Shark Preyed

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  • Steinoff
    ha risposto
    Originariamente inviato da nello Visualizza il messaggio

    Purtroppo molti si fanno abbindolare , dai vari marchi di pesca sostenibile.
    "Bolton Food è la prima azienda nel settore delle conserve ittiche in Italia (quota di mercato del 38%[7]) e in Europa[8], che al 2017 contava 932 dipendenti, 2 stabilimenti produttivi - italiano a Cermenate e francese a Quimper - una capacità produttiva di 3,5 milioni di confezioni al giorno, e realizzava un fatturato di 698,2 milioni di euro."

    Cermenate è in provincia di Como , il tonno del lago di Como?
    Lo scriveva anche il Manzoni, "Quel tonno del lago di Como"
    Greenwashing a gogo, purtroppo

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  • nello
    ha risposto
    Originariamente inviato da Steinoff Visualizza il messaggio

    E' ignoranza, mi vien da pensare che sia anche istigata e preservata per interessi economici
    Purtroppo molti si fanno abbindolare , dai vari marchi di pesca sostenibile.
    "Bolton Food è la prima azienda nel settore delle conserve ittiche in Italia (quota di mercato del 38%[7]) e in Europa[8], che al 2017 contava 932 dipendenti, 2 stabilimenti produttivi - italiano a Cermenate e francese a Quimper - una capacità produttiva di 3,5 milioni di confezioni al giorno, e realizzava un fatturato di 698,2 milioni di euro."

    Cermenate è in provincia di Como , il tonno del lago di Como?

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  • Steinoff
    ha risposto
    Originariamente inviato da nello Visualizza il messaggio

    Il problema è che si continua a considerare il Mare come ad una risorsa da sfruttare e non da tutelare e proteggere.


    Si, piu' in generale il pensiero comune e' che le risorse naturali siano infinite ed inestinguibili. E' ignoranza, mi vien da pensare che sia anche istigata e preservata per interessi economici

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  • nello
    ha risposto
    Originariamente inviato da Steinoff Visualizza il messaggio
    Il fatto stesso che la piazza di Milano sia il piu' importante mercato italiano di pesce fresco la dice lunga. Tutto cio', mio parere personale, rientra in una nostra abitudine tossica ormai consolidata: avere tutto, subito e qui davanti.
    Il problema è che si continua a considerare il Mare come ad una risorsa da sfruttare e non da tutelare e proteggere.



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  • nello
    ha risposto
    Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
    Pescare quello che si mangia e mangiare tutto quello che si pesca
    Non e' difficile
    Paolo
    Da cifre ufficiali tre quarti del pesce consumato in Italia arriva dall'estero.
    "nel 2020 sono entrate nel nostro Paese più di un milione di tonnellate di pesci, molluschi e crostacei, mentre i prodotti ittici nostrani, fra pescato e allevato ammontano a circa 350 mila tonnellate. "
    Pesce, come sono cambiati i consumi durante la pandemia (ilfattoalimentare.it)

    Mentre per tonno , la più grossa azienda Rio Mare è Cermenate , provincia di Como ( il famoso tonno del lago di Como )
    "Bolton Food è la prima azienda nel settore delle conserve ittiche in Italia (quota di mercato del 38%[7]) e in Europa[8], che al 2017 contava 932 dipendenti, 2 stabilimenti produttivi - italiano a Cermenate e francese a Quimper - una capacità produttiva di 3,5 milioni di confezioni al giorno,"
    Fonte wikipedia


    Tra l'altro ci sarebbe anche il problema plastica
    "Nel Mediterraneo un pesce su tre ha mangiato plastica


    Presentato il bilancio finale di COMMON, il progetto di monitoraggio della plastica nel Mar Mediterraneo. 90 mila i reperti raccolti; un pesce su tre nel nostro mare ha ingerito plastica, così come la metà delle tartarughe marine"

    https://www.rinnovabili.it/ambiente/...iato-plastica/

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  • Steinoff
    ha risposto
    Originariamente inviato da nello Visualizza il messaggio
    Grazie per la segnalazione.
    Purtroppo sono spesso vittime della pesca accessoria , in inglese bycatch



    Per evitare questo massacro ho smesso di mangiare pesci da tanti anni.
    Premetto che non credo che esista la pesca sostenibile , le varie certificazioni che vengono pubblicizzate negli spot pubblicitari .
    Fatta industrialmente non e' mai sostenibile. Ma anche fatta indiscriminatamente, anche se in maniera "locale", non lo e'. Il fatto stesso che la piazza di Milano sia il piu' importante mercato italiano di pesce fresco la dice lunga. Tutto cio', mio parere personale, rientra in una nostra abitudine tossica ormai consolidata: avere tutto, subito e qui davanti.

    Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
    Pescare quello che si mangia e mangiare tutto quello che si pesca
    Non e' difficile
    Paolo
    Ecco, questa sarebbe la soluzione. Se voglio mangiare pesce, lo mangio quando sono al mare. Se pesco il pesce, tutto cio' che pesco (seguendo i periodi dell'anno) va per cibo. Pesco solo quel che serve alla mia comunita', non 100 volte tanto e per altre 100 comunita'. Rispetto le ciclicita' legate alla riproduzione, non uso reti a strascico, non parto con pescherecci che sono grandi quanto il Titanic... la lista dei NON e' ormai, purtroppo, lunghissima.
    Insomma, come in tantissime altre attivita' antropiche, tocca ridimensionasse o famo er botto.
    Grazie per il vostro interessamento, ragazzi

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  • paolo55
    ha risposto
    Pescare quello che si mangia e mangiare tutto quello che si pesca
    Non e' difficile
    Paolo

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  • nello
    ha risposto
    Grazie per la segnalazione.
    Purtroppo sono spesso vittime della pesca accessoria , in inglese bycatch



    Per evitare questo massacro ho smesso di mangiare pesci da tanti anni.
    Premetto che non credo che esista la pesca sostenibile , le varie certificazioni che vengono pubblicizzate negli spot pubblicitari .

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  • coffy84
    ha risposto
    molto interessante

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  • Steinoff
    ha iniziato la discussione Shark Preyed

    Shark Preyed

    Un documentario che vale la pena di vedere, fatto dai fratelli Marco e Andrea Spinelli (magari leggono anche qui) e che riguarda la commercializzazione legale della carne di squalo, ma con nomi talvolta fantasiosi e che mai richiamano direttamente a questo splendido predatore apicale. Personalmente penso che se ci fosse scritto "squalo" anziche' palombo, verdesca, o i piu' fantasiosi e improbabili (per la gente comune) smeriglio, vitella di mare o nocciola, il commercio sarebbe nettamente inferiore.

    Di seguito il link all'articolo su La Stampa
    https://www.lastampa.it/green-and-bl...-I0-PA10-S1-T1
    e quello alla prima tappa del loro reportage, su Instagram:
    https://www.instagram.com/p/CdLEeQ9A...eo_watch_again

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