negli ultimi mesi sto facendo un corso reb (in cui il mio istruttore, prima di farmi passare al circuito chiuso vero e proprio ha voluto farmi fare 8 tuffi con un semichiuso azimut alto fondale, al fine di capire le meccaniche e la differente respirazione rispetto al circuito aperto).
Sinceramente fatico a capire il senso di un semichiuso limitato a 40 metri, dove migliorando la respirazione si possono ottenere consumi piuttosto simili ad un aperto (la cosa cambia notevolmente andando più a fondo): i consumi sono molto minori in profondità, ma si livellano salendo verso la superficie (la miscela di fondo in genere erogava 15,5 litri/minuto ed era il medesimo consumo sull'ossigeno in deco, consumo che è tutto fuorchè basso). Il vecchio azimut alto fondale, credo sia uno dei pochissimi che permettesse di andare a profondità tecniche ma a scapito di una massa da spostare che è tutto fuorché trascurabile.
Circa l'istruzione... ce ne vuole comunque molta perché devi essere addestrato alle emergenze: a passare in circuito aperto, alla maggiore manutenzione ed attenzione generale, perché un errore in un semichiuso e (peggio ancora) in un chiuso può avere esiti mortali (e spesso in superficie). Lo stesso passaggio da cc a oc, richiede un po' di abitudine: dovendo chiudere il rubinetto dell'erogatore, mollare lo stesso in modo che finisca sopra la testa e passare al bailout (che deve essere aperto ed accessibile). Manovre che sono simile al passaggio ad una decompressiva (solo un attimo più complesse) ma totalmente nuove per chi ha fatto sempre e solo ricreative.
Oltre a questo, è necessario ricordarsi di chiudere i flussi, altrimenti il sistema continua ad erogare e si acquista positività (oltre a sprecare aria).
Quando si scende i sacchi contropolmone si comprimono e bisogna saper raggiungere i comandi per gonfiarli (altrimenti la respirazione è molto difficoltosa). Quando si risale bisogna sgonfiarli. Nulla di trascendentale... ma non è roba molto ricreativa. Personalmente la cosa che più mi dava fastidio era il continuo cambio di assetto, visto che in quel modello (l'horizon dovrebbe essere un passivo, quindi con meccanismi diversi dall'azimut) i sacchi venivano continuamente rabboccati da quel flusso che variava tra 9,5 e 15,5 litri al minuto e l'unico modo per avere un assetto stabile era chiudere il circuito e monitorare il sensore della ppo2 per non arrivare a livelli di pericolo, in alternativa si oscillava tra negatività e positività in base all'aver scaricato o meno i sacchi polmone e l'equilibrio perfetto durava pochi secondi.
Infine, oltre all'occhio costantemente puntato sui monitor/hud tocca abituare l'orecchio ai suoni della macchina che sono specifici e confortanti.... cosa che in un subaqueo ricreativo che fa pochi tuffi all'anno, vedo dura.
In pratica i vantaggi del semichiuso ci sono ma sono veramente pochi rispetto agli svantaggi.
Il circuito chiuso vero e proprio, invece, è veramente un altro pianeta. Assetto sempre ottimale, respirazione molto piacevole. Resta la necessità di un ottimo addestramento, elevata attenzione sia visiva che acustica e la consapevolezza che la macchina è poco tollerante agli errori (ancora meno dell'scr) ma almeno offre ben altre prestazioni.
Sinceramente l'horizon non lo prenderei mai in considerazione... al contrario del revo che mi attira molto (e che vorrei provare in futuro)
PS: definire un semichiuso un moltiplicatore di gas è una baggianata di marketing. Si respira dentro un sacchetto dove la co2 dovrebbe essere filtrata ed un sistema più o meno intelligente rabbocca la miscela per avere una pressione parziale di ossigeno adatta. Ma non c'è nessuna moltiplicazione di gas... anche perché sarebbe impossibile fisicamente.
PS2: sull'azimut si scende con un 14 litri 5+5 di ean + 4 di o2 e al secondo tuffo di mezz'ora si esce con 30/40 bar. Nulla di strabiliante.
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