Esperienze ad aria in profondità

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  • #91
    Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
    Mi sono imbattuto in questa discussione. Era un po di tempo fa ma la trovo attuale e mi propongo di applicarne le considerazioni in occasione di un prossimo soggiorno al mare
    Con simpatia
    Paolo
    Anzitutto grazie per averla "ripescata" dopo quasi quattro anni. (me la ricordavo bene ma questa volta l'ho sottoscritta per non perderla nuovamente)
    Se i tempi dei prossimi soggiorni al mare dovessero coincidere potremmo "applicarne le considerazioni" insieme (per poi continuare con il "solo diver" ....ovviamente)

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    • #92
      In tempi passati sui forum l'argomento aria profonda faceva scoppiare guerre Sante, fortunatamente solo di parole ed opinioni che spesso generavano anche simpatie o antipatie tra persone che nella maggior parte dei casi non si conoscevano personalmente.
      Essendo stato con l'aria un profondista un po' spinto chiaramente mi schieravo.
      Ci ho messo un po' di tempo per leggere quasi tutti gli interventi di questa discussione che ho trovato interessantemente ben scritti da sub che praticano o hanno praticato aria profonda.
      Senz'ombra di dubbio, per lo meno per quello riguarda me, la profondità nell'immersione ha un fascino irresistibile per una serie di motivi che poi sono indussolubilmente connessi tra loro.
      La Curiosità che è alla base di ogni esplorazione non solo sommersa, posso esplorare anche leggendo un libro, di sicuro è la motivazione principale.
      La curiosità interiore porta ad allargare gli orizzonti materiali di qualche metro più in là, più in su o più in basso.
      L'aria era l'unica miscela respiratoria che all'epoca adoperavo, e con essa in un percorso graduale di presa di coscienza delle mie reazioni, e molto ben acculturato su tutte le leggi fisiologiche al riguardo, a piccoli passi sono arrivato a raggiungere quote ragguardevoli, anche 90 metri.
      Tecnicamente erano tuffi così detti a rimbalzo, touch and go, nei quali cercavo di effettuare una discesa la meno lenta possibile, seguita da una risalita controllata dove effettivamente gustavo la bellezza della natura attorno a me.
      Lo facevo (e lo faccio ancora con altri apparati ed altri approcci), perché mi gratificava (e mi gratifica), davvero molto.
      Non l'ho mai vissuta, e non la vivo, come una sfida con me stesso o con qualcun altro.
      Piuttosto invece sento la faccenda come un'ulteriore modo per allargare i propri orizzonti.
      Porsi degli obbiettivi in base alle proprie capacità, motivazioni, esperienze e condizionamenti già di per se era, ed è, una prova impegnativa nel sapersi guardare senza barare con se stessi accuratamente dentro.
      Risolta questa fase andavo, e vado.
      Aria, poi trimix circuito aperto ed ora circuito chiuso.


      http://montagnesommerse.blogspot.com/
      Immersioni in montagna

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