I mesi di struggimento, poi la riapertura degli ultimi giorni: fortunatamente il mare sotto casa -o quasi- suggerisce idee e punti di ripartenza. Perciò (dopo un paio di altri tuffi per acclimatarsi) sabato 9 Maggio è venuto il momento di ritrovarci con l'ottimo Albertosixsix , per tuffarci sulla Bowesfield.
La nave di Torre Faro.
Si tratta di un mercantile inglese, affondato nel 1892 di fronte a questo paesino affacciato sullo Stretto di Messina, dopo aver urtato gli scogli presso Capo Peloro.
Molto nota, entusiasmante, non estrema per quote e difficoltà, l'immersione è una tra le preferite dei profondisti (o Tecnici, che DIR si voglia) siciliani e non, per la semplicità logistica e grazie all'insieme di elementi capaci di coinvolgere l'attenzione di tutti. Gli appassionati del “ferro" possono apprezzare gli elementi costitutivi della nave in sé -quelli che inspiegabilmente continuano a coinvolgerci di relitto in relitto, ogni volta per ragioni diverse-. Chi si entusiasma per fauna e flora può invece lasciar scorrere la vista lungo le murate disseminate di gorgonie gialle e viola.
A proposito di fauna, non mancano piccole ed inestimabili sorprese: come potrete leggere più avanti.
Insomma, ci ritroviamo alla spiaggia, e con molta calma nel giro di mezz’ora siamo pronti ad entrare in acqua. I tempi sono calcolati, vista la stanca della corrente. Perché , anche se la situazione non è affatto estrema, gli orari della corrente sono invece da rispettare al minuto: e questa può essere la vera difficoltà nell’immergersi qui.
Bene: dal momento in cui la prua inizia a stagliarsi davanti a noi, affido il racconto alla telecamera di Alberto, “pilotata” da lui o da me e talvolta emozionata lei stessa.
https://www.youtube.com/watch?v=YPk4nzjqWzk
La sorpresa è un bellissimo cavalluccio marino, perfetto, di colore bruno e non più lungo di 4 cm, che viene a controllarci nella nostra ultima tappa decompressiva e poi ci saluta affidandosi alla corrente…troppo rapido ed inatteso per essere filmato: uno di quegli incontri destinati a permanere, sottratti alla vista, nei sensi più profondi.
La nave di Torre Faro.
Si tratta di un mercantile inglese, affondato nel 1892 di fronte a questo paesino affacciato sullo Stretto di Messina, dopo aver urtato gli scogli presso Capo Peloro.
Molto nota, entusiasmante, non estrema per quote e difficoltà, l'immersione è una tra le preferite dei profondisti (o Tecnici, che DIR si voglia) siciliani e non, per la semplicità logistica e grazie all'insieme di elementi capaci di coinvolgere l'attenzione di tutti. Gli appassionati del “ferro" possono apprezzare gli elementi costitutivi della nave in sé -quelli che inspiegabilmente continuano a coinvolgerci di relitto in relitto, ogni volta per ragioni diverse-. Chi si entusiasma per fauna e flora può invece lasciar scorrere la vista lungo le murate disseminate di gorgonie gialle e viola.
A proposito di fauna, non mancano piccole ed inestimabili sorprese: come potrete leggere più avanti.
Insomma, ci ritroviamo alla spiaggia, e con molta calma nel giro di mezz’ora siamo pronti ad entrare in acqua. I tempi sono calcolati, vista la stanca della corrente. Perché , anche se la situazione non è affatto estrema, gli orari della corrente sono invece da rispettare al minuto: e questa può essere la vera difficoltà nell’immergersi qui.
Bene: dal momento in cui la prua inizia a stagliarsi davanti a noi, affido il racconto alla telecamera di Alberto, “pilotata” da lui o da me e talvolta emozionata lei stessa.
https://www.youtube.com/watch?v=YPk4nzjqWzk
La sorpresa è un bellissimo cavalluccio marino, perfetto, di colore bruno e non più lungo di 4 cm, che viene a controllarci nella nostra ultima tappa decompressiva e poi ci saluta affidandosi alla corrente…troppo rapido ed inatteso per essere filmato: uno di quegli incontri destinati a permanere, sottratti alla vista, nei sensi più profondi.
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