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    Scusate subcasalinghi,ho alcune domande non collegate fra loro...o si?
    1)parlando di saturazione e di coeficiente di saturazione/rapporto di saturazione=velocita'di saturazione x solubilita'(almeno credo) il valore numerico che si trova 1-2-3 che significato hanno...1 rispetto a 3 come si rapportano ,cosa vuol dire?
    2)quando si parla di tessuti/compartimenti veloci,medi,lenti...si è capaci di quantizzarli in percentuale?Perchè credo che abbia la sua importanza al fine degli algoritmi e loro sviluppi, e se tutti sono d'accordo sulle eventuali percentuali/quantita'?
    GRAZIE

  • #2
    uauuu...sembri uno che se ne capisce...sembri ehhh
    ......lasciami l'orgoglio di essere solo un uomo...

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    • #3
      Originariamente inviato da cesare Visualizza il messaggio
      uauuu...sembri uno che se ne capisce...sembri ehhh

      Grande Cesare, un caro saluto.


      Rana

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      • #4
        Ciao Principiante.
        Premesso che adoro le battute di Cesare ma che, in questo caso, comunica un fatto evidente le tue domande non sono da "principiante" ma da uno che almeno ha approfondito gli argomenti fino ad arrivare a determinati concetti.

        Quindi cosi a naso fiuto una provocazione ma l'accetto

        Male che vada dirò delle cavolate ma chi se ne frega.

        Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
        Scusate subcasalinghi,ho alcune domande non collegate fra loro...o si?
        1)parlando di saturazione e di coeficiente di saturazione/rapporto di saturazione=velocita'di saturazione x solubilita'(almeno credo) il valore numerico che si trova 1-2-3 che significato hanno...1 rispetto a 3 come si rapportano ,cosa vuol dire?
        Quando fai una domanda, sarebbe buona cosa contestualizzarla, altrimenti cosi in generale "chiedi tutto e quindi nulla" l'argomento è per sua natura tanto vasto che è come se io domandassi ad un astrofisico: "Come funziona l'universo ???"

        La mancanza di un contesto da cui scaturisce la tua domanda rende la mia risposta un interpretazione personale di quello che tu vorresti sapere, e questo mi suggerisce che potrebbe essere effettivamente un intervento fatto apposta per infiammare le discussioni.

        Ma andiamo avanti - effettivamente a me non frega tanto sapere cosa ha stimolato queste domande, ma, raccolgo la possibilità di parlare e confrontarci (spero in modo costruttivo).

        Io non so dove hai raccolto i dati 1-2-3 che citi (anche in questo caso sarebbe stato importante sapere le fonti da cui citi questi numeri - in futuro auspico che tu citerai sempre le fonti quando paventi dati).
        1-2-3 io non so metterli in relazione, se mi citi le fonti e se posso quindi prenderne atto e leggerle potrei provare a dire la mia.

        Posso provare a parlare di velocità e solubilità.

        Anch'io scriverò dei dati (numeri) molto semplici ma giustamente, come ti ho corretto facendoti notate che il non citare le fonti, quando si danno dei dati è scorretto anche quando si fanno domande, mi preme chiarire quali sono le fonti che mi portano a citare i dati che sto per dire.

        Le fonti sono dati dal comportamento fisico di due gas che noi subacquei chiamiamo "inerti":
        He - elio
        N2 - azoto

        La scienza conferma che L'elio è un gas "nobile" il che vuol dire che non si combina con nulla, non entra in reazione con nessuna sostanza (e se lo facesse le sue interazioni sarebbero molto deboli) - il termine "nobile" deriva appunto dalla nobiltà passata che non si "mischiava" con il popolo.
        Un altra sostanza "nobile" è l'oro e guarda caso per verificare se si tratta di vero oro lo si mette in contatto con l'acido (sostanza molto aggressiva a livello chimico) - se oro vero - non viene intaccato dall'acido.
        Inoltre l'elio He (notare che nel simbolo non ha nessun numero) è una molecola mono atomica molto piccola e leggera.

        Queste caratteristiche fanno si che sia poco solubile (la solubilità esprime la quantità di molecole che, a parità di pressione, saturano un tessuto) ossia a parità di pressione (rispetto per esempio all'azoto) satura con molte meno molecole - proprio perché essendo "nobile" e non avendo interazioni con le altre sostanze non riesce a ricavare lo stesso "spazio" atomico nel tessuto che lo ospita quindi poche molecole creeranno una tensione tale da andare in saturazione ossia da eguagliare la forza (pressione) che lo spinge ad entrare.
        Il fatto di essere una molecola mono atomica e leggere fa si che questo gas entra e quindi esce da un tessuto con una velocità molto elevata (rispetto per esempio all'azoto).

        L'azoto N2 è una molecola biatomica - ossia composta da due atomi (da qui il numero 2 che non ha l'elio essendo mono atomico non si indica nulla va da se che se non ha numero è 1 in quanto se fosse zero non ci sarebbero atomi e quindi non ci sarebbe nulla).
        L'azoto non è un gas "nobile", lo chiamiamo inerte solo perché all'interno del nostro corpo non ha tante iterazioni chimiche ma è una sostanza molto ma molto reattiva tanto che è alla base di molti fertilizzanti ed anche esplosivi.
        Queste sue caratteristiche fanno si che: la solubilità sia molto elevata in quanto riesce grazie alla sua natura molto reattiva a farsi spazio nel tessuto che lo ospita, quindi a parità di pressione dovranno entrare molte più molecole di N2 (rispetto per esempio all'He) per creare una tensione che eguagli al pressione che lo spinge a sciogliersi nel tessuto.
        Inoltre è una molecola grande (biatomica) e questo fa si che entri e quindi esca dal tessuto con una minore velocità rispetto, per esempio, all'elio.

        Questi aspetti li trovi scritti in ogni manuale di subacquea o trattati scientifici.

        Si stima quindi che:
        L'elio sia 2 volte più veloce dell'azoto - ma - l'azoto a sua volta sia 2 volte più solubile dell'elio.
        Quindi i facili numeri che otteniamo sono:

        Velocità: He=2 Vs N2=1
        solubilità: He=1 Vs N2=2

        Sono stati messi in relazioni questi due fattori (velocità e solubilità) in quanto entrambi contribuiscono al processo di saturazione.
        Questo rapporto dovrebbe chiamarsi indice di saturazione (prendetelo con le molle perché sto andando a memoria e potrei sbagliare).
        Proviamo a calcolarlo

        La formula è: velocità X solubilità = indice di saturazione

        N2 Azoto: 1 X 2 = 2

        He Elio: 2 X 1 = 2

        Cosa notiamo ?
        Che l'indice di solubilità è uguale per entrambi i gas, e cosa vuol dire questo risultato uguale ?

        Indica che le due curve di saturazioni che si creano in base alle caratteristiche dei due gas (He e N2) - caratteristiche diverse lo abbiamo visto sia in termini di velocità che solubilità - non possono comunque essere uguali perché non sono uguali i gas ma, e ripeto ma, hanno sicuramente uno o più punti in comune.

        Cerchiamo di capire questo ragionamento.

        immaginiamo le due curve che si sviluppano partendo dal tempo zero (inizio immersione) fino ad arrivare alla saturazione di un medesimo tessuto in una ipotetica medesima immersione (pressione).

        Nei primi minuti di esposizione alla pressione maggiore (non do volutamente dati matematici ne temporali precisi perché non li so ci interessa solo il concetto), a comandare non è la solubilità, ossia la quantità di molecole che possono entrare ma la loro velocità - siamo all'inizio - il tessuto è scarico - la pressione esterna è salita e quindi la fa da padrone la velocità.
        In questo contesto la curva dell'azoto è sotto, rispetto a quella dell'elio che essendo veloce satura prima, possiamo dire in soldoni (con tutti i distinguo che andrebbero fatti) che se l'immersione ha tempi di fondo relativamente contenuti, e quindi se la saturazione è di fatto affidata principalmente alla velocità dell'inerte l'elio è un gas penalizzante, rispetto all'azoto.
        A mano a mano che passa il tempo la velocità perde potere cedendo via, via, il controllo del processo alla solubilità ossia al numero di molecole che possono entrare, le due curve iniziano a cambiare andamento.
        Sale quella dell'azoto che è molto solubile e decresce l'andamento di quella dell'elio che è poco solubile, questo fa si che ad un certo punto le due curve si incrocino, ad un certo punto le curve si sovrappongono (come indica il fatto che i due gas hanno lo stesso indice di solubilità).
        Da questo punto in poi le due curve iniziano a distaccarsi ma se prima l'azoto era sotto l'elio ora è il contrario, l'azoto continua a crescere in termini di saturazione in quanto per arrivare all'equilibrio devono sciogliersi un numero maggiore di molecole, la curva dell'elio tende ad appiattirsi in quanto molto prima, con meno molecole raggiunge lo stato di saturazione, ossia la curva diventa una retta orizzontale e parallela al passare del tempo di esposizione (stato di saturazione).
        Anche la curva dell'azoto con il passare del tempo (molto più tempo) si appiattirà diventado una retta orizzontale e parallela al passare del tempo solo che questa linea si assesterà molto più in alto di quella dell'elio.

        Chiaro ?

        Tutto questo pippone per dire che ...
        Semplice.
        L'elio entra ed esce più velocemente, e satura con molte meno molecole ergo in termini di saturazione è sicuramente il gas migliore per noi subacquei.

        Cordialmente
        Rana
        Ultima modifica di RANA; 29-04-2020, 10:39.

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        • #5
          Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
          2)quando si parla di tessuti/compartimenti veloci,medi,lenti...si è capaci di quantizzarli in percentuale?Perchè credo che abbia la sua importanza al fine degli algoritmi e loro sviluppi, e se tutti sono d'accordo sulle eventuali percentuali/quantita'?
          GRAZIE
          Premettiamo che se si parla di tessuti veloci, medio, lenti, parliamo di modelli classici non a bolle.

          I modelli classici si basano sul fatto che ogni tessuto del nostro corpo ed il nostro corpo è composto da una quantità incredibile di tessuti, ha il suo emiperiodo - ossia un tempo x in cui assorbe la metà dell'inerte per andare in saturazione.
          Ma non è possibile o non lo è allo stato attuale dell'arte affibbiare un determinato numero di tessuti reali del nostro corpo ai vari periodi di emisaturazione considerati.
          Qui si crea un malinteso, perché nei manuali dei computer si parla di numero di tessuti considerati ma è solo un espressione per quantificare il numero di emiperiodi considerati.
          Nessuno può dire con certezza che a quel determinato emiperiodo corrisponde al dito medio della mano tanto per intenderci, o all'alluce o a cosa volete.
          Possiamo solo generalizzare dicendo che i periodi (tessuti) veloci rientrano i tessuti molto vascolarizzati e sicuramente il sangue, via via che ci spostiamo verso i tessuti medio lenti troviamo probabilmente i tessuti poco vascolarizzati come ossa e cartilagini.

          Gli emiperiodi non sono stati presi andando a misurare ogni singolo tessuto anche perché avrebbe poco senso dato che il tutto dipende anche dall'irrorazione sanguinea quindi per farlo si dovrebbe sezionare ed analizzare un subacqueo vivo.

          Sono stati presi andando a stima prima pochi emiperiodi poi aumentandoli e modificandoli in seguito ai risultati pratici delle immersioni, della casistica incidenti ecc, ecc.

          Quindi la risposta è no, attualmente non è possibile arrivare a personalizzare un software decompressivo andando a caricare i valori degli emiperiodi calcolati effettivamente sul soggetto che lo adopererà nelle sue immersione.

          Gli emiperiodi i tessuti sono frutto di un compromesso statistico che abbraccia l'intera collettività di subacquei, poi possiamo agire su altri parametri del software per cercare di personalizzare la decompressione questo si ma non possiamo decidere e caricare gli emiperiodi.

          Se in un futuro ipotetico (sto sconfinando nella fantascienza) la nanotecnologia permetterà ai subacquei di ingerire dei nano rilevatori del livello di saturazione che posizionandosi nei vari tessuti del corpo riescono in tempo reale a comunicare con l'algoritmo inviando il livello effettivo di saturazione raggiunto dal tessuto stesso penso che avremo trovato il "sacro graal" della decompressione, quel giorno la decompressione non avrà più segreti.
          Quel giorno non avrà più senso parlare di modello decompressivo sapendo effettivamente come gli inerti transitano nel nostro corpo in entrata ed in uscita da ogni nostro tessuto, grazie a nanotecnologie in grado di campionare ogni tessuto in tempo reale, esisterà solo un modo corretto per ritornare in superficie.

          Premesso questo, la tecnologia per monitorare i nostri tessuti senza danneggiarli in tempo reale non esiste allo stato attuale della scienza quindi per ora dobbiamo "arrabattarci" con le varie teorie, modelli, metodiche, andando ad applicare la "ricetta" che più ci aggrada.

          Cordialmente
          Rana

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          • #6
            Un bradipo ha un tessuto più lento del tessuto di un ghepardo.

            Un compartimento di un treno regionale è più lento di un compartimento di un Maglev.

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            • #7
              ...scusatemi il ritardo...ma ho turni massacranti...non era mia intenzione fare alcuna provocazione ma solo porre domande(anche se possono sembrare strane)...sono un principiante rispetto al livello del dibattito che normalmente c'è in questo forum...poi mi sento principiante,nonostante l'età,e di conseguenza la curiosita'che ne consegue...ringrazio chi mi ha risposto,in particolare Rana che nonostante i dubbi si è impegnato a rispondermi.Le mie fonti erano,prima del 19,le chiacchere fra sub,alcuni vecchi libri che cerco di ricordare(nonostante lo zio austriaco) e i dibattiti in questo forum...ha ragione Rana nello scrivere che manca il "contesto"...era il normossico e credo di ricordare in particolare proprio un 'intervento di Rana...
              ma x venire a noi:1)
              dunque il numero (2) dell'" indice di saturazione'" non è un valore in rapporto ad altro" indice di saturazione"(x esempio 3) e che di conseguenza indicherebbe qualcosa rispetto al processo saturativo?In + od in - od altro?
              2)perciò non si sa' quantità/percentuale di compartimenti nei nostri tessuti? X esempio i tessuti lenti sono il 25% nel nostro corpo? ...e di conseguenza come "pesano " i vari compartimenti nei vari algoritmi...sono solo "conoscenza generale " della fisica dei gas,del nostro corpo e circolazione ecc,con statistiche d'immersioni ed approssimazioni?Che però hanno dato risultati piu' o meno rassicuranti e considerati abbastanza rappresentativi del comporatamento del/nel nostro corpo?...si, mi riferivo ,come riferimento,ai modelli classici...anche se nei modelli a bolle,comunque ci dovrebbe essere una parte di "classici"...
              Ringrazio ancora chi si è impegnato a rispondermi(in particolare Rana) e chi volesse rispondermi ancora

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              • #8
                Ciao Principiante.

                Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
                ...scusatemi il ritardo...ma ho turni massacranti...non era mia intenzione fare alcuna provocazione ma solo porre domande(anche se possono sembrare strane)...sono un principiante rispetto al livello del dibattito che normalmente c'è in questo forum...poi mi sento principiante, nonostante l'età,e di conseguenza la curiosita' che ne consegue...ringrazio chi mi ha risposto,
                Che dire dopo aver letto queste tue righe,
                forse ti ho giudicato troppo duramente senza tenere conto della tua buona fede.
                Se cosi, scusami.

                Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
                .... che nonostante i dubbi si è impegnato a rispondermi.Le mie fonti erano,prima del 19,le chiacchere fra sub,alcuni vecchi libri che cerco di ricordare(nonostante lo zio austriaco) e i dibattiti in questo forum...ha ragione Rana nello scrivere che manca il "contesto"...era il normossico e credo di ricordare in particolare proprio un 'intervento di Rana...
                Ecco che divento "fonte"
                Mi preme chiarire, io sono un grandissimo "c a z z a r o" quello che scrivo va preso con molti dubbi e poche certezze perché più di una volta ho preso cantonate, e fatto errori.

                Parliamo di trimix normossico.
                Si chiamano cosi tutte quelle miscele trimix ("Trimix" vuol dire mix di tre gas: O2 - He - N2) la cui frazione di ossigeno è prossima a quella dell'aria, ossia tra il 21% ed il 18%, pertanto respirabile in superficie (anche qui soprattutto quando siamo prossimi al 18% di O2 andrebbero fatti delle considerazioni ma fermiamoci per semplicità).

                L'indice di saturazione = ossia il prodotto tra velocità e solubilità = tendenzialmente uguale tra elio ed azoto - in una miscela la cui frazione di O2 è prossima a quella dell'aria ci indica che la miscela trimix normossico non avrà un comportamento tanto scostante, dal punto di vista decompressivo, rispetto al comportamento decompressivo dell'aria (miscela di fatto binaria due gas O2 ed N2 - non consideriamo 1% di gas vari che non incide in nulla).
                Questo in linea di massima.

                Poi nella pratica incide tantissimo la strategia di decompressione, l'uso delle decompressive che nel trimix hanno un impatto maggiore.
                Va da se che affronto una medesima immersione in aria con decompressione in aria rispetto al fatto di affrontarla in trimix con le due decompressive ad uscire prima è il subacqueo in trimix.
                Anche se in aria adottiamo le due decompressive il risultato non sarà comunque migliore, erodiamo un pochino la differenza ma il trimix vince.

                Questo sempre in linea di massima, perché in un semplice rimbalzo dal fondo, per esempio vado a -60 metri e risalgo immediatamente vincerà sempre l'aria perché la velocità dell'azoto è bassa.

                Chiaro ?
                Ma tieni presente che stiamo facendo delle semplici considerazioni di massima, va da se che la ricaduta pratica va poi verificata e studiata nel dettaglio del contesto senza andare a mettere in atto comportamenti dettati da un "uso" improprio dei concetti di massima espressi.

                Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
                ma x venire a noi:1)
                dunque il numero (2) dell'" indice di saturazione'" non è un valore in rapporto ad altro" indice di saturazione"(x esempio 3) e che di conseguenza indicherebbe qualcosa rispetto al processo saturativo?In + od in - od altro?
                Ogni gas ha il suo indice di saturazione, nella subacquea ludica i gas inerti utilizzati sono quasi ed esclusivamente due: l'azoto e l'elio.
                Pertanto l'indice di saturazione sono quelli, prendi il valore come un' arrotondamento fatto con "l'accetta" - non certo con valori precisi - ma penso di poter dichiarare che non siamo andati distanti e che il risultato ottenuto sia indicativo.

                Come inerti si possono usare anche altri gas, come per esempio l'idrogeno (H) ora io non so dare un valore di velocità e solubilità dell'idrogeno pertanto non so calcolare ne stimare il suo indice di saturazione, ma ipotizziamo (ammesso e non concesso non è un risultato che si basa su una stima ma solo un esempio per ragionare) che sia 2 volte comunque più veloce dell'azoto ma che non essendo un gas nobile ma reattivo (in una miscela con un tenore di ossigeno superiore al 4% ha la brutta tendenza a "detonare") abbia un analogo valore di solubilità 2
                In questo caso (inventato sia chiaro) avremmo 2 X 2 = 4 come indice di saturazione (ripeto sono solo considerazioni inventate).

                Se cosi, ammesso e non concesso, potremmo anche andare a fare delle considerazioni andando a verificare l'andamento delle curve di saturazione e quindi cosa indica un valore 4 come indice di saturazione rispetto ad un valore 2.
                Ma ..., ripeto, nella subacquea ricreativa gli unici inerti usati sono azoto ed elio pertanto non ci sono altri indici da mettere in correlazione.

                Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
                2)perciò non si sa' quantità/percentuale di compartimenti nei nostri tessuti? X esempio i tessuti lenti sono il 25% nel nostro corpo? ...e di conseguenza come "pesano " i vari compartimenti nei vari algoritmi...sono solo "conoscenza generale " della fisica dei gas,del nostro corpo e circolazione ecc,con statistiche d'immersioni ed approssimazioni?
                Non sono un medico iperbarico e per tanto la mia risposta è da prendere con le "molle" - come semplice chiacchierata di due che provano a discutere su argomenti di cui non hanno una vera e specifica formazione tale da porte descrivere con esattezza lo "stato dell'arte".
                Tutti noi uomini siamo uguali apparteniamo al genere umano (anche se alcuni sono "bestie" ma questo è un altro discorso) ma allo stesso modo ognuno di noi è unico anche nel corpo.
                C'è chi è alto, chi è basso, chi magro, chi grasso, chi con i capelli, chi senza, i giovani, i vecchi, quelli di mezza età ecc, ecc, ecc .....
                Ogni corpo ha delle sue peculiarità che lo rendono unico.
                Non è possibile adattare i periodi ("emi periodi" detti "tessuti") di un algoritmo alle peculiarità effettive del fisico nello specifico di un preciso subacqueo.
                I software ed alcuni computer permettono di modificare degli altri parametri (come per esempio i famosi "gradient factor" GF) per andare a "personalizzare" la decompressione sulla base di ragionamenti che tengono conto non solo di quello che si fa e dove si fa, ma anche di chi compie l'immersione dal punto di vista delle sue caratteristiche fisiche.
                Per esempio è da sempre risaputo che dopo una certa età il subacqueo dovrebbe applicare dei "prudenzialismi" nella decompressione proprio perché con l'aumento dell'età i tessuti del corpo sono tendenzialmente meno idratati tanto per dire.

                I comparti (tessuti o più correttamente emi-periodi) sono nati "empiricamente" Haldane ha formulato il suo modello, ha ipotizzato che ogni tessuto avesse il suo emi-periodo e cosi facendo ha inizialmente calcolato un primo modello basato su pochi emi-periodi definiti più o meno a senso (senza andare a verificare tessuti) come dire inizio a calcolare l'emiperiodo di 5 minuti poi di 10 di 15 e di 20 - cosi proprio andando a "sentimento", poi ha preso delle pecore e le ha compresse e decompresse seguendo il suo modello, ha contato le pecore sane da quelle embolizzate ed ha effettuato degli aggiustamenti aumentando o variando i tempi di emi-saturazione.
                Poi dalle pecore è passato agli uomini e nuovamente si è proceduto in maniera empirica.
                Ai giorni nostri si sono cercate verifiche ma fondamentalmente i "periodi" non possono essere imputati a tessuti precisi e ancora di più mirati sulle caratteristiche specifiche di una persona in particolare.

                Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
                Che però hanno dato risultati piu' o meno rassicuranti e considerati abbastanza rappresentativi del comporatamento del/nel nostro corpo?...
                Assolutamente si, anche se la scienza non sa stabilire con certezza il vero valore di emi-saturazione di ogni tessuto del corpo umano, anche in virtù del fatto che la diffusione dipende dalla vascolarizzazione e dall'impossibilità di andare a verificare un corpo vivente, il riscontro statistico che oggi annovera un numero elevatissimo di immersioni e quindi di dati ha messo in evidenza e dimostrato che i modelli che usiamo sono effettivamente validi.

                Il difficile è dire cosa è meglio.
                Per esempio anni fa quando erano usciti i modelli a bolle questi sembravano i migliori ed i modelli classici sembravano deficitari, oggi nuovi studi e riscontri sembrano indicare i modelli classici come quei modelli in grado di garantire risalite con meno rischio "infiammatorio", rispetto ai modelli a bolle.
                Diciamo che i modelli funzionano tutti a livelli accettabili ma che la corsa per stabilire chi è meglio e dove è meglio usarli è ancora in svolgimento, avvolte assistiamo a dei sorpassi ma il traguardo è ancora distante

                Originariamente inviato da principiante Visualizza il messaggio
                si, mi riferivo ,come riferimento,ai modelli classici...anche se nei modelli a bolle,comunque ci dovrebbe essere una parte di "classici"...
                No, i modelli a bolle non hanno come base di calcolo le considerazioni alla base dei modelli classici.
                Nei modelli a bolle non abbiamo i tessuti (gli emiperiodi) abbiamo quella che viene chiamata distribuzione delle bolle.
                A seconda della fascia di bolle considerata, all'interno della distribuzione stessa cambia il risultato della decompressione.
                Ovviamente l'inerte anche nei modelli a bolle si accumula nei tessuti in forma disciolta (non gassosa come avevo scritto ora ho corretto) e questo crea una massa di gas che deve uscire ma nei modelli a bolla il problema non è dato dall'inerte disciolto ma dal comportamento delle micro bolle.
                Quindi si calcola l'inerte assorbito nei tessuti, per arrivare a stabilire cosa grava sulle micro-bolle ma il calcolo decompressivo si basa sul comportamento delle micro-bolle che non essendo tutte dello stesso diametro hanno comportamenti differenti ergo da qui la distribuzione e il raggio considerato cosa che non c'è nei modelli classici.

                Attenzione non basarti sui computer "ricreativi" venduti con la sigla RGBM, perché questi sono sempre modelli classici implementati con un calcolo RGBM, per questo in questi computer RGBM travestiti per modelli a bolle nei libretti di uso e manutenzione leggi il numero dei tessuti considerati.
                In poche parole sono modelli classici che nel bene e nel male sono un ancora di sicurezza per poter dire noi siamo il massimo della sicurezza con in più una piccola modifica che implementa ossia aggiunge un andamento affine ai modelli a bolle.
                E' solo mero marketing, poter dire che è a bolle rende lo strumento, alla vista del consumatore, più appetibile e quindi lo spinge a comprarlo.

                Il modello vero ed originale RGBM a bolle non ha un algoritmo classico alla base delle sue elaborazioni e quindi non troverai la suddivisione dei tessuti ma la distribuzione delle bolle.
                Ma questi computer non avranno mai questo modello originale perché nessuna ditta vuole problemi legati ad una potenziale causa legale perché lo strumento non è affidabile.

                Cordialmente
                Rana
                Ultima modifica di RANA; 30-04-2020, 13:26.

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                • #9
                  Mi ha interessato questo theread,x le domande e le risposte di Rana...
                  1)Perciò x quando riguarda le "curve" ed indice di saturazione... 2 rispetto a 4 vuol dire che magari la curva (2) ha una curva di indice di saturazione con angolo maggiore o minore rispetto(4) nella proiezione cartesiano con ascisse velocità e solubilità e dunque un processo di saturazione maggiore o minore?
                  2)...perciò, x dirla come dice principiante, non riusciamo a" percentualizzare"i diversi tessuti(veloci, medi, lenti) cioè a "quantizzarli"?
                  Ciao ciao

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                  • #10
                    Bella chiacchierata. Mi permetto di dire solo una cosa...senza voler stuzzicare Rana. Ma dire che l'elio, He, sia una molecola monoatomica non si può sentire! È semplicemente un atomo, o integrato nel discorso di prima un gas costituito da singoli atomi (tra l'altro di piccole dimensioni).
                    Dire che un elemento è una molecola monoatomica è come se io parlassi di una persona single come di una coppia monopartner
                    Un saluto

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                    • #11
                      Originariamente inviato da Lazzarosub Visualizza il messaggio
                      Bella chiacchierata. Mi permetto di dire solo una cosa...senza voler stuzzicare Rana. Ma dire che l'elio, He, sia una molecola monoatomica non si può sentire! È semplicemente un atomo, o integrato nel discorso di prima un gas costituito da singoli atomi (tra l'altro di piccole dimensioni).
                      Dire che un elemento è una molecola monoatomica è come se io parlassi di una persona single come di una coppia monopartner
                      Un saluto
                      Ciao Lazzarosub.
                      Grazie per il tuo intervento e per aver corretto un concetto che ho mal espresso.

                      Io intendevo che la molecola dell'elio è formata da un solo atomo di elio tanto che il suo simbolo chimico He non ha numeri.

                      Al contrario, tanto per capirci, l'azoto è una molecola composta da due atomi di azoto per questo il suo simbolo chimico è N2 (il due sta ad indicare che la molecola contiene appunto due atomi).
                      La stessa cosa vale per l'ossigeno simbolo O2 molecola composta da due atomi.

                      Accetto e comprendo che la mia espressione impropria: "monoatomica" sia poco "musicale" per le orecchie di un professore di fisica e mi scuso.
                      Io non sono un professore di fisica e per questo spero mi perdonerete il mio linguaggio diciamo poco "musicale".

                      Grato comunque a quanti come te mi fanno notare gli errori e le espressioni non corrette

                      Cordialmente
                      Rana

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                      • #12
                        Originariamente inviato da Lazzarosub Visualizza il messaggio
                        come se io parlassi di una persona single come di una coppia monopartner
                        questa me la rivendo
                        www.bludivecenter.com

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