palamiti a Stintino: sequestrate cinque ceste di esche. Sassari e provincia - L'Unione Sarda.it
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VASTO – Nella giornata di ieri, un team ispettivo della Guardia Costiera di Vasto (CH), durante le ore notturne, su segnalazione di una pattuglia della Stazione di Carabinieri di Torino di Sangro (CH), ha fermato 2 persone intente a caricare nel bagagliaio della propria auto2 vasche contenenti esemplari di riccio di mare nonché attrezzatura per la pesca subacquea con apparecchi ausiliari di respirazione.
Circa 1200 sono stati gli esemplari prelevati, in località Casalbordino Lido (CH), uno dei due, dotato di attrezzatura, è stato identificato quale pescatore abusivo, privo di qualsiasi tipo di autorizzazione, e contestualmente è stato elevata una sanzione amministrativa per un importo complessivo di 1000€ con il previsto sequestro dell’attrezzatura sportiva utilizzata per tale attività di frodo. Successivamente con un battello GC B14 della Guardia Costiera, l’intero pescato è stato rigettato in acqua.
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CASTELLAMMARE DI STABIA/VICO EQUENSE – Nella notte appena trascorsa il personale militare del nucleo di Polizia Giudiziaria della Capitaneria di porto di Castellammare di Stabia, sotto il coordinamento della Direzione Marittima di Napoli, ha posto in essere una vera e propria task force al fine di contrastare la pesca abusiva ed il commercio illegale di prodotti ittici.
L’operazione, iniziata nella tarda serata di ieri 24/10/2024, ha visto impegnati una decina di militari; in particolare, gli stessi, hanno effettuato controlli nel territorio di Castellammare di Stabia e dei Comuni limitrofi (Vico Equense), riscontrando all’interno di un veicolo la presenza di circa 125 chilogrammi di specie ittiche di vario genere, privo di qualsiasi documento atto ad attestarne la provenienza, la zona di pesca, l’attrezzo utilizzato o il motopesca che ha effettuato la pesca.
Per tale motivo, il conducente del veicolo è stato sanzionato per la detenzione di prodotto ittico non tracciato e con una sanzione amministrativa di € 1.500,00, mentre il prodotto ittico rinvenuto è stato sottoposto a sequestro come sanzione accessoria e, successivamente, donato al giardino zoologico e bioparco di Napoli, quale alimento da
destinare agli animali ospiti dello zoo.
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l Reparto operativo aeronavale della Guardia di Finanza (GDF ROAN) di Livorno e il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano hanno reso noto con un comunicato congiunto che «Si è conclusa da pochi giorni un’importante attività di monitoraggio delle aree marine protette dell’Arcipelago Toscano finalizzata alla salvaguardia dei delicati ecosistemi marini, condotta in stretta sinergia e coordinamento dalle vedette della Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di Porto Santo Stefano, dai battelli dell’Ente Parco Nazionale Arcipelago Toscano e dal catamarano “Conrad” dell’Organizzazione Internazionale “Sea Shepherd Italia”. L’operazione ha consentito di individuare e rimuovere, tra le altre, un’attrezzatura da pesca composta da una lenza lunga svariati chilometri armata con centinaia di ami, in un tratto di mare dell’Arcipelago interdetto a qualsiasi attività non autorizzata dall’Ente Parco, poiché ricompresa nella zona 1 dell'Isola di Giannutri, dove vigono i divieti di accesso, navigazione, sosta, ancoraggio, pesca e immersione che vincolano detta area tutelata».
Andrea Morello, presidente di Sea Shepherd Italia, esprime grande soddisfazione per la sinergia che si è creata in passato e continua a portare risultati tra Sea Shepherd Italia, il Parco Nazionale Arcipelago Toscano e la Guardia di Finanza che collaborano per la difesa degli ecosistemi marini: «Questa collaborazione dimostra che istituzioni, le autorità marittime e le associazioni possono lavorare insieme in modo efficace per proteggere i nostri preziosi ecosistemi marini. Il sequestro di questi strumenti illegali che uccidono il nostro Mar Mediterraneo, in special modo le aree marine protette che sono il vero luogo dove noi tutti dobbiamo ridare al mare la possibilità di riprendersi e di prosperare, è parte di quei questi risultati ci spingono a continuare a lavorare tutti insieme, con determinazione, per il futuro»."
Per Giampiero Sammuri, presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, «E’ fondamentale mantenere alta la vigilanza nelle aree marine protette, specialmente in un periodo come questo, dove il rischio di attività illecite aumenta. La sinergia tra le istituzioni e le associazioni è cruciale per garantire la salvaguardia dei nostri ecosistemi. L'operazione condotta in collaborazione con la Guardia di Finanza e Sea Shepherd Italia dimostra l'impegno costante nel tutelare il nostro patrimonio naturale. Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a questa operazione: le forze dell'ordine, i volontari e le associazioni che lavorano instancabilmente per la protezione del nostro mare. Solo lavorando insieme possiamo assicurare un futuro sostenibile per il nostro mare e le sue risorse».
Il Comandante del GDF ROAN di Livorno, Col. Filippo Bianchi, conclude: «L’attività si inserisce nel proficuo rapporto di collaborazione avviato, a partire dal 2017, con il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e sancito da apposito Protocollo Operativo d’Intesa per la sorveglianza delle aree marine protette a salvaguardia della biodiversità. Il risultato conseguito testimonia ulteriormente il positivo contributo fornito dall’Organizzazione Internazionale Sea Shepherd Italia con la quale già in passato sono state condotte rilevanti attività di tutela ambientale come quella a salvaguardia del novellame di “anguilla anguilla”, specie tutelata dalla normativa europea perché in via di estinzione, e quelle a contrasto della pesca di frodo che hanno portato agl’importanti sequestri nel 2022 e 2023, di oltre 10.000 strumenti di cattura del polpo nell’ambito delle operazioni denominate OCTOPUS e OCTOPUS 2».
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Rimosso e sequestrato dalla guardia costiera un palangaro di circa 300 metri di lunghezza che era stato calato a mare in zona integrale del Parco nazionale dell'Arcipelago toscano, nell'isola di Giannutri (Grosseto).
Operazione condotta dal battello Gcb125 del Circondario marittimo di Porto Santo Stefano
A darne notizia è il presidente del Parco nazionale Giampiero Sammuri: "Con il supporto delle forze dell'ordine stiamo aumentando la pressione sulle attività illecite nelle zone di area protetta a mare, potenziando le azioni di vigilanza nelle aree di riserva integrale e sfruttando il vasto sistema di videosorveglianza.
Procederemo con le denunce del caso e non daremo scampo a chi vìola la disposizione di legge che disciplinano le aree protette a mare".
Nella nota, l'ente Parco evidenzia come le aree protette, maggiormente ricche di pesce del resto del mare, "siano obiettivo della pesca di frodo; per questo diventa sempre più determinante l'azione di controllo che serve sia per tutelare l'ambiente che per tutelare la piccola pesca locale che, al netto delle zone di tutela integrale, può essere regolarmente svolta all'interno del parco marino".
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La femmina era gravida di 4 cuccioli. Presi all’amo da un palangaro
Sono morti per mano dell’uomo i due esemplari di squalo volpe – la femmina è risultata gravida di 4 cuccioli – le carcasse dei quali si erano spiaggiate pochi giorni fa su una spiaggia di Torre del Greco.
Lo ha rivelato l’esame necroscopico effettuato dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico ed al quale hanno presenziato anche Antonio Terlizzi e Massimiliano Bottaro, entrambi della Stazione Zoologica Dohrn di Napoli e coordinatori di due progetti di ricerca sugli squali.
Quello di Terlizzi si chiama Eu Sharks. Quello di Bottaro è Life Elife.
Informa Terlizzi: «Sono stati presi all’amo da un palangaro, un attrezzo da pesca lecito, ma poco selettivo, che uccide anche altre specie oltre a quelle bersaglio.
Si utilizza spesso per i tonni. Dopo la cattura all’amo i due pesci avrebbero potuto essere liberati, ma sono stati issati sulla barca con il raffio, il gancio di bordo».
Successivamente, ormai morti, sono stati legati a corpi galleggianti con una corda all’altezza della coda. «Probabilmente», prosegue il ricercatore, «c’era l’intenzione di venderli, magari spacciandoli per altre specie, per esempio pesci spada.
Accade a volte col palombo o con la verdesca.
Forse i pescatori sono stati disturbati dall’arrivo di qualcuno o da un altro contrattempo ed hanno desistito».
Le due carcasse si sono così spiaggiate mentre gli animali erano ancora legati al corpo galleggiante per la coda.
«Lo squalo volpe – conclude Terizzi – è facilmente distinguibile per la lunghezza della coda, che a volte utilizza anche per stordire le prede.
È assolutamente inoffensivo per l’uomo e si nutre di pesce pelagico.
Nello stomaco dei due esemplari sottoposti ad autopsia abbiamo rinvenuto sarde tagliate a metà con le forbici.
Evidentemente la pastura che stavano utilizzando i pescatori che hanno catturato i due animali». Sono centinaia nel mondo le specie di squali.
La famiglia comprende pesci piccoli come il gattuccio e giganti come lo squalo bianco e lo squalo balena. Modifica dell’habitat, diminuzione delle prede e pesca intensiva dell’uomo – in alcune parti del mondo se ne uccidono milioni ogni anno solo per vendere le pinne in alcuni mercati asiatici – hanno causato un drastico calo della popolazione di molte specie di squali.
La femmina era gravida di 4 cuccioli. Presi all’amo da un palangaro Sono morti per mano dell’uomo i due esemplari di squalo volpe – la femmina è risultata gravida di 4 cuccioli – le carcasse dei quali si erano spiaggiate pochi giorni fa su una spiaggia di Torre del Greco. Lo ha rivelato l’esame necroscopico […]
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Originariamente inviato da nello Visualizza il messaggioLa femmina era gravida di 4 cuccioli. Presi all’amo da un palangaro
Sono morti per mano dell’uomo i due esemplari di squalo volpe – la femmina è risultata gravida di 4 cuccioli – le carcasse dei quali si erano spiaggiate pochi giorni fa su una spiaggia di Torre del Greco.
Lo ha rivelato l’esame necroscopico effettuato dai veterinari dell’Istituto Zooprofilattico ed al quale hanno presenziato anche Antonio Terlizzi e Massimiliano Bottaro, entrambi della Stazione Zoologica Dohrn di Napoli e coordinatori di due progetti di ricerca sugli squali.
Quello di Terlizzi si chiama Eu Sharks. Quello di Bottaro è Life Elife.
Informa Terlizzi: «Sono stati presi all’amo da un palangaro, un attrezzo da pesca lecito, ma poco selettivo, che uccide anche altre specie oltre a quelle bersaglio.
Si utilizza spesso per i tonni. Dopo la cattura all’amo i due pesci avrebbero potuto essere liberati, ma sono stati issati sulla barca con il raffio, il gancio di bordo».
Successivamente, ormai morti, sono stati legati a corpi galleggianti con una corda all’altezza della coda. «Probabilmente», prosegue il ricercatore, «c’era l’intenzione di venderli, magari spacciandoli per altre specie, per esempio pesci spada.
Accade a volte col palombo o con la verdesca.
Forse i pescatori sono stati disturbati dall’arrivo di qualcuno o da un altro contrattempo ed hanno desistito».
Le due carcasse si sono così spiaggiate mentre gli animali erano ancora legati al corpo galleggiante per la coda.
«Lo squalo volpe – conclude Terizzi – è facilmente distinguibile per la lunghezza della coda, che a volte utilizza anche per stordire le prede.
È assolutamente inoffensivo per l’uomo e si nutre di pesce pelagico.
Nello stomaco dei due esemplari sottoposti ad autopsia abbiamo rinvenuto sarde tagliate a metà con le forbici.
Evidentemente la pastura che stavano utilizzando i pescatori che hanno catturato i due animali». Sono centinaia nel mondo le specie di squali.
La famiglia comprende pesci piccoli come il gattuccio e giganti come lo squalo bianco e lo squalo balena. Modifica dell’habitat, diminuzione delle prede e pesca intensiva dell’uomo – in alcune parti del mondo se ne uccidono milioni ogni anno solo per vendere le pinne in alcuni mercati asiatici – hanno causato un drastico calo della popolazione di molte specie di squali.
Le sarde non si usano per pasturare con i palamiti, al limite nella pesca in drift al tonno.
se così fosse (e, personalmente lo ritengo molto più probabile) sono state prese a canna da pescatori sportivi. Non sapendo cosa avevano preso, hanno tentato di issarli a bordo per poi desistere.
Cambia poco, se non il fatto che, sempre più spesso sento di squali presi all'amo di pescatori a traina.
Altrettanto spesso vengono issati a bordo solo per curiosità.
Sarebbe bello se, al momento di fare domanda in capitaneria o nei parchi, invece di kili di burocrazia, venisse fornito anche un piccolo prontuario delle specie da liberare subito in caso vengano prese all'amo.
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