Omessa deco metodo francese

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  • Omessa deco metodo francese

    Ciao a tutti, in caso di omessa decompressione oltre al metodo us navy che si può trovare più facilmente c'è anche il metodo della marina francese. Qualcuno conosce il metodo francese per omessa deco? Ricordo che questo metodo prevede di ritornare in immersione entro 1/3 minuti dal momento dell'emersione e raggiungere la metà della profondità massima raggiunta in immersione e sostare a quella quota per 5 minuti, dopo come si procede? In quale libro/manuale/articolo si può trovare?
    Grazie

  • #2
    Io conosco la deco australiana, rappresenta la base della procedure di ricompressione di emergenza in acqua praticate da australiani e hawaiani, forse se parla in deco for divers... ma anche in altri manuali.
    Probabilmente la risposta che cerchi non la troverai scritta da nessuna parte...
    diciamo che li si va a "sentimento" e valutando insorgere di sintomi/dolori ecc.ecc

    Non è una procedura standard..........

    va valutata e affrontata solo in casi davvero di emergenza valutando anche se si ha assistenza adeguata per tutta la ricompressione, la dispersione termica contando che si dovranno allungare i tempi o dove ci si trova se lontani da tutto...ecc.ecc
    Ultima modifica di paolinus; 25-02-2019, 19:07.
    http://profondeemozioni.blogspot.com...V5SQJ1vZvQ6WZR
    http://profondeemozioni.blogspot.com/

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    • #3
      ti rimando a questo forum
      http://www.tsaeurope.com/index.php/f...art=0&start=24
      http://profondeemozioni.blogspot.com...V5SQJ1vZvQ6WZR
      http://profondeemozioni.blogspot.com/

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      • #4
        Ci hanno messo 9 pagine girando in tondo senza fornire una risposta esauriente
        Mah
        Paolo

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        • #5
          Originariamente inviato da paolinus Visualizza il messaggio
          Io conosco la deco australiana, rappresenta la base della procedure di ricompressione di emergenza in acqua praticate da australiani e hawaiani, forse se parla in deco for divers... ma anche in altri manuali.
          Probabilmente la risposta che cerchi non la troverai scritta da nessuna parte...
          diciamo che li si va a "sentimento" e valutando insorgere di sintomi/dolori ecc.ecc

          Non è una procedura standard..........

          va valutata e affrontata solo in casi davvero di emergenza valutando anche se si ha assistenza adeguata per tutta la ricompressione, la dispersione termica contando che si dovranno allungare i tempi o dove ci si trova se lontani da tutto...ecc.ecc

          Col metodo australiano Ti riferisci alla ricompressione in acqua nel caso in cui si sono già presentati sintomi palesi dell'mdd. Io mi riferisco ad altro, le procedure per omessa deco si riferiscono nei casi in cui per un motivo X si è arrivati in superficie saltando le tappe deco, queste procedure si attuano nel caso in cui si è in grado di riscendere entro 3 massimo 5 minuti e soprattutto non devono essere presenti sintomi di Pdd, altrimenti servono a poco. Queste procedure si utilizzano per cercare di prevenire l'mdd in caso di una scorretta risalita. Il metodo australiano si usa nel caso in cui sono già in corso sintomi di mdd e si attua appunto per trattare i sintomi.
          Le procedure di omessa deco, sia metodo us navy che francese sono procedure ben stabilite.
          Ultima modifica di Narcotizzato; 25-02-2019, 21:01.

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          • #6
            Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
            Ci hanno messo 9 pagine girando in tondo senza fornire una risposta esauriente
            Mah
            Secondo te ci può essere una risposta?
            Non vedo l'ora di leggerle 😜😜
            http://profondeemozioni.blogspot.com...V5SQJ1vZvQ6WZR
            http://profondeemozioni.blogspot.com/

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            • #7
              A me le avevano fatte studiare, al tempo. Era sul libro della didattica... C'era il caso in cui si saltava una tappa, il caso in cui si saltava la deco, c'era da tornare 3 metri più profondo della tappa saltata, aumentare a 1,5 volte il tempo di tappa, e cose di questo genere.
              Domani cerco di guardarci!

              Ma.. Come mai questo interesse?

              Emanuele

              Emanuele

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              • #8
                Originariamente inviato da Emanuele. Visualizza il messaggio
                A me le avevano fatte studiare, al tempo. Era sul libro della didattica... C'era il caso in cui si saltava una tappa, il caso in cui si saltava la deco, c'era da tornare 3 metri più profondo della tappa saltata, aumentare a 1,5 volte il tempo di tappa, e cose di questo genere.
                Domani cerco di guardarci!

                Ma.. Come mai questo interesse?

                Emanuele
                Stai parlando del metodo u.s navy, il metodo francese prevede di tornare alla metà della profondità massima raggiunta e sostarvi per 5 minuti e poi si prosegue non ricordo come.

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                • #9
                  paolinus
                  Bella domanda. Ricordo di avere letto, forse sul manuale federale di immersione, come comportarsi in questi casi ma non ricordo la procedura in dettaglio. Non mi e' mai capitato di saltare una tappa ne' di restare senza aria sufficiente per completare in sicurezza una immersione. Mi e' capitato tanti anni fa di dovere dare aria a chi aveva finito la sua ma nessuno ha saltato nulla. Si e' trattato di un fatto episodico in quanto solitamente frequento un gruppo molto ristretto di persone con cui ho affiatamento ed in cui nessuno si e' mai trovato in tali condizioni.
                  Usando aria ci sono margini molto ampi e se si puo' contare su un compagno non vedo problemi.
                  Da solo puo' essere differente ma per completare una decompressione non serve poi tanta aria e per saltarla deve succedere veramente qualcosa di grosso e molto in fondo.
                  Se si scende subito i computer smettono di arrabbiarsi e ricominciano a funzionare a dovere.
                  In un angolo sperduto del mondo penso non faccia male ritornare a meta' della profondita' massima e farsi fuori anche tutta la bombola ricominciando da capo con la decompressione raddoppiando i tempi alle varie quote con particolare riguardo alle tappe piu' fonde.Resta che devo colmare questa lacuna.
                  Mi ricordo anni fa al Giglio un ragazzo che, causa un rubinetto aperto parzialmente, si e' fatto prendere dal panico alla parete del Fenaio ed ha pallonato alla grande. Me lo ricordo in spiaggia al Campese bianco come un cencio e con la bava alla bocca che respirava ossigeno in attesa dell' elicottero.
                  Il giorno dopo passeggiando in riva al mare mi ha detto che i medici lo avevano trovato in buona salute, che era stato principalmente un grande spavento e che lo avevano infilato nella camera iperbarica piu' per precauzione che per reale necessita'.
                  Faccio tutti gli scongiuri del caso ed anche come Toto' : puo' capitare a tutti, una volta a quello ed una volta all'altro ....
                  Paolo

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                  • #10
                    Giusto domenica ero in auto con i proprietari di un diving francese e la discussione è finita su alcuni salvataggi che loro avevano fatto molti anni addietro di subacquei che avevano saltato deco importanti (si parla di 20/30 minuti).
                    A me interessava il motivo per cui questa gente (esterni al loro diving, gente che era uscita da sola da riva o da barche private sballando completamente la deco) aveva compiuto errori tanto madornali.
                    In sostanza in buona parte erano sistemi di coppia che non comunicavano (sub che consuma molto e non lo dice al compagno per vergona causando il problema anche al compagno)... oppure gente che ha perso la cima dove aveva agganciato le bombole di deco... o, ancora, gente in affanno che consuma molto più del previsto.
                    Ad ogni modo loro avevano aria e sub da fornire per l'assistenza e l'avevano fornita e tutti erano tornati a casa senza mdd e alla visita in ospedale i medici avevano detto a quei sub che solo l'assistenza aveva evitato loro una mdd certa.
                    Però lo sconsigliavano, era una cosa abbandonata e oramai sconsigliata... specie se c'è una camera iperbarica nelle vicinanze. Oltre al richiedere una scorta ingente di aria e subacquei in assistenza: interromperla significa aggravare la saturazione... quindi il problema.
                    Se non ho capito male si aggiungeva una tappa di 3 metri inferiore a quella saltata. La durata totale era doppia di quella saltata ed ogni step era doppio del precedente. Quindi diventava una cosa molto lunga.
                    Credo che se si saltassero 7 minuti a 12 metri si dovessero fare 1 m a 15 poi 2 m a 12metri poi 4 a 9 metri e per finire 8 minuti a 6 metri... però non ho prestato attenzione perché mi interessava capire le cause di omesse deco così lunghe: sono abituato a scendere solo con barche dove ci sono decompressive d'emergenza e con marinai capaci nel fornire assistenza.
                    Ricordo che nel manuale tec50 tsa venivano descritti almeno 4 metodi di ricompressione in acqua a scopo didattico, sconsigliandoli tutti e che mi ero rifiutato di studiarli (li avevo letti, ma non imparati).

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                    • #11
                      Ciao, penso di avere la risposta al tuo quesito. Ti allego una pagina del manuale PTA decompression
                      https://www.ultraimg.com/image/PCUk

                      Poi facendo delle ricerche sul forum ho trovato anche una discussione dove avevo partecipato a suo tempo sempre sulla ricompressione.

                      http://www.poverosub.com/forum/subac...ppa-deco/page3

                      Avevo anche già pubblicato la pagina, poi TheSnake aveva ampliato il discorso.

                      P.s. Ho appena finito di leggere il manuale u.s. navy per ampliarmi un pò il punto di vista di tante cose

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                      • #12
                        Per quanto rigurda la "In water recompression" vi lascio questo link dove sono spiegate diverse tecniche di ricompressione.

                        http://rubicon-foundation.org/in-water-recompression/

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                        • #13
                          Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio
                          Ciao, penso di avere la risposta al tuo quesito. Ti allego una pagina del manuale PTA decompression
                          https://www.ultraimg.com/image/PCUk

                          Poi facendo delle ricerche sul forum ho trovato anche una discussione dove avevo partecipato a suo tempo sempre sulla ricompressione.

                          http://www.poverosub.com/forum/subac...ppa-deco/page3

                          Avevo anche già pubblicato la pagina, poi TheSnake aveva ampliato il discorso.

                          P.s. Ho appena finito di leggere il manuale u.s. navy per ampliarmi un pò il punto di vista di tante cose
                          Grazie molto gentile

                          Commenta


                          • #14
                            Originariamente inviato da Maggio Visualizza il messaggio
                            Per quanto rigurda la "In water recompression" vi lascio questo link dove sono spiegate diverse tecniche di ricompressione.

                            http://rubicon-foundation.org/in-water-recompression/
                            Grazie, molto gentile.

                            Commenta


                            • #15
                              Ecco un articolo recente sul tema: https://www.plongee-plaisir.com/fr/r...-desaturation/
                              In francese...

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