Gue Fundamentals vs. UTD Essential to Tech

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  • #61
    Nel frattempo fra una caciarata e l'altra e tra un fritto e rifritto leggete qui: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6147226/?fbclid=IwAR2NGfRVomARdJtrU_wpIOcT8-i_qKVxmFM7RU4a-UT6pSBYbxVGZ6S4P2s
    Auguri!!
    http://www.youtube.com/user/ugosgrevi?feature=mhee#p/u
    Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.
    Erri De Luca, I pesci non chiudono gli occhi

    cit. giordydiver: "un subacqueo GUE ben addestrato(il 99% dei casi)"
    cit. giordydiver: "gli utenti sono nella mia testa e sanno meglio di me quello che volevo dire !!"

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    • #62
      Originariamente inviato da lo scrondo Visualizza il messaggio

      Bella bomba .
      Ciao MarenaSub
      Cit.Silvano :
      Qualcuno ha persin detto che per andare sott'acqua ci vogliono le palle.
      E subito qualcun'altro ha scritto che palle e scroto raggrinziti dal freddo spostano meno liquido che le stesse allascate e gonfie per la calura, se ne deduce che con le palle al fresco si è negativi e si può togliere zavorra, viceversa , a palle lasche , un po' di zavorra in più non fa mai male.

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      • #63
        Io vado avanti al solito modo con i miei Aladin e con i miei bibo ad aria
        Paolo
        Paolo

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        • #64
          Originariamente inviato da nato90 Visualizza il messaggio
          Grazie a tutti per le vostre opinioni!! Quindi da quello che ho capito tra i due corsi delle due didattiche non ci sono grosse differenze (se non forse il rapporto allievo istruttore massimo) e quindi dovendo decidere quale corso fare tra i due punterei tutto sull'istruttore e sulla comodità/vicinanza del luogo dove si svolgerà il corso!!

          Vi faccio ancora una domanda: se per esempio uno avesse il brevetto gue fundamentals e volesse poi fare il corso Tech 1 UTD (o viceversa: possiede un brevetto utd essential to tech e poi volesse fare il corso gue tech 1) è possibile farlo??

          grazie a tutti per le risposte


          Ciao per quanto riguarda i corsi delle due didattiche che io sappia se vuoi fare il corso UTD tech1 ed hai la certificazine GUE fundamental lo puoi fare al contrario no, per fare un corso GUE devi avere una certificazione GUE.
          Per quanto la differenza tra le due didattiche sostanzialmente sono molto simili.
          Ci sono delle piccole differenza negli skill ma niente di che sono piccolezze.

          Ciao

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          • #65
            Originariamente inviato da lo scrondo Visualizza il messaggio
            Ciao Scrondo.

            Ho letto con estrema difficoltà visto il mio inglese "maccheronico", potrei aver capito: "Lucciole per lanterne" per cui ti chiedo e vi chiedi un aiuto a conferma o correzione di quanto sto per affermare.

            Il link che hai postato è del 2017.
            Io non ho letto cose diverse da quanto già si sente parlare nei convegni.

            Correggetemi se sbaglio.

            Riassumendo, in soldoni.

            Una delle risposte del corpo allo stress decompressivo è data dalla reazione dell'endotelio.
            L'endotelio è il rivestimento interno dei vasi sanguinei, è un zona estremamente importante perché si è visto che uno dei compiti è quello di mediare la risposta del corpo ad un agente "aggressivo" come per esempio lo stress decompressivo.

            Quindi la PDD (Patologia Da Decompressione) non è solo l'effetto meccanico di una bolla di grandi dimensioni nel vaso sanguineo ma è spesso la conseguenza di una reazione infiammatoria attivata e mediata dall'endotelio.

            Lo studio in questione prende alcune sostanze (come una proteina chiamata "chemochina CCL5") che vengono rilasciate e mediate dall'endotelio per veicolare la risposta dell'organismo all'aggressione - processo infiammatorio.
            Tanto più sono presenti queste sostanze dopo un immersione tanto più è stato pesante il carico decompressivo.

            A questo punto hanno fatto una comparazione con una serie di immersioni in cui hanno analizzato la presenza di queste sostanze a fine immersione in due gruppi di subacquei, uno che ha eseguito un profilo classico (Bulmaniano) e l'altro che ha eseguito un modello diverso - qui non ho ben capito ma non mi pare che non sia un modello a bolle quello che l'articolo chiama "RDS" - è un modello classico con alcune implementazioni che ne allungano il tempo di decompressione e varia un pochino la distribuzione.

            Le conclusioni dell'esperimento mostrano che non ci sono differenza sostanziali nel patrimonio di microbolle a fine immersione tra i due metodi decompressivi, quindi si sarebbe portati a credere che non ci sono reali differenza tra le due modalità - ma - l'analisi del sangue mostra che le sostanze come la proteina CCL5 (indicatori dello stress decompressivo) sono leggermente maggiori nei subacquei che hanno eseguito il modello decompressivo modificato "RDS" rispetto a quelli che hanno eseguito il modello classico, e, questo farebbe pensare - il test è troppo piccolo per poter stabilire risultati certi - che, forse, il fatto di fare più decompressione non porta sempre ad un vantaggio reale.

            Anche Pasquale Longobardi ha divulgato risultati simili.
            In poche parole s'inizia a ritenere che l'eccesso di decompressione possa essere un problema.
            Questo va contro la tendenza che vedeva finora preferire decompressioni lunghe, come dire più decompressione si fa meglio è.
            Oggi si tende a dire che bisogna fare la decompressione minima richiesta senza eccessi.

            Inoltre tutti questi discorsi anche se basati su esperienze sperimentali come quella postata nel link sono pure speculazioni se non si considera un elemento fondamentale come lo stato fisico del subacqueo.
            Idratazione, e riposo corretto (numero di ore di sonno corrette fatte nelle ore corrette della notte) dato che durante il sonno viene prodotto "ossido nitrico" che è una sostanza che protegge l'endotelio.
            Va da se, ed è logico ritenere che un subacqueo ben idratato e ben riposato produca meno di queste proteine (come la CCL5) a parità d'immersione rispetto ad un subacqueo non correttamente idratato e/o riposato.

            Per finire, cosa che mi preme chiarire, anche con il vostro aiuto, il link postato non confronta i modelli classici (come Bhulman) con i modelli a bolle (come VPM o RGBM) per cui non pensate che i modelli classici, in base a questo studio, sono da preferirsi ai modelli a bolle, no nulla di tutto questo.
            Correggetemi se sbaglio, ovviamente.

            Il link postato in poche parole mette al confronto una decompressione classica con una decompressione implementata, ossia aumentata, i cui minuti sono distribuiti in maniera diversa alle varie quote.
            In poche parole confronta una decompressione classica che possiamo definire minima deco necessaria, con una decompressione in cui si va oltre il minimo aumentando i tempi.

            Insomma per noi subacquei della domenica non cambia nulla

            Ancora una volta ci viene in soccorso il buon senso: usate il modello che più vi piace, classico o a bolle (che per inciso da tempi totali di decompressione tendenzialmente sono più bassi) usatelo con cognizione senza fare settaggi iperprotettivi che aumentano in maniera spropositata i tempi di decompressione.
            Curate in maniera maniacale le condizioni fisiche con particolare attenzione all'idratazione e al corretto riposo.
            Per il resto buone bolle come sempre

            Cordialmente
            Rana

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            • #66
              Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio



              Anche Pasquale Longobardi ha divulgato risultati simili.
              In poche parole s'inizia a ritenere che l'eccesso di decompressione possa essere un problema.
              Questo va contro la tendenza che vedeva finora preferire decompressioni lunghe, come dire più decompressione si fa meglio è.
              Oggi si tende a dire che bisogna fare la decompressione minima richiesta senza eccessi.

              Da quel che ho capito, ma potrei sbagliarmi, non è un problema di tempo di deco ma di profondità delle tappe. Con i modelli Bhulmann si tende a farle più alte, anche rispetto ai vpm, per non parlare dei sistemi di ratio deco di GUE e compatibili che, infatti stanno venendo abbandonati anche da loro (o da alcuni di loro).




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              • #67
                Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio

                Ancora una volta ci viene in soccorso il buon senso: usate il modello che più vi piace, classico o a bolle (che per inciso da tempi totali di decompressione tendenzialmente sono più bassi) usatelo con cognizione senza fare settaggi iperprotettivi che aumentano in maniera spropositata i tempi di decompressione.

                Il settaggio iperprotettivo secondo me tendenzialmente aumenta la sicurezza dell'immersione... mi spiego.. se io allungo le tappe superficiali con miscele iperossigenate o o2 non dovrei avere grossi problemi (CNS a parte). gli studi più recenti, viceversa, affermano che fare tappe fonde sia controproducente. queste però di solito non sono determinate dal conservativismo del software bensì dall'algoritmo usato.
                Direi di usare invece modelli aggiornati e che statisticamente hanno comportato meno incidenti (Buhlmann, a quanto pare).

                ps.
                La cosa comunque mi lascia perplesso.. fino ad un paio di anni fa ti dicevano che se non usavi il VPM ti facevi male... ora ti dicono che se non usi il Buhlmann ti fai male... Su una cosa sembrano tutti sempre stati d'accordo però :P

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                • #68
                  Originariamente inviato da guaivor Visualizza il messaggio
                  Da quel che ho capito, ma potrei sbagliarmi, non è un problema di tempo di deco ma di profondità delle tappe. Con i modelli Bhulmann si tende a farle più alte, anche rispetto ai vpm, per non parlare dei sistemi di ratio deco di GUE e compatibili che, infatti stanno venendo abbandonati anche da loro (o da alcuni di loro).
                  ​Grazie Guaivor per il tuo intervento e il confronto che mi offri.

                  Questo articolo punta il dito effettivamente contro un modo particolare di distribuire il tempo di decompressione - come hai detto tu.

                  Da qui a mettere in discussione l'affidabilità dei modelli a bolle io ci andrei con le "molle".

                  Riconosco che in un passaggio l'articolo fa riferimento anche ai modelli a bolle - cosa che ammetto mi era sfuggita (limiti della mia ignoranza linguistica):

                  Riporto il passaggio in inglese e la traduzione (Google traduttore):

                  "There is widespread belief that bubble algorithms and the RDS, which redistribute decompression in favour of deeper decompression stops, are more efficient than compartmental shallow-stop algorithms. This is despite recent hyperbaric chamber studies not supporting this view."

                  ​Traduzione:
                  ​È opinione diffusa che gli algoritmi di bolla e l'RDS, che ridistribuiscono la decompressione a favore di tappe di decompressione più profonde, sono più efficienti di algoritmi compartimentali con tappe di decompressione a bassa profondità (prossime alla superficie. Questo nonostante i recenti studi di camera iperbarica che non supportano questa visione.

                  Questo passaggio effettivamente sembrerebbe avallare quanto hai detto, ma io sono cauto ad arrivare a facili conclusioni (per intenderci: i modelli a bolla sono pericolosi), i modelli a bolla distribuiscono la decompressione a quote più profonde questo è vero ma i profili che generano hanno dimostrato una loro validità, e, per me non sono spinti come quelli che questo studio ha usato per arrivare a queste conclusioni.

                  Il profilo usato in questo studio non è un profilo generato da un modello a bolle, il profilo è ben descritto in questo passaggio che riporto di seguito.

                  Riporto sempre il passaggio in inglese e la ​traduzione (Google traduttore):

                  "The RDS adopts a coded concept of set points that fixes a ratio of bottom time and decompression time for various depths to calculate the decompression times (40 msw ratio 1:1; 60 msw ratio 1:2; 75 msw ratio 1:3). Additional rules are used to interpolate between set point depths. The total decompression time obtained from the RDS is distributed among decompression stops according to a set of rules (Table 1). The total decompression time for RDS divers was longer than that generated by the CDM profile, but what changed most was the shape of the ascent profile (Figure 1), with lengthening of the time at the gas switch. The decompression develops in several steps with a first deep stop at 75% of the maximum depth (1 min) and a second deep stop at 50% of maximum depth (1 min). These two stops at a conservative depth during the ascent phase are proposed to help to control the critical volume of inert gas which is correlated to the radius of the microbubbles. The ascent to the first decompression stop (37 msw) was 10 m·min⁻¹ and thereafter 3 m·min⁻¹ up to the gas switch and subsequent stops."

                  Traduzione:
                  L'RDS adotta un concetto codificato di set point che fissa un rapporto tra tempo di fondo e tempo di decompressione per le varie profondità per calcolare i tempi di decompressione (rapporto di 40 msw 1: 1; rapporto di 60 msw 1: 2; rapporto di 75 msw 1: 3). Ulteriori regole vengono utilizzate per interpolare tra le profondità del set point. Il tempo di decompressione totale ottenuto dall'RDS viene distribuito tra le soste di decompressione secondo un insieme di regole (Tabella 1). Il tempo di decompressione totale per i sub RDS era più lungo di quello generato dal profilo CDM, ma ciò che è cambiato maggiormente era la forma del profilo di risalita (Figura 1), con allungamento del tempo al cambio gas. La decompressione si sviluppa in più passaggi con un primo arresto profondo al 75% della profondità massima (1 min) e un secondo arresto profondo al 50% della profondità massima (1 min). Queste due fermate a una profondità conservativa durante la fase di risalita vengono proposte per aiutare a controllare il volume critico di gas inerte correlato al raggio delle microbolle. La salita alla prima sosta di decompressione (37 msw) è stata di 10 m · min⁻¹ e successivamente 3 m · min⁻¹ fino all'interruttore del gas e alle fermate successive.

                  Ora se la traduzione è corretta (a voi o a chi è preparato in tal senso dirlo) RDS dello studio in questione non deriva da un modello a bolle.
                  Ma, a me sembra, un profilo classico modificato con una serie di valutazioni empiriche, per questo sono cauto ad arrivare a delle conclusioni.


                  Io, personalmente, ritrovo molti aspetti di questo studio in alcune "virate" che sono state fatte dai medici e mi riferisco in tal senso all'applicazione delle famose "deep stop" tappe profonde, vi ricordate Pyle ....
                  Ecco andare ad appesantire la decompressione inserendo elementi estranei ai modelli, come per esempio iniziare delle tappe profonde al 75% della profondità massima dando un rapporto con la loro durata in base al tempo di permanenza (vedi concetti come "ratio deco") sono questi gli aspetti che effettivamente anche da questo studio tendo a diffidare.

                  Premesso questo io non vedo motivi in questo studio per "allarmarsi" e pensare che siamo alla soglia di una rivoluzione concettuale stratosferica ed imprevista.

                  Penso che è uno studio che si allinea a tanti altri le cui ricadute pratiche per noi subacquei sono delle indicazioni di massima a non eccedere nei tempi della decompressione e in pratiche empiriche di ridistribuzione come iniziare molto in profondità una serie di fermate anche per brevi tempi come la distribuzione ad "S".

                  Correggetemi se sbaglio ma la distribuzione ad "S" la conosciamo tutti, dato che è comportamento diffuso al cambio dei 21 metri rimanere alcuni minuti (per far agire l'o2 del nitrox 50 prima di risalire a quote prossime alla superficie).
                  Questo allungamento della tappa fa fare un andamento ad S nella ridistribuzione dei tempi di decompressione.
                  A -21 i tempi si allungano (mi fermo) poi nelle tappe intermedie tra 21 e la superficie i tempi di accorciano per poi nuovamente allungarsi nelle ultime tappe.

                  Se vogliamo dire che questo modo ("S") di distribuire la decompressione - metodo empirico non trova riscontro nella distribuzione dei tempi nei modelli a bolle - che si ottiene impostando nel software delle fermate "arbitrarie" è discutibile ... nulla da eccepire ma da qui a dire buttiamo via i modelli a bolle mi sembra esagerare.

                  Cordialmente
                  Rana


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                  • #69
                    Originariamente inviato da guaivor Visualizza il messaggio
                    Il settaggio iperprotettivo secondo me tendenzialmente aumenta la sicurezza dell'immersione... mi spiego.. se io allungo le tappe superficiali con miscele iperossigenate o o2 non dovrei avere grossi problemi (CNS a parte).
                    ​Ni ....
                    L'ossigeno ha una sua aggressione sul nostro corpo, produce danno da ossidazione - tanto che ormai è opinione diffusa che il tanto decantato senso di minor stanchezza conseguenza all'uso delle nitrox andrebbe riveduto più come un effetto placebo.

                    Eccedere nei tempi vuoi con alte dosi di O2 prossimi alla superficie, vuoi caricando tappe empiriche che distribuiscono la decompressione a quote più profonde è effettivamente un approccio che al momento sembra non essere corretto come si pensava.

                    Originariamente inviato da guaivor Visualizza il messaggio
                    gli studi più recenti, viceversa, affermano che fare tappe fonde sia controproducente. queste però di solito non sono determinate dal conservativismo del software bensì dall'algoritmo usato.
                    No, non confondiamo i discorsi.
                    Cosa intendi per tappe profonde ?

                    Intendi il fatto che i modelli a bolla distribuiscono la deco ad iniziare da una maggiore profondità rispetto ai modelli classici ?
                    Se intendi queste tappe - queste non sono le tappe profonde che sono state "bandite" da recenti studi.
                    Queste sono tappe di un preciso modello decompressivo che al momento godono di risultati positivi.

                    Le tappe profonde criticate sono le famose "extra deep stop" - ossia tappe profonde aggiunte con i vari metodi empirici.
                    Ce ne sono tanti.
                    Ricorso a titolo di esempio il metodo Pyle tappe alla metà della profondità massima.
                    Ricordo la tappa fatta alla quota dove regna la metà della pressione massima di esposizione (profondità massima diviso 2 meno 5).

                    Queste sono tappe che recenti studi hanno evidenziato essere più critiche che vantaggiose, i vantaggi si hanno nelle immersioni a bassa profondità massimo -30 metri con tempi importanti di permanenza, in questi casi queste tappe nelle prove hanno mostrato benefici, ma nelle immersioni profonde e con tempi relativamente contenuti queste tappe si sono rivelate critiche.

                    Originariamente inviato da guaivor Visualizza il messaggio
                    Direi di usare invece modelli aggiornati e che statisticamente hanno comportato meno incidenti (Buhlmann, a quanto pare).
                    Questa è una tua conclusione che è tutta da verificare.

                    Originariamente inviato da guaivor Visualizza il messaggio
                    ps.
                    La cosa comunque mi lascia perplesso.. fino ad un paio di anni fa ti dicevano che se non usavi il VPM ti facevi male... ora ti dicono che se non usi il Buhlmann ti fai male... Su una cosa sembrano tutti sempre stati d'accordo però :P
                    Quando si parla di decompressione si parla di "ricette" decompressive.
                    Ricette - termine mutuato dalla cucina - proprio per mettere in evidenza il carattere soggettivo nel scegliere tra le varie teorie e scuole di pensiero.
                    Alla fine dalla fiera ognuno di cucina la ricetta che più gli piace e che considera più sicura.

                    Cordialmente
                    Rana

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                    • #70
                      Ciao Rana, non mi fraintendere. il vpm l'ho usato per anni con soddisfazione e,per fortuna, senza incidenti e non lo ritengo pericoloso, semplicemente sembra in via di superamento.

                      Con "tappe fonde" non intendevo le tappe di Pyle ma le tappe decompressive che i vari modelli distribuiscono in maniera differente.

                      Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio



                      Questa è una tua conclusione che è tutta da verificare.


                      è la conclusione che ho tratto dall'articolo, forse sbagliando.
                      Ultima modifica di guaivor; 17-04-2019, 19:02.

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                      • #71
                        io ho la vaga sensazione (mutuata anche da alcune chiacchierate fatte in compagnia di un medico iperbarico che viaggiava con me) che, siccome sono metodi statistici corretti per far rientrare buona parte della popolazione subacquea lavorino su una media che copra tutti: quelli con fop, quelli fuori forma, quelli con genetica predisposta, quelli che fumano e quelli che al contrario sono attivi, senza fop, con una vita ed un'alimentazione sana, geneticamente predisposti, ecc ed il risultato è che ci troviamo valori cautelativi (spesso ipercautelativi) che, superata la decompressione necessaria, inneschino infiammazioni dell'endotelio, infiammazioni che in buona parte dei casi si riassorbono più o meno rapidamente senza lasciare problemi.
                        Le statistiche dell'incidenza di mdd sono piuttosto a favore dell'attività subacquea ed ha poco senso rischiare con algoritmi aggressivi, come non ha senso usare gradienti ipercautelativi se non si hanno problemi fisici.
                        Però è bene sapere come è il proprio stato fisico (un bel bubble test, una visita medico sportiva ben fatta, tener sotto contro le analisi del sangue e mantenere un buon stile di vita, evitando eccessi prima dei tuffi, specie se impegnativi).
                        Magari in futuro test genetici (che già adesso iniziano a fare) forniranno algoritmi personalizzati quasi perfetti, nel frattempo non facciamoci troppe paranoie ma affrontiamo la decompressione con lucidità e la giusta dose di cautela.

                        PS: una cosa carina che mi raccontava questo medico è che lui nota già alle profondità ridicole della camera iperbarica una bella narcosi da azoto anche in OTS e subacquei (lì per visite e non per mdd): i riflessi rallentano molto e la grafia peggiora notevolmente (questo lo dico a favore del nitrox e del trimix).
                        Ultima modifica di darkfire; 17-04-2019, 19:14.

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                        • #72
                          Originariamente inviato da darkfire Visualizza il messaggio
                          io ho la vaga sensazione (mutuata anche da alcune chiacchierate fatte in compagnia di un medico iperbarico che viaggiava con me) che, siccome sono metodi statistici corretti per far rientrare buona parte della popolazione subacquea lavorino su una media che copra tutti: quelli con fop, quelli fuori forma, quelli con genetica predisposta, quelli che fumano e quelli che al contrario sono attivi, senza fop, con una vita ed un'alimentazione sana, geneticamente predisposti, ecc ed il risultato è che ci troviamo valori cautelativi (spesso ipercautelativi) che, superata la decompressione necessaria, inneschino infiammazioni dell'endotelio, infiammazioni che in buona parte dei casi si riassorbono più o meno rapidamente senza lasciare problemi.
                          Le statistiche dell'incidenza di mdd sono piuttosto a favore dell'attività subacquea ed ha poco senso rischiare con algoritmi aggressivi, come non ha senso usare gradienti ipercautelativi se non si hanno problemi fisici.
                          Però è bene sapere come è il proprio stato fisico (un bel bubble test, una visita medico sportiva ben fatta, tener sotto contro le analisi del sangue e mantenere un buon stile di vita, evitando eccessi prima dei tuffi, specie se impegnativi).
                          Magari in futuro test genetici (che già adesso iniziano a fare) forniranno algoritmi personalizzati quasi perfetti, nel frattempo non facciamoci troppe paranoie ma affrontiamo la decompressione con lucidità e la giusta dose di cautela.

                          PS: una cosa carina che mi raccontava questo medico è che lui nota già alle profondità ridicole della camera iperbarica una bella narcosi da azoto anche in OTS e subacquei (lì per visite e non per mdd): i riflessi rallentano molto e la grafia peggiora notevolmente (questo lo dico a favore del nitrox e del trimix).
                          Ad un convegno un medico iperbarico che era tra la platea, prendendo la parola e commentando le nuove tendenze disse:
                          "Ormai stiamo raschiando il fondo del barile"

                          Nel senso che ormai si vanno a guardare aspetti che sono le virgole, delle virgole, delle virgole.

                          Nell'immersione "umana" quella che possiamo fare noi le linee guida importanti si sanno al di la di tutte le speculazioni possibili immaginabili.

                          Queste linee guida sono evidenti e comuni a tutte le "ricette".

                          Personalmente non mi aspetto nessuna "rivoluzione" ma continui aggiustamenti nell'ambito di ciò che di fatto è marginale.

                          Cordialmente
                          Rana

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                          • #73
                            Originariamente inviato da abisso76 Visualizza il messaggio



                            Ciao per quanto riguarda i corsi delle due didattiche che io sappia se vuoi fare il corso UTD tech1 ed hai la certificazine GUE fundamental lo puoi fare al contrario no, per fare un corso GUE devi avere una certificazione GUE.
                            Per quanto la differenza tra le due didattiche sostanzialmente sono molto simili.
                            Ci sono delle piccole differenza negli skill ma niente di che sono piccolezze.

                            Ciao
                            Grazie mille per la risposta! C'è qualcun'altro che mi conferma che con un gue fondamentals posso fare un utd tech1 ma con un utd essential to tech non posso fare un gue tech 1??
                            Ultima modifica di nato90; 22-04-2019, 02:24.

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                            • #74
                              Originariamente inviato da Albertosixsix Visualizza il messaggio
                              usare nitrox a 20/30 metri o trimix a 40 lo trovo veramente diseducativo
                              Tolte certe finalità didattiche -come sottolinea RANA- sono d'accordo con te: mi pare una strategia di marketing molto labilmente camuffata da procedura di sicurezza. A meno che non si tratti di miscele decompressive in immersioni specifiche, e allora il discorso deve cambiare.
                              CACCIATORI DI RETI FANTASMA

                              Commenta


                              • #75
                                Originariamente inviato da Livio Cortese Visualizza il messaggio

                                A meno che non si tratti di miscele decompressive in immersioni specifiche, e allora il discorso deve cambiare.
                                Chiaro se iperossigenate vengono usate come decompressive (e le uso anche io) allora è tutto un altro discorso

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