Parapendio e subacquea hanno la stessa pericolosità ?????

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  • #91
    Originariamente inviato da RANA Visualizza il messaggio
    Affermi che è possibile rendere la subacquea - ti riferisci espressamente alla subacquea ricreativa (ho sottolineato in rosso il passaggio) - più sicura.
    Questo vuol dire che al momento non è sicura o non lo è come potrebbe esserlo.
    Giusto ? (correggimi)
    Al momento la subacquea ricreativa è amministrata da regole in larga parte auto-costituite che non sono trasparenti e allineate in tutti i paesi e per tutte le didattiche.
    Si lascia l'onere al diving di dover: valutare la preparazione del cliente, valutare le condizioni del cliente, decidere se l'immersione è effettuabile da quella tipologia di cliente in base a ciò che gli è stato comunicato "a parola".
    Significa che in acqua ci può entrare (virtualmente) chiunque, il sub che rispecchia effettivamente le certificazioni che dice di avere, e quello che ha imparato a immergersi su internet e pure quello a cui il medico gli ha sconsigliato di fare immersioni.
    Solo se qualcosa va storto poi si risale ai reali motivi che hanno provocato l'incidente.

    A mio parere, standardizzare i brevetti e renderli riconoscibili ovunque e accompagnarli da opportuni certificati medici periodici obbligatori, renderebbe sì più sicura la subacquea, oltre che sollevare i diving dall'arduo e soprattutto improprio compito di valutazione.

    La subacquea ricreativa è ragionevolmente sicura se viene condotta "da manuale", ma il punto è proprio questo: non esiste un manuale.

    Quindi, per l'ennesima volta, mi piacerebbe vedere (nell'ambito della subacquea ricreativa e condotta tramite diving) un brevetto che sia riconosciuto e riconoscibile da tutti i diving, che il rilascio e rinnovo del suddetto brevetto sia condizionato alle condizioni psicofisiche del subacqueo e che si renda obbligatoria la sottoscrizione di un'assicurazione specifica. In parte queste cose esistono già in alcuni stati Europei.

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    • #92
      Sollevo un altro piccolo problema, perchè non esiste una banca dati mondiale e generale dove un professionista (e non solo) possa vedere effettivamete i brevetti in possesso (date, istruttori che hanno dato il brevetto stesso)di chi ha di fronte, il cellulare l'abbiamo sempre con noi quindi sarebbe anche comodo se uno si dimentica il brevetto a casa. Esempio, se io sono di una certa didattica, dal sito posso vedere solamente allievi o professionisti di qella stessa didattica, non altre, se sbaglio correggetemi.
      Buone bolle a tutti!!!
      http://4th-dimension.detidecosystem.com/

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      • #93
        Scusa npole ma il ragionamento che fai non lo seguo a partire dal ciclismo.Il ciclismo dalla notte dei tempi è praticato in "strada" ora ci possiamo raccontare il film che vogliamo ma migliaia di praticanti il ciclismo (non che vanno a lavoro con la bici) lo fanno su strada possibilmente in collina e nei paesi intorno alla città quindi quello che dici perde di senso.

        Da quello che ho avuto modo di studiare in questi mesi con il corso che ho fatto, non mi sembra affatto che si improvvisi visto che mi sono fatto mesi di teoria e di allenamento in vasca .
        Quindi mi chiedo ,questa fantomatica legge a cosa servirebbe?Ad obbligare un cliente di diving ad avere il certificato medico?

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        • #94
          Originariamente inviato da firer84 Visualizza il messaggio
          Sollevo un altro piccolo problema, perchè non esiste una banca dati mondiale e generale dove un professionista (e non solo) possa vedere effettivamete i brevetti in possesso (date, istruttori che hanno dato il brevetto stesso)di chi ha di fronte, il cellulare l'abbiamo sempre con noi quindi sarebbe anche comodo se uno si dimentica il brevetto a casa. Esempio, se io sono di una certa didattica, dal sito posso vedere solamente allievi o professionisti di qella stessa didattica, non altre, se sbaglio correggetemi.
          Intendi una sorta di "albo professional/ricreativo"?
          Beh, se fatto con un certo criterio non mi sembra male come idea... Basta poi che non si superi il confine del buon senso, e che non diventi un'ottima occasione per schedare e tassare gli appassionati di un'attivita' che gia' di suo non e' che sia economicamente a buon mercato, tra bolli, imposte, tasse e diritti di vattelappesca...

          Originariamente inviato da polpotto Visualizza il messaggio

          Da quello che ho avuto modo di studiare in questi mesi con il corso che ho fatto, non mi sembra affatto che si improvvisi visto che mi sono fatto mesi di teoria e di allenamento in vasca.
          Quindi mi chiedo ,questa fantomatica legge a cosa servirebbe?Ad obbligare un cliente di diving ad avere il certificato medico?
          Che poi... io penso che sia mio interesse farmi controllare da un medico, una volta l'anno almeno, anche solo per sapere se sono in salute. Figuriamoci se non lo faccio pur sapendo che andro' sott'acqua

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          • #95
            Originariamente inviato da Steinoff Visualizza il messaggio
            Intendi una sorta di "albo professional/ricreativo"?
            In alcune regioni d'Italia è un esperimento già fatto, credo che l'unica regolamentazione ancora in vigore sia la legge 9-99 della regione Sardegna (è interessante per tutti leggerla).
            Nonostante le buone intenzioni e il coinvolgimento di professio0nisti del settore, è venuta fuori una patacca inutile, un peso che ci si porta appresso rischiando di fare più danni che altro.
            www.bludivecenter.com

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            • #96
              Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio

              In alcune regioni d'Italia è un esperimento già fatto, credo che l'unica regolamentazione ancora in vigore sia la legge 9-99 della regione Sardegna (è interessante per tutti leggerla).
              Nonostante le buone intenzioni e il coinvolgimento di professio0nisti del settore, è venuta fuori una patacca inutile, un peso che ci si porta appresso rischiando di fare più danni che altro.
              Non so perche' ma non mi stupisco, questa e' un'altra delle mie paure in caso di regolamentazioni e classificazioni spinte

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              • #97
                Originariamente inviato da polpotto Visualizza il messaggio
                Quindi mi chiedo ,questa fantomatica legge a cosa servirebbe?Ad obbligare un cliente di diving ad avere il certificato medico?
                1) Ad unificare i brevetti e renderli riconoscibili da tutti gli operatori, in modo che non si crei la paradossale situazione attuale di doversi "autogestire" e determinare autonomamente se un cliente è in grado (o abilitato a) praticare questa attività (parliamo di immersioni ricreative, guidate e gestite tramite operatore/diving). Non si capisce perché debba essere il diving a farsi carico dell'onere di valutazione, oppure perché debba essere la Capitaneria a decidere se in quel tratto di mare serve il "brevetto" o meno (e poi il brevetto rilasciato da chi? Da didattiche Italiane? E se vengo dagli Stati Uniti?) ...insomma fare chiarezza dove chiarezza attualmente non esiste.

                2) Ad obbligare chi pratica questa attività a visite mediche specifiche e periodiche in modo da aumentare la sicurezza individuale e "scaricare" il diving di doversi improvvisare "medico" e determinare se il soggetto "all'apparenza" possa svolgere questa attività;

                3) Ad obbligare chi pratica questa attività a munirsi di una assicurazione dedicata in modo che all'occorrenza possa essere prontamente assistito e che l'onere di tale assistenza sia ripartito tra chi pratica questa attività;

                Tanto per cominciare.
                In alcuni paesi Europei quanto sopra già esiste, eccetto l'unificazione dei brevetti ovviamente, e creare un registro unico (considerate le innumerevoli didattiche presenti nel mondo) aiuterebbe certamente a non doversi improvvisare investigatore.
                Ultima modifica di npole; 27-05-2019, 17:32.

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                • #98
                  Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio

                  1) Ad unificare i brevetti e renderli riconoscibili da tutti gli operatori, in modo che non si crei la paradossale situazione attuale di doversi "autogestire" e determinare autonomamente se un cliente è in grado (o abilitato a) praticare questa attività (parliamo di immersioni ricreative, guidate e gestite tramite operatore/diving). Non si capisce perché debba essere il diving a farsi carico dell'onere di valutazione, oppure perché debba essere la Capitaneria a decidere se in quel tratto di mare serve il "brevetto" o meno (e poi il brevetto rilasciato da chi? Da didattiche Italiane? E se vengo dagli Stati Uniti?) ...insomma fare chiarezza dove chiarezza attualmente non esiste.
                  Le didattiche italiane, tutte (o quasi, almeno per le ricreative) sono certificate C-MAS e riconosciute in tutto il mondo. Solo in alcuni posti quando si vuole fare il dive-master ti chiedono il cross-over da didattica a didattica (giustamente) per questioni di compatibilità con le esigenze locali.
                  Per il semplice turista non ci sono mai problemi, visto che paghi.

                  Inoltre è giusto lasciare l'ultima parola ai diving, perché sono loro a doverti portare in acqua. A prescindere da chi sia la responsabilità in caso di incidente, tu ti puoi pure presentare anche con un brevetto di ipossico 100mt che se non ti conoscono è giusto che faccia qualche check dive prima di fare tuffi particolari.

                  Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio
                  2) Ad obbligare chi pratica questa attività a visite mediche specifiche e periodiche in modo da aumentare la sicurezza individuale e "scaricare" il diving di doversi improvvisare "medico" e determinare se il soggetto "all'apparenza" possa svolgere questa attività;
                  Nelle associazioni è già cosi, per essere tesserato devi portare il certificato medico, i diving invece ti chiedono l'autocertificazione, ma alcuni più scrupolosi, sopratutto per le crocere sub ti richiedono una fotocopia del certificato medico.

                  Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio
                  3) Ad obbligare chi pratica questa attività a munirsi di una assicurazione dedicata in modo che all'occorrenza possa essere prontamente assistito e che l'onere di tale assistenza sia ripartito tra chi pratica questa attività;
                  Se ti rivolgi ad un diving è già così. L'assicurazione della guida è estesa a tutti i partecipanti all'immersione. Inoltre in italia l'assistenza sanitaria è pubblica quindi verrai comunque trattato in maniera opportuna. All'estero invece se non ti fai l'assicurazione DAN personale sei un incosciente.

                  Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio
                  Tanto per cominciare.
                  In alcuni paesi Europei quanto sopra già esiste, eccetto l'unificazione dei brevetti ovviamente, e creare un registro unico (considerate le innumerevoli didattiche presenti nel mondo) aiuterebbe certamente a non doversi improvvisare investigatore.
                  Imho, scartoffie e burocrazie che aumenta i costi a nostro carico senza nessun vantaggio in termini di sicurezza. Produrre scartoffie è un costo che qualcuno deve pagare.

                  Se poi per le immersioni tecniche si vuole regolamentare meglio il tutto ci può pure stare (forse...), ma nel mondo ricreativo non ci vedo alcun reale vantaggio.

                  My 2 cents.

                  Tonnetto
                  Ultima modifica di Tonnetto; 27-05-2019, 18:25.
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                  • #99
                    Originariamente inviato da Tonnetto Visualizza il messaggio

                    Le didattiche italiane, tutte (o quasi, almeno per le ricreative) sono certificate C-MAS e riconosciute in tutto il mondo.
                    Credo si faccia confusione tra "conosciute" e "riconosciute". Tu non puoi sapere se sono brevettato, te lo dico io, in pratica è una autocertificazione.

                    Per il semplice turista non ci sono mai problemi, visto che paghi.
                    Ecco, questa cosa (sbagliatissima) sarebbe eliminata se ci fosse un brevetto con valenza legale.

                    Inoltre è giusto lasciare l'ultima parola ai diving, perché sono loro a doverti portare in acqua. A prescindere da chi sia la responsabilità in caso di incidente, tu ti puoi pure presentare anche con un brevetto di ipossico 100mt che se non ti conoscono è giusto che faccia qualche check dive prima di fare tuffi particolari.
                    Tu sottolinei l'inverso: ovvero il diving che può rifiutarsi di farti tuffare. A parte il fatto che stiamo parlando di subacquea ricreativa e non di tuffi a 100 metri (dove il problema della certificazione viene meno). Per il diving è impossibile sapere anche la più basilare delle informazioni, ovvero il tipo di brevetto, se non fidandosi della tua parola; allo stesso modo gli è impossibile (o comunque non è tenuto a farlo) sapere se sei in condizioni fisiche adatte per l'attività. E' vero che tu firmi uno scarico di responsabilità, ma comunque rappresenti una incognita finché non metti le pinne in acqua e un potenziale rischio per te, per il diving, per gli altri subacquei.

                    Nelle associazioni è già cosi, per essere tesserato devi portare il certificato medico, i diving invece ti chiedono l'autocertificazione, ma alcuni più scrupolosi, sopratutto per le crocere sub ti richiedono una fotocopia del certificato medico.
                    Giusto, standardizzare questa cosa, come avviene già in alcuni paesi sarebbe già un passo avanti.

                    Se ti rivolgi ad un diving è già così. L'assicurazione della guida è estesa a tutti i partecipanti all'immersione. Inoltre in italia l'assistenza sanitaria è pubblica quindi verrai comunque trattato in maniera opportuna. All'estero invece se non ti fai l'assicurazione DAN personale sei un incosciente.
                    Io ad esempio non ho l'assistenza sanitaria (in Italia) pur essendo cittadino Italiano, quindi è ovvio che abbia un'assicurazione apposita. Inoltre avere un'assicurazione dedicata alla subacquea ti da accesso ad un canale dedicato in caso di problemi, non si appoggia al più generico sistema sanitario di un paese. E infine, purtroppo gli "incoscienti" ci sono, limitiamo l'incoscienza delle persone (come appunto le visite mediche e le assicurazioni) rendendo obbligatorie determinate norme. Ad esempio se vai in auto senza cinture o in moto senza casco, sei certamente un incosciente, eppure le norme esistono (e non sono fatte solo per arraffare i soldi delle multe).

                    Imho, scartoffie e burocrazie che aumenta i costi a nostro carico senza nessun vantaggio in termini di sicurezza. Produrre scartoffie è un costo che qualcuno deve pagare.
                    Rispetto la tua opinione, ma io vedo l'organizzazione della subacquea nel mondo, oggi, come non completamente organizzata e certamente migliorabile.

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                    • npole posso chiederti come fai a non avere l'assistenza sanitaria in Italia? La mia è semplice curiosità

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                      • Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio
                        npole posso chiederti come fai a non avere l'assistenza sanitaria in Italia? La mia è semplice curiosità
                        Vivo all'estero. Ho comunque la tessera sanitaria Europea (valida per le emergenze mediche ecc.).

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                        • Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio

                          Vivo all'estero. Ho comunque la tessera sanitaria Europea (valida per le emergenze mediche ecc.).
                          Grazie della risposta.

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                          • Originariamente inviato da npole Visualizza il messaggio

                            Vivo all'estero. Ho comunque la tessera sanitaria Europea (valida per le emergenze mediche ecc.).

                            In Italia, se no erro, hai comunque l'assistenza sanitaria d'emergernza: italiano o no, europeo o no.
                            Una di quelle cose di cui potremmo vantarci e che tendiamo a dare per scontata.

                            Detto questo, tendere a fare in modo che tutti abbiamo la propria assicurazione non può che essere positivo. Non tutto si conclude col primo intervento in emergenza.
                            www.bludivecenter.com

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                            • Originariamente inviato da blu dive Visualizza il messaggio
                              In alcune regioni d'Italia è un esperimento già fatto, credo che l'unica regolamentazione ancora in vigore sia la legge 9-99 della regione Sardegna (è interessante per tutti leggerla).
                              Nonostante le buone intenzioni e il coinvolgimento di professio0nisti del settore, è venuta fuori una patacca inutile, un peso che ci si porta appresso rischiando di fare più danni che altro.
                              ​Anche in Liguria era stato istituito un registro degli operatori subacquei (guide / istruttori).
                              E' durato alcuni anni.
                              Risultati : zero.
                              Non ha apportato nulla in termini di sicurezza - ha aumentato solo la burocrazia.
                              Le intenzioni erano buone, obbligava tutti gli operatori a inviare il certificato medico, l'assicurazione e il brevetto ma la cosa nella pratica non è stata di nessuna utilità tanto che poi il tutto è stato tolto.

                              Io continuo a ritenere che una normativa a livello globale sia non utopia, ben oltre l'utopia, irrealizzabile.

                              Detto questo ben vengano proposte e punti di vista diversi dai miei, non è detto che quello che a me sembra non realizzabile per altri lo sia.

                              Cordialmente
                              Rana





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                              • Secondo me il discorso banca dati non è per nulla utopistico, banca dati mondiale (potrebbe essere solo per dire una sezione del NOAA), (non deve passare per l'Italia, sia chiaro) ogni qual volta che una didattica rilascia un brevetto comunica tramite mail numero, data, e istruttore che ha rilasciato il brevetto, da li ogni DM o istruttore pagando un piccolo obolo o visto che già paghiamo per rimanere iscritti ad una didattica, potrebbe essere incorporato li, potrà vedere almeno il tipo di brevetto di chi ha di fronte, ovviamente riservandosi l'ultima parola in merito, questione certificato, questo lo metterei obbligatorio per tutti, anche se non fanno corsi, se fai un corso te lo chiedono quindi tantovale tenersi aggiornati. La questione l'ho sollevata per esperienze che mi sono capitate, nulla di trascendentale ma che mi ha fatto pensare ad una cosa condivisa a tutti.
                                Per il discorso assicurazione non saprei, l'ho sempre avuta fino da quando ero open perchè a volte mi immergo all'estero e non mi sono mai posto il problema di NON averla.
                                Ultima modifica di firer84; 28-05-2019, 10:10.
                                Buone bolle a tutti!!!
                                http://4th-dimension.detidecosystem.com/

                                Commenta

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