Decisamente troppi incidenti.

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  • #16
    Caro Reato (concedimi questa piccola confidenza anche se non ci conosciamo di persona).
    ​Ho letto e riletto quanto hai scritto.

    Ho letto anche i commenti che sono seguiti su questo, almeno per me, difficilissimo discorso.

    Purtroppo è cronaca già tristemente nota anche in Italia, che si ripete in continuazione, cambiano gli scenari ma la morale che porta alla tragedia è sempre la medesima.

    Descrivi posti, che come subacqueo, mi fanno sentire la pulsione irresistibile ad immergermi e questo mi avvicina molto alle persone e ai fatti che hai descritto.

    Scusami e cerca di capire ma una parte di me, dentro di me, è attratta dalla "sfida" che posti e immersioni come quelle che hai descritto suscitano, io oggi mi considero un subacqueo prudente sicuramente quando non sono da solo.
    Da solo ... in solitaria, mi prendo ancora qualche ponderata "libertà".

    Sono stato giovane e spavaldo, sotto questo aspetto potrei benissimo considerarmi un ritardato, dato che è solo con la nascita di mia figlia che ho iniziato a sentire la necessità di essere prudente.

    Io ho fatto tutto quello e forse anche di più, che ha portato a tragici incidenti persone meno fortunate di me.

    Anni in dietro, a Palinuro mi sono cacciato in un camino verticale che da -20 più o meno mi ha portato i superficie in una nicchia di roccia chiusa, il camino era cosi stretto che ci passavo giusto in verticale, una volta raggiunta la nicchia capii la grande stupidità di quel gesto folle che avevo fatto senza pensarci, potevo solo sgonfiare il gav e sperare di sprofondare esattamente come ero salito, sperando di non incastrarmi o che non si incastrasse nulla, dovevo scendere con le pinne in avanti e la testa in alto senza poter vedere dove scendevo, fui, ovviamente, molto fortunato, scesi senza problemi.

    Non dissi nulla a nessuno, mi vergognavo tremendamente oltre ad avere, dopo, la paura a mille, questa esperienza la ricordo sempre come la tangibile stupidità nella mia presunzione di essere chissà chi.
    Per questo leggendo le tue parole provo tanta ma tanta paura, perché non mi sento distante da questi personaggi, o meglio c'è stato un periodo della mia vita che ero, forse, come loro.

    Certo come istruttore so di essermi sempre comportato bene, nel senso che come istruttore ho sentito sin dal primo corso che ho tenuto la responsabilità della sicurezza altrui, per cui a mia discolpa posso dire che le mie follie sono sempre state follie in solitaria o con persone, amici "formate" che a loro volta erano folli come me - ma non con allievi.
    Le persone che mi hanno formato e trasmesso la passione sono persone che prendono il loro compito d'istruirti e farti sicurezza in maniera molto estrema, se sei un loro allievo è un patto d'onore proteggerti, questo loro modo di agire è diventato parte di me, gli allievi per me vanno protetti sempre, anche dalle mie pulsioni “estreme”.

    Il tempo e la fortuna, mi hanno permesso di diventare "anziano" e l'età ti calma, ti fa vedere quello che prima non vedevi, o, non volevi vedere.

    La subacquea è una passione che quando ti esplode dentro ti accompagna tutta la vita, ma è subdola, perché ti perdona quasi sempre, è buonista .....
    Quasi sempre la fai franca, per qualche motivo che non dipende da te, se fai una cavolata la sfanghi ... e cosi ti trovi ad osare, va sempre bene, va comunque bene, non succede mai a me, sempre agli altri .....

    Quando succede qualcosa che non doveva succedere t'illudi di essere stato bravo, se, per fortuna e solo per fortuna non è successo nulla di tragico.
    Cosi gli incidenti risolti perché c'è qualcosa che possiamo chiamare provvidenza, fortuna, fato ecc, ecc, diventano medaglie di guerra.
    Solo che per 10 o 100 se non 1000 subacquei e più (molti di più) che la fanno franca, per la legge dei grandi numeri, sfida oggi, sfida domani, qualcuno la paga, qualcuno ci lascia la pelle.
    A queste dinamiche non fanno eccezione ne allievi, ne istruttori, ne subacquei.

    Purtroppo incidenti simili continueranno a succedere, e anche queste tue accorate parole cadranno presto (prestissimo) nel dimenticatoio, noi subacquei siamo una popolazione che non ha memoria.
    Dimentichiamo, spesso non vogliamo neanche sapere.

    Oggi un aspetto che mi rende differente …. è la sana paura, la consapevolezza che quanto hai tristemente descritto può succedere anche a me, cosi mi tengo stretta in ogni momento la paura, la consapevolezza che per annegare bastano 5 centimetri di acqua (se non riesci a tirare fuori la testa), la consapevolezza che la valutazione del contesto in cui si svolgono le esercitazioni didattiche e l'attività subacquea è uno dei primi elementi (tra quelli più importanti) per costruire la sicurezza, per fare sicurezza.

    Sento la necessità di ricordare gli incidenti, ce ne sono alcuni che non scordo, per fortuna sempre e solo letti, toccando ferro e facendo ogni scongiuro.

    Ricordo la morte di una giovane ragazza, lessi di questo incidente in questo forum, la barca si ferma, giornata di sole, mare calmo, tutti ridono e scherzando si preparano all'immersione (come è giusto che sia), la ragazza è la prima ad entrare in acqua con il "passo del gigante", la guida l'assiste sulla barca, e via in acqua .... poi la guida si gira a parlare e a prepararsi per dare assistenza agli altri ... non immagina che entrando in acqua le pinne di questa ragazza si sono sfilate e la rubinetteria mi pare fosse chiusa .... il corpo della ragazza senza vita fu ritrovato a pochi metri sotto la barca appena gli altri s'immersero.

    Non riesco a scordarlo, mi accompagna ogni volta che metto in acqua un allievo o vedo entrare in acqua un subacqueo, non riesco a non prestare attenzione e se succedesse a me, se per distrazione .......

    Quando mia figlia era piccola e viaggiavo con lei in macchina, ed era nell'ovetto posto nel sedile dietro, continuavo a guardarla spostando lo specchietto perché sapevo che più di una persona era riuscita a dimenticare la figlia in macchina - cosa che non concepisco, eppure era successa e più volte e se successa, meglio non rischiare, meglio pensare che possa succedere anche a me cosi l'attenzione cresce.

    Soluzioni a questi problemi non ce ne sono, non sono incidenti che nascono per casualità o perché non si sanno le cose, sono incidenti che capitano perché nel fare e nell’andare sempre bene tutto, finiamo per pensare che a noi non succede.
    Non è una questione di regolamenti, di norme, di mancanza di leggi, questi incidenti sono insiti in noi nel momento in cui pensiamo a me non succede, io sono diverso ed è questo modo di pensare che è difficile cambiare.

    Non bisogna pensare che a me non succede, bisogna fare il contrario pensare che anche noi possiamo sbagliare, possiamo essere faciloni, possiamo distrarci ecc, ecc.

    In fine c'è un elemento che è incontrollabile ed è l'esuberanza e l'incoscienza dei giovani, parlo per esperienza, li possiamo solo sperare nella fortuna.

    Tutti noi abbiamo fatto le nostre "c a z z a t e" ma proprio tutti, nessuno escluso, paradossalmente per arrivare a consolidare esperienza c'è la necessità anche di sbagliare e fare c a z z a t e.

    Un detto dice: “aiutati che il ciel ti aiuta”
    La fortuna ce la mette tutta per assistere … solo che noi subacquei, a nostra volta, in alcuni casi ce la mettiamo tutta per far succedere l'incidente e a volte riusciamo ad essere più bravi della fortuna.

    Si, più bravi della fortuna perché in queste tragedie non c’è sfortuna, queste tragedie sono il risultato di comportamenti sbagliati, ripetuti come in un domino fino a quando non cade l’ultima tessera e qualcuno perde la vita.


    Cordialmente
    Rana

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    • #17
      post molto toccante, Rana.
      A proposito di incidenti assurdi, ma possibili: questo avvenne in un club locale. Ai tempi era anche presente in quell'occasione un subacqueo che conosco (presente ma non era con la vittima). Ricordo ancora le sue lacrime mentre mi raccontava l'incidente: madre di famiglia, alle prime lezioni in mare. Si immerge ed il suo istruttore sta davanti. Ad un certo punto l'istruttore la perde di vista e risale in superficie per cercare le bolle. Non vedendole ridiscende più volte. Quando la ritrovarono era senza l'erogatore principale, che le si era sfilato perché montato con la frusta all'incontrario. Lei non era riuscito a riprenderlo perché le era finito dietro la schiena e non era stata in grado di prendere quello di riserva o era andata nel panico. La persona che conosco mi aveva raccontato che l'aveva vista molto tesa prima di tuffarsi. Al ritorno del gommone, il marito e la bimba piccola stavano ad aspettarli a riva... Ad insegnamento che è sempre cosa buona e giusta controllare a fondo l'attrezzatura e lo stress di quelli con cui ci si immergere e non stare in fila indiana, ma affiancati.


      Durante il corso rescue il mio istruttore, invece, ha passato una serata a raccontarci incidenti. Uno di quelli che mi avevano impressionato maggiormente è stato di una signora che, al ritorno da una vacanza dove si era brevettata open, aveva deciso di rifare il corso perché non si sentiva sicura. Il diving dove si era affidata ha la brillante idea di portarla come prima immersione del nuovo corso open sulla Haven (!!!!!). Lei non collega la frusta del gav e nessuno li controlla. Muta umida e lei stracarica di pesi, manco avesse una stagna. Non gonfia il gav prima di tuffarsi, nessuno le fa notare di farlo... e quella si tuffa in una pallonata negativa che la porta sul fondo ad 80 metri. L'istruttore prova a raggiungerla senza riuscirci e si ferma a 60 metri non trovandola. La ritrovano il giorno successivo, dopo che i pesci avevano già iniziato a cibarsi dei tessuti molli non coperti dalla muta... con particolari molto macabri connessi... stesso problema di sopra, con in più un bel problema di pianificazione in più.

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      • #18
        Originariamente inviato da darkfire Visualizza il messaggio
        Il diving dove si era affidata ha la brillante idea di portarla come prima immersione del nuovo corso open sulla Haven .
        In realtà era un corso nitrox ma non cambia molto.
        www.liberisub.it

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        • #19
          Originariamente inviato da darkfire Visualizza il messaggio
          ............Lei non collega la frusta del gav e nessuno li controlla. Muta umida e lei stracarica di pesi, manco avesse una stagna. Non gonfia il gav prima di tuffarsi, nessuno le fa notare di farlo... e quella si tuffa in una pallonata negativa che la porta sul fondo ad 80 metri.......
          ​Ciao Darkfire,
          mi sono ricordato di quell'incidente quando M ha specificato che è avvenuto durante un corso nitrox.
          Se è quello che ricordo fu un incidente che scosse molto la comunità subacquea - un corso nitrox svolto sull'Haven che inizia a -30.

          Non sapevo i dettagli che hai citato, mi pare che l'istruttore (correggetemi se sbaglio) sia stato effettivamente condannato - per quello che può valere davanti alla perdita di una vita.

          La sicurezza non è mai un unico "fronte" su cui "combattere", ma sono un insieme di tanti aspetti da curare per far si che sott'acqua non avvengano tragedie.

          I problemi succedono, succedono in ogni ambito del vivere e la subacquea non fa differenza, i problemi succedono ma se si è tessuto una corretta rete di elementi inerenti alla sicurezza, quasi qualsiasi problema è risolvibile, almeno nel far si che ciò non si trasformi in tragedia.

          Il problema della "rete di sicurezza" è insito nel fatto che è un insieme di aspetti da valutare, che devono essere presenti e ben organizzati.

          Sicuramente la formazione (i corsi) è lo strumento base più importante affinché si crei nei nuovi subacquei almeno la consapevolezza dei pericoli, la consapevolezza di dover saper gestire almeno quegli elementi di base della tecnica che rappresentano un primo paracadute nel caso in cui sorgessero problemi.

          In tal senso mi spiace ma didatticamente, senza voler puntare il dito su nessuna didattica nello specifico ma parlando in generale includendo tutte le didattiche, c'è un calo nella cura dell'assetto di base ed un uso folle della zavorra.

          Io, penso di essere famoso almeno in quelli che da anni seguono questo forum per rompere i "c o g l i o n i" sul discorso pesata ed assetto ma proviamo in questa discussione a vedere quanti degli incidenti descritti (compreso i primi di Reato) possono essere riportati a una "non cultura" dell'assetto, a un uso folle di zavorra, a un non uso corretto del gav ?

          Mal contati sono stati descritti almeno 4 incidenti, di questi almeno 3 certamente sono imputabili a una non corretta cultura e gestione dell'assetto (a iniziare dall'uso eccessivo di zavorra).

          Il primo incidente descritto da Reato, il subacqueo riaffiorato in superficie che poi riaffonda annegando....
          ma com'è possibile ci si domanda, non ha gonfiato il gav .... io dico che problemi come questi hanno radici anche nella struttura didattica, come fa un istruttore a non capire che 6 / 8 kg di piombo su una corporatura normale possono rappresentare un problema ?

          La prima cosa da verificare non è la certezza che l'allievo scenda ma verificare che l'allievo nel suo insieme di attrezzature (compreso la zavorra) sia in grado di gestire anche rotture del gav, deve riuscire a rimanere a galla, soprattutto a fine immersione con la bombola scarica, anche senza gav se cosi non è qualcosa si è sbagliato a monte nella corretta pesata mi sembra cosi ovvio che qualsiasi altro aspetto perde di significato.

          Il secondo incidente di Reato, il vortice, non lo conto per la natura stessa del vortice.

          Il terzo, la ragazza che fa il passo del gigante, perde le pinne e non riesce più a risalire, ma secondo voi è normale ? normale un cavolo per non dire peggio, se la ragazza avesse avuto una corretta pesata, un minimo in più di acquaticità sarebbe risalita semplicemente muovendo le mani, questo non è avvenuto, perché ? quanta zavorra aveva ?

          Quarto caso, la ragazza sull'Haven, idem come sopra, ma quanta zavorra devi avere per innescare una pallonata verso il fondo - espressione che non avevo mai sentito ma che risuona in me in maniera scioccante, per mettere in atto una simile situazione ,il subacqueo, deve essere agganciato almeno a un incudine ...

          E ancora, in molti di questi casi il gav non era attaccato, le bombole non erano aperte ecc, ecc, ma che "c a z z a t e" sono queste .... il gav si può rompere, lo sappiamo tutti, a tutti noi è capitato di non aprire le bombole, ci sta, non deve succedere ma succede, non sono motivi per accettare una tragedia - vi sembrano valide cause per morire ?
          Il problema è l'impossibilità, senza poter gonfiare il gav, di ritornare in superficie e questo non deve essere mai un problema perché si sa che a volte il gav non si gonfia.

          No, di certo con la corretta pesata e un minimo di acquaticità il fatto di entrare in acqua con il gav scollegato, o le bombole chiuse, non deve essere fonte di sprofondamenti incontrollati e tragici, in ambito ricreativo dove si ha un mono e una muta umida, nulla di più.

          Se questo avviene il problema è a monte, nasce nella formazione che si riceve, sbagliamo noi istruttori, siamo noi che piantiamo il seme che potrebbe sbocciare in tragedia.

          Un corso è un momento in cui dobbiamo trasmettere il sapere e il saper fare, questo processo per quanto ci sforziamo di renderlo facile e immediato richiede comunque dei tempi, richiede un minimo di esercitazioni, non sempre i tempi previsti sono sufficienti per tutti, alcuni allievi richiedono più tempo ed impegno.
          Non ci sono scorciatoie in tal senso, se si ha nel cuore la responsabilità che gli allievi siano sufficientemente preparati ad evitare situazioni come quelle descritte, non si può dare piombi come se fossero cioccolatini perché cosi l'allievo scende (in molti casi in cui ho fatto sentire il mio disappunto mi è stato risposto, poi li toglieranno con il tempo ..... no, no, e ancora no, non li tolgono più nella migliore delle ipotesi con gli anni tolgono un kg) , cosi l'allievo impara velocemente, tanto c'è il gav.

          I risultati poi, sui grandi numeri, annoverano anche queste tragedie assurde.

          L'allievo in quanto allievo non sa e quindi non ha la consapevolezza per capire quello che sta facendo, per cui è naturale che se l'istruttore dice: si può fare ......... si fa.

          E' dell'istruttore la responsabilità, soprattutto del modo che ha di far didattica, deve capire che la zavorra è una droga per il subacqueo, lo illude di fare bene ma allo stesso tempo crea le condizioni di base affinché possano succedere queste tragedie.
          Deve capire quando non deve facilitare all'allievo il percorso ma spronarlo ad esercitarsi nel modo corretto.

          Iniziamo noi istruttori a non barare con l'allievo.

          Recuperiamo la dimensione corretta dei corsi, l'onestà intellettuale di capire se effettivamente un allievo è preparato anche dal valutare la zavorra che usa, chiediamoci nel caso in cui gettandosi in acqua perda le pinne e si trovi nell'impossibilità di azionare il gav cosa succederebbe a questo allievo ?

          Cordialmente
          Rana

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          • #20
            RANA
            Pienamente d'accordo su tutto tranne sul fatto che tu ipotizzi di rompere in merito alla pesata.
            E' stata la prima cosa che ci è stata insegnata e fatta fare in piscina.
            Trovo inconcepibile che un istruttore, degno di tale qualifica, trascuri questo aspetto a dir poco fondamentale.

            Paolo
            Paolo

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            • #21
              Originariamente inviato da paolo55 Visualizza il messaggio
              RANA
              Pienamente d'accordo su tutto tranne sul fatto che tu ipotizzi di rompere in merito alla pesata.
              E' stata la prima cosa che ci è stata insegnata e fatta fare in piscina.
              Trovo inconcepibile che un istruttore, degno di tale qualifica, trascuri questo aspetto a dir poco fondamentale.

              Paolo
              Ciao Paolo,
              non mi sono e non voglio riferirmi a nessun caso nello specifico.

              Non discuto la bontà del corso che hai seguito, non discuto i tuoi istruttori e la tua didattica.
              Ogni caso, nello specifico, ha i suoi aspetti, sicuramente c'è il buono - se non fosse cosi sarebbe un disastro su scala cosmica.

              Premesso questo in generale, la pesata, l'assetto che ne segue, la gestione del gav sono tutti aspetti che hanno perso la misura di ciò che è corretto sapere e fare.
              Ne è prova, purtroppo, gli incidenti che ne seguono di cui, in questa discussione ne abbiamo dei tristissimi esempi.

              Tutto qui.

              Cordialmente
              Rana

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              • #22
                @rana
                Era una parafrasi per dirti che condivifo il tuo intervento al 100 %
                Purtroppo ci sono tristi conseguenze che mi procurano sensazioni negative.
                Dovremmo solo divertirci e purtroppo qualcuno ha avuto una triste sorte
                Sprriamo non capiti mai di essere coinvolti in tali circostanze
                Ciao
                Paolo
                Paolo

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                • #23
                  Questi incidenti sono la dimostrazione inequivocabile che uno sport come la subacquea non può essere preso alla leggera. Siamo un un ambiente ostile e come tale deve essere gestito, sempre. Ma un allievo ha purtroppo tutto il diritto di sbagliare, altrimenti non sarebbe tale.
                  cordialità
                  Turbosub

                  Commenta


                  • #24
                    Reato, speranza condivisa
                    così come spero che, a qualche "aspirante subacqueo", l'istruttore di turno dica: "lascia stare, la subacquea non fa per te"
                    Immersioni sicure anche a te
                    Per fortuna in Italia c'è ancora qualcuno che punta sui giovani... LE MILF [cit.]

                    Commenta


                    • #25
                      Davvero i brividi a leggere il primo post..
                      Ultima modifica di Italians; 27-06-2018, 18:34.

                      Commenta


                      • #26
                        @rara impossibile non condividere quello che dici. Fortunatamente tutti i miei istruttori hanno rotto quanto basta sulla pesata fin da subito, persino nel corso open in un villaggio vacanze. Nel mio caso non mi ritengo ancora soddisfatto dei risultati raggiunti (4kg sulla semistagna da 7mm) ed infatti la settimana prossima (durante le vacanze) farò immersioni con un istruttore che cura molto questi particolari.

                        Purtroppo se ne sento di tutti i colori. L'anno scorso ero su un taxi a Cagliari e l'autista, saputo che facevo subcquea mi raccontava di essere sub e di aver fatto i corsi con un noto subacqueo delle sue parti... per caso entra nel discorso pesi e se ne esce con "scendo con 15kg con la umida" (!!!! va bene che era grosso... ma mi viene impossibile pensare che tutti quei 15 kg gli fossero necessari)

                        Un altro signore che ho conosciuto, peraltro istruttore rebreatherista speleo che non si immerge più da molti anni in un altra occasione mi raccontava che uno dei motivi per cui aveva smesso erano i pesi da portare e snocciolava numeri simili con la stagna (e lui era veramente longilineo)... mi chiedo che insegnamenti potesse trasmettere se lui stesso era pesato in modo eccessivo (peraltro andava giù con il trilaminato, non neoprene).

                        PS: "pallonata negativa" è un termine credo inventato dalla persona da cui ho fatto i corsi avanzati... per indicare una discesa rapida ed incontrollata, del tutto simile al movimento simile, in direzione opposta comunemente noto, credo usata per istillare i rischi legati all'eccesso di zavorra.

                        Commenta


                        • #27
                          Bene, riprendo il post di Reato collegandolo all'ultimo incidente sull'Haven IN NOME DELLA SICUREZZA decantata sopra e non per discorsi da bar. Si è saputo qualcosa? Ho un'idea molto personale che ci sia attinenza al post, ma potrei sbagliarmi.
                          cordialità
                          Turbosub

                          Commenta


                          • #28
                            Nella mia (poca) esperienza, di incidenti connessi direttamente all'attività subacquea onestamente ne ho sentiti pochi, molti meno che in altri spot! Il "guaio" (se così possiamo definirlo) è che se hai un problema fisico nel nostro sport, il rischio di morire è molto alto...per il semplice fatto che sei sott'acqua. Intendo diro che se hai un infarto mentre giochi a pallone, le probabilmente di salvarti sono enormemente più alte. Non vedo perché collegare l'incidente dell'Haven all'argomento trattato in questo thread?

                            Commenta


                            • #29
                              Originariamente inviato da Mercurio90 Visualizza il messaggio

                              Secondo me ci dimentichiamo di quante persone iniziano a praticare subacquea senza saper nuotare
                              Scusate...ma davvero ci sono pazzi che si mettono in bocca un erogatore, si buttano in mare e non sanno stare a galla da soli?
                              Mi chiedo quanto siano pazzi...
                              Ammetto che la mia esperienza è nulla, ma la mia decisione di fare un corso e prendere un brevetto è nata dopo anni di nuoto/snorkeling nei quali ho maturato l´amore per il mare e il desiderio di scendere un po di piú e di restare sul fondo a guardare i pesci..

                              Commenta


                              • #30
                                Ci sono persone ignare che vengono convinte a infilarsi un erogatore in bocca e buttarsi in mare ...
                                Spesso l'ignoranza viene sfruttata proprio per dire - non gridate allo scandalo, sapete bene tutti che succede - "per fare il sub non serve saper nuotare - a galla ti ci tiene il giubbetto .. "
                                Ora, mentre probabilmente è vero che nella quasi totalità delle immersioni non vengono messe alla prova capacità natatorie, sicuramente è l'opposto per le doti di acquaticità ...
                                Peccato che, essendo per definizione ignare, a queste persone non viene detto... e che per avere una certa acquaticità bisogna aver prima di tutto aver imparato a nuotare, altrimenti non vedo come si possa sviluppare tale capacità ...

                                Originariamente inviato da polemica


                                Mi permetto di innescare una polemica: quante delle persone con cui vi immergete regolarmente esiterebbero a dover ripetere il famigerato esercizio di togliere e rimettere la maschera in acqua ?
                                Sicuramente avranno dovuto farlo con successo per prendere il primo grado, ma per alcune - e ne conosco - che non lo si pretenda mai più da loro ...
                                In verità conosco una persona che non lo ha mai fatto, perché, per sua stessa ammissione, dopo aver evitato di farlo fino all'ultimo, con l'istruttore che di volta in volta lo rimandava, all'ultima immersione del corso OW - con la compiacenza o indolenza dell'istruttore stesso - ha fatto si che tra i 4 o 5 sub che si brevettavano, saltasse il suo turno. Ovviamente la persona si è ben guardata dal far notare la mancanza ...
                                Quindi, ora sappiamo per certo che c'è almeno un subacqueo abilitato fino ai 18m che non ha mai tolto e rimesso la maschera sott'acqua con successo... Per quanto mi riguarda, so anche che ce ne sono altri a cui è meglio non chiedere di ripetere l'esercizio ...
                                [mod polemica off]
                                Tornando alla domanda precedente: supponiamo che qualcuno si brevetti senza saper nuotare (ho visto un certo numero di cinesi in Thailandia esattamente in queste condizioni) qualora si candidasse per un corso avanzato, qualcuno chiederebbe "sai nuotare ?" o li metterebbe alla prova ?

                                Se avessi molto più tempo potrei fare molte più cose.
                                L'ottimista pensa che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il pessimista teme che sia vero.

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