Dispersa sub a Como .

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  • #61
    Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio


    Con ciò non mi sembra che nessuno abbia mancato di rispetto alle persone coinvolte, in nessun intervento.


    Concludo, con un pensiero: sebbene la tua esperienza ti permette di affermare di non aver imparato nulla da questa storia, questo non vale per tutti, me per primo vista la mia limitata esperienza.

    Per questo sono fermamente convinto che queste discussioni siano utili (se opportunamente moderate) e siano tali da permettere di aprire utili parentesi per chi, a differenza di te, è meno esperto.

    Tonnetto
    Guarda che lo hai scritto tu che stavamo speculando con cattivo gusto sulla vicenda , non noi .
    Per quanto riguarda gli insegnamenti che questa vicenda ci ha dato è del tutto insignificante , salvo il fatto che quando si và sott'acqua può capitare una tragedia in qualsiasi momento , ma immagino che lo sappiamo già tutti .
    Per quanto riguarda le discussioni ..... forse non mi hai capito , AUSPICO che di queste discussioni sulle tragedie , anche se di cattivo gusto , sia pieno il WEB , proprio per la continua ricerca di VERITA' ed INSEGNAMENTI .
    Per me quello che stride fortemente in tutto ciò che abbiamo letto è proprio il racconto che tu tieni cosi tanto in considerazione . Scritto da terzi , la protagonista non ha certo potuto riferire nulla a nessuno per ovvi e TRAGICI motivi , di certo i due compagni non possono aver dichiarato che l'immersione sia andata così , sarebbero stati accusati di incapacità , ripeto DUE compagni di immersione che non sono stati in grado di donare un erogatore per far respirare la sub in difficolta?
    Ciao MarenaSub
    Cit.Silvano :
    Qualcuno ha persin detto che per andare sott'acqua ci vogliono le palle.
    E subito qualcun'altro ha scritto che palle e scroto raggrinziti dal freddo spostano meno liquido che le stesse allascate e gonfie per la calura, se ne deduce che con le palle al fresco si è negativi e si può togliere zavorra, viceversa , a palle lasche , un po' di zavorra in più non fa mai male.

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    • #62
      Originariamente inviato da TheDoctor Visualizza il messaggio
      Per me quello che stride fortemente in tutto ciò che abbiamo letto è proprio il racconto che tu tieni cosi tanto in considerazione.
      Non mi sembra di aver scritto che sia la "vera verità":

      Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio
      Visto che il racconto è stato scritto dal profilo FB della sub coinvolta, è "almeno per me" facile immaginare che chi ha scritto il racconto fosse molto vicina alla poveretta (visto che controlla il suo account), ed inoltre viste le informazioni riportata è facile pensare che fosse anche presente durante le sedute processo, e/o informata sulle ricostruzioni...
      Dico solo che sicuramente chi ha scritto ha riportato queste informazioni sia "informato sui fatti" (che non implica che era lì durante la tragedia, che non implica sia la vera storia, ma solo che è ragionevole pensare che abbia assistito/è a conoscenza delle ricostruzioni fatte durante gli atti del processo).

      Se poi la storia fosse completamente inventata, ogni uno è responsabile di ciò che scrive...

      Detto questo, da come ho capito "io" il testo, comunque non c'è scritto che non sia stato fatto niente, ma anzi sono intervenuti, ma non è stato sufficiente, purtroppo.

      By the way, pensala come meglio credi.

      Tonnetto



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      • #63
        Originariamente inviato da TheDoctor Visualizza il messaggio
        Per quanto riguarda gli insegnamenti che questa vicenda ci ha dato è del tutto insignificante , salvo il fatto che quando si và sott'acqua può capitare una tragedia in qualsiasi momento , ma immagino che lo sappiamo già tutti.
        Ciao.
        Condivido, gli insegnamenti dal punto di vista della tecnica subacquea sono anche per me pressoché nulli, non penso che sia morta perché aveva l'octopus, o per il mono al poso del bibo.
        Penso che la morale di una tragedia simile sia da ricercare nel rapporto che abbiamo con lo stress, spendiamo fiumi di parole per curare la decompressione su aspetti che non metteranno mai e poi mai in pericolo la nostra vita, ma diamo per scontata la risposta emotiva agli eventi che possono succedere sott'acqua.

        Originariamente inviato da TheDoctor Visualizza il messaggio
        Per quanto riguarda le discussioni ..... forse non mi hai capito , AUSPICO che di queste discussioni sulle tragedie , anche se di cattivo gusto , sia pieno il WEB , proprio per la continua ricerca di VERITA' ed INSEGNAMENTI.
        Non posso che condividere questa posizione.
        Non si tratta di "cattivo gusto" cercare di comprendere, l'analisi per quanto impietosa degli incidenti fornisce importanti "linee guida" che permettono di modificare i comportamenti e le procedure aumentando la sicurezza.
        Nessuno può giustificare, o dare un senso alla perdita di una vita ma l'analisi della tragedia può salvare altre persone e questo non è poco.
        Premesso questo, bisogna sempre, secondo me, cercare di rimanere il più possibile obbiettivi ai fatti reali, altrimenti quel processo di analisi degli eventi diventa un "inquisizione" che poco o nulla aiuta alla comprensione dei fatti.
        In questa vicenda, secondo me, ancora non abbiamo elementi sufficienti a poter anche solo ipotizzare quello che è successo e questa mia convinzione mi spinge ad andarci cauto nel "sentenziare" i fatti.

        Originariamente inviato da TheDoctor Visualizza il messaggio
        Per me quello che stride fortemente in tutto ciò che abbiamo letto è proprio il racconto che tu tieni cosi tanto in considerazione . Scritto da terzi , la protagonista non ha certo potuto riferire nulla a nessuno per ovvi e TRAGICI motivi , di certo i due compagni non possono aver dichiarato che l'immersione sia andata così
        Assolutamente d'accordo con te.
        Anch'io, come te, non riesco a dare tanta considerazione a un racconto simile.
        Io non riesco, e, ammetto che non voglio minare la credibilità di una sentenza arrivata dopo un processo durato anni, solo per il fatto che qualcuno, di cui non sappiano il nome (di fatto, l'autore del post è al momento anonimo), ha scritto un simile post.
        Scrivendolo per di più, con l'artificio (che io lo trovo di cattivo gusto) di mettere le sue parole "in bocca" alla ragazza che ha perso la vita e postando il tutto all'interno della sua pagina FB.
        Posso giustificare un tale atto "vigliacco" solo se penso al dolore immenso, che non si può neanche immaginare di chi amava questa donna - dolore che porta a fare qualsiasi cosa anche gesti assurdi.
        Non voglio pensare che sia stato fatto per cercare consenso emotivo, se fosse cosi non esprimo il mio giudizio verso questa persona.

        Non è su FB che va ricercata la giustizia, non è su FB che Paola Nardini troverà la pace, è attraverso i percorsi giuridici, di cui si è concluso solo il primo grado, che si può sperare di arrivare alla verità qualsiasi essa sia per quanto dolorosa.
        Io non so, onestamente, se i due subacquei che si sono salvati sono effettivamente responsabili o meno, non posso dirlo, non voglio assolverli e non voglio condannarli, senza sapere come si sono svolti i fatti, fatti che nessuno di noi conosce.
        Fatti che non possono essere "presi" o "desunti" da un simile post anonimo su FB - pubblicato sulla pagina della povera Paola Nardini da un, ricordo, anonimo.
        Questa non è giustizia ma solo un modo per cercare il linciaggio mediatico di cui io non voglio essere complice.

        Originariamente inviato da TheDoctor Visualizza il messaggio
        ripeto DUE compagni di immersione che non sono stati in grado di donare un erogatore per far respirare la sub in difficolta?
        Il problema vero, a mio avviso, è il panico incontrollato.
        Nessuno di noi si è trovato davanti al panico vero quello dato dall'essere a un passo dalla morte ...
        Nessuno di noi può anche solo immaginare le reazioni che si possono avere.
        Possiamo solo sperare di riuscire a controllare gli eventi a tal punto da non arrivare mai a una situazione simile.

        Ora faccio anch'io un qualcosa di cattivo gusto, posto una scena di un film, un film discutibile che sicuramente romanza molti aspetti - prendendosi delle "licenze" che poco hanno con la realtà ma, in questa scena, tragica è mostrato il panico incontrollato.
        Una situazione in cui di colpo si precipita verso la tragedia, in un attimo di consuma il tutto .....
        Questo è solo un film, sicuramente quello che è successo in questa tragedia vera è stato "enne" volte più terribile perché vero.
        Questa scena mostra la necessità di prendere delle decisioni, mostra il panico di chi vuole vivere e di chi non vuole morire, di chi non ha speranza e di chi può salvarsi se prende delle decisioni ......
        Chi di voi, noi, può veramente avere certezza di quello che potrebbe fare in una tale situazione - chi di noi è pronto a morire ????

        Pensate veramente di poter giudicare sulla base di quei pochi elementi che si conoscono al momento o per le parole del post su FB ?
        Io penso che i giudici devono fare il loro lavoro, spero che lo facciano al meglio, spero che il sistema sia tale da dare la possibilità di analizzare e analizzare in più momenti fino a giungere a una sentenza che spero sia "giusta", ma quel giorno, Paola Nardini è morta e due persone vivranno con un terribile "peso" comunque siano andate le cose, che nessuno di noi può immaginare ne tanto meno giudicare.

        Rana

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        • #64
          ...Rana.......porca paletta.... ....
          a differenza di molti (ma veramente tanti) colleghi subacquei, ogni volta che metto la testa sotto il pelo dell' acqua, ho timore....ho reverenza....Non siamo nel nostro mondo, soot'acqua, perchè siamo fatti per stare all' aria aperta....


          Farei vedere questo trailer migliaia di volte alle persone che, quando gli dico qualcosa "cosa vuoi che succeda, sono esperto, ormai ho più di cento immersioni fatte"....
          Mi credi se ti dico che dopo una risposta di questo tipo, rabbrividisco?

          Lo scorso anno, in vacanza all' Elba, mi si ruppe l' o-ring della rubinetteria, prima di salire in barca...
          Mi ritengo abbastanza preparato, esperto, ma non ho mai avuto un problema simile da gestire, in immersione, ed ancora oggi mi chiedo se fosse capitato a metà immersione, se sarei stato capace di gestire il problema...

          Gigi

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          • #65
            Rana, scusa, secondo te si trova ancora questo film in posti tipo Mediaworld?

            grazie
            Gigi

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            • #66
              Si, il film si trova, a parte che lo danno periodicamente in TV
              Altrimenti su amazon:
              https://www.amazon.it/Sanctum-Richar...ywords=sanctum
              Se avessi molto più tempo potrei fare molte più cose.
              L'ottimista pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.

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              • #67
                "Si è aperto ieri a Milano il processo d’Appello a carico di due sub – assolti in primo grado a Como – che presero parte alla drammatica immersione che costò la vita alla 35enne Paola Nardini, tragedia che avvenne nelle acque davanti a Villa Geno il 29 settembre 2013.
                In aula due amici della giovane, un 57enne di Cernobbio e un 58enne di Como che erano stati accusati dalla Procura di Como di omicidio colposo.
                La loro colpa sarebbe stata la «negligenza, imprudenza, inosservanza di leggi e regolamenti e didattiche subacquee». In primo grado il processo si concluse con l’assoluzione per «non aver commesso il fatto». Sentenza appellata da pm e parti civili.
                Ieri, al termine della requisitoria, l’accusa ha invocato 8 mesi di pena a testa per i due sub, la difesa (avvocati Pietro Mario Vimercati, Stefano Fagetti e Davide Bartulli) la conferma della decisione maturata a Como.
                L’udienza è stata poi rinviata per la sentenza a marzo. "

                https://www.corrieredicomo.it/sub-an...n-primo-grado/

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                • #68
                  Meditate gente...meditate...un pensiero a tutte le persone coinvolte nella tragedia...

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                  • #69
                    Buongiorno, sono la mamma di Paola, la ragazza morta durante l'immersione nel lago di Como nel 2013. Inizio mese mi sono per caso imbattuta in questo forum e mi sono resa conto che alcuni di voi hanno la curiosità di avere maggiori notizie. Sono più che mai convinta che per evitare le stesse spiacevoli e dolorose situazioni bisogna parlarne. I giornali e la TV locale di Como hanno parlato del caso solo per dire dell'assoluzione degli imputati e nessun interesse sulle circostanze che hanno portato Paola alla morte. Non so se perché la subacquea è una materia poco conosciuta ai giornalisti o se è per l'omertà che circonda questo mondo per via del fatto che pochi sono i sub che rispettano le regole ed i limiti imposti... Mia figlia è morta perché l'erogatore di riserva è andato in erogazione continua ed il compagno vicino a lei anziché starle vicino e passarle il suo erogatore come tutte le didattiche insegnano, la lascia sola per andare ad allertare l'altro sub. Anche se questo è dimostrabile dal grafico del computer, (che però il Giudice non tiene conto perché come ben saprete il computer segna il tempo e la profondità e non la distanza tra un sub e l'altro) ed anche se è la prima versione che lo stesso sub mi ha dato appena chiesto notizie di mia figlia quel tragico giorno, lui dice di aver preso Paola e portata dall'altro compagno. Peccato che l'altro sub, in più occasioni ed anche davanti al Giudice dice:... xxxxxxx mi ha indicato Paola....Paola era sola....mi sono precipitato verso Paola.....Lascio a voi le considerazioni. Altro importante particolare è che uno dei sub ha sempre detto e dichiarato che appena usciti dall'acqua il compagno gli ha detto: "...io ci ho provato a chiuderle l'aria".....infatti uno dei rubinetti di mia figlia verrà trovato chiuso ed ovviamente lui non si ricorda di averlo fatto e riguardo a ciò, il giudice nella sentenza scrive: L’ipotesi che sia stato chiuso il rubinetto sbagliato(cioè quello collegato all’erogatore che non era in erogazione continua e dal quale stava respirando la Nardini) è altamente probabile atteso che la bombola di Paola, quando è stata recuperata era completamente vuota…. Aggiunge poi lo stesso Giudice riferendosi al xxxxxx: ” Tale errata condotta (cosi come altre possibili manovre imperite che si è ipotizzato essere state commesse in fase di emergenza), nel tentativo di intercettare la perdita d’aria, e quindi di prestare soccorso è meramente colposo, come si vedrà oltre, non comporta alcuna penale responsabilità”......

                    UNA COSA E’ CERTA: SI E’ MENTITO IN SVARIATE CIRCOSTANZE, MA SE MENTIRE NON COSTITUISCE REATO, SICURAMENTE IDENTIFICA CHI E’ BUGIARDO E LE MENZOGNE, SI SA, VENGONO FORMULATE PER COPRIRE VERITA’ SCOMODE O INFAMANTI. (questo ovviamente è un mio pensiero)
                    Sto scrivendo tutto ciò per sensibilizzare coloro che si immergono e se le mie parole possono salvare anche solo una vita umana, ne sarà valsa la pena. Tanto ci sarebbe ancora da dire, sia come si è svolta la tragica immersione ed anche sui comportamenti tenuti dai due "espertissimi "sub che erano con mia figlia.
                    Se avete domande e curiosità su questo evento, sarà mia premura rispondervi, attenendomi alla verità e a ciò che si potrà realmente documentare.
                    Un saluto


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                    • #70
                      Non so come esprimere il dolore che provo a leggere queste righe , riesco solo ad immaginare cosa abbia voluto dire per lei scriverle , sono padre e il solo pensiero mi turba . Lo so che questo non potrà restituirle sua figlia ma la ringrazio per la chiarezza con cui ha esposto la situazione . Voglio dire che chi è sceso sott'acqua un "po' " di volte dal suo racconto ha capito il livello delle menzogne . Mi è capitato di trovarmi nella situazione di aiutare qualcuno , nulla di grave ma è capitato , se non fossi intervenuto le sciocchezze si sarebbero trasformate in tragedia , Le posso garantire che se anche nell'immersione eravamo in più persone intorno a me si è sempre creato il vuoto , purtroppo la propensione all'aiuto la maggior parte dei sub lo dimentica in barca o sulla spiaggia , cinico scriverlo ma è la MIA esperienza . Spero sia di sprone per chi scende sott'acqua con faciloneria estrema , Lei ci è stata d'aiuto , grazie .
                      Ciao MarenaSub
                      Cit.Silvano :
                      Qualcuno ha persin detto che per andare sott'acqua ci vogliono le palle.
                      E subito qualcun'altro ha scritto che palle e scroto raggrinziti dal freddo spostano meno liquido che le stesse allascate e gonfie per la calura, se ne deduce che con le palle al fresco si è negativi e si può togliere zavorra, viceversa , a palle lasche , un po' di zavorra in più non fa mai male.

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                      • #71
                        Sono un padre, nel leggere queste sue parole non ho potuto trattenere le lacrime verso il dolore infinito di un genitore alla scomparsa tragica di una figlia.
                        ​Non ci sono parole che possono portare conforto a quanto è successo.

                        Una vita spezzata, durante un momento di divertimento in cui s'insegue una passione, una tragedia che a cui non può essere data una giustificazione.

                        Sono un subacqueo e dentro di me penso che non è possibile morire perché un erogatore va in auto erogazione.
                        Che gli erogatori, come qualsiasi parte dell'attrezzatura, possono rompersi è cosa conosciuta da tutti i subacquei - siamo consapevoli e proprio per questo si adottano determinati comportamenti - procedure - pianificazioni ecc, ecc.

                        La tragedia si è consumata, non perché l'erogatore si è rotto ma per una serie di errori, da parte di tutti, non solo nella gestione della situazione contingente, ma dell'immersione stessa.
                        Errori che, come le tessere di un domino, hanno portato al fatale risultato.

                        Accertare le responsabilità è un atto dovuto, la "giustizia umana" fa i suoi passi dovrebbe essere "giusta", come uomo lo spero, come uomo so che non sempre lo è stata.

                        Rimane poi la coscienza che tutti noi dovremmo avere, la coscienza è il giudice più severo a cui non si può scappare, non si può mediare, ne ingannare .... è dentro di noi.
                        Dentro di noi sappiamo come le cose sono andate ......

                        Io penso che l'unico insegnamento di questa tragedia è la consapevolezza che tutti noi subacquei siamo contemporaneamente un po sua figlia e un po i suoi compagni d'immersione.
                        Tutti noi prendiamo decisioni a volte senza fermarci sulle reali implicazioni che possono avere se ci veniamo a trova in mezzo alla "tempesta perfetta" .....
                        Le prendiamo pensando troppo facilmente che tanto a me non succede, ma, poi purtroppo per la legge dei grandi numeri qualcuno ci si trova......

                        Come istruttore sento sempre la responsabilità delle persone che ho con me, a cui ho insegnato, ma sono e rimango sempre un essere umano con le mie debolezze, con la mie paure, fragilità, limiti dati anche dalla troppa sicurezza.
                        Tante volte ho sbagliato e, per fortuna, mi è andata bene.

                        Negli anni sono venuto a conoscenza d'innumerevoli tragedie, tragedie che hanno colpito anche ragazzi e ragazze molto giovani, tragedie "stupide" perché successe in modo banale, successe perché si rideva distrattamente sulla barca senza accorgersi di nulla, o sottovalutando, banalizzando, un ambiente che avrebbe spaventato il più esperto dei subacquei.

                        In ogni caso si discute, si giudica, in tanti casi la giustizia accerta delle responsabilità, in altri no, l'unico comune denominatore rimane il vuoto e il dolore per la perdita, il cui infinito peso ricade sulle spalle dei famigliari più stretti che non potranno darsi pace.

                        Tutti noi subacquei dovremmo stringerci a lei e portare sempre con noi, quando andiamo in immersione, una scheggia del suo dolore a ricordarci continuamente che la vita non ci appartiene ma appartiene alle persone che ci amano, a ricordarci che possiamo sbagliare, che possiamo non essere in grado, che poi non si può tornare indietro.

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                        • #72
                          Purtroppo non vi è stata giustizia e questo non è una sconfitta solo per noi familiari di Paola ma per tutto il mondo subacqueo. Fino a quando negligenze, imperizie ed inosservanza delle regole restano impunite si permette la legittimazione delle stesse.
                          A mio parere la Giudice è stata molto superficiale e poco professionale. Inizia le motivazioni della sentenza riportando un estratto della memoria di uno dei due sub, e questo fa pensare che tra giudice ed indagato si sia creata una certa empatia il che mi sembra fuori luogo. Avevo sempre pensato che un giudice dovesse assumere un atteggiamento di oggettività e terzietà …..(riporto il preambolo)

                          ....per me Paola era come una figlia, quello che ho provato nella mia risalita d'emergenza quando Paola non si muoveva più è indescrivibile....una parte di me è rimasta laggiù.....quante volte mi sono chiesto perché il buon Dio abbia preso lei e non me...(produzione udienza 6.7.17)

                          Peccato però che il giudice di quella stessa memoria non riporti anche……

                          …decidemmo di andare alla “spiaggetta” si trattava di una parete di roccia ripidissima che partiva da circa 30 mt e scendeva fino a una profondità di 70 mt dove vi era una piccola radura di sabbia e limo che sembrava appunto un spiaggia ……,

                          decisione confermata (unico punto su cui si trovano d'accordo) anche dall’altro compagno che in udienza dice:
                          .....decidere quale fosse l'immersione da fare e abbiamo trovato l'idea di andare alla spiaggetta che era una delle immersioni abbastanza abitudinarie che si facevano alla domenica. Ci siamo cambiati, ci siamo preparati....


                          Quindi sembra abbastanza chiaro che avevano deciso di andare fino a -70 m pur sapendo che Paola non si immergeva da mesi e che da gennaio a fine settembre aveva fatto solo 8 immersioni di cui 4 durante le vacanze a Malta. ....Meno male che Paola era come una figlia…..

                          Il giudice in merito all’esperienza di Paola afferma…. Nardini Paola era una giovane donna di 35 anni ed era una subacquea esperta.

                          Ciò detto, è indubbio che la sfortunata Nardini Paola fosse una subacquea esperta: si era infatti specializzata in diverse didattiche, aveva diversi brevetti, fra cui quello "Rescue Diver" conseguito in data 4.4.11, che attesta l'abilitazione del subacqueo ad operazioni di soccorso e emergenza ai fini di salvamento. Brevetto questo che appare il più significativo, posto che attesta la capacità tecnica di intervenire in aiuto di terzi in situazioni di emergenza.


                          Il giudice considera Paola allo stesso livello dei due istruttori sub senza considerare che uno di loro ha iniziato ad immergersi lo stesso anno che Paola è nata e l’altro da oltre 20 anni…Ma come si può considerare esperto chi si avvicina al mondo della subacquea 5 anni prima di morire?
                          Io credo che l’esperienza di un subacqueo è data dal numero di immersioni fatte, dal tempo passato sott’acqua e dalle situazioni in cui si è trovato.
                          Si presuppone che un assistente istruttore o istruttore, essendo responsabili delle persone che portano sott’acqua siano più spesso portati a gestire e risolvere problemi, trovandosi in posizione di garanzia ed essendo per questo motivo specificatamente preparati ed addestrati per prevedere ed evitare situazioni potenzialmente pericolose.
                          Un subacqueo non professionale non è addestrato in egual misura. Non è equiparabile ad un istruttore.
                          Paola si sentiva garantita da quei compagni e mai avrebbe fatto quell’immersione se non guidata da loro.



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                          • #73
                            Anche a me signora questa storia ha colpito molto e le faccio le mie condoglianze. Sinceramente se è corretto quanto lei riporta, che l'erogatore di riserva è andato in erogazione continua ed il compagno non ha passato a Paola il proprio erogatore di emergenza, mi sembra evidente che la decisione del tribunale è molto discutibile. A chiunque può succedere di commettere errori, anche a istruttori, specialmente in situazioni di pericolo e di emergenza. Allo stesso tempo questo, come lei lo ha descritto, è un errore grave nelle manovre di emergenza

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                            • #74
                              Originariamente inviato da mamma di Paola Visualizza il messaggio
                              .................................................. ...........
                              Il giudice considera Paola allo stesso livello dei due istruttori sub senza considerare che uno di loro ha iniziato ad immergersi lo stesso anno che Paola è nata e l’altro da oltre 20 anni…Ma come si può considerare esperto chi si avvicina al mondo della subacquea 5 anni prima di morire?
                              Io credo che l’esperienza di un subacqueo è data dal numero di immersioni fatte, dal tempo passato sott’acqua e dalle situazioni in cui si è trovato.
                              Si presuppone che un assistente istruttore o istruttore, essendo responsabili delle persone che portano sott’acqua siano più spesso portati a gestire e risolvere problemi, trovandosi in posizione di garanzia ed essendo per questo motivo specificatamente preparati ed addestrati per prevedere ed evitare situazioni potenzialmente pericolose.
                              Un subacqueo non professionale non è addestrato in egual misura. Non è equiparabile ad un istruttore.
                              Paola si sentiva garantita da quei compagni e mai avrebbe fatto quell’immersione se non guidata da loro.
                              Trovo corretto rispondere alle sue domande, lo faccio con infinita tristezza.

                              Chi più di tutti mi ha insegnato ad andare sott'acqua, ora un mio grande amico - un giorno ci ha guardati - eravamo sul gommone ed eravamo stati tutti suoi allievi - erano passati più di 10 anni in cui avevamo preso ogni brevetto - ci sentivamo esperti - nonostante questo guardandoci con un atteggiamento non di superiorità ma con un fare paterno ci disse:
                              "ricordatevi voi rimarrete sempre miei allievi"
                              Non lo disse per sminuire quello che eravamo diventati ma per farci capire che comunque lui ci avrebbe sempre "guardato" si sarebbe sempre fatto carico, in prima persona, della nostra sicurezza.

                              Come istruttore, in tutta onestà non so dire se in quelle circostanze (a forte profondità -70 m. in aria con una persona con quei problemi) sarei stato in grado di fare qualcosa di più, in onestà in quelle situazioni è difficile dire cosa si è in grado di fare, per certo, posso dirle che dopo una simile tragedia la mia vita ne sarebbe uscita distrutta, il rimorso dato dal sentirmi responsabile verso una persona che, comunque (come disse il mio istruttore) considererei sempre un "mio allievo" e per tanto mi sentirei sempre responsabile, sarebbe un peso che mi porterei dietro tutta la vita.

                              Come genitore e come subacqueo vedrei sempre queste persone come le persone che non sono state in grado di proteggere mia figlia, che l'hanno coinvolta in un immersione senza poi essere stati in grado di capire le dinamiche che si sono innescate e quindi non hanno saputo prevenire la situazione che poi gli è sfuggita di mano.
                              Erano stati i suoi istruttori, erano le persone con più esperienza, dovevano capire ed intervenire prima che gli eventi diventassero ingestibili.
                              Loro indubbiamente avevano l'esperienza e l'autorità nel gruppo di capire che quell'immersione presentava evidenti punti critici.

                              Ma...., comprendo la posizione del giudice, la dove non c'è, o non si possa provare un effettivo rapporto di responsabilità.
                              Sua figlia aveva 35 anni ed aveva 5 anni di subacquea e un certo numero di brevetti, questo non rende sua figlia una subacquea esperta come i suoi compagni d'immersione ma (mi creda tremo nello scriverle queste parole per il dolore che penso di darle) ma è ragionevole ritenere che sua figlia sia stata in grado di valutare oggettivamente e consapevolmente l'immersione che stava affrontando dal punto di vista dei rischi, anche valutando il periodo di fermo in cui non si è immersa.
                              Sua figlia sapeva quello che stava facendo e i pericoli che comportava.

                              Per imputare ai due compagni d'immersione delle responsabilità legali (non morali quelle ci sono) bisogna provare che sua figlia ha svolto quell'immersione solo per il fatto che queste due persone gli hanno espressamente detto "non preoccuparti ci siamo noi, sei con noi, ti guardiamo noi".
                              Se è possibile provare che sua figlia si è immersa in seguito al fatto che queste due persone si sono fatti garanti della sua sicurezza, in un immersione che non faceva abitualmente, le responsabilità legali diventerebbero indiscutibili.

                              Se al contrario queste due persone non hanno creato nessun tipo di aspettativa di protezione e garanzia a sua figlia - ma possiamo ritenere che fossero tre soggetti in grado d'intendere e volere, capaci e formati - subacquei in grado tutti e tre di valutare correttamente i rischi e i pericoli di un immersione e per tanto liberamente di accettare di farla in questo caso non c'è responsabilità diretta.

                              Sono tre subacquei che hanno sbagliato tutti e tre, sapevano quello che facevano, erano in grado di capire i rischi e nonostante tutto, tutti e tre, hanno accettato liberamente il pericolo e si sono immersi.

                              Sua figlia probabilmente aveva già fatto immersioni simili (mi smentisca liberamente), sia per profondità che per permanenza, sua figlia faceva probabilmente regolarmente un certo tipo d'immersioni, questo la mette nelle condizioni di essere considerata esperta almeno quel che basta per accettare liberamente e consapevolmente i rischi.
                              Sua figlia (mi corregga se sbaglio) si sarebbe immersa in quell'immersione anche con altri perché è un'attività che faceva e voleva fare.

                              Altre persone avrebbero reagito forse diversamente in quell'occasione, l'avrebbero salvata ?
                              Questa è una domanda a cui non possiamo dare risposta - sicuramente ci sono subacquei che l'avrebbero salvata e molti altri che comunque non sarebbero riusciti a salvarla, probabilmente altri ancora sarebbero morte insieme a sua figlia nel tentativo di salvarla (è successo).

                              La situazione era cosi al limite che non si può imputare responsabilità per il fatto di essere o non essere stati in grado di risolvere a -70 metri, in aria, un grande problema.
                              E' come in montagna, quando per salvarti devi decidere di tagliare la corda che trattiene il tuo compagno, se non la tagli probabilmente si muore in due.
                              La responsabilità semmai sta nel fatto che non dovevano affrontare quell'immersione e mettersi in quelle situazioni ma in questo caso tutti e tre hanno accettato liberamente e consapevolmente - probabilmente se non c'erano queste due persone - sua figlia trovava altri con cui fare questo tipo d'immersioni.

                              Per questo comprendo la posizione del giudice, a meno che, ripeto, lei oggettivamente non possa affermare che sua figlia non avrebbe mai svolto una tale immersione senza la palesata garanzia di queste due persone nel farsi carico della sua sicurezza.

                              Io stesso ho effettuato tante volte questo tipo d'immersioni, so i pericoli che rappresentano, so che paradossalmente si è più in sicurezza da soli a quelle quote - dato che intervenire in aria profonda a quote prossime o superiori a -70 metri è un azzardo dagli esiti incerti anche per il subacqueo più esperto.
                              Conosco le dinamiche "settarie" dei gruppi ristretti con cui si condivide un certo tipo d'immersioni estreme - settarie perché ci si fida reciprocamente e si finisce per accettare che comunque quelle persone sono in grado di badare a se stessi e quindi tanto se la sanno cavare, tanto devo pensare solo a me.

                              Ho smesso di fare un certo tipo d'attività quando abbiamo sfiorato la tragedia, quando ho capito che scendere a quelle quote, in quel modo, in aria voleva dire accettare di riemergere senza un amico, quando ho effettivamente sfiorato la consapevolezza di potermi trovare a dover dire a sua moglie non ci sono riuscito a salvarlo.

                              Sapevo e sono certo che nessun giudice al mono avrebbe potuto imputarmi nessuna responsabilità, dato che tutti i miei amici possono essere ritenuti "esperti" ma so anche che moralmente non riuscirei a perdonarmi sapendo che forse avrei potuto salvarlo.

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                              • #75
                                Originariamente inviato da mamma di Paola Visualizza il messaggio
                                Paola si sentiva garantita da quei compagni e mai avrebbe fatto quell’immersione se non guidata da loro.
                                ​Mi scusi, ma il punto secondo me è proprio questo.

                                Che elementi di prova ha per sostenere che sua figlia non avrebbe mai fatto quell'immersione senza la presenza, la guida e la "protezione" di queste due persone ?

                                Sua figlia è certa che non avesse affrontato già delle immersioni simili ?

                                Cosa ha per provare che effettivamente sua figlia non avrebbe affrontato quell'immersione senza l'avallo dato da queste due persone nel garantire la sicurezza ?

                                Sono domande terribili, fatte ad una madre e capisco che dentro di lei è certa di quanto dice ed io le do ragione moralmente sono con lei ma la giustizia umana purtroppo non ha la possibilità di giudicare a prescindere dai fatti provati.

                                Un amico o più persone che possano testimoniare che questi due subacquei hanno effettivamente detto a sua figlia: "Non preoccuparti ci siamo noi".

                                Ci sono sentenze in cui in un modo analogo si è giunti a stabilire un nesso di responsabilità per cui un subacqueo più esperto ha creato un'aspettativa verso un subacqueo meno esperto.

                                Ma senza nessuna prova che ciò sia avvenuta e in considerazione del fatto che l'immersione non era didattica, e sua figlia era brevettata e magari aveva già svolto immersioni analoghe è difficile arrivare ad ottenere un nesso di responsabilità.






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