Numerosi spiaggiamenti sulle coste Toscane .

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    Firenze, 31 marzo 2017 - Come sottolinea l'Arpat, mentre gli occhi di tutti erano puntati sul delfino che nuotava nelle acque dell'Arno a Pisa, sulle coste della Toscana stavano morendo diversi suoi “parenti stretti”.


    Nei primi tre mesi del 2017 l'Arpat ha registrato ben quindici episodi di spiaggiamento di cetacei. Si tratta di piccoli cetacei odontoceti, tutti (tranne due) appartenenti ad un'unica specie, la stenella striata Stenella coeruleoalba.
    "La mortalità di cetacei registrata in questa prima parte dell'anno in Toscana - spiega l'Arpat - può essere considerata “anomala” e ricorda quella del 2013 quando, però, nello stesso arco di tempo, si registrò esattamente il doppio dei cetacei morti (28 animali di cui 20 stenelle). Nel 2013 furono esaminate 17 carcasse di cui 8 risultarono positive per Dolphin morbillivirus (Dmv)", cioè il morbillo dei delfini.
    Ad oggi però solo su 2 dei 6 soggetti esaminati è stato isolato il virus.
    "Dai risultati fino ad ora in nostro possesso - continua l'agenzia regionale per l'ambiente - si può ipotizzare che i casi di mortalità osservati in Toscana possano rientrare nell'ultimo fenomeno epidemico di morbillo dei delfini osservato sulle coste meridionali italiane da giugno 2016 e che stiamo rilevando ora sulle nostre coste. A supporto di tale ipotesi il quadro osservato di scadente stato di nutrizione e di alte cariche parassitarie è spesso indice di immunodepressione negli animali allo stato libero. Il Dmv, infatti, svolge un ruolo determinante sul sistema immunitario dei cetacei colpiti".
    Gli spiaggiamenti toscani rappresentano circa il 31% degli spiaggiamenti a livello nazionale. La percentuale di mortalità di stenelle, rispetto al totale di morti di delfini, in Toscana è molto elevata (93% del totale), assai più di quanto registrato a livello nazionale, dove le stenelle rappresentano circa il 60% del totale degli spiaggiamenti dei delfini.
    Guardando i dati nel dettaglio, di 13 stenelle segnalate, 9 sono arrivate sulla spiaggia morte e 4 si sono spiaggiate vive. Di queste una, all'inizio di gennaio, è riuscita a riprendere il largo mentre 3 sono morte nel giro di poche ore, benché anche per queste si fosse fatto un tentativo di riportarle in acque più profonde.
    A causa dell'avanzato stato di decomposizione dei cetacei morti, solo su 6 esemplari (il 50 %) è stato possibile, per i veterinari dell'Istituto Zooprofilattico Lazio e Toscana della sezione di Pisa, eseguire una necroscopia completa. Solo sui 3 cetacei appena morti l'esame necroscopico ha dato esiti più completi.

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