La miglior formazione?

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  • La miglior formazione?

    Ciao a tutti, sono nuova del forum e anche una neo Open. Vi domando qual è la strada migliore per la formazione di un sub fino al livello di istruttore. Meglio fare (e pagare) tutti i corsi rivolgendosi allo stesso maestro o meglio presso un diving come ragazza alla pari ? oppure? Vorrei conoscere la strada migliore per la formazione. Grazie !

  • #2
    Prima di tutto credo sia meglio fare tanta pratica ed acquisire sicurezza e competenze vere. Il resto viene di conseguenza. In tutti o settori non si puo' insegnare quello che mon so conosce.
    Ti parlo da insegnante federale di judo e da innamorato della subacquea.
    Con simpatia
    Paolo
    Paolo

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    • #3
      La strada migliore è secondo me quella della calma, da usare con pazienza e - nel frattempo - fare tante immersioni. Nel frattempo fai i corsi che servono, ma fra uno e l'altro, immersioni, in ogni condizione possibile (mare, lago, notte, corrente, etc). Lavorare alla pari in un diving da un lato è una sorta di sfruttamento, dall'altro ti permette di fare molti tuffi senza svenarti; dipende da te. Personalmente però, prima di andare in un diving a lavorare cercherei di arrivare almeno ad un livello accettabile di capacità subacquee; ad esempio AOWD con almeno 50 immersioni vere...
      Ma è un parere personale, altri non saranno d'accordo con me, facilmente.
      Niente di quello che ho scritto è vero, sono uno che dice sempre bugie.

      cit: "meno male che c'e' qualcuno che ha la scienza e sa come van fatte le cose..."

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      • #4
        Originariamente inviato da Costance Visualizza il messaggio
        Ciao a tutti, sono nuova del forum e anche una neo Open. Vi domando qual è la strada migliore per la formazione di un sub fino al livello di istruttore. Meglio fare (e pagare) tutti i corsi rivolgendosi allo stesso maestro o meglio presso un diving come ragazza alla pari ? oppure? Vorrei conoscere la strada migliore per la formazione. Grazie !
        ​Ciao Costance.

        La tua è una classica domanda che ciclicamente viene fatta.
        La domanda è lecita ma rispondere non è facile, dato che non c'è una sola risposta corretta ma, al contrario, il quesito ammette enne risposte tutte corrette e valide.

        La tua domanda ha una peculiarità che la rende particolare non affronta il problema dal punto di vista della didattica "migliore" approccio che non porta da nessuna parte salvo finire in un ginepraio di opinioni tutte esatte e tutte opinabili.

        Tu affronti il problema dal punto di vista della struttura dove fare la formazione (al di la della didattica).

        Cosa rende un istruttore, un buon istruttore ?

        Proviamo a rispondere a questa (apparentemente) semplice domanda:

        * Una buona cultura subacquea - l'istruttore deve sapere tutto della materia che insegna - in questo caso è verissimo un detto che recita: nulla è più pratico di una buona teoria.
        L'istruttore deve sapere 100 per trasmettere 70 - cosa voglio dire .... per insegnare non basta sapere il minimo ma bisogna approfondire la conoscenza ben oltre il minimo per poter padroneggiare la materia in maniera tale da riuscire a trasmettere il minimo.

        * Deve essere un buon subacqueo sotto il punto di vista della tecnica, per insegnare a "fare" bisogna saper fare, solo se abbiamo vissuto le difficoltà come allievi, imparando a fare quello che vogliamo poi insegnare, possiamo riuscire non solo a insegnare ma anche a capire le difficoltà che i nostri allievi potrebbero avere.

        * Deve avere una predisposizione alla didattica, ossia deve saper "far fare", un buon istruttore ama fare l'istruttore, gli deve piacere, fare l'istruttore subacqueo non è la stessa cosa che immergersi per proprio diletto - è un'attività parallela, peculiare che dipende molto dal modo in cui ci poniamo.
        Ho visto bravissimi subacquei, eccellenti, preparatissimi, bravissimi dal punto di vista della tecnica ma incapaci di insegnare, non portati alla didattica, incapaci di capire che quello che magari per loro è immediato per altri richiede tempo.

        Riassumendo il bravo istruttore subacqueo deve:
        Sapere - Saper fare - Saper insegnare

        Personalmente credo che non esistono due istruttori uguali, si può insegnare la medesima cosa, i medesimi standard ma ogni istruttore ha un suo unico modo di fare che dipende anche dalla propria personalità, propensione, percorso di esperienze ecc, ecc.

        Gli istruttori fotocopia sono il mito delle didattiche, molte sono convinte di averlo raggiunto ma non è cosi, ogni istruttore è un modo a se (pregi e difetti), sarà bravissimo con tanti allievi ma non con tutti, ci saranno sempre delle differenze,

        Premesso tutto questo se ti dovessi dire quale percorso è meglio ti dovrei dire "tutti, insieme" nel senso che ogni esperienza aiuta, ogni situazione è un esperienza.

        Per esempio fare i corsi in un diving è diverso che farli in un circolo, molto diverso - non è questione di meglio o peggio - se fatti bene sono validi comunque in entrambe le situazioni - ma rimangono due situazioni differenti con cui l'istruttore si confronta.

        Inoltre un bravo istruttore è come un vino che va invecchiato, necessita di tempo, necessita di una botte particolare per crescere nelle gusto e nelle fragranze.
        Cosi un istruttore dopo che ha finito la formazione e ottenuto il brevetto ha bisogno di tempo e di una "barrique" (barile) ossia ha bisogno di tempo e di situazioni dove crescere - corsi.
        Solo cosi si affina e matura, ma questo processo non è scontato.

        Qui si ritorna all'annosa questione dell'esperienza dove il numero delle immersioni di per se non dice nulla sull'esperienza effettiva di un subacqueo.
        Ci sono subacquei che hanno 3000 immersioni ma sempre le stesse, 3000 volte la ripetizione della stessa immersione e questo non è certamente sinonimo di esperienza dato che manca di diversificazione.
        Allo stesso modo l'istruttore deve diversificare le esperienze didattiche, i corsi, le lezioni, deve aggiornarsi, deve essere attento ai cambiamenti.
        Spesso vedo istruttori che si siedono, limitandosi alle loro due lezioncine che diventano dei cavalli di battaglia che non cambiano mai in corsi sempre uguali.

        Se parliamo di formazione inizialmente penso che essere seguiti da un unico istruttore possa essere più vantaggioso in quanto si mantiene stabile il percorso didattico ma alla lunga è un grande limite, dato che bisogna tendere a diversificare le esperienze - se non fosse altro che sentire anche altri modi di spiegare e far didattica.
        Mai chiudersi in "torri d'avorio" pensando che si è arrivati al "massimo" ma aprirsi sempre a ogni altro modo di far le cose, anche quelli sbagliati fosse solo per non ripetere gli errori.

        Morale della favola, segui la tua strada che si apre in base alla disponibilità economica, di tempo, logistica ecc, se ti capita di fare esperienze alla pari (fermo restando non sono rari i casi in cui si finisce per fare bassa manovalanza e non certo esperienze didattiche) ben vengano - ma non cercare il meglio, il meglio non esiste.
        Cerca il meglio in te, nella tua capacità di apprendere, nella tua capacità di fare esperienza, nella tua capacità di appassionarti e di appassionare.

        Cordialmente
        Rana

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        • #5
          Grazie mille per le risposte, seguirò sicuramente i bei consigli....in effetti bisogna tener conto di tutto, delle proprie esigenze e delle opportunità che si presentano riconosciute valide... a volte, però,non è facile individuarle

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          • #6
            Originariamente inviato da Costance Visualizza il messaggio
            Grazie mille per le risposte, seguirò sicuramente i bei consigli....in effetti bisogna tener conto di tutto, delle proprie esigenze e delle opportunità che si presentano riconosciute valide... a volte, però,non è facile individuarle
            ​Ciao Costance.
            Diciamo che comunque vada è un successo, anche le esperienze "negative" - ossia un opportunità che non si dimostra tale, è esperienza e aiuta a renderci più "vaccinati"
            L'importante è divertirsi, l'importante è provare passione e interesse, poi, come tutti noi farai scelte ottime e qualche scelta discutibile ma questo fa parte del vivere.

            In bocca al lupo.

            Cordialmente
            Rana

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            • #7
              Vero !! Grazie 😊

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              • #8
                Io sono un AOWD con un centinaio di immersioni fatte in diverse condizioni, eppure non mi sento minimamente nella posizione di poter affrontare un percorso professionale, probabilmente perché non è quello che voglio o mi sento di poter fare. Il paramentro numero di immersioni deve essere qualcosa che ti dia autoconsapevolezza dei propri mezzi e dei propri limiti.
                Ho preso il brevetto Open Water nel luglio 2015, ho fatto circa 40 immersioni prima di fare il corso AOW nel dicembre 2015 (quindi ho fatto 40 immersioni in circa 5 mesi). Poi ho proseguito con una crociera subacquea alle Similan Islands, immersioni lungo la penisola di Izu (vivo a Tokyo) facendo anche il Rescue, poi ancora Palau marzo 2016, dopo il quale ho dovuto rallentare per causa di forza maggiore la frequenza delle immersioni (da aprile 2016 ad oggi ho fatto solo 10 immersioni).
                Eppure dopo il rescue, più di una persona/istruttore, continuava a spingermi ad intraprende il corso di dive master. Sinceramente, dopo la sete di immersioni ovunque e ad ogni costo, ho cominciato ad essere più equilibrato, capire i miei limiti e quello che volevo veramente. Certo, molto dipende dall'età e quello che si fa nella vita, a 40 anni con un buon lavoro ed un a carriera avviata, per me, le immersioni sono una passione, e tale deve rimanere.

                Detto questo, darti un consiglio è davvero difficile, non conoscendo la tua situazione, il tuo carattere/attitudine (quello è importantissimo per potersi fare strada nella subacquea) ecc., ma sicuramente quello che ti posso consigliare, cosa che hanno scritto anche gli altri utenti sopra, è NON buttarti o lasciarti convincere a bruciare le tappe.
                Immergiti, fai esperienze, prenditi l'AOW, continua a maturare esperienza, poi capirai da sola cosa poter/voler fare.
                Ultima modifica di lunaticgate; 14-06-2017, 05:55.

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                • #9
                  Ciao Lunaticgate,
                  grazie per i suggerimenti e le tue riflessioni. È un piacere leggerli e condividerli.
                  Sicuramente sono desiderosa di immergermi il più possibile come hai fatto tu. Come in ogni cosa nuova e appassionante si vivono le relative fasi iniziali di frenesia e voglia di arrivare (capire dove lo si scoprirà col tempo e L esperienza). Anch'io ho 40 anni e un lavoro che mi gratifica molto. La subacquea è arrivata, per me, in punta di piedi e con molto mio timore di non essere in grado di affrontarla o di amarla. Ci sono arrivata da sola, non l'ho cercata direttamente, volevo solo unire due miei grandi amori, il mare e la fotografia (volevo approcciare quella subacquea) non pensando di dover affrontare un percorso così impegnativo per tenere in mano una reflex. Così sto scoprendo un mondo molto bello, in cui ruotano tante attività, fatto di tanti obiettivi e non solo di fotografia. Un mondo, se vogliamo, quasi terapeutico, e per chi ha bisogno di ritrovarsi veramente, di riacquistare fiducia e autostima e molto altro, penso che la subacquea possa essere d aiuto, perché "là sotto sei obbligato a fidarti di te, a saperti controllare ...". In merito ci sono tanti scritti, e attualmente si fa molta ricerca sui benefici psicologici di questa disciplina ... basta sentir parlare un disabile che la pratica, si comprende quanto possa essere riabilitativa. Farò le mie esperienze sicuramente, di certo però non vorrò che la subacquea resti per me un benefico svago, ma diventi anche qualcosa di utile per gli altri.




                  Ciao Lunaticgate,
                  grazie per i suggerimenti e le tue riflessioni. È un piacere leggerli e condividerli.
                  Sicuramente sono desiderosa di immergermi il più possibile come hai fatto tu. Come in ogni cosa nuova e appassionante si vivono le relative fasi iniziali di frenesia e voglia di arrivare (capire dove lo si scoprirà col tempo e L esperienza). Anch'io ho 40 anni e un lavoro che mi gratifica molto. La subacquea è arrivata, per me, in punta di piedi e con molto mio timore di non essere in grado di affrontarla o di amarla. Ci sono arrivata da sola, non l'ho cercata direttamente, volevo solo unire due miei grandi amori, il mare e la fotografia (volevo approcciare quella subacquea) non pensando di dover affrontare un percorso così impegnativo per tenere in mano una reflex. Così sto scoprendo un mondo molto bello, in cui ruotano tante attività, fatto di tanti obiettivi e non solo di fotografia. Un mondo, se vogliamo, quasi terapeutico, e per chi ha bisogno di ritrovarsi veramente, di riacquistare fiducia e autostima e molto altro, penso che la subacquea possa essere d aiuto, perché "là sotto sei obbligato a fidarti di te, a saperti controllare ...". In merito ci sono tanti scritti, e attualmente si fa molta ricerca sui benefici psicologici di questa disciplina ... basta sentir parlare un disabile che la pratica, si comprende quanto possa essere riabilitativa. Farò le mie esperienze sicuramente, di certo però non vorrò che la subacquea resti per me un benefico svago, ma diventi anche qualcosa di utile per gli altri.

                  Cari saluti

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                  • #10
                    Originariamente inviato da Costance Visualizza il messaggio
                    Ciao Lunaticgate,
                    grazie per i suggerimenti e le tue riflessioni. È un piacere leggerli e condividerli.
                    Sicuramente sono desiderosa di immergermi il più possibile come hai fatto tu. Come in ogni cosa nuova e appassionante si vivono le relative fasi iniziali di frenesia e voglia di arrivare (capire dove lo si scoprirà col tempo e L esperienza). Anch'io ho 40 anni e un lavoro che mi gratifica molto. La subacquea è arrivata, per me, in punta di piedi e con molto mio timore di non essere in grado di affrontarla o di amarla. Ci sono arrivata da sola, non l'ho cercata direttamente, volevo solo unire due miei grandi amori, il mare e la fotografia (volevo approcciare quella subacquea) non pensando di dover affrontare un percorso così impegnativo per tenere in mano una reflex. Così sto scoprendo un mondo molto bello, in cui ruotano tante attività, fatto di tanti obiettivi e non solo di fotografia. Un mondo, se vogliamo, quasi terapeutico, e per chi ha bisogno di ritrovarsi veramente, di riacquistare fiducia e autostima e molto altro, penso che la subacquea possa essere d aiuto, perché "là sotto sei obbligato a fidarti di te, a saperti controllare ...". In merito ci sono tanti scritti, e attualmente si fa molta ricerca sui benefici psicologici di questa disciplina ... basta sentir parlare un disabile che la pratica, si comprende quanto possa essere riabilitativa. Farò le mie esperienze sicuramente, di certo però non vorrò che la subacquea resti per me un benefico svago, ma diventi anche qualcosa di utile per gli altri.

                    Cari saluti
                    Anche io ho la passione della fotografia, cosa che però non sono riuscito a trasferire nelle immersioni. Quando mi immergo è un susseguirsi di emozioni che non mi permettono di concentrarmi sulla fotografia. L'emozione di avere un branco di squali grigi intorno o una manta gigante che ti vola sulla testa, non mi permetterebbe di fotografare seriamente, per tanto sono più per l'eventuale video fatto con una go-pro, ma il più delle volte, sono immagini che restano solamente nei miei ricordi, nulla di digitale. Magari un giorno cambierò idea. Immergermi mi rilassa, mi fa star bene e mi riconnette con me stesso. Per me è una passione con effetti terapeutici, per qualcun altro un lavoro e per altri uno svago o altro. L'importante è affrontare seriamente il percorso e non trascurare nulla, ti auguro con tutto il cuore di trarne i migliori benefici.

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                    • #11
                      Grazie ! Condivido e ricambio ...

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                      • #12
                        Originariamente inviato da Costance Visualizza il messaggio
                        .................................Anch'io ho 40 anni e un lavoro che mi gratifica molto. ...................................
                        ...e valuti l'opzione di cambiare per un lavoro che non sai se ti gratifica, e per di più gratis?


                        www.filoariannadive.com

                        Commenta


                        • #13
                          Ma io non valuto L opzione di cambiare lavoro ! La subacquea la praticherei solo per diletto e per trasferire agli altri questo interesse.

                          Commenta


                          • #14
                            Non credo che lavorando alla pari (che comunque è una delle cose che ha rovinato la subacquea) tu abbia tempo di mantenere il tuo lavoro attuale...
                            www.filoariannadive.com

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                            • #15
                              Per il lavoro che faccio avrei L estate a disposizione. La mia era solo una richiesta di pareri da parte vostra 😉

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