domanda su uso tabelle in caso di immersione con maggiori sicurezza

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  • domanda su uso tabelle in caso di immersione con maggiori sicurezza

    ...cosa fareste ,usando le tabelle,in caso di immersione perticolarmente difficoltosa x corrente od altri fattori "aggravanti"? E' meglio :1)aumentare la profondita' massima a parita' di tempo od inversamente, 2)aumentare il tempo considerato a parita' di profondita' massima?...e perche'? grazie

  • #2
    Credo che sia nelle raccomandazioni della didattica in caso di temperature particolarmente basse, attività fisica intensa etc.
    Cosa dice la tua didattica al riguardo ?
    Se avessi molto più tempo potrei fare molte più cose.
    L'ottimista pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.

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    • #3
      Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
      ...cosa fareste ,usando le tabelle,in caso di immersione perticolarmente difficoltosa x corrente od altri fattori "aggravanti"? E' meglio :1)aumentare la profondita' massima a parita' di tempo od inversamente, 2)aumentare il tempo considerato a parita' di profondita' massima?...e perche'? grazie
      Si tratta di aggiungere una penalità alla tabella per renderla più conservativa.
      Puoi, in linea di massima, ottenere lo stesso risultato aumentando la profondità o il tempo.
      Chi stila una determinata tabella da una regola valida per quella tabella, generalmente la profondità perché rende tutto più facile in acqua, dove anche un'addizione può essere un problema.

      Personalmente (e prendilo per quel che può valere) non trovo utile prolungare troppo una permanenza in acqua per problemi insorti nel tuffo stesso. In caso di freddo soprattutto.
      In caso di fatica starei di più solo se avessi a disposizione ossigeno o finché non passasse un ipotetico affanno.

      Questo nelle immersioni ricreative, in quelle tecniche si usano altri sistemi.
      www.bludivecenter.com

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      • #4
        Grazie... La mia didattica indica la seconda soluzione... Altri appunto la prima. Siccome non devo difendere bandiere, ma cercare di capire, cercavo soluzioni/interpretazioni, pro o contro entrambe le 2 soluzioni... x capire
        Grazie

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        • #5
          Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
          Grazie... La mia didattica indica la seconda soluzione... Altri appunto la prima. Siccome non devo difendere bandiere, ma cercare di capire, cercavo soluzioni/interpretazioni, pro o contro entrambe le 2 soluzioni... x capire
          Grazie
          Ciao Principiante.

          Secondo me, senza polemica, ti ostini a voler vedere una tempesta dentro un bicchiere d'acqua.

          Il tuo problema, se ho compreso bene, è capire se per aumentare il conservatorismo in una tabella sia più conveniente aumentare la profondità e/o il tempo ?
          O meglio se queste due scelte portano a risultati differenti che meritano considerazioni.

          Ci sta come domanda, ma le risposte le hai già ricevute: non ci sono sostanziali differenze.

          Aumentare il tempo di permanenza (solo per leggere le tabelle - ossia in immersione rimango per 9 minuti reali ma nella tabella vado a leggere i 12 minuti) o la profondità (sempre e solo per leggere le tabelle) porta ad una decompressione più penalizzante, ossia fai una decompressione più lunga (attenzione il fatto che sia più lunga non vuol dire sempre e comunque più sicura - come ti hanno già accennato - ma questo è un altro discorso).

          Nozioni base cosa sono le tabelle e come funzionano.
          Le tabelle sono un insieme di immersioni pre calcolate raggruppata in scaglioni per profondità e tempo.
          E' il modo più semplice per calcolare la decompressione senza dover fare tutti i calcoli dell'algoritmo a mano (cosa non fattibile, se escludiamo l'uso di un software decompressivo).
          In poche parole definito un carico di inerte X le tabelle mostrano come risalire per smaltire correttamente (fisiologicamente) l'eccesso di inerte accumulato.

          Il carico d'inerte da cosa è definito ?
          Dipende dalla pressione di esposizione e dal tempo sempre di esposizione alla pressione maggiore.

          Tato più è la pressione a cui ci esponiamo, a parità di tempo, tanto più inerte assorbiamo, la stessa cosa vale per il tempo tanto più rimango (a parità di pressione) tanto più inerte assorbiamo.
          Viceversa il contrario.

          Quindi alla fine che aumentiamo l'una o l'altra misura (tempo o pressione) il risultato che si ottiene è sempre il medesimo aumentare il carico d'inerte assorbito.
          Più inerte ho più deco devo fare.
          Se calcolo una quantità di inerte maggiore del reale perché ho aumentato uno o entrambi i parametri d'ingresso nella tabella, otterrò una decompressione più lunga che in teoria mi fa uscire con un minor stress decompressivo (anche se abbiamo premesso che non sempre deco più lunga = deco più sicura).

          Ovviamente la tabella è fatta per un uso pratico e per tanto la colonna della pressione parziale di N2 non è espressa con i valori reali della Pp di N2 ma con la corrispondente quota (profondità) ma il concetto non cambia.

          Ora prendiamo una tabella - la classica US Navy:
          Tabelle-US-NAVY-Standard-Il-concetto-di-standard-big-34-629.jpg

          Immersione reale (a titolo di esempio): -33 m. X 40' min.
          Ottengo una decompressione composta da 23 minuti di decompressione totale divisa in 2 min. a -6 m. e 21 min. a - 3 m.

          A questo punto se voglio aumentare la decompressione - ossia rendere più cautelativo il calcolo ho due strade:

          O aumento il tempo - ma - attenzione se decido di aumentare il tempo devo fare i conti con l'intervallo in cui posso aumentare che ovviamente dipende dalle tabelle e che nel presente esempio è un salto di 10 minuti di permanenza che sono un bel salto.

          O decido di aumentare la quota, anche in questo caso devo valutare l'intervallo a cui la mia tabella mi costringe, in questo esempio sono + 3 metri di profondità.

          A senso possiamo dire che una permanenza a parità di tempo ad una quota maggiore di 3 metri aumenta la decompressione passando da un tempo totale in minuti di 23 a 30 minuti totali, ma non nella stessa misura in cui aumenterebbe se al posto di aumentare la quota, aumento il tempo che come abbiamo visto in questo esempio vuol dire aumentare di 10 minuti dato che in questo caso i minuti totali salgono a 34.

          In conclusione cosa possiamo dire ?

          In questo esempio possiamo dire che se decido di aumentare la quota di uno scatto ottengo una penalizzazione più dolce di quella che avrei se aumento di uno scatto il tempo di permanenza.

          Quale usare ?

          Be questa scelta sta nelle corde e nella cultura del subacqueo, ossia in quanta penalizzazione vuole aggiungere al suo calcolo.

          Tutto qui, ma il decidere di passare attraverso il tempo o la quota porta sempre e solo ad un risultato, aumentare la quantità d'inerte assorbita e di conseguenza allungare i tempi di decompresisone.
          Ovviamente l'aumento a seconda che passiamo da un parametro all'altro dipende dal tipo di tabella e dai salti che permette di fare.

          Se io stampo una tabella fatta attraverso un software decompressivo posso decidere il gli intervalli e compilare una tabella che non lavora con salti di 3 metri in 3 metri ma posso decidere di fare salti di 2 metri in due metri o addirittura di 6 metri in sei metri.
          Analogamente posso decidere che i saldi temporali siano per quelle quota non di 10 minuti ma ogni 3 minuti o 5 minuti.

          In questo caso cambia il risultato decompressivo in termini di penalizzazione a seconda delle scelte che decido di fare.

          Ma ritorniamo sempre punto a capo aumentare il tempo o la quota porta sempre e solo al medesimo risultato, una decompressione più lunga.

          Cordialmente
          Rana




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          • #6
            Senza caratterizzare il tuffo come profondità o tempo, e/o le avversità del tuffo (affanno o freddo o narcosi etc...) è difficile dire cosa sia meglio...ma alla fine convergerai sempre ad aggiungere un tempo tra i 3 ed i 10 minuti, non di più.

            Giusto per motivare il discorso, faccio un ragionamento ratio-deco like....

            Aggiungere 3mt alla profondità massima sono circa 5minuti in più sei fai deco in Ean50.

            In aria invece, se stai entro i 70mt, alla peggio son massimo 10minuti se fai deco in aria.

            Parliamo di tuffi con decompressione, ovviamente.

            Sempre a spanne, ogni minuto di fondo in più, oltre i 60mt, son sui dieci minuti di deco in più. Mentre, a quote minori son frazioni dei 10minuti...e più vai alto di quota, più la reale penalizzazione si assottiglia.

            Segue che, comunque tu la voglia vedere, se ti vuoi penalizzare aggiungerai sempre un tempo che vai tra i 3 e i 10minuti, oltre non ha senso, senza contare poi la disponibilità d'aria, che in caso di forte affanno può essere "giusta" e/o il freddo....

            My 2-cents!

            Tonnetto

            ps. Per quel che vale la mia opinione, l'unica certezza, è che la decompressione non è una scienza esatta!!!!



            Ultima modifica di Tonnetto; 29-03-2021, 18:44.
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            • #7
              Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio
              Senza caratterizzare il tuffo come profondità o tempo, e/o le avversità del tuffo (affanno o freddo o narcosi etc...) è difficile dire cosa sia meglio...ma alla fine convergerai sempre ad aggiungere un tempo tra i 3 ed i 10 minuti, non di più.

              Giusto per motivare il discorso, faccio un ragionamento ratio-deco like....

              Aggiungere 3mt alla profondità massima sono circa 5minuti in più sei fai deco in Ean50.

              In aria invece, se stai entro i 70mt, alla peggio son massimo 10minuti se fai deco in aria.

              Parliamo di tuffi con decompressione, ovviamente.

              Sempre a spanne, ogni minuto di fondo in più, oltre i 60mt, son sui dieci minuti di deco in più. Mentre, a quote minori son frazioni dei 10minuti...e più vai alto di quota, più la reale penalizzazione si assottiglia.

              Segue che, comunque tu la voglia vedere, se ti vuoi penalizzare aggiungerai sempre un tempo che vai tra i 3 e i 10minuti, oltre non ha senso, senza contare poi la disponibilità d'aria, che in caso di forte affanno può essere "giusta" e/o il freddo....


              My 2-cents!

              Tonnetto
              Non è che il ragionamento sia errato ma travalica un po' il problema.
              Si parlava, credo, di immersioni rec, perché in quelle tecniche il discorso va fatto a monte e in maniera differente.
              L'aggiunta di una penalità in una tabella ha senso perché, non serve solo a sapere se e quanto stare di più in acqua, ma anche perché (e direi soprattutto) va a variare l'accumulo di N2 da considerare in una eventuale ripetitiva.
              www.bludivecenter.com

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              • #8
                Si, credo anch'io che si parlasse di immersioni non tech.
                In quel caso, facendo i piani alternativi si potrebbe pensare di sceglierne uno per compensare eventuali condizioni avverse, con tutte le considerazioni del caso riguardo l'eventuale maggiore accumulo di inerte. Ma è un discorso da affrontare in fase di pianificazione e non con le tabelle, non quelle ricreative, almeno.
                Se avessi molto più tempo potrei fare molte più cose.
                L'ottimista pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.

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                • #9
                  ...x chiarezza:il mio aumento o di tempo o di profondita',e' fittizio.Cioè è fittizio come aumento ,rispetto al reale,che mi dovrebbe portare ad un gruppo di uscita superiore...Es : faccio 30mt x 25minuti" reali",pero' c'è molta corrente e percio' considero 30mt x 30 minuti(penalita') e percio' ho anche la deco 3 mt x 3mn...poi se ci fosse anche freddo dovrei aggiungere un'altra penalita'...una penalita' x problema...

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                  • #10
                    Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                    L'aggiunta di una penalità in una tabella ha senso perché, non serve solo a sapere se e quanto stare di più in acqua, ma anche perché (e direi soprattutto) va a variare l'accumulo di N2 da considerare in una eventuale ripetitiva.
                    In effetti, dalla domanda di principiante, mi era sfuggito che potesse intendere anche la questione dei "gruppi" sulle ripetitive.

                    Pensavo che la domanda fosse limitata a come fosse meglio punirsi, così fine a se stesso.

                    Grazie per la precisazione ed il cambio di prospettiva


                    Originariamente inviato da Alastar Visualizza il messaggio
                    Si, credo anch'io che si parlasse di immersioni non tech.
                    ...
                    Ma è un discorso da affrontare in fase di pianificazione e non con le tabelle, non quelle ricreative, almeno.
                    Diciamo che è questo discorso che ho provato ad abbozzare, ma invece di usare le tabelle non rec, l'ho fatto a spanne... cercando di rientrare con profili ZHL... o almeno ci ho provato
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                    • #11
                      Una penalita' per problema ?
                      A me sembra un po' troppo
                      Di questo passo da 30 minuti a 30 metri ti trovi a 30 minuti a 40 metri che non e' proprio la stessa cosa
                      con simpatia
                      Paolo
                      Paolo

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                      • #12
                        Non dimentichiamo che le tabelle US Navy sono elaborate su statistiche di migliaia di immersioni. In alcune i sub saranno stati a riposo, in altre avranno effettuato sforzi. Le stesse tabelle quando vengono utilizzate da didattiche ricreative prevedono una zona "doppler" in cui è più probabile l'insorgenza di bolle. Applicare una penalità per ogni "parametro critico", come sforzo, freddo, stress, etc mi sembra eccessivo se si parla di immersioni ricreative, dove i tempi di permanenza sono molto brevi, anche in caso di superamento della curva. Se non parliamo di ricreative, come sempre, do ragione a Bludive: il concetto va rivisto a monte su altri parametri.
                        Niente di quello che ho scritto è vero, sono uno che dice sempre bugie.

                        cit: "meno male che c'e' qualcuno che ha la scienza e sa come van fatte le cose..."

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                        • #13
                          Li discorso si sta aprendo in due aspetti, uno proprio ed uno come conseguenza.

                          Il "proprio" è capire come gestire le tabelle per riuscire a implementare il livello conservativo del calcolo.

                          In questo aspetto abbiamo visto che ci sono due parametri di base che possiamo usare per raggiungere il medesimo scopo, quello di rendere più cautelativo il calcolo, profondità (espressione di pressione di esposizione) e tempo.
                          Da qui il discorso ha aperto, o comunque si è accennato ai calcoli relativi alla seconda immersione ragion per cui si è accennato alla lettera di sovrassaturazione ecc, ecc.
                          Qui il discorso è il medesimo si stratta solo di sapere come agiscono gli "arrotondamenti" dei valori.
                          In generale ogni arrotondamento in eccesso porta ad un più elevato grado cautelativo del calcolo - per esempio come abbiamo visto "arrotondare" per eccesso (o per meglio dire entrare con un valore più alto) la profondità o il tempo porta ad un calcolo decompressivo più penalizzante.
                          Cosi pure la lettera di sovrassaturazione a fine immersione.
                          Se ho penalizzato il calcolo iniziale posso scegliere tra la lettera che avrei da un effettivo calcolo profondità reale e tempo reale oppure la lettera più penalizzante data dal calcolo fittizio implementato con valori prudenziali.
                          Anche in questo caso più "arrotondiamo" per eccesso la lettera all'uscita della prima immersione più rendiamo il calcolo cautelativo.
                          Poi ci sono delle eccezioni ossia dei parametri che per penalizzare il calcolo devono essere arrotondati per difetto e non per eccesso.
                          Tra questi primo fra tutti è la profondità della seconda immersione usata per leggere nell'apposita tabella il tempo fittizio da aggiungere alla seconda immersione.
                          In questo caso più la profondità è elevata e minore è il tempo fittizio questo perché il tempo fittizio indica il tempo necessario al nostro corpo per assorbire la quantità d'inerte ancora presente all'inizio della seconda immersione, in questo caso più ci esponiamo ad una pressione elevata e meno tempo necessiterà per arrivare ad assorbire quel valore di conseguenza meno fonda è la profondità della seconda immersione meno pressione agisce su di noi e maggiore è il tempo necessario ad assorbire l'eccesso iniziale.
                          Poi c'è il tempo dell'intervallo di superficie che riduce a mano a mano la lettera di sovrassaturazione anche in questo caso più arrotondiamo per difetto maggiore è il grado di penalizzazione.

                          Come si può notare la tabella permette una serie di implementazioni giocando con il valori dei dati iniziali che possono essere resi più penalizzanti ma queste implementazioni hanno il limite di essere soggette a dei salti dati dagli scaglioni con cui è costruita la tabella, questi scaglioni possono essere o troppo piccoli (ragion per cui dovrei arrotondare molto per avere il risultato voluto) o come spesso avviene sono molto grandi ed obbligano per esempio ad un salto di 10 minuti nel tempo di fondo che è di fatto un altra immersione.
                          Ovviamente a seconda di quello che vogliamo ottenere e quello che facciamo e perché lo facciamo (il fine) possiamo scegliere i parametri che meglio si prestano.
                          Ma tutto questo è mera conoscenza delle tabelle.

                          Il secondo aspetto, conseguenza del primo (proprio di questa discussione) è quello che è emerso dagli ultimi interventi.
                          Ossia, premesso che le tabelle in qualche modo permettono di essere "corrette" andando a rendere il calcolo più o meno penalizzante la domanda sorge spontanea quanto è corretto penalizzare.
                          Mi spiego:
                          non solo quando bisogna penalizzare ?
                          ma anche di quanto bisogna penalizzare ?

                          Ecco queste per me sono le prime domande a cui dare risposta prima di analizzare come penalizzare.

                          Perché se non sappiamo cosa vogliamo ottenere e perché non ha senso parlare di come convenga agire su una tabella per renderla più cautelativa.

                          Si corregge fondamentalmente per due motivi:

                          Il primo è legato alle condizioni, freddo, sforzi richiesti, condizione fisica iniziale.

                          Ora in ambito ricreativo pseudo avanzato (immersioni in aria fuori curva) è doverosa una premessa, in questi casi parliamo di singole immersioni e non ripetitive - parliamo di singole perché se fate un immersione profonda in aria fuori curva in genere è buona norma non eseguirne delle ripetitive che aumenterebbero esponenzialmente il rischio.
                          In prima immersione, in ambito, ripeto, ricreativo pseudo avanzato (aria profonda) non ha per me senso penalizzare il calcolo della tabella, perché se l'immersione si svolge in acque fredde il problema non è calcolare una penalizzazione ma dotarsi di un adeguata protezione termica (per capirci se affronto il lago in inverno con la semistagna non sono in sicurezza perché penalizzo il calcolo - sicurezza è non usare la semistagna ed immergersi con una stagna).
                          Cosi pure lo sforzo, quanto sforzo in più posso fare in aria profonda ?
                          Qui mi viene da ridere perché, in aria profonda parlare di sforzi, comporta un grosso e potenzialmente letale problema che non è certo la decompresisone, il problema è la narcosi e lo stress in aria fonda che ci limitano quindi la penalizzazione non ha senso perché comunque non possiamo compiere sforzi oltre un certo livello.
                          Condizione fisica, in generale se facciamo immersioni profonde in aria le condizioni fisiche devono essere buone (meglio ottime) quindi di che cosa parliamo ?
                          Ma ammetto che magari uno può sentire la necessità di cautelarsi perché magari non si sente al 100% (diciamo) in questo caso e solo in questo caso ha senso ritoccare il calcolo ma ben consci che lo "spazio£ di manovra tra un ottima condizione fisica ed una condizione fisica minore che non ci consente di fare quel tipo di immersioni è molto ma molto piccolo tanto che ancora una volta mi chiedo di cosa parliamo ?
                          O si sta bene o non si sta bene - fine.
                          Ed ancora se io mi immergo in gruppo o con un compagno non faccio penalizzazioni personali ma concordo una strategia decompressiva comune.
                          In questo quadro oggi (2021) non ha senso la tabella come strumento per articolare una decompressione diciamo complessa, ci sono i computer ed i software e soprattutto l'uso delle miscele decompressive.

                          Il secondo motivo è armonizzare avendo un occhio di attenzione alle immersioni ripetitive.
                          In questo ambito comprendo l'eventuale necessità di rendere cautelativo il calcolo ma in questo contesto le tabelle sono ancora una volta uno strumento rozzo ma comunque comprendo, in questo contesto se uno attua dei ritocchi arrotondando con consapevolezza di quello che fa i parametri nell'ambito di una maggiore "sicurezza".
                          Ma in questo caso le immersioni in aria non sono certo immersioni avanzate (ossia profonde e fuori curva) ma sono immersioni ricreative.

                          In ultimo ci sarebbe un terzo caso che per me esula dalle nostre competenze, riguarda chi ha dei problemi come la presenza di uno shunt (vedi FOP), questi soggetti potrebbero far subacquea ma all'interno di un attività molto cautelativa.
                          In questo contesto posso capire se uno "ritocca" i parametri d'ingresso delle tabelle spostando elevando il "conservatorismo".
                          Ma in questo caso non è il subacqueo o noi subacquei che decidiamo quanto aumentare ma solo i medici iperbarici che analizzata la nostra situazione fisica ci indicano i parametri entro cui tenerci.
                          Per questo escludo dalle nostre competenze questo terzo punto.


                          Cordialmente
                          Rana


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                          • #14
                            A me sembra che si sta ingigantendo la questione.
                            Se faccio immersione con un mono da 15 litri (3.000 litri di aria), esco con (almeno) 50 bar (750litri) in un tuffo ricreativo o leggermente avanzato (qualche minuto di deco, a tabelle), significa che nella mia immersione ho ventilato2.250 litri di aria, alle diverse pressioni. Dato che l'assorbimento - come dice Rana - è determinato da tempo e pressione e non dalla ventilazione, (o solo in modo molto marginale), la differenza di assorbimento dovuta allo sforzo da pinneggiata sarà allo stesso modo minimo, al punto tale che (salvo per le questioni puramente didattiche e di concetto), aggiungere qualche minuto (2-3) alla sosta di sicurezza o all'ultima tappa, fa bene, ma secondo me ha meno effetto che fare una risalita dall'ultima tappa alla superficie molto lenta.
                            Morale: Se cerco di contrastare la corrente nello Stretto di Messina o in una pass maldiviana faccio uno sforzo inutile, mi porta via comunque; se trovo una correntina (che contrasto in andata) che mi fa aumentare leggermente la ventilazione, non correggo nulla, dato che al ritorno l'avrò a favore e mentre desaturo in risalita, mi riposo anche. Quindi non correggo nulla, soprattutto se uso della tabelle che mi considerano un tuffo quadro quando molto probabilmente starò facendo anche una multilivello, tipica dei tuffi ricreativi.
                            Niente di quello che ho scritto è vero, sono uno che dice sempre bugie.

                            cit: "meno male che c'e' qualcuno che ha la scienza e sa come van fatte le cose..."

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                            • #15
                              Originariamente inviato da Lorescuba Visualizza il messaggio
                              A me sembra che si sta ingigantendo la questione.
                              Se faccio immersione con un mono da 15 litri (3.000 litri di aria), esco con (almeno) 50 bar (750litri) in un tuffo ricreativo o leggermente avanzato (qualche minuto di deco, a tabelle), significa che nella mia immersione ho ventilato2.250 litri di aria, alle diverse pressioni. Dato che l'assorbimento - come dice Rana - è determinato da tempo e pressione e non dalla ventilazione, (o solo in modo molto marginale), la differenza di assorbimento dovuta allo sforzo da pinneggiata sarà allo stesso modo minimo, al punto tale che (salvo per le questioni puramente didattiche e di concetto), aggiungere qualche minuto (2-3) alla sosta di sicurezza o all'ultima tappa, fa bene, ma secondo me ha meno effetto che fare una risalita dall'ultima tappa alla superficie molto lenta.
                              Morale: Se cerco di contrastare la corrente nello Stretto di Messina o in una pass maldiviana faccio uno sforzo inutile, mi porta via comunque; se trovo una correntina (che contrasto in andata) che mi fa aumentare leggermente la ventilazione, non correggo nulla, dato che al ritorno l'avrò a favore e mentre desaturo in risalita, mi riposo anche. Quindi non correggo nulla, soprattutto se uso della tabelle che mi considerano un tuffo quadro quando molto probabilmente starò facendo anche una multilivello, tipica dei tuffi ricreativi.
                              Esatto, hai saputo puntare il dito su un aspetto che non avevo considerato ma effettivamente è di fondamentale importanza.

                              Sott'acqua comanda sempre e solo la scorta di gas e non certo la decompressione che è "conseguenza".

                              Correggere la decompressione di un immersione in aria profonda andando ad applicare conservatorismi trova il tempo che trova.
                              Perché sono immersioni con tempi di fondo relativamente brevi e per tanto con un carico decompressivo piccolo, inoltre più aumenta lo stress minore è il tempo di fondo anche perché consumiamo di più, senza contare che lo stress in aria fonda non si può affrontare se non in minima parte per problemi che esulano dalla decompressione.

                              Tutto questo inoltre deve essere filtrato alla luce della scorta d'aria che si ha a disposizione, se ci immergiamo a livello ricreativo con un mono da 15 l. ma di cosa parliamo ?
                              Del nulla

                              Anche usano un bibo 10+10 le cose non cambiano, più andiamo profondo minore è il tempo a disposizione dovendo rispettare una gestione corretta dei volumi di gas.

                              Se poi pianifichiamo un immersione tecnica, profonda, con tempi di permanenza significativi, decompressive, stagna ecc, ecc, usando aria come miscela di fondo ..... e tabelle come strumento di programmazione.
                              Be qui siamo nel campo dell'assurdo dove tutto è possibile, in questo caso tana libera tutti ..... ma sono evidenti i paradossi.

                              Cordialmente
                              Rana

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