Buongiorno, cerco di rispondere alle vostre domande....Dai dati scaricati delle ultime immersioni contenute nel PC di Paola si evince che nel 2013 ha effettuato 8 immersioni, 1 a luglio alla profondità di -7,9 e non so con chi.... 4 il mese di giugno a Malta con profondità di -29,9,-42,4,-36,6,-35,4....le altre 3 il 7/4/13,10/3/13 ed il17/2/13 a -50,-69,2,-65,2, tutte e tre in compagnia di uno dei sub che erano con lei il tragico giorno.
Lo stesso sub era anche il mio compagno di vita e Paola aveva molta fiducia in lui.
Paola si sentiva "garantita" da lui in virtù della sua esperienza e in virtù delle sue capacità dimostrate e raccontate più volte....e MAI avrebbe fatto quell'immersione se non guidata da lui.
Dai tabulati delle immersioni, non solo del 2013 ma anche degli anni precedenti, si nota che solo con lui effettuava immersioni a quelle profondità e la mattina dell' ultima immersione Paola aveva chiamato proprio il mio compagno per avere la conferma della sua presenza altrimenti lei non sarebbe andata.....Mi ricordo ancora la sua risposta alla domanda di Paola che gli chiedeva: " piove, è brutto tempo, ci vai lo stesso?" e lui risponde "che ci cambia se piove o no, tanto noi saremo in acqua"...Quindi, solo dopo la sua morte ho saputo, grazie ai tabulati, che non solo svolgeva immersioni profonde, ma che queste le svolgeva solo con lui e, all' occasione, si univano all'immersione altri sub del gruppo FIAS di Como.
A prescindere dai comportamenti omissivi, eventualmente non considerabili per l'assenza di una posizione di garanzia, vi sono stati comportamenti commissivi, imperiti e negligenti che hanno determinato la morte di Paola
Ad esempio, chiudere il rubinetto da cui Paola attingeva aria, senza prima averla rassicurata anche eventualmente passandole il proprio erogatore di riserva è stato un errore fatale, dettato da una grave superficialità.
Peraltro, a dimostrare che si è compiuta una manovra errata, sta il fatto che quando Paola entra in contatto con il mio compagno, facendogli il segno di aver bisogno d' aria, il suo erogatore di riserva è ancora in erogazione continua in quanto ancora avvolta in una nuvola di bolle d' aria.
Ci sarebbe ancora da considerare il fatto che, dopo essere risalita da -56 a - 26 m, Paola, come da più parti dichiarato, aveva raggiunto una forte positività che l'avrebbe portata sicuramente in superficie. Questa positività, non si sa per quale manovra, è venuta meno e a quel punto è precipitata inesorabilmente verso il fondo senza che il mio compagno, privo del GAV, che lui considerava superfluo, riuscisse a governare la situazione con l'ausilio della sola muta stagna.
E' stato anche considerato che, a situazione ormai compromessa,un subacqueo con tale esperienza avrebbe dovuto liberare Paola dalla zavorra.
Lo stesso sub era anche il mio compagno di vita e Paola aveva molta fiducia in lui.
Paola si sentiva "garantita" da lui in virtù della sua esperienza e in virtù delle sue capacità dimostrate e raccontate più volte....e MAI avrebbe fatto quell'immersione se non guidata da lui.
Dai tabulati delle immersioni, non solo del 2013 ma anche degli anni precedenti, si nota che solo con lui effettuava immersioni a quelle profondità e la mattina dell' ultima immersione Paola aveva chiamato proprio il mio compagno per avere la conferma della sua presenza altrimenti lei non sarebbe andata.....Mi ricordo ancora la sua risposta alla domanda di Paola che gli chiedeva: " piove, è brutto tempo, ci vai lo stesso?" e lui risponde "che ci cambia se piove o no, tanto noi saremo in acqua"...Quindi, solo dopo la sua morte ho saputo, grazie ai tabulati, che non solo svolgeva immersioni profonde, ma che queste le svolgeva solo con lui e, all' occasione, si univano all'immersione altri sub del gruppo FIAS di Como.
A prescindere dai comportamenti omissivi, eventualmente non considerabili per l'assenza di una posizione di garanzia, vi sono stati comportamenti commissivi, imperiti e negligenti che hanno determinato la morte di Paola
Ad esempio, chiudere il rubinetto da cui Paola attingeva aria, senza prima averla rassicurata anche eventualmente passandole il proprio erogatore di riserva è stato un errore fatale, dettato da una grave superficialità.
Peraltro, a dimostrare che si è compiuta una manovra errata, sta il fatto che quando Paola entra in contatto con il mio compagno, facendogli il segno di aver bisogno d' aria, il suo erogatore di riserva è ancora in erogazione continua in quanto ancora avvolta in una nuvola di bolle d' aria.
Ci sarebbe ancora da considerare il fatto che, dopo essere risalita da -56 a - 26 m, Paola, come da più parti dichiarato, aveva raggiunto una forte positività che l'avrebbe portata sicuramente in superficie. Questa positività, non si sa per quale manovra, è venuta meno e a quel punto è precipitata inesorabilmente verso il fondo senza che il mio compagno, privo del GAV, che lui considerava superfluo, riuscisse a governare la situazione con l'ausilio della sola muta stagna.
E' stato anche considerato che, a situazione ormai compromessa,un subacqueo con tale esperienza avrebbe dovuto liberare Paola dalla zavorra.
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